LI: l:SPOSIZIOMI 01 J,01'17-\ I: DI TO l~INO Ml:L 191 1 i i Attraverso le Esposizioni di Roma i i LA MOSTRA ETNOGRAFICA E REGIONALE A prescindere dallo splendore che ha assumo la uValle Giulia», da! grandioso punto d i conrnno con la villa Umberto al viale \'Crso i! Pome Flaminio, l'Esposizione d'arte ha il suo ,•alorc comparati\'O; non urà, cioè, come Esposizione, una no,·ità. Rappresemano inveee al1renan1e novità stuperacenti nella s1oria delle Esposizioni in genere la Mostra di Piazza d'Armi e quella delle Terme; e sarà una novità per l 'Ital ia l'Esposizione Emografìca, d'imm ineme inaugur:11,ione. Questa,straordinariameme ricca,si risolverà dauhimo in un grande Museo s1orico ed etnogralìco delle varie ch,iltà italiane; in un Museo che 1u11i i popoli più civi li posseggono ormai e noi non a,·evamo, eccezione fana per la collezione di Firenze: in un Museo che rimarrà dove a,,rcbbe dovuto gi:I esserle:, a Roma. Ma ques10 tesoro di Mostra. 1•ero folk-lore in :11.ione, con gli abbigliament i delle di1•ers~ comracle e dei diversi tempi, con le oreficerie, con le maschere, con le costumanze della pueriz ia , delle nozze, della tavola. della superstizione, a1•rà un parcicolarc imeresse per i 1•isitatori di qualche colwra, agli occhi dei quali apparirà riunito per la pr ima1•oltaqucllocheè il fondodocumentario del!a storia e della civilià nosira. Certo è che , per qualunque ordi ne di visitatori, italiani e stranieri, il complesso delle Mostre di Piana d"Armi costituirà una sorpresa impre1•edibile e un iodimento grande. Chi ha potuto 1•isitare parecchie Esposizioni, nazionali ed es1erc, si persuaderà subi to di non aver mai ammirato alcun ehedi simile. Il piccolo quartiere medioevale ricostruito con imellcno d'amore al Valemino ai Torino, fu ed è rimasto una sorprcS-3. gradit issima pei visitalorL Ma esso non riproduce che un'epoca ed alcune costruzioni di Val d'Aosrn. Ebbene, in Piazza d'Armi sono, uno accanto all'al1ro. gli angoli più belli e caratteristici di quasi 11111c le cinà elecampngned' ltalia.lnbre1•eoraedinbre1•espa1.io si riv i1'e 111110 il nostro bel paese. È una sensazione lescosa che ci aspeua su quel campo già cosi malinconico e deserto: è tuna la famiglia nostra che ci appare innanzi all'improvviso. Ricordi di viaggi, memorie native, visioni fo1ogralìche ed artistiche. orme di studi. leggende e storia . tutto è li , intorno a noi, dall'«or('IIOgio dei mori» di Venezia ai 11uraglli dcfla Sa rdcg111i, dai monumenti liguri allo stile normanno della Sicilia, dalle grazie pensose del Rinaseimemo toscano agli aspri ruderi della maremma. E palazzi e castelli, chiostri e chiese, torri e eampanili, conventi e casali, canali e pomi si leveranno o si affonderanno intorno al l'isitatore. tutti animati datile: loro masserizie e dalle loro i;emi, in un ampio labirimo intersecalo da larghe strade 1·ert1i di ridcn1i aiuole e di innumeri piame. Sembrerà che una magia non ancora pensata abbia potuto adunare in un attimo cd in uno spazio limitato 1una la vita i1aliana: sembrerà che il respiro di 1an1i secoli e di 1an1e gemi diverse si sia fuso per un proaigio in un solo e 1•asto respiro, presi nel ritmo del quale cutti ad un modo ed in un momemo potremo comprendere la fisionomia multiforme e sempre bella di questo nos, ro paese di cui celebri amo il Cinquantenar io del Risorgimento, tutti porremo intendere che cosa sia e quanto valga essere italiani. Rile1•iamo - per chiarezia di orientazione - che I "Esposizione ErnograRca non si rescringe al recinto pili remoto di Piana d'Arm i, dove s'affolla la grande varielà delle cos1rmioni regionali che pi(1 o meno conosciamo. Anzi la parie più a11raen1e e che susciter;) la maggiore euriosi1à nel pubblico e un vivissimo imeresse nel campo degl i sllJ(liosi e degli ar1isti, sarà quella racchiusa nei due palalzi che fiancheggiano il lagheuo e che eon1inuano come due colossali quinte l'ala dei portici del Foro delle Regioni, che s'aprono. come le rauci di una tenaglia, verso il fe rro di cavallo intorno al qua!e sono disposti con pi11oresco disordine i divers i padiglioni delle re,i:ioniirnliane. Per in1enclerei: Eliminando tune le costruzioni rrammemarie e sussidiarie. il nucleo dell'Esposizione di Piazza d'Armi, do1·e le il\os1re si seguono con un criterio organico, svolgendo un eoneeno unico e completo, si può rappresentare con l;l forma di un'anrora. La base de! vaso rnpprescnta l'i ngresso d'onore (V. dispensa precccientc) vasto e son1uoso areo di irionro ispirato all'esempio degli archi trionfali romani; l'ultima parie della fi gura, quel rigonfio che sporge oltre il collo de11'3nfora, comprende rune quelle costruziooi canmerisciche delle urie regioni (10111ane, capanne, chiesette. ecc. ), dOl'e, come ci ha detto il prognmm3 uffi- ~~:fi t~~i, s;;~ 1 1ft~1d\~s1~,i~ 8 d~~~c~i:!:i,e~~c.è ~tp~sj~~~:/~ E.t11ogr11.fic11., i\\a ci sono altre raccolte imeressantissime che s1anno s1accate da quella Mostra, e sono le co/lc:io11i e111ogra- /lche, Do1•c sono state collocate queste collezioni? In due grandiosi palazzi: uno è in muratura cd è conosciuto col nome di Po/uzzo delle Scuole. perehè a Esposiz ione chiusa l'errà adibito a palazzo scolastico per il nuo,·o quar1iere popo!nrc che sorgerà !ungo il Te1•c rc in Piazza d'Armi; il secondo è provl'isorio, ed è stato, erroneamente, chiamato: Puloz:o dei Cimeli. Questi due palazzi si fronteggiano e la loro disposizione continua le due punte del rcrro di cal'allo. In I padiglioni ddk ~h rd,e. dell' l•:milia-Roma,:n~. della Lisuri a (F.,, . Sta:..,lfi-Vtu ,a,. m~uo, in una. deprcssi?nc del terreno s'apre il lagheuo chiaro; 1ranqmllo, opalino, dol'e, uella sua sereni1à di acque indisturbate, si specchianoclei gruppidccoratil•i che rappresentano il l'aro di due navi rostrate romane. Tra i due palazzi delle co!lcdoni emografìche e l'ingresso s'elel'a il Foro delle Regioni. II Padiglione del Piemonte. ~ ·~rchiten_o _Serica è l'autore del disegno di questo ~rustico pad1gllone, 1rauo dal famoso Prioraio di S. Orso m Aosta, il quale fu edifìeato tra il 1470 ca il 1490 nella località dOl'e prii:na sorgel'a - secondo docun;emi autemici medioe1·ah - un grande fabbricato col nome di " Pal11ium Sanci i Ursi ,,_ L'attuale Priorato - che conta dunque circa 500 anni di ,·ira - è sempre in buon~ condizioni . La famiglia di Challam che per lunga serie d'anni tenn~ I~ s ignoria d'Aosta, in 1•orie riprese e successivi restauri. ndusse l'attuale Priorato nelle condizioni architenoniehe a!!Unli. I primi restauri furono faui dal l'isconte Giorgio da Ch3llant Varre)', che tramandò ai pos1eri la reputazione di studioso ed arcisrn, non solo il Priorato, ma dil·ersialcriedilìci rcs1aurati. 11 Priora10 _di _s. Orso ricorda bene i caratter i speciali delle costruzioni che sorsero ai primordi della Rinascenza: come le larghe flnes1rc a crociera che si ammirano al primo piano. squisi1ameme ornate da artistiche 1errecoue rappresentami un bellissimo incrcccio di ghirlande di fiori ed elegantissimi puuini; come le areai e souosrami che sono a meno cerchio e fanno un artiscico eontr3Stoconleareateascs1oacutodet1efines1repiccole che s i ,,edono nel rabbrica10, manifestazione evidc111e dello stile gotico che allorn 1ramontava. Chi ha fano escursioni di piacere nel 1erri1orio Vercellese ed anche nel Canavesano. ricorderà le terrecoue c~e_~nch~ oggi decorano 1ante di quelle vecchie case ; sumh, umche del resto nella Val d'Aos1a, sono le 1erre- ~~~~~u~i~~1e1r~~i:n?m~:;;~or~~c~at~~een~!nnp~ef::~}~se~lla L'arch. Benca prese pure dal Vercellese il modello diunntorresl'eltaegraiiosachesovrastal'ediflcio. L'effe110 complesso del padiglione (V. a pag . /24 ) è 1•eramente pittoresco. Natur.itmente l'interno del padiglio11e è perfeuamenrc intonato all'esterno, sia per costruzione che per ornamentuione; 1•i è riprodotta la severa vita claustrale e vi sonoraccol1ebelleepre1.iosecolle1.ion i diea lchidclle muiehe decorazioni delle chiese e delle case dell'antico Piemor11e. Il padiglione occupa un'area di 600 metri quadrati. Il Padiglione Umbro..Sabino. Per l'Umbria - anzi. per la regione Umbro-Sabina - nccesi da un 11obile fcn·ore di emulazione. gli architetti Carnerini e Viviani hanno ideato un elegm11e padiglione, degno veramente della realtà della pietra, e non dell'effimera vica (li una stagione festosa, su cui è riel'OCata la luminosa bellezza dell'arte e della storia della ridente Umbria verde. Essi hanno fuso con bei conceui costruttivi il palaz1.o del Popolo di Perugia, l'originale portieheuo dalle snelle colonne dell'antica chiesa di San Se1•ero e l'ardi1a 1orre merlata di magnanima 1•ceehicua. che si vuole figurasse un tempo 11ella parte posteriore del palazzo e da cui ondeggerà al 1•e1110 il cupo grirone in campo d'oro. Nell'au!1eri1à trecemesca del grnndioso edifìcio. che raccogliera entro la sua compagine mua la bellezza operosa dell'Umbr ia verde, rifulgerà 13 splend ida porta di snpore ogil'a le. che nei primordi del 400 fu fabbricarn con stupenda armonia di stile e con prorusa ricehez1,a di ornnrnemo. splendida gemma lasciata in dÒno dai grandi iempi 1rascorsi all'amena regione umbria, la quale in ogni campo dell'umano lal'oro ru sempre nobilmeme feconda ed ovunque ammirata. A pag. 124 ne riproduciamo la fotografia, allo stato dei lavori verso la metà d'aprite . Il Padiglione Siculo. Imponente.quasi rormidabile, nella scura massa archi - tenonica, si aderge - fra i più carauerisrici indubbiamente - il padiglione della Sicilia (V a pag. /24 ) . L'edificio siculo ricorda nel suo insieme tmte le architenure di cui la Sicilia serba 1rncce incancellabili: greca, romana , gotica, cartaginese .. . Ne! gruppo siculo run1.ionerà una di quelle e:1ra11cris1iche fabbriche di maioliche onde è celebre Caltagirone: e i piaui e i l'asi, di curiose e s1rane rorme. dal 1•frace colorito, l'erranno creati dalla plastica argilla, sono gl! occhi dei l'isitatori. In un piccolo temro hmzionerà l'«Opcra dei Pupin imercssante riprodui.ion~ dei cosrnrni dell'isola. TRA I FASCINI DI VALLE GIULI .~ Ritorniamo (e come non ritornarl'i?) in quel Giardino d'Armida che è Valle Giulia, Armida, la dole2 maga, è l'Arie: i prigionieri dei suoi incamesimi sono legione: l'anno, l'cngono, partono l'olgendosi indietro 0 ◄ a rimirar lo passo~. ritornano piil che mai accesi di bel desio... E quanto l"aria ed interessame legione? Poiehè il pubblico di una Mostra - spec ialmeme, poi. d'una Mos1rn d'arte - non è meno inte ress.,nte, nè meno degno di studio. souo un certo punto di 1•is1a, del comenu10 della MoStra.
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