Le mostre coloniali all'Esposizione internazionale di Torino del 1911: relazione generale

MINISTERO DELLE COLONIE DIREZIONE CENTRALE DEGLI ,AFFARI COLONIALI UFFICIO DI STUDI COLONIALI \ Monografie eRapporti coloniali n. z- fiennaio 1913 COLONIE ITi-\LIANE L:E MOSTRE COLONIALI ~ ALL'ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI TORINO del 1911 RELAZIONE GENERALE ROMA TIPOGRAFIA NAZIONALE DI G. BERTERO E C. VIA UMBRIA 1913

(1 3 MINISTERO DELLE COLONIE DIREZIONE CENTRALE DEGLI AFFARI COLONIALI UFFICIO DI STUDI COLONIALI {Monografie eRapporti coloniali H. 2 - fiennaio 1913 COLONIE ITALIANE LE MOSTRE COLONIALI ALL'ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI TORINO del 1911 RELAZIONE GENERALE ROMA TIPOGRAFIA NAZIONALE DI G. BERTERO E C. VIA UMBRIA 1913

Le Mostre Coloniali all'Esposizione Internazionale di Torino del 1911 furono tre : Mostra della Direzione Centrale degli Affari Coloniali del Ministero degli Affari Esteri. Mostra della Colonia Eritrea. Mostra della Somalia Italiana. La prima fu organizzata sotto la direzione del DIRETTORE CENTRALE DEGLI AFFARI COLONIALI, dal Maggiore A. M. TANCREDI e dal Cav. M. C-HEccm, R. Agente Coloniale. La seconda dal COMITATO ORDINATORE nominato dal Governatore della Colonia Eritrea ·e dal Colonnello S. HIDALGO. La terza dal GovERNO DELLA SOMALIA ITALIANA, rappresentato dal Tenente (ora Capitano) G. P1<.:sENTI. Prestarono inoltre la proficua opera loro per l'ordinamento delle tre Mostre il Cav. Carlo PAccmoTTI e per quello della Mostra della Direzione Centrale degli Affari Coloniali l'avvocato Federico MADIAI. · La presente relazione per incarico del Comm. Giacomo AGNESA, Direttore Centrale degli Affari Coloniali, è stata compilata dal Maggiore A. lVI. Tancredi. Per quanto riguarda la Mostra deHa Somalia, il materiale per questa relazione fu fornito dal Cap. Gustavo Pesenti, al quale pure sono dovuti gli interessanti cataloghi riportati da pag. 77 a pag. 100. Rorna, ottobre 1912. I I

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Dalla timida Esposizione Eritrea di Firenze del 1903 all'ardita Esposizione Coloniale di Torino del 1911 che ebbe scopi precisi ed apert i, quanto progresso altamente significativo! Quale senso di conforto si provi oggi nel ricordare l'ampio Padiglione degli Italiani all'estero che contenne, compresse, le Esposizioni della Direzione centrale degli Affari coloni~li e quelle delle due Colonie di diretto dominio, può soltanto dichiarare chi vide l'interessamento del pubblico che ne affollò le sale, chi ascoltò i lunghi comenti, chi dette spiegazioni alle insistenti domande di chiarimenti e di notizie. Egli deve in coscienza affermare che oggi forse il pubblico si è ricreduto. Chi visitò quell' E5posizione non ha più il diritto di parlare delle sterili ed infocate- sabbie, delle ambe squadrate e lustrate dalle pioggie rovinanti a torrenti, dei riarsi deserti rossigni stendentisi a perdita di vista sotto le infiammate vampe del JOle dei ti'opici: ormai non ha più diritto di parlare di tentativi di colonizzazione inesorabilmente falliti. La necessità delle cose: il sufficiente periodo di pace fecondatrice: l'opera civile che come buon seme fatalmente attecchisce e prospera, hanno determinato uno stato di · fatto nelle nostre colonie d'Africa Orientale che non si può più oltre discutere. La dimostrazione più palmare è data dal!' Esposizione Coloniale di Torino che rievocherò con qualche larghezza.

6 L'Esposizione Coloniale di Torino 1911 poteva considerarsi divisa in tre sezioni indipendenti, ma connesse da stretti legami: una mostra delle attività colonizzatrici nel senso più largo, che si esplicano con gli studi coloniali di ogni genere, col rilievo preordinato e bene ordinato e colle rappresentazioni grafiche dei terreni delle Colonie, presentata dalla Direzione Centrale degli Affari coloniali del Regio Ministero degli Affari esteri, che volle dare alla sua esposizione un carattere strettamente e gelosamente italiapo; una esposizione ordinata e presentata dal Governo della Somalia Italiana, con aggregata una piccola mostra di una Società commerciale privata che in quelle terre inizia le sue attività (Società Italiana per Imprese Coloniali); una esposizione libera dei Coloni Eritrei, ampiamente sussidiata e completata dalle mostre degli organi di Governo preposti alla colonizzazione. Le tre mostre occuparono l'ala settentrionale della vasta snla del Padiglione degli Italiani all'estero, con una superficie di quasi 1000 metri quadrati ed in così ampio spazio si trovarono a di~agio, sì che i materiali esposti vi stettero ammucchiati, a stento, quasi compressi e, molti, giunti più tardi, ma non meno interessanti, non vi trovarono addirittura posto sufficiente.

I Direzione Centrale d egli Affari Coloniali. 1. - Mo strn bibliografica e fotografica . ?~~1

7 I. La mostrn della Direzione Centrale degli Affari coloniali. Mostra bibliografica. - Fu più volte, e da voci autorevoli, rimproverato al nostro Paese, di occuparsi poco delle Colonie e degli studi inerenti, quasi che l'idea dell 'imperialismo colonizzatore di Roma madre fosse affatto cancellato dalla mente dei tardi nepoti. Orbene tale affermazione può esser vera soltanto in parte. Se l' Italia si mantenne fra tepida ed indifferente nei riguardi delle questioni coloniali, ciò si deve ascrivere a mancanza di esatte e concrete conoscenze geografico-coloniali per la scarsa o nulla divulgazione · degli studi sulle colonie, che pure esistono in numero rilevante e di rilevaJJ,te valore. Il concetto della necessità urgente di divulgare tali studi, caldeggiato e favorito dalla Direzione Centrale degli Affari coloniali presso il regio Ministero degli Esteri, portò alla determinazione di raccogliere in un corpo solo ed organico tutta la pubblicazione che ha tratto colla questione coloniale e colle nostre Colonie di dominio diretto, e di illustrare la raccolta con un indice bibliografico-biografico. L'indice avrebbe dovuto comprendere la storia dell'esplorazione e del successivo sviluppo dell'idea e della colonizzazione e la descrizione dello stato attuale dell 'opera colonizzatrice italiana. Una biblioteca dunque con un esteso catalogo ragionato: una ricca· collezione di carte geografiche, corografiche e topografiche con un chiaro repertorio di riferimenti: altrettante guide o monografie illustrate quante le colonie di diretto dominio. Questo fu il programma di lavoro stabilito. Se non che all'opera poderosa mancò il tempo perchè si desiderava dare un pubblico documento nella Mostra generale dell'attività d'Italia, bandita dalla forte ed industre città di Torino. Fu deciso allora di frazionare il lavoro, pur mantenendo il primitivo concetto, e poichè era opportuno che l'Italia conoscesse di quanto essa aveva contribuito all'idea coloniale, si determinò di formare un

8 primo nucleo della vagheggiata Biblioteca coloniale della Direzione degli Affari coloniali, riunendo per prime le sole pubblicazioni originali italiane su argomenti coloniali, quale affermazione dell'attivita colonizzatrice del paese e degli organi del suo Governo. Nacque cosi la .Collez ione cli pubblicazioni coloniali italiane che venne messa in mostra nell'Esposizione di Torino. E poichè i resultati della raccolta furono confortanti e quasi da insuperbire, si volle pubblicare un Primo indice biblio_qrafico della collezione, destinato a larga diffusione, quasi per dire al Paese " se molto fu finora scritto, molto conviene operare "" La raccolta italiana fu costituita da un primo gruppo di lavori pubblicati direttamente dalla Direzione Centrale degli Affari coloniali e dal regio Ministero degli Affari esteri. Erano cento ed uno scritti. Ad essi si aggiunsero le opere e gli scritti pubblicati sotto gli ausp1c1 o col concorso della Direzione e del Ministero predetti ; quasi 150 pubblicazioni, delle quali taluna classica addirittura. Fu invocato contemporaneamente il concorso di tutti coloro che avevano sp<:si i loro studi e la loro attività attorno alle questioni di colonizzazione e, con l'unanime, volenteroso ed ammirevole aiuto di autori, Istituti e Società scien tifiche e di qualche editore, nel breve periodo di quattro mesi venne messa assieme una ragguardevole raccolta di 1379 numeri, formanti un complesso di 1301 fra volumi ed opuscoli originali italiani o scritti da italiani in altre lingue, o curati, tradotti e commentati da italiani. Gran parte delle opere così raccolte figuravano già nelle egregie bibliografie del Fumagalli (1) e dei professori Marinelli, Dainelli e Mori (2), ma di esse la prima si arresta all 'anno 1891 e l 'altra si limita a considerare le sole pubblicazioni d'indole geografi~a riflettenti la Colonia Eritrea, comparse fra quella data e l'anno 1907. Surse pertanto il dubbio se fosse più conveniente di continuare l'opera bibliografica del Fumagalli, completandola colle indicazioni dei professori Marinelli, Dainelli e Mori e con quelle delle pubblicazioni (1) FUMAGALLI GrnsEPPE. - Bibliografia Etiopica. Catalogo des crittivo e ragionato degli scritti pubblicati dall' im:enzione della stampa fino et tutto il 1891 intorno cill'Etiopia e reqioni limitrofe, pag. xi-288. - lVIilano, Hoepli, 18%. (2J DAINELLI G., i\Lrn1NELLI O., llfoRI A. - Bibliografia geog1·afica della Colonia Eritrea (1891-1906). Estr. " Rivista Geografica Ital. ., anno 1907, pag. 7'1.. - Firenze, Ricci, 1907.

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~ Direzione Centrale degli Affari Colon 1 iali. 3. - ll;Jostrct fotografi ca.

posteriori al 1907, ovvero di compilare ex-novo un catalogo comprendente la dimostrazione dell'attività coloniale italiana secondo i concetti del progi·amma già esposto. Prevalse qu·est'ultima -idea e la -Direzione si accinse al la:voro. Ma troppo ternpo · richiedeva l'opera complessa, mentre da tutte ·le parti affluivano· .materiali bibliògrafici è scarso · èrà il per;;ÒnaJe· adibito al lavoro e prossima l'ora ·della pubblica 'dimostrazio~e di '!~orino.' . Fu allora stabilito di . p1:eparare . un ·semplice P:rimo indice biblio'- , grafico delle pubblicazioni raccolte fino al primo di _giugno .19U , .pur perseverando nella compilazione del!' Indice biografico-biblio_qrafico-critico dell'attività coloniale italiana. ! . · ) Le pubblicazioni messe in mostra nel numero di •1379 formanti , come fu dettò, un complesso di 1301 volumi ·ed opuscoli;. furono divise in ' due grandi sezionL Una, di quelle riguardanti la ·questione coloniale. in generale, I' Afri'ca, l; Etiopia e l'Eritrea: l'altra, deile pubblicazioni' intorno alla Somalia Italiana· e regioni adiacenti 'o prossime, che colla Somalia hanno più intima colleganza. .· ; La prima sezione risultò di 1192 numeri; quella Somalica di 182. Fu dato a lle due grandi classi l'ordine alfabetico per · autori: Per aiuto agli . studiosi l' indie.e d;i.to al pubblico presentò una seconda divisione - per. materia - conservando l'ordine alfabetico per autori nelle singole classi. In questa suddivisione fu seguito nelle linee generali il cci.terio adottato dal Fumagalli nella · sua Biblìografia : Etiopièa; · furono · cioè distinte 7 grandi categorie o classi, ampiamente comprens_ive, ognuna suddivisa in sottoclassi e gruppi e la collezione risultò costituita come segue: CLASSE la. - Uiogr a fie e bi bl iografie . Sottoclàssi: -1,) Etiqpi3: . Eritrea •e va: ria . . , . • . . . . B) Somalia Italiana e regioni adiacenti N. 42_ ., • . ~ 7 .

10 divise in gruppi come dalla seguente tabella: Gruppi nelle singole sottoclassi : 1) Biografie. . . . . 2) Commemorazioni . 3) Numeri unici. 4) Bibliografie . N. 21 )) 11 » . 7 » 16 (1). CLASSE 2a. - Uelazioni di viaggi, esplorazioni, itinerari di geografia, di statistica, ecc. Sottoclassi : A) Generali e di Etiopia . . . . . B) Della Colonia Eritrea compreso Assab . C) Della Somalia . D) Varia di Africa CLASSE 3a_ - Linguistica e lette1•atura. Sottoclassi : A) Etiopica, Amarica, Araba, Gheez , Galla, Varia. B) Eritrea (Dancala, Saho, Tigrai, Tigrè, Varia) C) Somalica (Somala, Suaheli, Varia) D) Letteratura religiosa • Sottoclassi : A) Generale e di Etiopia. B) Speciale di Eritrea • . C) Speciale della Somalia CLASSE 5a. - Scienze fisiche e naturali. Sottoclassi : A) Etiopia ed Eritrea B) Somalia •.... N. 71 » 77 » 52 » 75 N. 41 )) 20 )) 2 » 37 N. 291 » 303 » 69 N. 212 » 61 (I) Il complesso dei numeri risultanti dalla divisione per materie non corrisponde a quello totale dell'indice alfabetico per autori, poichè molti numeri trattano di diverse materie e vennero in conseguenza compresi in varie classi.

fl CLASSE 6a. - Bollettini , calendari, pubblicazioni periodiche. N. 124 Sottoclassi : A) Generali, di Etiopia ed Eritrea. N. 122 B) Della Somalia )) 2 CLASSE 7". - Varia. N. 44 Sottoclassi : - A) · Africa; Etiopia ed Eritrea . · N. 43 B) Somalia. ,. 1 Questa raccolta che fu iniziata, come fu accennato, nei •primi mesi' del 1911, sebbene logicamente incompleta, può essere · già considerata come l'esponente ragguardevolissimo della perseveranza -italiana negli I studi coloniali. La Direzione Centrale degli affari coloniali,· pubblicando un primo indice del materiale librario raccolto, non hJl inteso di fare opera organica, sibbene di dichiarare gli inizi della sua ricchezza e di rivolgere un ringraziamento ai suoi benevoli coadiutori, di incitare gli studiosi della materia che non ebbèro conoscenza .del lavoro cominciato a volerlo soccorrere nello ulteriore svilu·ppo e . di pregare 1 ritti coloro cui questo ·vitale interessè del paese stà a cuore, di :concorrere con suggerimenti, indicazioni e · correzioni al perfeziona'mento del-' f'impresa. Mostra Cartografica. - Parallelamente alla formazione -della Raccolta bibliografica procedette quella di una collezione di tutte ·1e rappresentazioni geografiche, · corografiche, topografiche, nautiche e di schizzi originali dello intero continente Africano e della prossima Arabia, che coll'Africa e singolarmente colla Colonia Eritrea ha somiglianze grarrdi nella morfologia e ccintatti frequenti d'indole demografica e commerciale.· Alla collezione · furono ; agg·iunte le carte speciali ipsometriche, idrografiche, agricole, etnografiche, ecc., che fu possibile raccogliere, per

12 dare una rappresentazione, al più possibile, completa del paese e delle sue attitudini. La collezione fu iniziata, come quella bibliografica, col gruppo delle pubblicazioni dirette della Direzione Centrale degli Affari Coloniali (n. 23): concorsero poi a formarla, il Comando del Corpo di st3to maggiore del regio esercito, l'Istituto geografico militare, il regio Istituto idrografico, il Governo dell'Eritrea, la Società geografica italiana, la Società di esplorazioni commerciali di Milano, l'Istituto geografico italiano diretto dal dott. De Agostini, la regia Società Belga di geografia. Fu quindi notevolmente arricchita dalle carte gentilmente offerte dal Governo Inglese (Topographical Section, Generai Staff, ed Ammiragliato); dal Governo della Repubblica Francese (Service Géographique de l'Armé, e Ministero della Marina); dal Governo Spagnuolo (Comando del corpo di stato maggiore); dal Governo Portoghese (Commissào de cartographia); dal Governo Belga (Ministero della Colonia) e dal Governo Khediviale ddl' Egitto (Snrvey Department). Risultò un complesso di 770 numeri, dei quali alcuni molto comprensivi. Vennero catalogati in un indice descrittivo e poscia raggruppati con metodo logico e chiaro per comodo di consultazione. Però anche questa collezione non risultò completa. Lo vietarono il tempo ristretto e le difficoltà di ricerca; ma continuando, come felicemente avviene, gli arrivi di doni, di offerte e gli acquisti, si ritiene che la collezione cartografica della Direzione Centrale degli affari .coloniali si avvii a diventare piuttosto unica che rara. Il catalogo presentato dovrà quindi venir considerato soltanto come un repertorio del materiale esistente nell'anno 1911 ed una preghiera ai cultori di geografia, agli Istituti scientifici ed agli organi dei Governi preposti allo importante servizio geografico di far pervenire alla Direzione italiana raccoglitrice tutte le osservazioni, i suggerimenti e le offerte, che crederanno utili od opportune, e che saranno sempre bene accette e gradite. La ricca collezione cartografica della Direzione Centrale degli affari coloniali figurava esposta in due grandi armadi e ne era concesso al pubblico la consultazione nei locali dello Stand. Perchè poi restasse in evidenza l'opera maggiore della cartografia Italiana, le principali pubblicazioni riunite in carte murali di assieme

Dire zione Centrale degli Affari Coloniali. 5. - Mosti-a crt?" to_qrn fi cci.

13 trovarono posto alle pareti della sala (1) e per facilitarne la lettura che poteva riuscire penosa per la dimensione delle tavole murali e per la loro conseguente alta posizione alle pareti, · fu disposto che in corrispondenza di ogni pubblicazione, su apposito tavolo, fosse all~ portata dei visitatori un aliante contenente la stessa pubblicazione, divisa in fogli. (1) Cai·te mtwali colon iali: , 1 ° Carta dimostrati va dell 'Eritrea e regioni adiacenti -- Istituto Geografico Militare - Scala al 1 /:?50,000. 2a Carta dimostrativa · dell'Eritrea· e regioni ad_iacenti · :- Istituto Geografico ,Militare - Scala 1/400.000. . 3° Carta dimostrativa dell'Etiopia e regioni adiacenti, del capitano de Chaurand ~ Scala 1/ 1,000,000. 4° Carta dimostrativa dall'Etiopia e regioni aLliacenti, del capitano de Chaurand - Altimetria - Scala 1/1,000,000. 5° Carta dimostrativa dell'Eritrea e · regioni limitrofe redatta. dal capitano Mia.ni -- Scala 1/ 1,500,000. 6° Carta topografica dell'Eritrea - Istituto Geografico Militare - Scala lj 50,000. 7° Carta topografica dell'Eritrea - Istituto Geografi co Militare - Scala 1/100,000. S0 ·colonia Eritrea e regioni adiacenti. Pubblicata per cura della Direzione centrale degli affari coloniali - Scala 1/1,500,000. 9° Da Ras Casàr alle foci del Giuba. Carta pubblicat ,t a cura della Direzione centrale degli affari coloùiali - Scala 1/4,00,000. 10° Possedimenti e protettorati Europei in Africa - Carta pubblicata ' a cura della Direzione centrale degli affari coloniali .:__ Scala 1/ 15,000,000. · 11 ° Itinerario ·dal Tacàzzè a Derasg,hì, del tenente L. Talamonti, 7 Scala 1/100,000. 12° Itinerario da Agordat al lago Tzana, dei tenenti L. Pisani e G. B~lugani ·- Scala 1/50,000. 13° Carta dei dintorni di .Saganeiti. Rilìevo del topografo , Gruppelli - Scala 1/50,000. 14° Asmara e dintorni. Cart,t topografica del!' Istituto Geografi co Mili tare - Scala 1/50,000. · 15° Barentù e dintorni. Rilievo del tenente L . llfocci - Scala 1/50,000. Hi0 Possedimenti e protettorati Italiani in Somalia. Carta p·ubblicata a cura della Direzione centrale degli affari coloniali - Scala 1/2,500,000. · , i 7° Carta dimostrativa della So.malia italiana pubblicata per iniziativa della ,Direzione centrale degli Affari coloniali , compilata dal tenente A. Marconi sui dati r accoìti a tutto il 1907 - Scala 1/200,000. ' 18° Il basso Gi~ba Italiano. Rilievo del capitano G. Ferrari pubblicato a cura ·della Direzione centrale per gli affari culoniali - Scala l /200,0ÒO. ' · 19° GiumJ)O e la foce del Giuba. Rilievo del capitano G. ,Ferrari. Pu,bblicato per cura della pirezi_one· centrale, degli . affa~i c9loniali - S_cala 1/ ~0,oo.o._ 20° a_31° Undi ci carte nautiche della costa del Mar Ross·o. Hilievi del flegi o Istituto Idrografico Italiano.

14 La serie degli atlanti esposti al pubblico fu completata riunendo in volumi: gli itinerari da Assab all' Aussa del maggior Ravelli - Scala 1/100,000; gli itinerari in Eritrea del magg. Ravelli - Scala 1/100,000; le carte della divisione in distretti e provincie dell'altipiano. Facevano parte della collezione cartografica alcuni plastici e fra essi notevole a titolo storico quello della Colonia Eritrea e di Massaua costruito dal colonnello Cherubini. Mostre varie della Direzione Centrale degli affari coloniali. - Perchè la rappresentazione delle varie attività civili svolgentisi nelle due colonie di dominio diretto riuscisse più completa e documentata, la Direzione centrale espose pure in Torino : 1 ° le raccolte delle carte-valori postali in uso nella Eritrea e nella Somalia; 2° la raccolta delle monete italiane in corso nelle due colonie ; 3° la raccolta delle monete non italiane ancora in corso. A titolo di curiosità e d'insegnamento presentò pure : 4° una raccolta completa delle monete e merci-moneta (sali-monete e cotonate-moneta) in uso nella limitrofa Abissinia e nelle regioni adiacenti alla Somalia italiana; 5° qualcuna delle monete coniate dal Mahdi durante il suo dominio nel Sudan; 6° alcuni dei talleri coniati per gli scambi col levante dalla repubblica veneta, moneta che, per lungo tempo e fino a che non fu sostituita dal Tallero austriaco di Maria Teresa, rimase la moneta più diffusa o meglio accettata in tutta l'Africa orientale. La Direzione centrale degli affari colonial i era ip.tenzionata di esporre a complemento delle due sue raccolte anche una estesa serie di documenti fotografici di località, di avvenimenti, di costumi e di persone coloniali, ma l'angustia del tempo e più la tirannia dello spazio che le fu concesso all'Esposizione di Torino non permisero nè di dar ordine al numeroso materiale ch'essa possiede, nè di collocare tutto quello che aveva ordinato. Figuravano quindi soltanto nelle sale della Direzione: 1 ° una raccolta di tipi e figure dei paesi BariGl o Cunama -

Direzi on e C entral e degli Affari Coloniali . 6 . - Mostra cartogr afica.

15 Fotografie dell'agente coloniale cav. Alberto Pollera, già commissario regionale del Gasc' e Seit; 2° una serie di tipi dell'Eritrea Ingrandimenti di fotografie dello stesso cav. Pollera e dell'aiutante coloniale signor Ascàri; 3° una collezione di ritratti di capi e personaggi importanti di Etiopia - Ingrandimenti di fotografie del capitano medico dr. cav. An- ·naratone; 4° una serie di fotografie della Corte imperiale di Addis Abeba - Ingrandimenti di fotografie dirette di vari autori ; 5° Una raccolta di tipi di animali - utili della Colonia Eritrea da fotografie del compianto prof. Marchi dell'Istituto superiore di Perugia; 6° una serie di quadri di località e monumenti di Etiopia (Gondar e lago Tzana) - Ingrandimenti di fotografie del maggiore Tancredi ; 7° una serie di fotografie di costumi e località della Somalia italiana - Ingrandimenti di fotografie del tenente Italo Gentilucci; 8° una serie di fotografie di località e di .~vvenimenti della Somalia italiana durante l'ultimo periodo della occupazione del fiume. Fotografie del pittore cav. Maurizio Rava, gent ilmente conc~sse per l'Esposizione; . 9° cinque album di fotografie della Somalia Italiana· del , tenente I. Gentilucci, corred11ti da larghi indici esplicatavi di cose e di fatti. Questi album erano rilegati in cuoio ed argento ad imitazione araba; 10° un album delle fotografie del capitano di cavalleria G. degli Alberti che seguì le operazioni 1?1ilitari inglesi contro il Madhi Somalo (Mad-Mullah}; 11° un album della prima scuola di arti e mestieri di Massaua; 12° e 13° due album di acquarelli e disegni in bianco e nero di località, oggetti e tipi somalici del commissario di marina signor Niccolini; 14° una raccolta di bozzetti pittorici ad olio ed a .tempera del pittore cav. Maurizio Rava illustranti, la Colonia Eritrea ed _il viaggio da lui compiuto al lago Tzana ed alle sorgenti del Nilo azzurro. Questa pregevole collezione di 3f bozzetti è di proprietà 'di S. M. il Re · che volle graziosamente concederla · per l'Esposizione; 15° un quadro ad olio del pittore Valli rappresentante un episodio della occupazione di Massaua nel 1885 per parte delle truppe ' • 1 , • · italiane comandate dal colonnello Saletta. . '

16 * * * Così le raccolte della Direzione centrale degli affari coloniali esposero al pubblico la storia delle vicende della idea colonizzatrice, narrandone il cammino talora penoso, ma sempre acceso di speranze per l'avvenire, narrando dei vasti progetti e delle amare delusioni di un momento, in attesa di no".elle esposizioni che non lontanamente raccoglieranno i racconti della tenacia dell'opera e del trionfo dell'idea civile latina che fatalmente va e si afferma nelle sue conquiste. II. La mostra della Colonia Eritrea. La mostra. della Colonia Eritrea constava di tre sezioni ben distinte ed indipendenti: 1 ° una esposizione della Direzione di colonizzazione del Governo dell'Eritrea ; ~ 0 una mostra del Comitato ordinatore eritreo per la Esposizione Internazionale di Torino del 1911; 3° una mostra delle industrie, commerci, arti e mestieri esercitati dai liberi coloni nella Colonia. 1. - La mostra della Djrezione di colonizzazione dell'Eritrea. La Direzione di colonizzazione dell'Eritrea espose tutte le sue raccolte di prodotti spontanei della Colonia, di prodotti locali coltivati dagli indigeni, ed i resultati delle esperienze e tentativi propri di culture ed acclimatazioni varie. CEREALI, LEGUMI, FORAGGERE. La collezione della Direzione di colonizzazione presentava un largo campionario di cereali, legumi e di piante foraggere ( 1 ). (1) V. Nota a pag. 59 e seguenti . Pei cereali vedi anche monografia n. 19 di questa serie : La collezione dei cereali della Colonia Eritrea. p1·esentata dal R. Go - verno all'Esposizione di Torino del 1911. Relazione del prof. EMILIO CmovENDA.

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17 35 varietà di gram m spighe e già puliti; 108 varietà di dure indigene, fra le quali notevolissime quelle a chicchi grossi, bianca, detta di Gassa.fa, in pannocchie, che, pur non essendo delle più belle, mostravano un rendinien:to superiore al 1 òp per uno; 14 varietà di orzo, in grani ed in ispiga; 4 varietà di taff (Era,qro stis ' abyssinica), il nobile ed apprezzato cereale degli altipiani; parecchie varietà di granturco indigeno ed acclimatato, fra le quali quella prospera di Borgoricco; 9 qualità di dagusse (Eleusine coracana) o· cereale da birra indigena (sua), quelle del bultuc (v ennisetum tiphoideum) della zona bassa di Zula Uachiro è di Cheren ed i campioni di varietà. di miglio e di avene indigene ed acclimatate. La grande famiglia dei fagiuoli era rappresentata da Phaseolus, Dolichos e Vigna di tutti i colori e di tutte le grandezze ed origini; 39 varietà dei piccolissimi cow-peas e dai Mungo di Lima _d{ ùn· bel verde metallico, ai variopinti Maraviglia del Canadà ed ai giganteschi Cannavalia e fagioli di Lima. Seguivano fave e piselli, ceci e lupini indigeni ed acclimatati; chiudeva la serie una · ricca mostra di graminacee da pascòlo, da essenza e da materiale di costruzione, poichè è noto che i tetti delle abitazioni indigene sono costruiti con strati fittamente sovrapposti di steli di graminacee molto silicee, impermeabili e che non lasciano fermare l'acquà delle piogge. La serie era completata dalla raccolta dei cereali spontanei i cui semi sono usati dai · nativi · come sostituti di quelli coltivati, nei pe~ 1:iodi di carestia o di · scarso raccolto. I ' PALli1A- nuM. - In luogo d'onore era presentata una larga espositzione dell'utilizzazione degli impieghi· della Palma dum (hyphaene te;- baic(t (2). Questa pianta provvidenziale che forma tutto il bosco di. riva dei fiumi ·e torrenti delle regioni del Barca e Gasc'-Setit' e dell~ _inospit'e regione co7tiera dèi Dancali, offre risorse preziose, jmpieghi _svariatis:- simi e rimuneratori. Oggi il bosco di palma dum esistente in Erit:rea pare vastissimo, ma non -sarà lontano il giorno nel ·quale , se n~ lamenterà .la ristrettezza e se ne curerà più attentamente la rinnovazione e lo accrescimento. (2) V. nota a pag. 60 e seguenti. 2

[8 Il tronco della Dum dà materiale eccellente per costruzione; i mmi sottili, macerati a lungo, producono fasci fibrosi per intrecci, per corde e sono utilizzabili come piassava per robuste spazzole; miglior piassava si trova . alla base dei tronchi; il legno fina lmente, opportunatamente lavorato, dà ottimi, elastici e resistenti bastoni da passeggio, che tengono il confronto con quelli conosciuti col nome commerciale di Palmier e Piittric. Il peduncolo f'ogliare è usato per siepi morte, per cannicci, per coperture di case; potrà essere adoperato per la costruzione di porte e finestre, di arnie e telaini per alveari e per la produzione di fibra che sostituisce in molti impieghi quella del cocco. L'impiego di questo peduncolo per la fabbricazione di bastoni da passeggio è ormai tardiva, tali bastoni sono oggi usciti di moda. La f'oglia, già largamente utilizzata dagli indigeni e che dà un articolo di non trascurabile esportazione, provvede materiali per ventagli e per intrecci; fibre che sono intessute in sacchi e tappeti; lamine per stuoie da imballaggio che sono ormai entrate negli usi commerciali mondiali assieme ai conterranei cotoni. Dalle foglie stesse si ottiene con facili preparazioni la fibra tessile detta in commercio palma, ed un tipo pregevolissimo di crine vegetale che regge il confronto con quello d'Algeria. Il f'rutto, che la palma dum dà con molta regolarità ed abbondanza, concede il guscio zuccherino e spugnoso al nutrimento degli indigeni in tempi di mancanza di altro prodotto; utilizzato dai coloni è ottimo combustibile per macchine a vapore, sviluppando le calorie di una buonissima torba; fors'anche è adatto alla produzione di alcool. Il seme lapideo è candidissimo e prende bene le tinte. Esso è ormai la base dell'industria dell'avorio vegetale per la fabbricazione dei bottoni, felicemente avviata anche in Italia. Un calcolo, molto inferiore al vero, fa ascendere . la · raccolta dei frutti di palma Dum, pel solo Barca, a 40,000 quintali annui esportabili, che lasciano un residuo di 80,000 quintali circa di guscio, pari per calorie a circa 25,000 quintali di carbone. Il Gasc' ha certamente non meno di altri 60,000 quintali di frutto e sicuramente altrettanti ne dà il Setit. Non è nota la quantità che potrebbe provenire dalla regione Dancala. Ne si arrestano qui i prodotti della benefica palma. La ' pianta, spogiiata delle foglie e decapitata della gemma termi-

i Q) J,. +> .... J,. r,.i .; al .;E ·a "' "' o ... ...... ., o "' o \l: al ,:: ...... ;s ...... t.b Q) 'U Q) ... A - o e .... ~ N q:, al ... N l>I "' e ·a ~ o e ...... .i o o c'l ;a Q) A ç; o .... N Q) J,. .... A

19 nale, geme in abbondanza un liquido bianco e gustoso come latte, dissetante, se bevuto appena raccolto, inebriante se abbandonato alla fermentazione. Allora assume il nome di Duma o vino cli palma e fa la delizia delle popolazioni •dancale che con convinzione dicono " la palma dwn è la vacca del Dancalo "" Da questo liquido si può estrarre alcool, come dai . gusci dei frutti cui fu innanzi accennato. La :palma dum fu · studiata scientificamente dal prof. Odoard·o Beccari in " Le palme dnm o hyphaene e più specialmente quelle del1'Africa ltalianà "; Firenze, Ramella 1908: ed . industrialmente dal Checchi M. in ." La palma dum e l'Euphorbia candelabra nella Colonia Eritrea "' Bibl. Coloniale dell 'Istituto Coloniale Italiano, n. 11, Roma 1910. SEMI OLEOSI ED OLI. - Un gruppo di vetrine conteneva l'esposizione dei semi oleosi e · degli olii estratti da essi. I semi della Colon'ia ed il loro rendimento in olio vennero studiati ' . dal chÌmico dott. F. Suzzi, che dette pubblica notizia dei suoi lavo~·i coll'opuscolo ' " I semi oleosi e gli olii ,, ; Asmara; tip. Colon. De Angel i, 1900 ; e scoprì un · nuovo caucciù nell'olio ottenuto dai semi della Ximen ia americana (melhò) (V. F. Suzzi " Un nuovo caucciù "; Estratto " Agricolllira Colon. "' Anno 1910, Firenze, Ram.ella). I semi oleosi in generale hanno oggidì acquistato una importanza economica rilevantissima per il grande consumo di olii correnti per lubrificazione, dipendente dallo sviluppo grande preso dagl'impianti meccanici nelle industrie e nei tras porti; l'Eritrea produce gran numero di semi oleosi di primissima importanza che potranno essere oggetto di larga importazione in occidente e nello estremo oriente. La collezione che figurava all'Esposizione comprendeva semi ~i ricino indigeno ed acclimatato di Niugh' (guizotia oleifera), ·comunemente coltivato dagl'indigeni per uso di cucina, di girasole, di lino indigeno (entatiè) ed acclimatato (lino di Poskoff), - di sesamo di Zula, di Uachirn e di quello acclimatato di Giaffa, - di Iatrofa corcas, - di arachide, - di xi_m~nia americana, detta con nome locale melhò, - ùi trichilia emetica, -- di grumbà (brassica juncea et carinata, - di senape, - di stramonio (mezerbù), - e di salvia (abahaderà), tutte piante, come si vede, spontanee e largamente diffuse in Eritrea; semi di cotone delle coltivazioni Eritree ed indigene. •

Ad ogni specie di semi corrispondeva il campione dell'olio estratto, or limpido, or torbido, ora estremamente grasso; tutti però utilizzabili nelle industrie e qualcuno anche gradito come commestibile (3). In questa raccolta fi gurava il sego ve,qetale estratto dai semi della trichilia emetica, pianta largamente abbondante nelle zone calde della nostra colonia. E con tanta ricchezza in casa, si assiste allo strano fenomeno del- _l'Italia che compera altrove per molti milioni di lire di semi oleosi, mentre in Eritrea la produzione vien limitata allo stretto necessario · per i consumi locali. GoMME E RESINE. - Una interessante sezione della mostra della Direzione colonizzatrice Eritrea era quella che presentava le gomme (4) spontanee raccolte nella colonia. Come è noto la produzione delle gomme è dovuta a ferite prodotte da insetti, a piccole spaccature naturali, a tagli ad arte fatti sulla corteccia di speciali essenze arboree gommifere. Ora in Eritrea, e specialmente nella regione dei Baza non mancano certo essenze gommifere, non mancano fortunatamente le formiche, quindi l'industria della gomma non potrà mancare di un certo avvenire, anche se l'arte non soccorrerà la naturale produzione. Oggi però le scarsissime popolazioni di quella regione, per quanto in via di accrescimento, attendono di preferenza alla pastorizia che dà i suoi rendimenti con poco lavoro di preparazione e di raccolta. Non è lontana per altro l'ora in cui anche esse sentiranno, sotto l'assillo di nuovi bisogni, la necessità di sfruttare le altre risorse naturali del loro paese. Nel prossimo_ Sudan intanto la gomma è contata come una delle produzioni principali e mentre non diverse sono le condizioni climatiche, culturali e di vegetazione delle limitrofe regioni sudaniche dell'Eritrea, manca solo chi provochi la produzione, chi la raccolga e l'avvii per la giusta strada ai mercati. Un tempo tutta o gran parte della gomma di produzione sudanese prendeva le vie dell'Eritrea. Bastò che il governo inglese del Sudan concedesse comodi e miti trasporti per deviarne il corso da Massaua. Molti commercianti interessati ed intelligenti però affermano tuttora che una migliore viabilità dal nord della nostra Colonia al mare, (3) V. nota a pag. (i3. (4) V. nota a pag. 63.

21 rion soltanto farebbe risorgere il commercio delle gomme sudanesi, ma, ciò che importa di più, provocherebbe la ricerca, la coltivazione e la raccolta delle gomme eritree. Intanto la Direzione di colonizzazione presentava al pubblico: -le gomme baza (etalà, gulmenà, dabalà, · carà, mè, ummoselà, gelau, magarà, e sà, e le resine · ammela, scinghità, ed il halsamo · chircabà); le _gomnie habab (hagab, acocofel, cog, gamrot, e _di denominazione incerta, e la resina carà)·; le _gomme commerciali (ghezireh o dalh, barcani, e ghedaref o aciaàp). Completavano la mostra varii campioni di incensi spontanei rac-· colti in Eritrea. FIBRE TESSILI. - Fra i prodotti industriali più ricercati e meglio , pagati stanno indubitatamente le fibre tessili; ora per condizioni climatiche e per produzione spontanea la Colonia Eritrea si ·trova . in: caso di poter reggere il confronto con qualsiasi altra regione , esportatrice (5). La serie delle fibre . e materiali tessili indigeni ed . acclimatati che figurava nell'Esposizione di Torino aveva adunque singolare .importanza relativa ed in se stessa pregio grandissimo. Erano: lini, fibre tratte dalle sanseviere di più varietà spontanee, di ibisco . (hibiscus màcranthus o ssugòt tzellìm), di fu1·croyci gi,gantea, di dracene, delle varie cortecce di acacia, dì bamia, che sul Setit raggiunge oltre metri 2. 50 di altezza, di agave sisalana. L'agave del Sisal, introdotta in Eritrea da pochi anni .e coltivata oggi esclusivamente presso Cheren e Ghindar era rappresentata da piante in piena vegetazione e dalle fibre in tutti •i periodi di lavorazione. .Con queste vennero esposte le altre varietà di agave acclimatate in Colonia, la hetherocantha e l'americana e le loro utilizzazioni. Si notavano .anche fibre dello acòr-harisc e della juta spontanea del Setit, di sterculi a tomentosa, dalla qual pianta si estraggono pure lamine reticolate utilizzabili per i cappelli di fantasia ed assai somiglianti a quelle conosciute col nome di cuba bast; delle· palme dum, come già fu visto, e delle ssièh o palme da scopa (,phoenix reclinata). (5) V. nota a pag. 63-64.

22 Non mancavano i giunchi abbondanti sulle sponde aquitrinose e la musa ensete, di facile coltivazione in luoghi umidi delle valli e pendici, nè i prodotti del baobab (adansonia digitata) di quell'elefante del regno vegetale calunniato a torto, mentre fornisce legname leggero da costruzione, fibre per corde, stuoie e tessuti, farina aromatica, ed offre nei suoi cavi asilo alle api ed agli uomini ai quali finalmente conserva provvidenzialmente l'acqua da bere nelle roventi zone onde si compiace. Speciale accenno meritano due prodotti esposti in questa sezione che molto atlra,:sero l'attenzione degli industriali che si mostrarono pronti ad acquistarne ed a commetterne anche forti partite. Erano la Jedda o Jdda di Cheren ed il Kapok, tratto dai frutti del ghindà o Calotropis procera. La jedda vie~ preparata col gambo fogliale di una varietà di cucurbitacea (zucca) che vive henissirno nell e zone delle valli e delle pendici della Colonia e meriterebbe una intensa coltivazione, appena sarà uscita dal periodo degli esperimenti di acclimatazione e lo impianto di appositi laboratori per prepararla in forma commerciale. Parecchi industriali produttori di cappelli di paglia chiesero con insistenza notizie di questa coltivazione e si mostrarono disposti a ritirare, con alto senso patrio, la jeclda eritrea anzichè quelle dell'India e del Giappone che oggi impiegano, in qualsiasi quantità, purchè la produzione ne sia continua ed assicuri le loro richieste. Il Kcipok eritreo è dato dai pappi od organi volatori del seme del ghinclà o calotropis procera, pianta molto largamente diffusa ed abbondante nell'Eritrea. 1 sacchi del campione esposto in Torino furono contesi da parecchi industriali e poterono con tutta facilità esser collocati a prezzo rilevante ed ampiamente rimuneratore, ma mitissimo in confronto di quello corrente per i kapok di Giava. Fu ceduto a lire 1. 70 per kg. contro lire 3. 50 -:- 4.. 00 che costa il kapok comunemente adoperato. E dire che in Eritrea questo prodotto aspetta soltanto chi si darà la briga di farne raccolta! (1). (1) Il lcapok commerci ale è prodotto dall'albero della lana (Eriodendi·on a,nfractuosztm) dell'isola di Giava. Il prodotto fa capo tutto sul mercato di Amsterdam. Dacchè si trovò modo di filare il yero capok e farne huone coperte catalogne è difficile trovarne per l'uso d'imbottitura ed il capok eritreo troverebbe non poca richiesta; grandissima se fosse suscettibile della fil atura.

23 PRODOTTI STIMOLANTI E DROGHE. - La Colonia Eritrea è povera di prodotti stimolanti sia spontanei che di cultura; poche anche sono le droghe di produzione locale, e sebbene il popolo abissino faccia largo uso di esse, pure preferi,:ce ritirarle dal commercio d'importazione am:ichè coltivarle in paese. La collezione dell'Esposizione di Torino comprendeva: ca ffè di Filfil e di Cheren, prodotto coltivato ed ormai di riuscita accertata nelle zone a doppio periodo di pioggia, fra i 1000 ed i 1600 metri, in luoghi ombreggiati da bosco protettore; cassia di Ghinda e di Cheren (cassia occidentalis). Questo ottimo surrogato del cafiè (è il ne_q1·0 coffee dell'America) abbondantissimo allo stato spontaneo; di facile cultura nelle stesse zone ove prospera il caffè. La Colonia potrebbe in caso di richiesta sopperire a qualunque domanda; ciat (celastrus eclulis) , alimento nervoso, usato p er masticazione dagli arabi dello Jemen, ed asportato in Aden. È copiosissimo a Ghinda, Dongollo, Filfil ed in genere nella stessa zona cui si accennò per i precedenti stimolanti. Se ne fa considerevole esportazione in Arabia. (Vedi Odorizzi: Il Ciàt, in " Boli. Agrario Colonia Eritrea "' anno 1905). Le droghe erano rappresentate da Abachè o fien greco il cui seme viene adoperato come condimento nella gastronomia abissina; da Comino, Coriandolo, Carum copticum, Mocmocò (rit inex abyssinicus), Ghesciò: Soddò e Berberì. Ghesciò (rhamnus prinoicles) e Socldò (1·hamnus staddo o Defiersii) s~no le radici e le fogli e di due arbusti cespugliosi spontanei in Colonia che vengono usati per l'aromatizzazione della popolarissima bevanda indigena l'idromele o tegg. Berberì è il capricum abyssinicum o peperone rosso, base di tutti i condimenti della cucina abissina. Esso non ha per ora sufficiente produzione nella Colonia e viene in larghissima scala importato dalla finitima Etiopia, mentre anche copiosa esportazione se ne fa verso l'Egitto, ove pure la produzione locale è affatto insufficitnte. Già parecchi coloni europei sì sono dedicati a questa coltivazione riccamente rimuneratrice, perchè la droga è adoperata a profusione dagli indigeni e dagli europei che ne traggono il pepe di Cajenna. PRODOTTI AROMATICI. -- Nessuna industria civile trae finora partito dalle enormi quantità di prodotti spontanei aromatici della nostra Co-

24 Ionia. La Direzione di colonizzazione esponendo i campioni della materia che resta assolutamente inutilizzata, intese richiamare l'attenzione degli industriali sullo sfruttamento di essa (6). - Agrumi selvatici continuamente in fiore, gelsomini, mente e mentastre, basilico, salvie, ambretta (abelmoschiis moschatus), e sopratutto il fieno odoroso, citronella o andropogon lwarancusa aspettano gli alambicchi offrendo i fiori, le foglie, le radici loro in quantità inesauri bili. ,. PRODOTTI TINTORII E CONCIANTI. - Scarsi campionari rappresentavano all'Esposizione le esuberanti produzioni di materiali tintorii e concianti onde sono ricchi i monti e le valli della Colonia Eritrea. Di venti varietà di prodotti vegetali spontanei tintorii ben conosciuti ed abbondanti in Eritrea, figuravano solamente lo Ellàm (impatiens tinctoria) che <là il color rosso rubino alle unghie delle donne indigene: lo henna (lawsonia alba) che ha un analogo impiego per i capelli delle donne di oriente e delle mondane d'occidente; l'oyris abyssinica o cherez, adoperata per tingere in rosso i cuoi marocchini. Le materie concianti, che pure sono numerose e che figuravano in numero di 14 in una passata Esposizione Eritrea, furono in Torino rappresentate delle sole cortecce del sserau (acacia tebatica) e dalle foglie del contaffè (pterolobium o kantuffa lacerans). ORTAGGI E FRUTTI COLTIVATI E SPONTANEI. - Scarsa anche fu la mostra degli ortaggi e frutti coltivati di produzione eritrea: fors8 l'ordinatore di questa Esposizione pensò che scarso interesse avrebbe avuto una produzione non destinata ad esportazione verso i paesi di occidente. In fatto però di produzione di ortaggi coltivati,· l'Eritrea può competere coi paesi più favoriti. Qualunque ortaggio europeo introdotto dai coloni bianchi vi prosperò fin troppo; si ottiene con continuità in tutte le stagioni dell'anno e la produzione supera la piccola richiesta dalle colonie francesi ed inglesi del Mar Rosso meno favorite dal clima. La frutticultura in Eritrea è finora poco sviluppata, non è pur anca sufficiente ai bisogni locali ed alla richiesta della più modesta (6) Vedi nota a pag. 65.

esportazione, però già molto fu ottenuto, e quasi in tutto l'anno possono trovarsi sui mercati eritrei frutta fresche. Gli ortaggi coltivati, i fichi d'India, gli aranci ed i mandarini vengono, come fu detto, avviati ad Aden ed a Cassala, ma alla intensificazione di questa tenuissima corrente di esportazione occorrerebbe un miglioramento radicale dei sistemi d'imballaggio, di trasporto ~ sopratutto un razionale impianto di frigoriferi nei centri di affluenza (Asmara, Massaua ed Aden) e sui piroscafi. Questa logica organizzazione permetterebbe di accrescere l'attuale commercio e di aumentare le varietà degli ortaggi e della frutta esportati, e forse darebbe anche impulso alla rudimentale industria della floricultura che accenna in Asmara. All'Esposizione figuravano conservati in formalina: alchechengi, anone, aranci amari e dolci, limoni, mandarini, papaie, psidium chinesi, carciofi, igname, melenzane. Ma ogni sorta di ortaggi della zona temperata, dai cardi giganteschi ai volgari broccoletti di senape (hamlt add), usati dalla cucina locale, e parecchie varietà di frutti gentili allignano e prosperano negli orti eritrei (1 ). In questa sezione figuravano come prodotti secondari della orticultura: le luffe o spugne vegetali coltivate con successo a Cheren e lo spontaneo seme dell'erbn saponaria o scebtì (pircunia abyssinica), che provvede il sapone naturale ai rudimentali bucati degli indigeni. (1) Si dà qui un elenco degli ortaggi e frutta colti vati con successo in Eritrea: Ortctggi coltivati. - Arachide, aglio, alloro, asparagio, hahmia, barbabietola, barbabietola da costa, batata, basilico, henincasa cerifera, boraggine, carciofo, cardo , carota, cavolo (nelle sue varietà cavolfiore, cappuccio, broccolo, verza, cavolrapa, di Bruxelles, a penna), cetriolo, cime di rapa, cipolla, crescione inglese, fagiolo per cornetti e da sgranare verde, fave, finocchio, insalate (lattuga, indivia, cicoria, radicchio, minutina), luffe per la produzione di zucchette, maggiorana, menta, melanzane, patata, peperoni, piselli, pomodoro, prezzemolo, rape, ravanelli, riscolo, rosmarino, ruchetta, salvia, sedano, spinaccio, valerianella, zucche, zucchetti. Oi·taggi spontanei. - Acetosa, asparagio, insalate da campo (crescione, portulaca, radicchio da campo), patate selvatiche (igname, tzadà), helmia bulbifera (taro, pachyrrizus angitlatus), spinaci selvatici (bernajo, Amaranthus sp.). Frittta coltivata. - Alkekengi, agrumi (arancio, cedro, limone, mandarino), anguria, anona che rimolia, banana, uattero, fico, fico d' India, fragola, mandorla, melograno, papaja, pesca indigena e gentile, popone, vite. Frutta spontanea. - Mimusops sp. (kummel), Cordia ovalis (aubì) , Carissa edulis, Scleryocarya birraea, Diospiros mespiliformis (ajè), Vangueria edulis, Ximena americana (melhò), aranci spontanei.

26 CoTONI E LEGNAMI. - La Direzione di colonizzazione presentava inoltre: a) una collezione di cotoni spontanei della Colonia e di quelli coltivati a scopo sperimentale (7). Dei cotoni e della cullura nella nostra Colonia sarà tenuto più largo discorso parlando della Mostra della Societa per la coltivazione del cotone in Eritrea. ta Direzione di colonizzazione intanto prosegue i suoi esperimenti (ai quali è dovuto in gran parte l'attuale stato confortante dell'industria cotoniera eritrea) nello intento di fissare definitivamente il tipo più adatto alle speciali condizioni climatiche e fitogeografiche del paese. Ogg i però si può affermare che fra i cotoni indiani, egiziani, americani, indigeni e vari, coltivati a scopo sperimentale in Eritrea, dettero i migliori risultati quelli delle varietà americane precoci, in cul - tura asciutta; b) una discreta collezione di legnami da costruzione e da ebanisteria, fra i quali meritano speciale cenno l'ebano, l'acacia rossa o sserau, il mimusops kitmmel o mogano indigeno, che imita da vicino il mogano d'America, e l'incorruttibile sicomoro onde erano fatte le bare multisecolari delle mummie d'Egitto e la popolarissima statuetta dello scech-el-balad del .Museo di Cairo. Importanza grandissima ha il ginepro (junipents procera) che forma i vasti boschi dello Acchelè Guzai e dà legname adatto ad ogni sorta di lavoro di costruz ione e di ammobil iamento. Si presenta l'elenco delle specie esposte: Acacia al,yssinica, A. ethaica, A.. Spirocarpa, A. S enegal, A. sp., Albizzia amara, Alb. Anthelmintica,. Anogeissus leiocarpa, Avhania senegalensia. Balenites aethiopica , Bambù ubissino, Barbeya oleodis, Boscia orientalis, Buddleya pol-istachya. Calatropis pi·ocer,,, Ca.çsiri _qoratensis, C. spcwis persicaefolia, Celastrus sene_q"lensis, G. species, Celtis sp., Coinl retum sp., Commiphora sp., Cordfo abyssinica, C. ovr,lis, C. species, Croton mar:rosfochys. Dalbergia melanoxylrm, Dichrostachys nutans, Diospyros mespilif ormis, Dobe:-a ylabra, Dodonea viscosu, Dombergia Schimperirma. Ehretia sp., Erythrina tomentosa, Eugenie, ovariensis. (7) Vedi no la a pag. fi5.

27 Ficus sycomorus, Ficus vasta, Ficus sp. Gyrocarpus Jacquini . Juniperus pi·ocera. ~ongocarpus laxiflorus. Mimusops Kummel, M. Scimperii. Jiluxia dentata. Odina fruticosa, OlP,a Chrisophylla, Olea sp. Palma dum (H_i;phaene tebaica), Phoenix i·eclinata. Rhus sp., Ricinus communis. Salvadorci persica, Scleryoccirya birraea, Sponias oritntalis, Sterculia tomentosa, Stereospermum dentatwn, Strychnos lachna, Sycleroxilon oxyacantha. Specie indeterminate 9. Tamarindus indica, Tamai·ix nilotica, Tamarix africana, Termina:ia Brownei, Tenninalia sp., Trichilia emetica. Ximenia americana. Zisiphus jujuba, Zisiphus Spina Christi. TABACCHI. - L'Esposizione dei tabacchi: prodotti e preparati in Eritrea stava a provare che, contrariamente all'opinione di qualche tecnico, la Colonia è in grado di dare al commercio discrete qualita. di tabacchi fini, ottime varietà correnti per l'uso indigeno (8). I difetti ascritti ai tabacchi eritrei furono riscontrati inesistenti o di facile correzione, solo che maggior cura venga data allo essiccamento ed alla preparazione del prodotto in balle commerciali. Nè poteva altrimenti avvenire: in tempo poco lontano l'Eritrea era ricca di coltivazioni di tabacco che esportava in Egitto. Colla dominazione egiziana cadde il commercio e la coltivazione. Oggi la produzione si limita a poco tabacco da masticare , che non resiste alla concorrenza di prezzi dei simili tabacchi ·indiani, ed a pochissimo tabacco per sigarette d'infima qualità. PRODOTTI MEDICINALl. - Delle numerosissime specie vegetali di uso medicinale, spontanee in Eritrea, la Direzione di colonizzazione forse volle esportare soltanto quelle che hanno valore bene determinato e che possono in conseguenza essere o diventare oggetto di commercio di una certa entità, tali l'Aloe, che era presentato in foglie ed in succo; (8) V. nota a pag. 65.

28 il Cusso, che setbene non sia di produzione schiettamente Eritrea, pure è abbondantissimo sui mercati ove giunge dal prossimo Agamè; il Ricino, le foglie di Sena alessandrina, delle quali si fa attivo commercio coll'Egitto e con Trieste, donde poi l'Italia esporta la quantità occorrente ai suoi bisogni ( !) ed il Tamarindo in polpa, abbondante in Colonia, ma non industrializzato per deficienze d'impianti e per difficoltà di raccolta. \ iVIINER-\LI E ROCCE. - La collezione di rocce e prodotti minerari eritrei che figurava all'Esposizione non aveva alcun carattere scientifico nè lasciava puranco adito a lusinghiere speranze. Ben è vero ch'essa era affatto incompleta e non classificata, ma purtroppo· la nostra prima Colonia non offre un campo minerario molto promettente. I soli giacimenti che offrono finora qualche probabilità di buon successo sono i filoni quarzosi auriferi, e di questi scarsa era la mostra. Altri giacimenti di qualche importanza non sono conosciuti, mentre quelli di ferro e manganese del Ghedem dànno povero affidamento di sfruttamento industriale per la bassezza dei prezzi dei minerali, e mal certi sono quelli di mercurio, calamina e zolfo. Il giacimento di rame di Barasiot non presenta quantità sufficiente di minerale per una coltivazione industriale di qualche durata e quello di Toràt non fu ancora seriamente e scientificamente esplorato. La raccolta adunque messa in mostra aveva soltanto importanza per la dimostrazione dei materiali da costruzione esistenti in Eritrea, ed a questo titolo si ritiene opportuno di riferirne qui l'elenco alfabetico: Amianto dell'Arbaroba e del Dongollo - Arenarie bianche e rosse di Chenafenà - Arenarie di Adì Cajèh. Bauxite di Teramni - Basalti. Calcari di calce, schistosi e travertinosi di Arghezana, di Tzebelà, del Mareb, di Ambatzien, di Enda Eisc', di Ghergherèt - Calcari saccaroidi di Tzebelà e di Tzeghib - Calcedonio del Setit - Caolini bianchi, gialli e rossi. Diaspri di Scicchetti -- Ferro del Ghedem - Ferro oligisto dell'Agametta - Gessi del Sahel - Graniti . di Atzafà - Graniti rosei di Nefasit - Grafite (?).

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