Le Esposizioni di Roma e di Torino nel 1911 descritte ed illustrate (Sonzogno Editori)

LE 1:SPOSIZIOMI DI I-XX-I7-1 I': DI TOl~INO Ml'.L 1011 Allil Mostrn Regionille ed Etnogrnfirn in Romil L ' ingresso d ' onore . L'Ingresso d'Onore alle Esposizioni di Piazza d0Armi (Regionale cd Emografica) è ar<:hi1enonicameme ispira10 agli amichi archi 1rionlal i romani. ma con movimento e sentimento del umo moderni. Il grande arco cemrale è sull'asse dell'Esposizione e guarda il superbo ponte ad una arca1a che, agile e snello, unisce l'Esposizione di Piazu d'Armi e qu~lla di Belle An i di Vigna Cartoni. I due archi laterali si aprono sui viali di sessanta metri di larghezza, lungo i quali sorgono i padiglioni regional i . Quauro superbi piloni inquadrano questi mi archi. Due portici a colonne ioniche, sormonrntc dagli stemmi di tuae le Regioni italiane, riallncciano con elegante cun•a ques1O arco 1rionfale alle due testate 1erminali, delle qualt, la destra, porta l'emblema di Roma, e la sinistra quello di Torino. La statuaria ha pure a\'uto in ques1O edificio apilica• zione larga e degna per la signorilità plastica de lle singole figure dci gruppi c, per la squisirn fincz1.11 dei particolari, oltre per l'armonia con la linea architetton ica. Alla sommità dell'arco cen1rale si erge la «bigau modellata da! Laurenti. fiancheggiala da quanro maes1os i leoni dell'Amore. Su i due piloni cemrali sono q1.a1tro starne allegoriche modellate dal Panraresi. La chine dcll'arcone è decorata dalla classica uAquila" romana finemente modell3ta dallo Zeccagnini che ~ pure autore degli emblemi di Roma e di Torino che figurano alle 1cs1a1e terminali. I gruppi laterali che sorreggono i pennoni per gli stendardi policromi di Roma e Torino, sono o:i,era pregc1•ole dcl Foss!. I due gruppi 1crminali sopra l'auico degli archi, bella manifes1azione d'arte di Vito Pardo, rappresenrnno la « Fona ", in quattro atleti sorreggenti il globo. Due fontane con belle figure muliebri, del Nma li e del Bisi, decorano il basamento delle testate e 1appr1:senurno i mari che bagnano l ' Italia. Autori del progetto di ques1a pregevole opera archirenonica, degna da1•1·ero delle migliori tradi zioni dell'arte che superba rifulge in Homa. sono i gio\'ani archi1c11i Venturi e Foschi ni. V isioni ed impression i in Piazza d'Armi. Luigi Lucatelli, il flneosservn1oreedeliziososcri11ore, dice, nel Secolo, le impressioni riportate da una sua escursione in Piazza d"Armi. nel ren·ore dei la1·ori . -· Ne riportiamo qualche periodo , " il\'eroarrampica1osusu,da un pomeatl'altro, lungo scale di legno e colonne di gesso, sfiorando riliev i pesnmi e fastosi di deco111zioni classiche, musi di ca\'alli di finto bron1.o e braccia titaniche di stucco: die tro le mie spalle si apriva, come una caverna bi 1.zarra, l'ossaHlrn dell'arco. mostrando un grol'iglio di l'iscere strane. tra\'i acca,•allate, aggeggi di cnnna, pun1elli, sbarre e rm di /erro. rnue le interiora aride e ri gide del monu• memo pro1·visorio... " Eppure non sape1•O assuefa rmi all'i dea che tuuociò non rosse travertino e marmo, tanto la linea delle costru1.ioni era augusta e possente. tanto era diversa da quegli nbomine\'Oli edifici di lattemiele. rnrgidi di nudità obese, che sogliono ospitare ques1e grandi fiere del· l'nrteedellal'oro. Sulle ri\"e del Lngheaò di l'i nzzn d' Armi: una ;Jo1in di cnnwnnili ital ici (l>alaui del l'icmontc, della J.omb.1r• dia, ddla Cnmpnnia) - il P:idiglionc dei Cimclii. il Pnlnuo delle F« tc (F ot. • Artns •). « C·è. in ques1e architetture romane, un senso di stabilità inesplicabile, una simmetria tranquilla. una sicureua di linee. un equilibrio di elementi decorntil•i ecostruttil'i, chc fanno pensnre ad una cosa fanaperl 'eternhil. "C iò 1•iene dnll'ambiente, forse dalla linea stessn dc!- l'ori1.zontc, larga e sicura. come meditabonda so11O la grnnde dolee1.za del cielo. o forse viene dalla tradizione locale, invincibilmente forte, che dà a mne le forme qua lcosa di imperiale, che fa aueggiare un giuocatore di morru come un console e parlare un vetturino come un dirnuorc: ma è certo che qucsrn cos1r.uzione Auizia, destinarn a perire rra qualche mese. sembra, nelle sue parti Hnitc, _1:ià antica e solida. gi:ì armoniz1.a1a con In città piena di cose immormli, gi~ vecchia e ,·cnerabile come se l'avesse pensata, secoli la, qualche buon allie1·O del Bernini. « E tutto il paesaggio della breve città fìuizia. ch:i si stendel'a sono di me, a1·eva qualcosa della sicssa grazia potente, di quella se,•era dolcezza tuna iiali ca. che fa di\"enir gemile il pallido snso tiburtino. e la schi ctia pic1rafìesolana. "A memoria di chi ha veduto E.sposi1.ioni in umo il mondo, non s'è mai notato, in una di ques1e piccole cinà destinate a morire, un cosi severo e minuzioso osszquio a!lc leggi delln bellezza. "Ne dcrh•a un senso di compiacimen1O così aristocratico e completo che l'animo \'i s i abb:tndonn come alla lc1tura d'una bell:i oUa\'a del Cinquecento, chiusa n:il giro delle sue rime come una gemma in un ce rchio d'oro lucido. « Vi pue che sia 1roppo? ... Pensate che siamo in Roma». La ° Città inverosimile••. I palazzi d e lle Regio ni, , "L' a.n i,na di bro n zo d i nostra. stirpe". ce~e~ minua , Luigi Lucate!li , il mago della parola lu- " E una città impossibile e miracolosa, in cui s'intral'• vedono, si accennano, motivi squisili e familiari. linee audaci e potenti di torri medioevali. racciate \"eneziane cruna ge11t ile22a superba come il \'iso d"una bella donn:1 un po'sranca, finestre a sesto acmoodallacurva molle, decorata in cono alla foggi:1 lombarda o emiliana, cor1ile11i dalle logge policrome, di quella policromia a toni oscuri e se,•eri che sembra piena d'un riso composto e sobrio. torri pisane dai palchi di legno minacciosi. uchi1e11ure siculo-arabe in cui s' indugia un enigmatico sogno or ientale. 1u11a la poesia. nata e cresciuta nell'Italia dispersa del /1\edioe,•o , fiorita nelle piccole \'Bili silenziose, fra le creste dei monti che limim1•ano nel giro dello sguardo i confin i della patrin, fccondarn dall 'anim:1 de i popoli lontani, ,,enu1 i in lrnlin nlln rap inn, o predmi dalle gnlce delle repubbliche mari11imc, tune le ombre. le luci, i sogn i e i 1ormemi che si fusero, per secoli. nell'anima di bronzo della nostra s1irpe. trofei di tu11e le 1•i1torie e s1igma1e di tutti i domini , gala prodigiosa di centomila txindiere. su cui s'inarca il cielo, imperialmeme tranquillo. « luno ciò si ronde in modo mirabile. I progetti di ques1i pndiglioni,incuisisvolgcràlnvitaeillavoro d 'ogni regione, furono concepiti e S\'Olti separarnmcn1e, ma la unir:) lon1a11a della s1irpc li accompngna in modo mi steriolO, ma sicuro; sembrano nnti da uni stess., idea. racco lli come in una sinfonia di linee e di colori in una celebuzione unicn di bellezza. " Un paesaggio più umile" . " E fra un edificio e 1·a1tro si intrav1·ede un paesaggio più umile, alle sp.ille di ognuno dei grandi edifici decorativi si ammucchiano le casc11e elci villaggi o dei quartieri popolari. Una viuzza napoletann apr-: il suo ma!in• conicospiragl iodilucefrnduccnsealteenere,unpon• 1icello\'enezianospccchiailsuoarcorossonelleacque di un canale . una vecchissinrn fabbrica d"armi bresciana mosira le sue pareti annerite, gruppi di capanne aguzze. strani rifugi umani perduti nella Puglia arida, tuguri dell 'Agro Romano. su cui sembra alirnr-: la virtù m3leficn della lebbr;:, tuna la bellezza piuoresca e triste dei nostri fra telli umili mene un coro di voci più tenui. 1111n f113ionedicolor ipil1 quic1i. I n nome delle fo lle a n onime . .. E.su pnrla in nome di coloro che non ebbero nome , della plebe scompa rsa per sempr,::. e che lal"orò ~nz:i gloria all'edificio titanico della patrio. degli art efici sco• nosciuti che cNarono. lcn1amc ,11e, lo stile e il pensi ero del loro1e111po,chemiseroun sorriso di graziane!l'11mil c ferro di un bauenteod 'un.ichia1·c,cs:nnlrnronocoi colori del cielo, delle nubi, dei boschi e del mnrc le 1crrag!ie di Faen7.a e di Gubbio e form~rono intorno nll'eroc de lla bellezzn. ogni quall•oha la Patria lo espresse dal suo seno. l'humus necessario del gusto diffuso, perchè la mo!timdine lo favori sse e lo onorasse come dol'c1•a. "Si sente e si comprende, già , che ogni.lnO di ques,i camucci aHà, fra qualche tempo, lasun speciale poesia. che lospiri1odegliospi1i aderirà, coine le piante d'edera e di conl'olvolo, alle pareti effimere di que ì1a ciuadina di sogno, che non snrà possibile, mai, per chi l'a1•ril vedmn, dimenticarla . Essa rimarrà in roncto al cuore come uno di quei sorrisi di sole. ,•eduli un giorno lonrn11O lomnno, in cui anche J':mirna ride,•a ... u. ;, Si spedi sce Numero di Sam:110· di ques la IU\•isla, GRI\TIS , dietro semplice ri chies ta, H H H

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