Le Esposizioni di Roma e di Torino nel 1911 descritte ed illustrate (Sonzogno Editori)

LE e.SPO.SIZIOMI DI l<Orn\ e 1)1 TOl<INO Ml:L 1911 ATTRAVERSO LE MOSTRE DI ROMA Nel recin to delle Regioni italiche. L a visione superba. •• Cessante la canicola, è ricominci:110 ralllus.so dei pellcgrinaru;i ammirami fra !e belle moli del l'oro delle Re- ,1:ioni . Piana d'Armi ri1•ede la folla gioios:i dei giorni buoni. Il Pal:11.1.0 delle Fes1e. innal1.ato nel ceniro di 11111:1 l'Esposi1.ionc, cuore che puh;a e da cui si diramano i se~n i della vibrame vitalità, s'adorna di una grande preziosissima corona : non purameme un simbolo: ma una e propria corona m:ucriata dagli edifici che cos1i1uiscono la pane più irueressanle di tutta l'Esposizione. Gli edifici regionali si dis1endono a semicerchio attorno al palnzo delle fes1e e quasi lo stringono in 1111 ideale amplesso. e un :mlì1ca1ro qual mai alcun popolo ammirò. concrernto da ll e forme pi(1 dil'Crsc e pur nrmonizrnmi per le recondite leggi e per le \'irtù mi ster iose della bellezza. I! una sinfonia di colore che si esprime con una ma1eria unica foggiarn negli aspe11i più inaspeuabili; è un perseguirsi conci11110 di linee architeuoniche equilibrate dalla ,·arietà inesauribile dei moti\'i di costruzione. Si risente intera. innanzi al fantastico panorama, un'emozione che ci tra,·agliò so1•eme l'anima, il desider io non mai soddisfano di conoscere il nostro paese . E and iamo cercando m1gol i remoti di piccoli chiostri, seguendo passo a passo le evoluzioni di una fa sc ia di terrccone o di fregio di piuure che illustrano le nude pareti diuna1•illaquauroce111esca. E ci commuol'e il pensiero di trol'are, !omano dalla nostra 1ern11, in una conca faia1a, le immagini del \'illai;?,1:io che ci ha \'iSti nascere e a cu i educammo la n~- srro prima fanciul!<l.zza: cerchiamo allora rra i mca ,1d.l delle \'iuz1.e s1re11e. un piccolo simulacro di u mo cui era\'amo soliti innalzare gli auoni1i occhi int erro,1:ando; eerehiamoquclla prcciSll lineSlrache era lassù nel chiuso castello del nostro paese e da cui spesso temammo di penetrare le ombre dell'ignoto e impenet rabile mani ero. Cosi m~lla simerica "isione di nuovi monumenti e nel ricordo di opere già noie. rivil'C imana allo spirito dtl \'isi1atoregrandepar1edc!lastor ianos1ra pii1glor iosa: lastoriadel!'arte,diqucllapotenzadi1•inachehala110 in ogoi tempo eleno il nostro popolo su ogni popolo, che ha stampalo per IU!to il mondo l'impron1a indelebile di una supremazia dal des1ino chiamata alreternilà. Con mli meni è bello che gli It aliani hnp~rino a conoscere il loro paese in ciò che esso ha prodouo di più sano e di più cil'ile: non nelleyiccnde spa\'Cll• rose di sangue che n'Jrnnno smembrate le fori.e e le sper:111ze . non nella memoria triste delle lunghe schi~- 1'i1i1 1rascina1c fra il comun'! dolore. Anche in ciò le due Esposizioni di Roma e di Torino si corrispondono mirabilmcrne nell · csa!tnione delle più nobili conquiste dell'intelletlo irnliano. Perehè in en1rambe Jc ciuà. 01·e si adunano le pro,·e pili fulgide della scienza e dell'arte, è come un inno che unanimi \'OC[ clc\'ano alle inesaus1e spirituali fOFlC della for111natnierranos1ra . Al eo1wegno cui Roma le chiamal'a, le sorelle città d' Italia hanno risposto con cn111siasmo. Lo din1os1ra chiaramente la ricche1.1.a dei padigl ioni regionali che fioriscono. tangibili segui delle singole attil'ilà, attorno alla lontana della vastissima conca. Il Piemonte, al limite estremo del!'ampio giro, ha cdlFra le ~losn e Reriona li , in l' i3U3 d'Auni. - Xd l'atliglione delle ~!arche: la Sala ,Id Duca d'Urbi,o (f, q /, Vulic). fìcaio. dunque, in1ero senza al!erarlo con motil•i tolti da altri monumenti. il rude priorato di S. Orso che da Aosta mira alle solitarie \'Clic nel'OSC di Va!tournanche e di ValS1tl'aranche. La grigia compagine della pietra chiude in una rigida fermez7.a i dil'crsi corpi della cos1ruzionc su cui domina 1,1 iorre acuta come freccia. Le bifore semplic i ma armoniche di 1aglio, occhicggiano sul cortile dccora10 dai caldi 10ni dcgli affreschi c so,·ras1ato dalle loggie. Lo spirito aspro della 1erra o,·e artisti del Seuentrione innalzarono il Prior:110. aleggia fra i segni delle decorazioni. Dal!e remote oscurit~ delrabbadia rozza e forte come una rocca milhare. forse l'igila !o spiri to del signore di ChaHam, del guerriero mecenat e degli ariefìci, che \'erso gli ultimi decenn i del 400 cural'a la fabbrica dell'edificio monacale; e rorsc sorpresi ammirano ahri amichi spiriti dell'antica regale Aosrn. scoprendo dai l'ani bre\'i dei loggiati dilagare per la diffusa serenità dell'ora. non le fredde ne1•ose giogaie dell'Alpi, ma la placida dol• cezza della campagna romana ... Ancora un' occhiata al Padiglione delle Marche. Giil abbiamo, a suo tempo. descr itto breveme!llc queslo bellissimo frn i palazzi italiei della Mostra, e deuo degli ~~:i ~:~~ii~~i :;:~!r~~:z~~~iie~;o~lc~e~·ar:;;ia~: 0 e9 ~~: glioso fìore del Rin:1.scimcn10, che adcrge al sole. a guis~ 1i:si!;i:.urn10 pis1illo, la sua 1orre snella ed imponcme Qui, non l'aspra, chiusa e cupa muraglia medioc1•ale: ma i grandi archi. le frcqucn1i bifore, gli a,npi 1• eron i, che sembrano aprirs i alln gioia della luce e della vi1a. Scarse. infa11i.sononella regione marchigiana 1e1racce dell'arte mcdiOC\'ale , O\'C si tolga l'architettura sacra; scarsi i deliri del Seicemo e i fasti del Scuecento. Le Marche CtX:ellooo nell'equilibrio di graz ia e di fOl7.a dato da i secoli XV e XVI: forse. anche. per innusso delle l'icine contrade, specie della Toscana e dcli' Emilia. po~l~:i~~:~• ~a~~'fg 1 !J~i~ ~ s::~~i, a~1~~r!~ 11 :n~~~gi~~n~:~ mente ben dc1ermina1a, risentendo al sencmrione In l'i - ~rn~;·i~g~ciq::i~~g~;~:o~ ii 1 ~e~~ 7 ;~ia~~;~;uie~li ~!?~cJ: energie. che sfugge da ogn i eccesso. E poichè l'arte marchigiana fiori ed ebbe le sue impronte magnifiche un icJmCn«e nel Rinascimento, la scelta non potC\'a esserdubbi3 sulloslilc del padiglioue. Così. la torre merlata arieggia quella celebre di Gradara, e anche quelle di S. Bcnedcuo di Mome Fano. di Recanati. di Arquata. J; il segno della regione, così leconda di architetti e ingei.:nc ri mili!ari. primo fra tulli quel Paciono, che fece lortifìcaiioni per men ' Europa, ed anche per Emanuele Filiberto di Savoia . L'arcone cen1rafe è ispiralo al Palazzo del Podestà di Fabriano. il coronamento souo il 1e110 a Sant'Agosrino di Fermo. E sulla raccima a nord sono 1r:1ccc del Palazzo Benincasa di Ancona. una porla di Tor di Palma collegata con 1Jna finestra della S. Agostino di Fermo, e una serie di fìnestre - un poema di terrecotte - de! palazzo Mala• testinno di Fano. Nel!a facciata pos1eriore, lo s1cmma imperiale di Jesi. gli archi della Madonna del Buon Gesù di Fabriano e alcune porre e lincs1re della sel'ern erobus1a arehitc11ura ascolana. Nel quarto la10. spicca come gioiello la logge11:1 del Palazzo Ducale di Urbino, del qunle è pure riprodona una porta. L' imerno ric,·oca le n:olr e e fulgide glorie delle Marche: Bramante, Raffaello. Mal atesrn, il i:cnernl : di Mon- .c,·ecchio. il grande canogrnfo Bcnincasa. 1'esplora1orc dc113 Cina, Matteo Ricci. e Traiano Boccalini. e Cecco d'Ascol i, e Giacomo Leopardi. e Feder ico da Momefc liro. aninrn di graude principe in guerm e in pace... Gi:ì dicemmo delle splendide sale. dedicate ai ra s1i di arre e di storia d'!lla. r~gione. Quella di cui oggi riproduciamo la fotografia è la Sa/a :~~;~:,o· o " Sala del Duca Federico ", il grande meli Pala7.1.o Ducale di Urbino - il gioiello del mnasci - mcnto - ha giustamemc uno speciale ])Ostod'cnorencl padiglione. 111 un ampio S1tlonc sono armoniosamente riporrnti elementi arristici del palazzo, il cam ino degli Angeli. due porte con lune11e e ricche rnrsie , due fìnestr~ bifore. gli stucchidelsJlone.dcgliarazzi. Accan to 1•i è ledelmcme riprodono lo studio del grande Federico. Il Giappone in Piazza d'Armi . Proprio cosi : il Giappone - non quello moderniz7.a10. trasformato e un po' anche ... defornrnto dall a cil'il1à ar• mnta lìno ai demi. ma quello n1a~11ifìeamen1e ro1nantico e semimemalc e piuor~sco. quello dell'Iris e della Geisha e di Madame Cllr)'Slmll1cmc faril una lieta in1•asione, presto. nella ricinta ciuà delle Rei.: ioni italiche. rra il biondo Tc,·cre e il verd '! Monn Mario. . f: una riCl'~azione suggestiva. una nU0\':l gran lesta. msomma. gema!mente pens.ita e organizzma. che si pre• para in Pi azza d'Armi. 1\ questa riel'ocazionc giapponese prenderanno part e oltre trecento persone in cos111mc. Anche l'ìllumina7.ione della J'1os1ra a1•ril un carancrc speciale: ricca, ma mtenuata dn grandi 1•elari: pioverà dappertuuo una luce 1enue. dolcissima. diffusa, la luce che, come è noto, induce spomaneamcme ai sogni di bellezza e di poes ia...

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