Le mostre coloniali all'Esposizione internazionale di Torino del 1911: relazione generale

36 Erano le cere dello Agaumedèr e del Dembeccià, dono spontaneo delle api selvagge che ne riempiono i cavi degli a lberi e gli anfratti delle rocce. Era esposto il miele della stessa provenienza, in barattoli di aspetto abbastanza indovinato. Si notavano i caffè di Cuorata e dello Tzeghiè, su l lago Tzana, prodotti semi spontanei i quali aspettano che agricoltori pratici con opportune cure e selezioni risanino ed accrescano le coltivazioni ed industriali intraprendenti che ne organizzino il commercio riavviandolo per le disertate strade orientali, ormai sicure ed aperte al traffico. Presso l'Agenzia di Gondàr furono tentati esperimenti di caseificio e di dislill eria. I prodotti che figuravano alla mostra erano : formaggi del tipo cacio cavallo della campagna romana; il Paraszeng', liquore ottenuto con alcool estratto dalla Dagussa (Eleusine floccifoglia), miele come sostituto dello zuccaro ed aromi tratti dalle numerose essenze di erbe montane del Dembea. Arieggia la strega dell' Alberti o la Chartreuse gialla; il Tegg' , o idromele, bevanda nazionale dell ' Etiopia, prPparato dall'Agenzia con cure da enologo, chiarito ed imbottigliato in vetri con caratteri esterni cari agli abitanti dei luoghi. Come prodotto secondario del caseificio l'Agenzia esponeva un tipo di tela impermeabilizzato con uno strato di caseina, che dichiarava adatto a coperture di case e baracche. L'Agenzia presentava finalmente una egregia quantità di Zibetto, profumo ricavato dalla ghiande odorifere del piccolo mammifero moscus civetta che vien mantenuto in schiavitù per la produzione del prezioso profumo. Completavano la mostra una serie di ingrandimenti di fotografie dei monumcriti di Gondàr. La piccola Esposizione dava una buona idea generale delle produzioni e delle terre selvaggie e feconde, poste alle porte della nostra coloni a Eritrea e pur tanto lontane da essa nelle vie della civiltà.

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