Le Esposizioni di Roma e di Torino nel 1911 descritte ed illustrate (Sonzogno Editori)

Febbraio 1911 «I N. 6 «! ('I ife Un numero, nel Regno, Ceni. 20 - Es tero Ceni. 30 ~ESPOSIZIONI 01-ROMA·E·DITOR INO NEL•1911-DESCRITTE·ED·ILLVSTRATE Pubb licazione della SOCIETA EDITRICE SONZOGNO in MILf\NO. ,ll>bou,,menlo a 40 111w1eri, nel /fogno, L. '1',50 - Es/ero Fr. 11. - La sintesi del Cinquantenario ESl'OST/\ ED ILLUSTR f\T/\ DI\ UNO STKI\NIEKO. " Jn realtà non ci sono due Esposizioni, non ce n'è che una; non esisteeoneorrenz::, ma simulrnneità e solidarietà di slorzi, a Roma e a Torino. "Nelle due città non ci san) che una sola 1•olontà. che un solo scopo: lavolontàdel!' lta!iache,dopodi aver ricordato al mondo intero la gest a eroica della sua indipe:::!ema riconquistata. vuol mostrare all'universo ciò che essa ha fmto da cinquant'a:mi a questa pane, per serbare il pmrimonio di gloria che le è stato legruo da 1·en1 icinquc secoli di storia, per m:1rciarc nella 1•ia del progressoallos1essoli1·ellodellenazionipiùcivili ed cvolme. u ... L'ltalia, che era poverncinquam'anniorsono, è oggi evidentemente ricca . u Le sue finanze, un tempo esitanti, sono s1a1e non solo salvate. ma rese defi11itil'amen1e prospere, da tuua una serie di ministri patrioti. che vanno da Quintino Sella a Luigi Luzzani. passando a traverso uomini come Crispi, Marco /1\ingheni, Depretis. Sonnino, Di Rudinì, Giolitti, Giamurco. Rubini e rnmi altri. morti o vivi. ,,Abbiamo potu10 assistere a carnstrofi come la ro1·in:1 di Messina. l'eruzione del Vesuvio, i cicloni del Medi1erranco. senz:1 che la ricChena dell'Italia sia stata turbata nelle sue bas i fondamental i. « i?: stato speso pili di un miliardo per l'esercito e per la marina. è smm ricostrui111 dn cima a fondo una 001111, si è creaio di sana pimna un esercito. sono state forrificatc le fro111iere. sca"ati de i porti. costruiti dcl!li :1rsenali: e, tutto sommato - malgrado tanti e così rapidi s/oni. malgrado mn1i disastr i materiali - si sono ,·eduti quest'anno i proventi del Tesoro sorpassare diolirequar:inra milioni le pre1•isioni le più ottimiste. "Non avevo forse ragione di dire che questo popolo ascende letteralmente a vista d'occhio? « Ora, ciò che è permesso di 1• edere a me. osservatore che segue quesio p:1ese da anni, quotidianamente, molt i stranieri !o ignorano ancora, o !o harmo veduto solo superficia!mente. «Ecco perchè l'Italia ha creduto necessa rio di co111•0care i popoli a l'enirla a visitare nel cinquantcnarìo del suo Risorgimento: cd è questa la ragione più imp:mame delle Esposi1.ioni che si preparanon. (Da u11 articolo compa rso nel Temps. ) jEAN CARRÌ':RE, = LA CITTÀ OSPITE === lrlr della gara mondiale del Lavoro tt msogna 1•ederla, così, (!alle chiomnte alture del bel J\\on1e dei Cappuccini, per comprenderne e ammirarne il panorama. impressioname per grandiosità e per singol:1re bellezza: singol:ire. intendiamo. come panornma urbano in lmlia - anzi. nel mondo latino - con quel si.:o geometrico scacchiere a grand i rettilinee; puntegP,iato dalla frequente imponenza di maestose moli: interspai. ia10 dalla non meno frequente espansione di vastiss ime piazze: tuuoorlaro - in piccola parte . anche. intercorso - dal magnifico nastro lucente del Po, segu ito a sua l'Olta per!ungotrauodallaparalleladello stradone di Moncalieri: con quei suoi numerosi e grandiosi ponti geuati. come bracci:i di gigante sdrai:110 sulla ri\'a del gran fi11n1c, ad abbracciare poderoS11mcn1e t·arrra rin. Torino. la '"ecchia metropoli: !a storica capirnle. l!ià dei Marchesi. dei Duchi, dei Re di Sicilfa, dei Re diSardegna,poi - perpoeo, nellapalpitan1ea11esa - del Regno d'Italia: l'antic"a modesta borgata dei rudi Taurini che ai tempi di Annibale - quando il barbaro vittorioso la espugnò perchè la trovò solidale con la ancor giovine aquila romana - non noverava più di tre o quattro migliaia di ab itami; nè più ne noverava ancora quando, colonia romana, ebbe dal successore di CeSllre il nome di Augusta Ta11ri11or1w1; 11è, poi, per sedici secoli. ancora verso il 1400: cresciuta po i a 20 mila nel 1560. a 43 mila nel !700, a più di 90 mila al tempo di Napoleone I, e fina!men1e - fattacentrodell'lrnlianità militante - già nel 1848, sal ita a 136 mila ciaadini. a più di 200 mila nel 18il. .. Oggi !"enorme distesa urba11a di Torino si espande sull"ameno pianoro padano, ed a seuentrione fin oltre la Dora Riparia, per ben 17 o 18 mila mq. di area. cd ogni giorno giganteggiando avanza le sue propaggini vitali: e la cifra dei suoi abitami si avv icina . oramai, ai 400 mila: sviluppo prodigiosamcmc rapido e grandioso, dovuto cermmeme alla favorevole postura - dominante i commerc i fra i due 1•erS11mi alpini - mollo però al!e ammirC\'Oli virtù, di operosità alacre ed ~vveduta e modernissimamente esplicata, dei suoi abitntori Torino intanto (ed anche questo è. senza dubbio. elcmemo lattore della sua gran forza di amazione) è giusrnmente citata come una delle più be!le città d "Europa: per l'ampiezza luminosa non meno che per l'accennata regolaritàdel!evie,perlavas1i1àelabellezzasuperba delle sue piane, per la caraneristica delle sue magnificen1 i architetture, per la stupenda e pratica espansione dei suoi portici. pei suoi numerosi e grandi monumenti , per !e affascinanti malie del suo Po e delle sue colline. " Mi è accaduto spesso -- tm serino Enrico Thovez - indugiandomi in un mattino di primavera o in un pomeriggio d'autunno o in un tramomo d'inveruo lungo le rive del Po - sulla spalletta di un poute, sul ciglio di un argine -- di chiedermi quale fra le grand i città europee abbia a1•u10 da natura una sede più pinoresca e felice di quella della città nostra . E non ho trovato risposta alla mia domanda. Nessuna congiunge in cos1 armonico cerchio la maestà del monte nel"ica10, l'amenità della collina boscosa. la poesia delle acque dei fiumi serpeggianti nel piano. Se la rigida pianta romana a scacchiera non avesse cosrretto la fabbricazione della città in uno schema innaturalmente geometrico, se le avesse concesso di atteggiarsi con l'irregolarità e le asimme1ric degli orga• nismi naturali, se le a·,esse permesso di fondersi con linee armoniose con la natura circosrnme, Torino sarebbe probabilmente la più pittoresca città del mondo. L'o,tra degli uom ini non seppe integrarsi nella bellena dell'ambiente, ma questa rimase. Non so qual città possavanrnreunapiùpocticascenadiqucllaeheaprono ai nostri occhi le ril'c de! Po. Le ri1•e dell'Arno, della Senna . del Te1•ere, del Tamigi possono essere più ricche di monumenti della storia e dell'arte,. di fos10 arcllitcnonico e di grand iosità industriale. ma le acque di quei fiumi non specchiano nel loro grembo cosi dolci lince di colli boscosi, nè si insinuano fra così magici slondi. O che si guardi il fiume a monte della città, do1•c. girato lo sprone di i\\oncalieri. si piega in cun•:1 poderosa per attraversare il piano. o che lo si comcmpli a valle dove la collin:1 di Superga sembra chiuderlo in un placido lago di acque specchianti. la scena è superba ed ha fascini di belleua che mai non sazia, sia che nelle brume invernali il sole trasformi le acque e le rive in auree apparenze di sogno . sia che nei mauini di primavera i!glauco1enerodelle acquespecehi la brulla coll ina chiazzata di alber i in fiore. sia che nei pomeriggi d'autunno le masse :1rboree delle rive rendano immagine di favolose compagini d'oro", E Torino è orma i, per le sue forze ed auività industriali e commerciali, fra le piìi poderose metropol i d0ltalia, fra le più cons iderevoli e considerate citrà l:1vora1ricid'Europa. A buon dritto, fìden1c nelle sue trad izioni e nelle sue energie possenii, Tori110 ha osato: ha osato l'assun10. grandioso e solenne - enorme impegno di fron1e all:i patria e di fronte al mondo civile - di celebrare degnamente. con Roma, il giubileo della nuova lrnlia . ,\duna magnifica palma di glorioso primato moderno aspira Torino, prosecutrice impavida, emula patriotticamente fervida, sulla via segnata dal!a sorella J'1ilano. E degnamente. per gagliardo e generoso slancio e per sapienti concordie dei suoi ci11adini, l'avrà!

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