LI~ ESPÒSIZIONI DI ROl'1/.\ e DI TO l?INO Nl'.L 19 11 dlcr ed il Bombelli. Di ques1i, un grandioso ritrauo del grande elenore. im•iato dalla Galleria di Brcsl111•ia. Nelle al1re sale del quartiere degli« Elementi" si trovano i 1·cne:iiani del Seicemo, e i genovesi con Ire magnifiche opere mandate dalla Galleria i1ali.1na di Vienna: il cardinale Tusco di Leandro Bassao, una tesla dello Strozzi ed una mezza fìguradidama, di scuola veneziana, del secolo XVII. Dal quar riere degl i "Element i », l)'Cr una scala a due r:unpc, si scende in quello di I.eone X. cosi disposto: nella sala di Leone X il gran Rub~ns di Mantova ~oi qua11ro duchi Goniaga; in quella di Clememe VII i ro• mani col famoso ri1rano del "generale Del Borro"· invia10 dal Museo di Berlino e già anribuito a Velasquez e col celebre ri1rauo del cardinale Bernardino Spada, eseguilo da Guido Reni ; nelle sale di Giovanni dalle Bande Nere o in quella di Cosimo I i toscani, tra i quali trionfa un magnifico ritratto di Carlo Dolci: nella sala di Lorenzo il Magnifico, i piccoli Sustermann; in quella che è detta « la camera di CO$imo il Vecchio", i romani della fine del Cinquecen10 e del principio del Seicento, insieme al Barroccio. Dal quartiere di Leone X si entra nel salone dei C inquecento, ove, insieme coi sedici grandi ritratti de l Sus termann venuti da Pogg io a CaiRno, sono al tre vast issime 1ele, come quelle due del Palazzo d'inverno di Pietroburgo, che rappresentano Caterina Il di Russia e i suoi due figli, eseguite~ G. B. Landi. È giusto ricordare - nel momento dell'incontestato successo - l'opera allame-:ite benemerita della Commissione ordinatrice: !a quale seppe suscitare e coordinare in ogni parte d'Italia e d'Europa le simpatie eooperanl i. Poichè , oltre al lavoro compiuto direuamente da· suoi membri - e spec ialmente dall'Ojeui , che è stato un ricercatore paziente nelle Gallerie pri"aie e pubbliche d' Italia e dcll'csrnro - e.ssa è stata aiutata da Commissioni artistiche regionali e da una \'Olomaria legione di ispeuori che hanno rovistato i musei, i palazzi, i castelli dcli,. penisola per scoprirl' i i ri1rat1i più notevoli: Adolfo Venturi, Angelo Comi, Benedetto Croce, Luigi Cal'cnaghi, Pompeo i\\olmen1i, l'Herm2nin. il i\\anno, il Cantalamessa, il Brasile, il De! Puppo a Udine, il don. Ciro Ca1•ersaz1.i a Bergamo - e tanti e tanti non meno valorosi nel campo della storia e dell'arte. ===================- □□□ ===================- ~[O$tra Etnoi:rnfic~ AlJru>.1,c~c: il çurio,;o i,:rnpJ>O di a n1id,c o;ase di Sulmona. i Nei recinti delle Esposizioni di Roma v Q~~ l che 1 notizia s ui co~ossa li lavori. Il pubblico che visita rapidamente, sospinto dalla curiosit/1, le grandi Mostre organizzate in uno spazio di terreno spesso assai vasto.non si rende conto dell'enorme somma di la\'oro, di energie, di mater iali che esse rich iedono: non s i domanda. soprattu tto - vinto dalla meraviglia degli oggetti e delle cose che si presentano alla sua analisi - che cosa esisteva pochi mesi prima sollo il pa\'imento che calpesta e sotto i viali ombrci;giali, fragranti, ben ghiaiati e li\'ellati. Eppure, do,·e sorgono quegli angoli un poco bizzarri e fanta st ici di mondo che sono tutte le Esposidoni, uno, due anni pr ima, in generale, non si stendevano che pra1i o J'oodulaz ione delle colline. Le Esposi1.ioni che nascono dalscnodcllegrandicittàechesonol'espressionepiU s incern dello sviluppo. della noridezza, della opu!~nza di una metropoli moderna, sono costrene a vil·erne un poco s1acca1e, poichè abbisognano di quelle grandi estension i di terreno che non s i 1ro1•a11ocheoltrelap~rircria degli s tessi sobborghi. È nei campi acquitrinosi e scosces i. disugual i, non m1cora regolmi da alcun lal'oro preliminare di utili2ztnio11c. che le Esposizion i devono rifugiarsi per trovar modo di abbandonarsi alle bizzarrie c!el loro caratteristico estro chiassoso e fare sfoggio di quello sfarzo superficiale che sa sempre un poco della /ìeru e del burnr... si \'Oglia o non si l'Oglia! la\'oro. Vi è qualcosa di automa lico in quel nascere, ~=ere e completarsi della piccola cinà fragile eslarQuanti sono - per esempio - gli operai occupati nei lavori delle due Esposizioni di Pi:ma d'Armi e di Vigna Canoni ? - Il !oro numero - ci risponde l'ing. Pagnan i, che è il grande ... dircnore di scena - varia secondo la stagione: ma in media si può dire che in Piazza d'Armi hanno la1•orato e lavorano quanromila operai, che sca1•ano, scaricano terra, legano pert iche, costruiscono, segano tavoloni, stendono stuoie, che intonacano, stuccano. modellano e dipingono. A Vigna Cartoni, ahri duemila operai si 1rovarono finora disseminat i nei diversi padigl ioni internazionali. Questo eserci10 di la,·oranti è guidato da uno sta to maggiore di ingegne ri , arch itcni, direuori, impresari. in sou'ordine, ai quali obbedisce una coorte di assistenti e numerosi disegnatori. L'ufficio tecnico del Comitato è composto d! due direttori, di tre ingegneri (uno a Vigna Car1oni. l'altro in Pia zza d'Armi. il terzo alle Te rme Oiocleziane): ma altr i due ingegneri per delegazione diretta del Comita to agiscono in Piazza d'Armi. · autonomicamente, nella Sezione EmograRca. Ollre a ciò, un ser\'i7.iO tecnico ha sede in Castel Sant'Angelo dO\'e, sotto la direzione del colonnello Borgan i, il mastio del Castello è stato isolato e si sono costrui1i alcuni padiglioni annessi al recinto del Cas1e1to. A Vigna Cartoni, per poter dare espansione ai piauali sui quali sono costruiti i caratteristici palazzi delle Nazioni estere e quello delle Relle Arti, è stato necessario Mo;;He Etoografich<:, in l'iana J ' Armi , il bel • l'almu:o dei Costumi•• c0>l r11,.ione staòile, ,ks1inarn 1,oi :.Ile U: 110l c Jet nit0,·o <1u~rticrc. Per trasformare quei luoghi ancora inabi tabili in un soggiorno incan tevole, è necessario eseguire dei colossali lavori, mercè opere di adattamento e di cos1ruzione che occorre condurre a termine con una rapidità vertiginosa. · Veri eserciti di operai \'engono messi all'opera. Tutto è già stato preveduto, calcolato, misurato nei deuagli . Non occorre che eseguire. Vi è un'organizzazione esatta , teatrale; una fantastica e smisurata messa in scena. Ognuno lavora obbedendo a una regola precisa di minuziosa divisione del Ali.: ~1os! rc Ernoi,:rnf,d,ç, ·,. p· d',\rm·, il (:rn1•1 >0 S iciliano . sistemarne la scoscesa valla ta ; e per un 1ale grandioso lavoro s i sono dovut i mettere in movimento 150 mila metri cubi di terra ; una vera montagna di tufo. In Piazza d'Armi, egualmen te, nell'immenso recinto di cinquecen tomil n metri quadrati di superRcle, che era unbassolondoacquitrinoso,èoccorsoregolaregl!squilibri del piano e si sono dovut i eseguire dei lavori di rinterro per trecentomila metri quadrui di terra. Le rampe che raccordano le par1i rialzace col resto della Esposizione sono in molti punti alte se i me1ri. Ora su ques1i terrapieni s'aprono due ampi viali di sessanta me1ri di larghezza: essi circoscril'ono In zona centrale dei \'ari padigl ioni regiona li , che costituirà come una Mostra archi1e11onica retrospeuiva delle varie regioni d'Italia. A sinistra di questa oasi cencrale, nella zona dol'e sorgono i dieci villini moderni e le cinque case ci\' ili del concorso architettonico, si sono dovuti pure sistemare defin iti\'amente a spese del Comune, ma a cura del Com·nmo. cemom'1)a mcu'i qua6ra't'1 con p'1h ò'i c'mquan\amil a metri di strade, viali e piazzali. Per sollevare dal fango tutte ques1e nuove arteri e è occorsa una locomotiva funzionante sopra u11a strada ferrata a scartamen10 ridono. lunga tre chilometri. Mille e cinquecen10 carri ogni giorno trasportarono ma,eriale nei due recinti. I lavori di fognatura . di piano regolatore in piaZ1.a d'Armi e i primi mo\'imenti di terra sono s tati iniziati nell'autunno del 1909, ma tutto il grosso del lavoro fu condotto innanzi a partire dal 1910.
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