L' Esposizione di Torino: Giornale ufficiale illustrato dell'esposizione internazionale delle industrie e del lavoro 1911

I,'ESPOSIZIONE DI TORINO I+a sG.g7¢o7¢, che POJLCJ.c ii._contra.re nello stesso luogo, di preferenza un poco prima o un poco dopo, avra, natiiralmente, indosso stoffe pith costose e pii`i fini, rna il figurino sari lo stesso. Anzi! quellodella,sG.g#oycz lion sempre, rna, quchodellasartina sara sempre all'ultimissima moda. Non si deve credere perci6 che ulia delle nostre sartine non si distirigua. cl.a uii.a. vera dama ! I,a ZoJ¢ di ff.miglia„ e la 7#¢c7c"%G.sc/¢, siano sole o in compagnia della mamma, so.no identificate immediatamente, da chiunque abbia una pur mediocre pratica della nostra citta. I,a sartina a ..... 1a sartina. Vestita come e meglio delle sigriore e signorine ; 1o stesso figurino, 1o stesso cappello ; rna con una sfumatura, non so se in pith o in meno, forse un lievissimo ardimento nella scelta del modello, forse un'accentuazione pid spiccata, o 1'assenza di qualche accessorio troppo costoso o troppo serio. Non so. Quello che mi piace a che la sartina non posa a signora ; non dico che non le piacerebbe esserlo ! ..... Ma con che critici sguardi ella misura colei che le passa vicino, non vestita nel suo cz¢e'/G.ey, dietro i modelli a lei noti ! 11 suo occhio infallibile rileva ogni minimo difetto, e stima d'un colpo la stoffa, il figtirino e la /¢¢.se%se. Spesso tra una e 1'altra, di queste graziose pcrsoncine iniziate ai misteri della dea, v'e per la strada uno scambio Che magia hanno quelle dita sottili, mangiate dall'ago, e d'inverno torturate dai ge1oni, che abilita miracolosa a fare di w7o 7¢e4//a il pith grazioso ca.ppello che si possa imaginare, il pith bel vestito, che sia stato creato dalla mente fantasiosa de]1a grande /¢¢.se"se ? Sono tutte, si sa, in contatto immediato con sua maesta la Moda; ne sono le ancelle pith pronte e devote. Per le loro rna,ni e sotto i loro occhi intelligenti e curiosi passano i 7#ode//?. preziosi, che vengono di Parigi, passano i figurini dei grandi giornali, che spandono ai quattro punti del cielo il Verbo della, dea. E tutta la folla delle sartine e modiste, copia, crea, co%b¢.„¢, come dicono esse ; e portano sulle proprie teste e sulle proprie per,soncine i primi, i pith nuovi elaborati dei cervelli, che dettano la moda al mondo. Ma, come per incanto, quando una foggia stravagante, esagerata, un immenso cappello, un giardino pensile per la testa, o una coda di serpe, rna guaina per veste, viene d'oltrealpe a tentare le nostre vezzose schiave della moda, eccole tutte, si, vestite e incappellate secondo le leggi, rna quelle stravaganze, quelle bizzarrie si attenuano, come per tacito accordo ; sono le stesse, eppure non sono pith quelle ; 1a suprema legge dell'eleganza piega sotto il suo amabile giogo le pith recalcitranti. No, nemmeno Parigi non ha questo elegante corpo di guardiadellaModa,come1'haTorino;neParigineVienna,1ac¢.#¢czeJJe beJJe do%%e, come la chiama, non so con quanta esattezza, Camillo Boito. A Parigi lo sterminato esercito delle 7wG.¢G."c?#Gs a certamente interessante e grazioso assai ; rna esse formano una specie di corporazione, che le distacca subito dalla gran massa femminea soggetta all'impero della moda. E, specialmente, esse non porta,no cappello. E come si pud imaginare una figurina ZJG.e"-¢¢ZJo.Z/c;cz, senza che la sua testolina sparisca sotto uno di quegli inverosimili mastelli rovesciati, o di quegli stupefacienti areoplani, o di quelle pagode, o kolback, o turbanti, che sono i moderni copricapi femminili ? Ammirate con che disinvolta grazia le nostre sartine portano quella,.roba ! Vi faranno stupire, rna non mai ridere ; saranno strane, non mai grottesche. Quanto alle viennesi, esse portano, a vero, il cappellino ; 1o portano tutte. Non v'e serva, non operaia, non vecchia o ba,mbina che non porti il cappello. Ma quegli informi parti di una fantasia aberrata non possono essere messi in confronto col pith modesto cappelluccio di una sartina torinese ! come la citta del buon gusto, si este:ide per ogni parte d'Italia, tanto che gli ¢Ze'/G.e/s torinesi servono clienti anche di Ca1abria e di Sicilia, e le uG.¢gg¢.¢¢y¢.c¢.delle nostre grandi di sguardi sottilmente ironici. E si pud giurare che esso tocchi que]1a signora che passa,, bella, ben vestita, rna il cui abbigliamento offre un leggero appiglio alla critica rigorosa. E questa prontezza di giudizio 1'hanno persino le bambine, quelle c¢.}e, che trotterellano tra ¢¢c3'/a.eys e negozi di mode, che sorio ancora vestite d'un grembialino corto, e misurano gia gravemente, e spesso severamente, 1e •,I..toelette difettose che incontrano per via ! deii¥£meo£::€Z;?in:ennd:C:Old:r:::fedt::a-efae[sarret:=: torinese. Una ha bisogno dell'altra, perci6 vivono sopra un piede di uguaglianza, che permettc alla opera].a di espori-e con la massima liberta i suoi consigli, 1e sue osservazioni, anche le riprovazioni alla, signora. ttse la signora mi da retta, scegliera questo figurino, e questa stoffa. Questo fa gG.ou¢"e; 1'altro modello 1a invecchierebbe. La signora a /o7}e (de1icato eufemismo per dire che a troppo grassa), e ha bisogno di un modello che la faccia sottile ,,. E la signora, se ha giudizio, si arrende sempre al parere della sua sarta. La I ama grandissima che Torino gode nel mondo femminile, case di produzione fanno frequenti gite in tutte le provincie, senza avere mai merce sufficente a tante richieste. Credo -94-

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