Le Esposizioni di Roma e di Torino nel 1911 descritte ed illustrate (Sonzogno Editori)

di "ltalopoli". (MOSTREREfolONAUEO ETNOGRAFICIIEINPI IZZA D'ARMI). Il "lembo di Venezia"". Uno s c o rcio p11.nol"a. rnico. Ecco. qui, da questo punto d'osser1·a1.ione. un alfasci• n:mte colpo d!occhio che sarà com::: un:1 calamiia pei visi1:11ori: di qui una visione quasi panoramica dell'innamorame " lembo di Venezia »· il Rio e il po11ticello; la Cusu ridia Giudcccu c la Cosa di fJim1110: c. nello sfondo, la magnifica /.oggiu di Candia. I:. qucs10 uno dei gruppi regionali c-he furono prontissimi in tempo: le sue arma ture caddero fin dal 25 mar1.o. Così il Venero ha comphno con grar11:le rnpidit:1 la sua opera e in questa gara delle \•arie regioni iia!ichc ha dato un magnifico esempio di aHi\'ifà e di energia. La facci:11:1 \'Crso il l'ialc delle Regioni. come si sa. riproduce la « l.oltll: ia di Candia». magnifica opera del Sammichcli. che ricordn. nelle linee generali. la libreria del Sanso\'ino sulla piazze11a di San Man::o. I corpi l111crali. pur-? inspirati allo stile del Sammicheli , mcnono ad uno spazioso porticato. su cui sorge. vero gioiello dcl!'nrch itcuurn lombardcsca, la Torre dell'Orologio, col suo leone di San Mareo. su campo azzurro n s1c llc d'oro, coi suoi mori di bronzo. che sulla campana scandono le ore. e che si profila con lin~~ elegante sull'azzurro del ciclo. Cosi :111che la fronte verso il padiglione cenr1'3le dei rcstcg.i:iamemi sorge macs1os.1. cou le sue pic:rc patin~te dal tempo, coi suoi marini pol icromi. e con le fastose baudiero della .. Seren issima» di porporn e d'oro . Le quattro ali del padiglione limitano all'inrerno un cortile ricco di dccornzioni e di sculture. avente per sfondo un magnifico scalone scope rto , che dà accesso all3 sala della Gloria di Venezia: in questa Sllln fìgu - r:mo dipinti de l Ti10 e del llresS11nin. e nelle nllre sal e interne, coi 1·m11i imrnonali di Vcnczin. sfllano dinanzi all' isitatorc qncllidcllcprovinciesorcllc. La Mos tra di V icen za . Fra le ciuil italiche. Vicenzn è ccr1nmcmc quclln pii1 impronrn1a. ne!l'architeu11r11 dei suoi pal11z1.i e dei suoi edifizi, ad una fisionomia unica. bella e solenne: quella che ebbe dall'arte armoniosa di Andrea Pall adio. uno de i pi(1 inspirati poeti del marmo che ebbe il 1500. Ad oHrire la rnppresen1111.!onc della sua :me nel Padiglione Veneto. Vicenza prescelse appunto un'opera palladimrn: la sa la d'nngolo de l palazzo Thiene. uno dei gioielli più preziosi dell'archi1e110 1·icen1ino. gioiello tu t1ora sconosciuto 111 gran pubblico, chè esso la parte degli appar!amcmi privali d-:il dircnore della banca popola re di Vicenza. La sala ha In forma di 1111 1empie110 circolare compnr1i10 in 0110 lacce. di cui q11a1tro a nicchie e sta rne, lcnl1reapor1eeflncstre. Il comparto è segnato a lesene che si elevano a sos1ener, coi capi1elli scolpi1i. la ricchezza della 1rabea• 1. ione a stucchi ornamen1ali , dalla quale si staccano e s'incun•ano a cupola cem ine dipinlc eonvergemi ad una ghir!andachecircondalapi1tura cenrra!c .esegnanoil poslo li sedici quadri milologici di lkrnardino India e di Anselmo Cnncrio. incorn icimi dagli stucchi di Harto• lorneo Ridolfl. Le s1atue di illustri \'icen1ini sono traue dalla scena del Teat ro Olimpico. Dall11 cupola pende il lamp:idario in \'Ciro. donato al Museo Civico dal Sah·iati di Murano; e sono ad esso un trip:x:le in marmo, su cui posa 1111 vaso in rame balluto. Il terrazzo alla vene1.iana è formalo di bei marmi dello:: montagne di Vicenza. Alla ricos1ru1.ione della sala ,·ennero chiam:iti csclusi\•ame11te artist i di Vicen1.a. E si è pro1•\•isto infìn::: che - mereè la formn costr1111i1•a ed i materiali impiegati - il lavoro possa venire ricomp:>Sfo a Vicenza per restarvi. o nel Museo Civico o presso il Teat ro Olimpico, a custodia dei disegni e dei cimeli di Andrea Palladio. ldcat0ri di questa SIiia furono l'ing. tal', Viuorio Saccardo e il prof. tui gi Ongaro coadiuvato dalla signorn Za11e11i lilla e dai signori Caldana. Chiericat i, Zampcsc e Pagliero. Il Padiglione Emiliano-Romagnolo. È questo. come al'cvamo prc=\'cduto fìn d:r quando la cos1ruzione ril'clal'a in ,,ago abbono le prime linee. uno dei piìi ammirmi della singo13rissima Esposizione. Il Pndiglione rmilinno-roma~nolo è di quelli che dilnno s ubito un'impressione di rimpianto pcrchè siano destinali a l'Ìl'ere una l'ila così eftìmera qual i: quella risen•a1a alle cos1ruzioni di un'Esposizione. Si tratta infatt i di una \'era opera d'archi1cnura, che per merito del l'aloroso prof. Collamarini. C03diuuto da altri egregi, tra cui Alfonso Rubbinni, riusci 1111 edificio mcrn1·igliosameme rappresen1a1il·o del carauere artist ico delle nobilissime re_l!ioni, da cui esso prende il nome. I.o scorcio del bellissimo por1ica10 che riproduc iamo (V. a pag. 140). dà un saggio della squisita e macs1osn architettura. Quanto di più lìne. di più bello. di più 1·ernmen1e caratte ristico si trova nel Pala1.1.o Es1ensc di l'errara, in quello dei llentil'oglio a Bologna e nel Tempio mala1es1ia110 di Rimini, concorre alla magnifìc:r costruzione. a cui unn diligent e decorniionc policromn in pittura e i111erraeot1aconferisce11nasingolarel':rghczza. E un altro meri10 ha l'edificio: un merito di diligenza. l: sso. infaui. ern pcrfcuamcn1c promo per il giorn::i della inaugura1.ionc. Al Padi;dione Emiliano l"illus1re le11crato Giuseppe Albini ha dcdicnw alcuni bei dis1ici lntini, di cui ceco !a \'ersionc dello stesso ~ta: L ·u,li a cui per /'fa11iliu sorrise di Roma lo sgt1Qrdo, ne/ di c/w dell'antica lode riilrsc umore. q1wl/11 siam ,wi, , godcndo mostrarci i,i i111u!Ji11c a /'Urbi', mc11/re che ,l'ogni parte s/110/ di so, c/lc 1•ie111: . Qual si,, rioos/(J 1m,1iio s'il/u111i,w sollo '/ tuo dc/o, .~{)/IO '/ luo ciclo: /?oma, fcn,0 1/0 gli 11/ ti fuori, Qua11/i q11i cbber 1•ilu g11euie1 prodi e umubil i domre. sìcl,ev.liirlu11de1•arie riseroaq11eslerog/ie. ::el/'a//e /of./l!C e per I<! dipi11le sul e ridesti p11ion 1•0/011/erosi /'alacr e dì g ioire. e mi po.~l<!ri insieme sa/rifa r la cillù, slul11ita d11/ tiesli110 a 1:omporr,: /'i/aie g1: 11li ili 1111a. G1us1wrE Al.!I I NI. FRALE MOSTREoi CASTEL SANT'ANGELO (\I. i/lustraiùmi a pag. 140). Cime li e memori e d i storia. p a.t r i a. E dia1110, dunque, 11n'alt1"11 capatina nella già paurosa cd ogl: i cosi mtraeme mole di Castel Snm'Ange!o. Ci s:mo mmc cose belle e care e curiose. e rnnte nl1rc così formidabili cd impressionami, da «godere»! Ecco la s.1la « dei cimeli e dei ricordi storiciu; grandi cose morte e solenni. s.,nmario da raccoglimento e da meditnione: ri1raui. autogr.itl. oggcui, ninnoli. armi. che rievocano pagine e figure che a noi sembrano leggenda ri e; e ne attestano la realt:ì l'i ssuia. " M astro Joanne b arbiero ". Poi. passiamo ad altro: di mcra\•iglia in mcral'iglia, St>mpre 11'3 cose che furono familiari ai padri dei nostri p:.dri. E rivil•iamo la mnlinco11ia del passalo che il colonnello Borgntti - esuberante temperamento di organiz- ~a1ore, e insieme aninrn di pocrn - ha voluto fermare durante feste solenni per noi Italiani, tra le muraglie aspre dell'insigne monumento che egli stesso ben può vantarsi di a1·er sonnrno alla distruzione e alla igna,•ia degli uomini. Dopo A\'er battu10 erbosi piazzali aprichi. bui corridoi e pi(1 buie rampe e tortuosi androni. camminando ven;o i fastigi della Mole. ci 1rol'iamo nel noto Cortile del/e F«l1, i \V. dispense prccedemi) candidamente dominato dai ma rmi degli anrichi proieuili e dall'Angelo protc11ore ecastigntorc. Sul cortile, silenzioso e al sicuro dalle 1•io!cnzc degli assediatori. si apre la i\\os1ra mcdico-farmacculica del '000. Entriamo nella piccoln fuga di s1amette spoglie, adattate ad ambienti di al1ri 1cmpi: l'0i torn:uc n ritroso dei secoli chè ogn i più piccolo oggcno, come lasciato lil da un arti ere l'il•o lllC0ra, si an ima e palpila. Ecco la boncga del " Mas1ro Joanne Uarbiero .. c he aucnde il cliente da scorticare: sui p:mconi. sulle mcnso!ene, sulle sedie. appesi o appoggiati ai muri. son~ disposti in disvarinme accomodazione rasoi. pia1ti per ca1· adcn1i. ferri da fle botomi, specilli. stromen1 i di bassa chirurgia, seggioloni e seggiol ini, stampe etl intagini di sa11ti. Su la porta della bo11ega del nb11rbicro" sta la scritta nun1.i11triec: Se fa la barba e capelli SCC<ll'US/IUgue se me!/0110 co11ct111 r srrng11isuglw .~e /mrno slro/foazioni cou u11g11,·111i et pom11/e se du11110 sen,itfoli se bQ/sama co rpi umani se su11a ossa roll c cl slogale. Così a!ln buona. insomma. senza tama imponenza di scicntiflco cipiglio c◊me si usa og.gidi. nell'umile botte.e.a si praticava la medicina ed anche la chlrurgin: operazioni proibite, o:::gi. al «barbiero" e riscn·atc al douore ... Ma poi. in fondo. sempre quelle ... La. " Speziaria " o l o. stori a. di "Mas tro F rancesc o B o rri " . Press:i la bouega del " barbiero " - pN1ena d:i un an.e,usto por1ichctto - è ricosmmo un laborator io di .. speziaria ... con i suoi pestelli. le sue bocceue. i suoi lambicchi. i barnuoli, i l':ISi per 1, manip:>lazione dcli~ pomate. i ton::hi. gli s~affali e in 1111 angolo. in a11imdine ... religiosa. il vnso produuo~ dell 'eleuuario di Andro, archiatrio di Nerone: /u leriar u: il 1occasa11a che bcneflcamemc d0l'eva presiedere a 1uue le cure. b base di ogni medicamento. E qui è pure - sapientemente ric1•oc:ito dol prof. s~- l'ignoni - qu-? llo che fu il gabi ncuo - e c'è. si direbb~. l'anima - di mastro Francesco Borri.

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