I,'ESPOSIZIONE DI TORINO GIUSEPPE MANFREDI, l'insigne giureconsulto, che presiede al Senato con fervida lena non affievolita dall'eta, cost riassume il suo pensiero : La rievocazione delle giornate storiche del 1861, nelle quali fu proclamato il Regno d'Italia, desta nel mio animo il massimo giubilo ; sebbene a quel glorioso Parlamento io non appartenessi che nella VII I,egislatura, deputato del Collegio di Monticelli della piacentina proviiicia. I ricordi del meraviglioso periodo mi stanno impressi con quelli tutti d'ogni passo del nostro Nazionale Risorgimento. Dal concetto di Daniele Manin: Fotografia D' Alessandri. Cttch6 « Avegusta r>. GIUSEPPE MANFREDI 1a Societa Nazionaleltalianacolprogramma tt Italia una e Casa di Savoia t); della quale fu anima Giuseppe La Farina,primopresidente Giorgio Pallavicino, e Giuseppe Garibaldi secondo, poi sempre il La Farina stesso ; i Comitati costituiti, ed io capo di quello di Piacenza, ricevere, trafugare, trasmettere ; i segreti della politica del conte di Cavour conosciuti per mezzo del La Farina ; Napoleone Ill amico; sicura 1'alleanza francese per la guerra al1'Austria ; 1'insurrezione preparata ; 1e armi raccolte; i vo1ontari inviati ; finalmente la bramata dichiarazione di guerra, 1e battaglie,1e vittorie ; i governi prowisori,1e popolazioni acclamanti Vittorio Emanuele ; i governatori del Re invocati ; 1o sgomento si del trattato di Villafranca, rna insieme il conforto del non intervento ; 1a forte mano del Farini per 1'Emilia, del Ricasoli per la Toscana ; i plebisciti, 1e annessioni ; 1a inaugurazione della VII I,egislatura con i rappresentanti emiliani e toscani. Giorni di entusiasmo e di delirio : 1'abbracciarsi delle nuove con le antiche provincie; ed in quella Camera, prima Camera italiana, i cuori in un sol battito, i pensieri in uno. Tanta concordia festante venne conturbata dalla discussione sul trattato della cessione di Nizza e Savoia alla Francia. Parmi ancora vedere in quelle burrascose sedute del marzo 186o al banco dei Ministri il conte di Cavour imperturbato, fermo agli attacchi, forte di sua coscienza ; alla sinistra il Garibaldi in piedi fra i suoi inveire furente. Ma vinse ragione e torn6 il giorno dell'unanime applauso al grande Ministro, 1'11 ottobre, in cui addit61a stella che ci avrebbe condotti a Roma capitale del Regno italico. Parmi udirlo oggi lo strepito di quel1'applauso, ripetuto, prolungato. Tali i fasti del Parlamento in quella VII I,egislatura ; tale la gloria, che ebbe compimento nel1'VIII, in quegli altri giorni memorandi del 1861, cui si prepara la celebrazione centenaria del 1911. Possa 1'evocazione dei felici e splendidi natali dell'Italia libera ed una rendere agli italiani, che non li videro, piti prezioso il grande acquisto, di cui godono, della patria costituita a stato indipendente fra le grandi Nazioni, ed eccitare in essi le virtd atte a conservarla ed accrescerla i G. MANFREDI` ANNIBALE MARAZIO, deputato di Santhia nell'VIII I,egislatura, ci scrive : Dal Discorso del Trono che apri, il 18 £ebbraio 1861, 1a prima Legislatura Italiana, alla legge la quale statui che Vittorio Emanuele 11 assumesse per se e i suoi successori il titolo di Re d'Italia ; all'altra che determin6 doversi intestare tutte le leggi nel none di Vittorio Emanuele 11, per la grazia di Dio e volonta della Nazione Re d'Italia : e per ultimo alla proposta dei deputati Boncompagni e Audinot, approvata, con voto poco meno cheunanime, dalla Rappresentanza Nazionale, nella seduta del 27 marzo di esso anno -proposta che affermava 1'unita d'Italia con Roma capitalee tutto un ricordo, il quale commuove profondamente chi ama la patria. Altamente solenne fu 1'inaugurazione della Prima I,egislatura. Una folla innumerevole, accalcata per la piazza, aspettava il Re, che doveva recarsi al Parla.mento. Al suo passaggio, essa lo salutava con entusiasmo e lo accompagnava fino alle porte del palazzo. Entrato nell'aula parlamentare, Vittorio Emanuele era accolto con app]ausi, che non finivano pih, dalle tribuiie pubbliche, dalle tribune riservate e dai senatori e deputati numerosissimi. Bellissimo il discorso della Corona, sia nei propositi dichiarati, come nei propositi sottintesi. Ad ogni passo applausi vivissimi ; e alla fine del discorso grida interminabili : ttviva il Re ! >>. I,'inaugurazione del Primo Parlamento Italiano apparve a tutti la, solennita dell'Italia risorta, dell'Italia costituita in Nazione, merce una Dinastia, che aveva cimentato la vita e la Corona per redimerla ; assistita d:/, un grande ministro ; da un capitano - diceva il discorso reale - che aveva riempito il mondo della sua fama ; per la concorde volonta dei popoli ; e per lo splendido valore degli eserciti. Protestarono 1'Austria, i Principi spodestati e il Papa, contro la procla,mazione di Vittorio Emanuele a Re d'Italia ; rna le proteste furono vane. La successiva rivendicazione di Roma all'Italia, come sua capitale necessaria, indispensabile, afferlnata nell'interpellanza Audinot ; consacrata nella proposta Boncompagni ; voluta dal Conte di Cavour e da esso sostenuta valorosamente ; approvata da quasi tutta la Camera elettiva, parve all'opinione pubblica d' Europa una meraviglia di ardimento e di accorgimento politico. Ma dest6, nello stesso tempo, 1e passioni piti malvagie contro 1' Italia. ., ~ I nostri nemici, nelle Camere della.`stes;a Francia, ebbero parole di fuoco contro il Piemonte e non €dsitarono a dire che 1'oro piemontese aveva fatto 1'Italia. Stoltissimi ! Era la Casa di Savoia che, facendo sue le ardenti aspirazioni d'Italia, e sposandone la causa, si espose ai maggiori pericoli per cacciare lo straniero. Fssa tent6 nel 1848 1'impresa, rna fu respinta ; 1a ritent6 nel 1849, rna fu vinta a Novara ; finalmente nel 1859 ritorn6 alla riscossa e riusci. Niuna meraviglia che 1'Italia siasi ricordata della Casa di Savoia nei giorni della fortuna, mentre la Casa di Savoia si era ricordata dell'Italia nei giorni della sventura. Mirabile altresi la condotta di Torino. Mentre in Parlamento, da tutte le parti, dal Conte di Cavour all' ultimo deputato, si dichiarava e si sosteneva apertamente essere necessaria Roma come capitale del Regno d'Italia; doversi volgere tutti gli sforzi al conseguimento di questo gran fine ; 1a citta di Torino, sebbene il trasporto della Capitale a Roma fosse contrario ai suoi interessi, rimase tranquilla ; si dimostr6rassegnata alla sua sorte, e non proruppe menomamente in qualsiasi manifestazione contro i voti e la deliberazione del Parlamento. La verita a che mettendosi essa, insieme con tutto il Piemonte, a capo del1' impresa italiana, aveva imparato dal condo orat-ore, a dar 1'incendio. Fotogyafia, Can6. Clich6 « Augi4sta y>. ANNIBAI,E MARAZIO suo Pietro Micca, come osserv6 un fafuoco alla mina anclie a costo di sparire nelFelicissima ispirazione a stata questa di celebrare il cinquantesimo anniversario della proclamazione del Regno d'Italia con una Esposizione Internazionale delle Industrie e del Lavoro. Se la politica riusci a fare dell'Italia una Nazione indipendente e ordinata a liberta, il solo lavoro costante, d'ogni giorno e d'ogni ora, pud condurla ad una invidiabile floridezza, ; il solo lavoro pud farla moralmente e materialmente forte e degna di assidersi tra i popoli pith civili. ANNIBAI,E MARAZIO. -- 7 --
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