LI: 1:SPOSIZIONI DI IXVJ/.\ I: DI TùRINO Nl:I. 1911 INTORNO ALLE MOSTRE DI ROMA Un p o• di s t o r ia d! yau e G i ulia. Quello s1upcndo eden di bellet1-e nawrali ed ar1is1iche i:1 cui anualmen:e Roma 11duna le splendide gare del- !"no dci:li ~mmir:ui piloni dcll'lni;rcs<.-o d'onore. ;;iml.,o , lci:i:ianti l':q,ot~·osi ,lclla 1!.:lku.a: iJc.11i ,lal lbz,.ani (/-'11/. • ;lrgtts ») , l'arte mondiale. ha un:i fortunosa srori3 di secoli. Ne rifortiamo I "in1eressame e piace1•ole sunto esposto nel Messaggero da un valence ricercatore; P. L. Bruuone: "D'onde questo nome? Si tratta d'una local i1à che il popolo da lungo 1empo chiama fa 1,ii:1,a di Papa Giulio. E tale era ,,cramcme pcrchè cosmuta da papa Giulio lii nei primi anni del suo pomillca10 che durò pochissimo. cioè dal 1550 al 1555. Egli la Ieee costrnrre e ornare come luogo di delizia e di tr;,stullo. cd è nella sua vig1u1 che egli rimane\'a di continuo senia darsi nessun pen• siero degli impegni e dei do\'eri ecclesias1ieì. Almeno er,1eosì nell'apparenza, poichè egli considera\'a il papn10 come un istirnto di passatempo e di allegrezza che do\'essc escludere ogni scric1à di ,-mdio, ogni affanno di cure polit iche. I partiti non esisrevano. non ~·erano nè clericali, nè anticlericali, e nemmeno moderms1i; il papa altro non dove\'a rare che gode~ il papato. All'e• poca dei l~rgia, le arie del Rinascimen10 portarono un scrio mut:imento nell'nnim:i delle gemi roma11e. Il g0• dime11to s1n1·a al disopra di tutto. Il relatore del con• clave del !549·50 facendo cenno agli ultimi giorni di Paolo lii. disse: « ... rnodo huc. modo illuc sp:itiatur animi reereandi c:rnsa :icccdere1... Anche Paolo. come si 1·ede, ama1·a gli spassi e le ricreazioni. Ed è in segui10 :uJ 1111:i di queste ricrea1,ioni che Paolo lii mori. Il giorno (i no1·ernbre 1.'i49 si recò a Momec:ll'nllo. nel pal:11.1.0 degli eredi de! cardinale Oliviero Carnffa ubi sulis /1i/ariter mu,rsus es t. Poco dopo fu preso dn febbre e mori il 10 novcmbre dello Messo mmo nell'e1:\ di anni 84. Il rel:uore del co11cla\'e di papa Giulio. mrn:mdo indietro sino al 1535. epoca della presa di posS<-sso di Paolo Ili. reca qucsTo incidente rivelatore. "La compagn ia delle rag~zzc da mnrito ;rndò a baciargli il piede, comro la volom:\ del cerimoniere, non essendo ammesso per le donn<! il bacio al piede in pub• blico. Ma il cCfimonicre do1·~ starsi 1.i110 perchè, come il rel310re scriv;i: Sic p/acuil principi! Le idee del Rinascimcmo. chll di so,we paganii~ avevano riempi10 gli :mimi, indussero il papa Paolo ad acceuare il bacimncmo del piec!e che forse era per lui 1•ecchio un dolce solle1ico. un ricordo di tc11crezza. Il baciarnemo del piede ebbe luogo ~Ila Alinen·a, do1,e il papa sostò nell'andare a Slin Gio,·anni per la presa di possesso. Questo er.i nel \~35. Più si sale \'Crso l 'ctà dei IWrglll e pif1 si trovano lll gaicuc e le sodd isfazioni del vil'ere allegro. e le studiate bea1itudini della paganlt:). Poicilè si vil'c, si ha da vi,·ere bene e senza fastidi. />osi morici/! 1111/fo 1•0- /11pl1is. Cosi è che il papa Farncse assai compiacc,•asi di avere per sorella Giulia. la bella Giulia. moglie di Vicino Orsini. come pure era contento che sua figlia Costanza a1•esse fama di belle1.za . Da cento adoratori cr:i assediata tabella Giulia. m,1 il marito, tutti volendo superare in adorazione. le dedicò un tempio ipposi1amente cos1rut10. dicono, in Boma rzo. come a Venere romana splend idissima. Il Cancellieri, parlando dell'incoronazione di Giulio Il!, cosìscd\'e: "Fu coronalo il 21 febbraio 1550 e ~r onor,:i e per ordine suo fu spar~a al popolo gran qum1lil1ì di da11aro . Quas i 1uui i cardinali pratrrnrmw con lui. 11 2•\ marzo andò a cavallo a Snn Giovanni in Laterano a pre11deN possesso del pomifìcato, ma per vi3 fu sorpreso dalla pioggia e do\'è rico,·erar,,_i nel com·,:in:o della Min~n·a. do1·e passò la none. Andò poi a pi~lia~ possesso il 2-1 giugno. festa di San Gio,•a1111L Compiuta la cerimonia s.i recò a pranzo :i Castel Snnt'Angeto.» P:ipa Giulio rimase sulla sed ia di Pietro cinq1:~ anni e mesi uno e mezw circa: in si breve tempo Ieee parlare di sèepcrlagrandeaadcllcopcre ideale e per la serena gaicz1,a del vh·er suo 111110 dedicato alla l'iJ!IIII . I cursori del Vaticano. che nulla :wevano da farc, anda\'ano ad interpellarlo: "Cras /rabcmus co11cislorium "· E il papa risponde,·a: «Cras lrubcmus vineam ... Non si parlava di 1•illeggiarc, si parla1·a invece di 11ig11arc, Termine nuovo i1wcmmo a quell'epoca e a proJ)(.'Sito della pcrsona. ti palano della 1•igna do1•e s1a1•ano il papa e i convirn1i suoi lieti e giocondi. era opera d'arte ed esìs1e tuttora : solo che mutò destinazione. Ai tempi dell'onore,•ole Paolo !~selli, minis1ro della Pubblica lstruzivne. divenw:i musco di an1ichità e come mie ru inaugurato il M mar1.o 1880. Nei saloni del monumental e palnzo convenivano i pi(1 geniali personaggi dl lfon1a. i più noti ghio11oni, i gas1ronomi pi[1 celebri. Il pensiero di umi si concentra ,·a in un solo punto: manducamcmi e di\'ertimenti. Si respira\'ano a larghi polmoni le aur~ dcll3 paganità. Agli allegri con\'egni in1crl'cnne qualche 1·ol1a anche il di11a ar<!/ino, poichè in quell'epoca anchc l'aretino era (liPO. E siccome era amico imimo del marchese Ha ldoino. lra1e!lo del papa, cosi egli col papa Trn11a1•a famigliarmente e persino accnrczza\'a la speranza di 011encre il cappellocardinnlizio. Qmilc Tenore di viTa si osservasse nella l'igna dì Papa Giulio lo dir:l un 1esTimone oculare. uno cioè che fu semp re nel no1•ero dei convitati e che dal papa era molto apprezzmo. Era ques1 i monsignor Alessandro Pallanticri . i! quale cosi parlò davanti al magistrato per direndersi dall'accusa di m:ill·ersazione ratrngli da i Caraffcschi. i quali. per 1•endcua politica. lo fecero accusare di un re-mo 11011 commessa. La parol3 del Pallan,i eri fu raccolta il 22 marzo 1558 dal fiscale Sebas1iano Arrasino e dall'uditore Pic1ro Belo. Le parole dc! Pallamieri sono qucste: "Perchè al 1cmpo di Papa Giulio e S. Santità e i cardi nali e i \'CSC0\'i e uma la Corre l'ig11a1•u. lui messo in ballo ancora io a giuocare insieme agli altri, e Sua Samità mi manda1•a a domandare quasi ogni di, perchè iv andassi :i giuocar.: e fra le altre 1•o!te. essendo andam io alla ,·ign:i dì S. Sami1:l a dolermi di cer1e cose che face1•a il signor Ascanio Colorma per impedire che la grasc ia venisse a Roma, S. Sarui1:\ non mi rispo$.! nieme a questo se non che "siat e il bCn\'Cnuto! A punto ci mancava il quarto!n e dicendogli io che S. Sami1à mi a,•e1•ada10 un peso sulle spalle. il peso cioè dcll'abbondanza, eehe bisognavaanendereadaltroche agiuccare, S. Sami1à mi replicò: .,,',li mara\'iglio di voi: manca grano in Campo dì Fiore? restate qui a magnarc con Michelangelo che 1•i manderò qual cosa di buono.» Questo Michelangelo non era i! 13uonarro1i, bensi il maggiordomo della vigna papale. Cosi continua il discorso del Pallamieri: " E un'altra \•olrn a1•endomi fatto chiamare in J)31auo per giuocare e vincendo io: « Padre Samo, io ho da rare; ho ,·imo cenro scud i, non ,·orria perderli». S. Santità disse: «Bisogna gi uocare: ben che tu perda non importa; io t'insegnerò a tr0\'are qunlche cosa da robbarc per re e per me. " E cosi giuocai molte \'0lte e con S. Santità e in presenza sua a primiera. Il signor l~ldoino suo fratello non lace1·a mai al1ro dopo pranzo che questo. e io era quasi sempre dclii chiamali e li e quando anda\'a a qualche bancheuo. dove io giuocava c011SunEccellen1.aeconicardinalieconaltripre!ati e la sorte min buonn volle che lì e in casa di monsi.i:nor di Pal'ia. che era governatore, io vincessi parecchie migliaia di scudi. come sa 11111a Roma. e mi ricordo che l'ul!ima ,·olla quando mori il papa, prima di ire o quat1ro di. giuocando in camera de! sinnor Baldoino, io \'insi al l'esco,·o di Pavia circa du-ec mila srndi ad un giuoco che si dice chi ,1011 ha niente. Papa Giulio. per la cr. usa di Vincenzo Spada . mi fece donare un sncchcno di mille scudi d'oro e per cerrn altra ca~s:t circa ci11quecen10 scudi. e con ques1i e con nitri guadag11i io ho ~co:nprato questi umzi e questa casa e labbrica1al3... Mi scorda1·0 di di n che il p:ipa rece giuocare spesse \'0lte il \'eSC0\'0 d'Ascali che era go,·ernaiore. si come il ,·escovo di Pa\·ia che era go,·ernatore .. . lpar iicolarisurileriticiallomananoa!quamodal sogge110 principale. ma li riteniamo necessar i anChc pe r spiegar,:i la l'arie1il dei tempi, dei metodi e delle unmne vicende. Vedemmo. or sono dieci anni cir,;a, il pala1,~o feudale dei Vi:e!li in Cinà di Cas!~llo. I saloni dai sor- ,\11 :o ~lo,tr:o cli \ 'a lk Giuli:o. - /\'cl conilc ,kl l':o,li - i,:lionc ,•\ustri ~co: il l,cl i,:ruppo • , \mor nint,·ruo •· fi11i dora ri e fìnamcntc lal'orati sono di1·cnrnti maga1.1.ino di legna da ~rdere . [)alla reggia alla legnaia . Si<: /ru11sil gloria n11111di! Nel discorso dell'impu,a10 monsigno r Pallamieri 1•'è una parola che rncrira un bre\'e comrnemo: egli p3rlando a Giulio lll disse che era obbligato a discorrere per le cose dei s ignor Ascan io Colonna che poneva impedimc1110 al 1raspor10 della grascia a Ro:na. Al che il papa 11011 rispose per due motivi: nmal'a star lontano da oi:ni pensiero di pubblica arnminisirazione per concentrarsi nel pensi ero unico di goder,:i !a \•igna ~li ozi giocondi inerenti ai benefizi del papmo e poi non voleva al'ere conrrasri col signor Ascanio. padre del celebre Marcamonio, dal quale Ascanio 1cmc\'a forse qu~lchc vendetta o grosso guaio. E il guaio grosso è l'Cnuto pur troppo, quondo, morto Giulio ! Il. vennero su i Caraffes:hi. Si ha così un'idea di ciò che fosse Valle Giulia quando si chiamava dal popolo «Vigna di papa Giulio", quando era una specie di Montecarlo papale dO\'C, Tra eleganze cricchezzed'ognigcnere,sigodcvanoigiornipiùlieti. e riduccvas i la letitia a manducamenti sontuosi e al giuocodellecartc. Si comprende cosi come il nome di papa Giulio sb in Roma molto popolare. Giulio lii fu l'uhimo di quei p:ipi allegri e gaudemi che s'erano dati agli ideali di quella pagcmitii che rese prospero il magistero dell'art~ e delle lettere. Il Gregoro\'ius. 1cncndosi ad un p~nsiero di n:onsi• gnor Giovanni Della Casa. splendida figura del secolo XVI. notò ques10: che .. alfa se::stummezza si accompagnò una soa1•e umanità che cosi irni la vera belleua della ci\'iltà italiana,,. Per Giulio lii non s'ha da p:irlare di scostumate1.u; bensì di allegrezza, sebbene i tempi fossero molto favore\'0li alla libertà dei cosmmi, libert~ che chiamò a Roma molti s1udiosi e che li ecc itò al culto di quella bcl1c1,1.a fìs ica che l'arte trasformò in opere mcra1•igliose e in dipinture degne di ammiraiionc. E. L. 8RUZZ0~1!. »
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