I,'ESPOSIZIONE DI TORINO visi tristi e gloriosi di prigionieri dei Piombi e di Castel dell'Uovo ; giovani che portano sulla fronte, come un raggio, il presentimento dell'epopea dei Mille, battaglioni abbronzati di bersaglieri delta Crimea che passano di corsa e stormi di giovani emigrati che sbarrano la strada agitando i cappelli alla carrozza di Vittorio Emanuele, in ogni parte cento immagini di quella vita ardente e tumultuosa„ piena di speranze e di audacie, di grida di dolore, di canti di guerra e di fanfare trionfali, che s'agit6 per 15 anni fra queste mura. 11 I,E VIE PO B DEI,I,A ZECCA centro di Torino ha una bellezza sua propria, invisibile allo straniero indifferente, rna che deve affascinare 1'italiano nuovo arrivato. Ogni suo angolo, ogni sua casa parla, racconta, accenna, grida. Ogni arco dei suoi portici a stato l'arco di trionfo di un'idea vittoriosa, sopra ogni pietra del suo lastrico si sono incontrati e stretti la mano per la prima volta due italiani di provincie diverse, due esuli, due soldati della grande causa comune : tutto vi a ancora caldo del soffio immenso di amor di patria che vi pass6, infiammando e travolgendo ogni cosa, come un uragano di fuoco. Quale italiano pud arrivar la senza sentirsi commosso ? In un giro di pochi passi, intorno al palazzo Madama, si vede e si ricorda tutto. In poche citta i luoghi e i monumenti pit memorabili si trovano meglio disposti per colpire tutti insieme lo sguardo e la mente. Ed a anche bella per 1'artista e per il poeta quella piazza vastissima, che arieggia il cortile di un palazzo smisurato. Quella reggia severa e nuda, dietro a cui si innalza la cupola della vecchia cattedrake, il palazzo Madama, cupo come una fortezza, sorvolato da nuvoli di colombi, 1a cortina bianca Tutte le strade, a primo aspetto, si rassomigliano ; tagliano tutte un lunghissimo rettangolo di cielo con due file di case di color uniforme, su cui lo sguardo scivola dal comicione al marciapiede, senza trovar nulla che 1'arresti. Allinea.te come lo erano i vecchi reggimenti piemontesi coi guidoni e le guide sulla linea, dopo un'ora di lavoro. Si va avanti, e par sempre di passare e di r passare nei medesimi luoghi. Si pud camminare ad occhi chiusi, non c'e da sbagliare. Ogni tanti passi, riaprendo gli occhi, si vedranno due interminabili Fot. Brogi. P|AZ,ZA STjLTUTO Cliche « Augustai.. MONUMENTO COMMEMORATIVO DEI, TRAFORO DEI, FRE|US vie diritte a destra e a sinistra, 1'una chiusa dalle Alpi, 1'altra chiusa dalle colhine. Qualche somiglianza con altre ci si trova : si ricorda la famosa via Toledo di Napoli, I,ivorno, certi quartieri di Marsi91ia e di Barcellona; rna qui c'e qualche cosa di speciale, difficile a definirsi : un non so che di pith rigido e di pith corretto. Non sono le case francesi, gabbioni con pretese di palazzi, parate di decorazioni posticcie, bottegaie rinfronzolite. Sono file d'umiliate schiere di alunne di collegio-coiivitto, grosse Pot. Brogg. Cmche a Augve8taD. VIA CERNAIA - GIARDINO E MONUMENTO I<AMARMORA delle Alpi che chiude via Dora Grossa, la cortiiia verde delle colline che chiude via di Po, quel contrasto di baracconi da fiera e di palazzi austeri, di folla e di strapito da un lato e di solitudine tranquilla dall'altro, danno a quella parte di Torino un aspetto signorile, misto di citta nuova e di citta vecchia, di gravita nordica e di gaiezza meridionale, di maesta e di modestia ad un tempo, che fa lavorare la fantasia come una poesia a doppio senso. Ma qui non pud farsi una idea di Torino il forestiero. Quetato il tumulto dei ricordi, bisogna che si inoltri in quella parte della citta che a compresa fra via di Po, via Roma, il corso del Re e il fiume. Se egli non a mai uscito dall'Italia provera senza dubbio una impressione nuova... I,a citta par fabbricata sopra un immenso scacchiere. Per quanto si giri, non si riesce che a descrivere delle greche perfette. massaie benestaliti, tarchiate, in abito da camera, che si danno francamente per quello che sono e spirano un'aria di bonta contegnosa, 1'amor della vita regolare, 1'abitudine delle passioni contenute..... Come canzoni monotone tristi e che finiscano in una risata argentina, tutte quelle vecchie strade, che corroiio da Levante a Ponente, vaiino a riuscire in strade spaziose e chiare, sboccano in piazze e in giardini, conducono ad una nuova Torino giovanile, attraversata da larghi viali, piena di verde, ribelle all'antica disciplina architettonica, dove al grande isolato succede la casa geniale, al grosso pilastro la colonna snella, al terrazzino la ringhiera, il terrazzo a balaustre, al giallo tedioso mille colori ridenti e leggeri; ad una Torino regolare e simmetrica, senza monotonia, che spalanca verso le Alpi la gran bocca di Piazza dello Statuto, come per aspirare a grandi ondate 1'aria sana e vivificante della montagna. Tutta questa parte di Torino riceve un riflesso particolare di bellezza dalla grande catena alpina, che corona 1'orizzonte delle sue smisurate piramidi bianche. Pare che le Alpi mettano nelle sue piazze e nelle sue strade tranquille il sentimento del silenzio immenso delle loro solitudini. Da ogni parte spuntano le loro cime ; tutto si profila sulla loro bianchezza ; 1e ultime case di Torino sembrano fabbricate alle loro falde, in memo di un'ora pare si debba arrivare ai piedi delle prime montagne......... EDMONDO DE AMICIS. -66-
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