A Description of the Exterior of the Pavilion of Siam from G. E. Gerini's Catalogo descrittivo

Il Padiglione è in pretto stile siamese, quale sopravvive nei templi e monumenti del passato più che in quelli già in gran parte modernizzati dell' età presente. Veduto dall' opposta riva del Po, co' suoi tetti policromi e l'aguzza guglia dorata centrale culminante sullo sfondo verde della retrostante collina, fa provare per un momento l'illusione di trovarsi veramente sulle sponde del Më Nam, di fronte ad uno di quei tanti sontuosi edifici che abbelliscono la capitale siamese. Distinguesi esso in fatti nettamente dai fabbricati adiacenti per le sue linee caratteristiche, le sue forme esili e slanciate, e per lo sfarzo pomposo de' suoi particolari decorativi che subito rivelano l'origine decisamente esotica della sua architettura. 

G. E. Gerini, Catalogo descrittivo.

Del tipo conosciuto in Siam col nome di prâsâd, che solo riscontrasi nei palazzi regali e negli antichi santuari brahmanici, donde passò poi anche a quelli buddhisti, la pianta ne è cruciforme e copre un'area complessiva, inclusivi i terrazzi esterni d'oltre 1000 mq. Colle due sue maggiori braccia, formate dalle gallerie d'ala, s'estende lungo la riva destra del Po sulla quale occupa un fronte di 65 m. Un triplice ordine di terrazzi - comunicanti tra loro per mezzo di doppie scalinate piuttosto ripide, quali sono quelle indigene, e gradatamente discendenti fino alla banchina del fiume - ne forma il basamento. I parapetti, graziosamente sagomati, sia dei terrazzi che delle scale son rinforzati da pilastrini, gli intervalli fra i quali sono occupati da riquadri traforati e dipinti in verde malachite, ad imitazione di quelli di maiolica della stessa tinta che impiegansi in Siam. Tali trafori - che si ripetono nelle finestre a feritoia del soppalco dell' avancorpo - unitamente al verde delle piante esotiche adornanti qua e là i terrazzi, spiccano con gradevole effetto sul bianco nitido del basamento dell'edificio.

G. E. Gerini, Catalogo descrittivo.

Un prostilo sporgente dal corpo centrale di questo ne protegge l'entrata o portale principale, i cui stipiti e pedimento sono riccamente ornamentati. I pilastri sia di questo accesso che delle gallerie laterali hanno i capitelli a fogliame imitante il mistico loto, interamente dorati. Il resto, come pure le pareti dell'edificio, è bianco, ma sulle finestre elevate che dànno luce all'interno, ricorrono decorazioni policrome. E rabescati di dorature sono i soffitti delle gallerie laterali e le porte d'accesso delle sale; quelli su fondo rosso, e queste su fondo scuro.

Ma un particolare curioso qui colpisce, proprio dell'architettura siamese, ed è che gli stipiti delle porte e gli spigoli dell' edificio non sono a piombo, ma leggermente inclinati l'uno verso l'altro: così pure quelli dei pilastri che sono rastremati - in alto. Ciò dipende dal fatto che l'architettura Siamese essendo sorta colle costruzioni in legname, ha conservato i tratti caratteristici della propria origine anche negli edifici posteriori eretti in muratura: dimodochè ancora osservasi in questi ultimi l'inclinazione all'indentro degli stipiti e dei cantonali, invece che la linea verticale, come ragioni di stabilità consigliavano in terreni alluvionali e soggetti a periodiche inondazioni annue, ove i Siamesi fissarono anticamente la loro dimora. Il corpo principale dell'edificio consiste di tre grandi sale, la principale e maggiore delle quali è quella formante il corpo centrale, che le altre due un po' più allungate fiancheggiano verso le gallerie. Queste ultime sono sormontate da un tetto a doppio ordine di falde sovrapposte, mentre il corpo principale dell'edificio è ricoperto da un tetto cruciforme a triplice ordine di falde, sormontato da una guglia piramidale culminante in una freccia terminale dorata.

Di legname, anche negli edifici in muratura in stile siamese, è come qui l'intera ossatura sia dei tetti che delle guglie che li sormontano. È notevole come i Siamesi siano felicemente riusciti a rivestire questi elementi primitivi di forme artistiche ed a stilizzarli ispirandosi ai loro miti cosmici e religiosi. L'abbondanza del legname da opera e da costruzione nel loro paese fece sì che il loro istinto eminentemente artistico vi si esplicasse di preferenza, volgendosi alla raffigurazione del bello in natura e del soprannaturale nel mito e nella leggenda. Così predominarono nei loro motivi decorativi, insieme ad ornamenti floreali tratti principalmente dagli steli e dai calici del loto, quali osservansi nei capitelli ed altrove, figurazioni d'esseri mitologici ispirati precipuamente dal re dei pennuti Garuda, dal Nâga o serpente sua eterna preeda; da cigni, leoni, elefanti tricefali; o da esseri semi-animaleschi e semi-umani, rammentanti i nostri fauni, sirene e centauri. Nè mancavi  l'elemento religioso, colla raffigurazione d'esseri celesti: di Iddii, tra i quali specialmente Vishnu ed Indra; e di colui che d'ogni sapere umano, come trascendentale, i Siamesi venerano qual loro perenne Maestro: il mite, savio ed altruistico Buddha, del quale dall' India - loro primo faro di civiltà - essi ricevettero il culto insieme al suo vangelo: dottrina di redenzione dalle ambascie e dalle pene di questo mondo.

G. E. Gerini, Catalogo descrittivo, p. 28

 

G. E. Gerini, Catalogo descrittivo, p. 230

 

Ovunque, negli elementi architettonici degli edifici tradizionali Siamesi - come pure in questo padiglione - nelle loro forme e decorazioni, ornati ed emblemi, si distinguono le traccie di tutto questo simbolismo mitico-religioso.

Così le gronde crestate dei tetti sono a motivo di nâga, rappresentando due di questi mitici serpenti tenuti appesi per le code dall' aquilino becco di Garuda. Le due code congiunte al sommo del frontone, costituiscono l' acroterio superiore, e le due teste i due acroteri latrali; mentre le creste o frastagli sono intese a figurare le immaginarie pinne dorsali dell' ofidiano, il corpo del quale è inoltre stilizzato in serpentine ondulazioni e contorcimenti. La copertura stessa del tetto ritrae alla sua volta, colla sua struttura squamosa di tegole a smalti policromi, la reticolata ed iridescente epidermide propria del serpente. Negli antichi edifici del Siam e della vicina Cambogia si vedono vere e proprie teste di serpente, che sono poi quelle del cobra o vipera ad occhiali idealizzata, formare i pinacoli laterali dei frontoni; mentre nello stile siamese esse sparirono man mano, simboleggiate in terminali ornamentali, quali osservansi nel presente Padiglione. Le falde dei tetti del quale poi, dato il suo carattere effimero - dovendo esso sparire colla chiusura dell' Esposizione - imitano semplicemente alla lontana, col loro sfondo giallo-oro, inquadrato in un orlo azzurro cupo, gli sfarzosi tetti policromi indigeni. Come questi però, il tetto cruciforme del corpo principale del padiglione è a triplice ordine di falde sovrapposte, simbolo questo di sovranità sui tre mondi, analogamente al nostro triregno. Epperciò questa disposizione non sarebbe permessa nei tetti d'edifici che non appartengano sia al sovrano effettivo dello Stato, che a quello spirituale cui si rende culto nei templi. Gli è cosi che tali tetti vengono ristretti alla reggia ed ai santuari. Considerati però dal lato pratico essi sono, grazie a tale disposizione intervallata, adatti al clima tropicale perchè ben aereati; mentre la ripida inclinazione delle falde s'addice anche al paese, ove piove a dirotto durante i quattro mesi della stagione estiva, detta perciò delle pioggie.

Nel timpano dei frontoni di tali edifici siamesi osservansi, a seconda della destinazione dei medesimi, circondati da un lusso d' arabeschi, Indra sul proprio elefante tricefalo; o Vishnu montato sul re degli aligeri Garuda; oppure ancora - siccome notasi nell' attuale Padiglione - Buddha stesso assiso sul bianco e tricefalo elefante d'Indra, nell'atteggiamento meditativo che aveva assunto quando conseguì la suprema scienza e coscienza del Nirvâna. Sostituzione questa - del resto assai frequente in Siam - di simboli buddhisti a quelli primordiali bràhmanici, analoga a quella che verificossi nelle basiliche cristiane coll'adozione di elementi simbolici e liturgici d'origine pagana.

Ma un tale simbolismo ancor più si accentua nella guglia o pagoda centrale sormontante il Padiglione: slanciata piramide a settemplice ordine di ripiani, raffiguranti i sette ordini dei cieli; o, se vuolsi, le altrettante sfere planetarie. Ivi son le dimore dei celesti dei vari ranghi, nei loro vimâna o aerei palagi, simboleggiati in altrettante nicchiette od edicole dorate, dal pedimento ogivale pure a motivo di nâga che, a guisa d'antefisse, ricorrono in serie ad ogni ripiano della piramide, spiccando sul fondo azzurro cupo della stessa. Nel caso attuale non sono raffigurate le deità nelle nicchie rispettive; ma la loro immagine, benchè più spesso si lasci supplire dalla fantasia, è rappresentata talora nei più sontuosi edifici siamesi. Sul sommo della piramide culmina l'esile freccia terminale interamente dorata, slanciandosi ardita verso il cielo, emblema fiammante di gloria tipificata nel raggio solare.

L'allegoria è completata da due antenne che, sorgendo verso gli estremi del terrazzo inferiore di fronte al padiglione, si ergono svelte dinanzi alle gallerie laterali, sormontate da una figura dorata del sacro cigno hamsa, il veicolo di Brahma (antica divinità solare), simbolo solare anche questo, com'è del greco Apollo Ebdomeio. Al di sopra dell' aureo cigno ergesi il conico ombrello bianco a più ordini, emblema dell' universo - raffigurato press'a poco come nella concezione dantesca a scaglioni tronco-conici o gironi culminanti nel mitico monte Meru - apice e fulcro del mondo come l'Atlante della cosmogonia occidentale - idealizzazione del picco più eccelso dello Himâlaya.

G. E. Gerini, Catalogo descrittivo, p. 80

G. E. Gerini, Catalogo descrittivo, p. 124

Così ne viene che il bianco od aureo ombrello di tal foggia è simbolo di potestà regale, di dominio nel mondo; nel qual carattere lo ritroveremo nella bandiera reale nel salone centrale del Padiglione. Sotto i due emblemi suddetti - l'ombrello ed il cigno - sventola qui la bandiera nazionale siamese: un elefante bianco in campo vermiglio. È, questo, nella sua forma caratteristica d' un'antenna sorgente fra due colonnine alla base, rabescate di dorature su fondo rosso - lo stendardo tipico quale si vede in Siam dinanzi alla maggior parte dei templi; e - ridotto alla più semplice espressione d' una lunga canna di bambù sormontata da un conico ombrellino di stoffa bianca od anche di carta - piantato in giro alle aree ove svolgonsi feste o riti augurosi.