L' Esposizione di Torino: Giornale ufficiale illustrato dell'esposizione internazionale delle industrie e del lavoro 1911

J,' ESPOSIZIONE DI TORINO detta di taluni sarebbero uua negazione dell'arte. E non è, proba• bilmcntc, chi essendo passato per la galleria americana non ricordi una serie di vasti ritratti, in piedi, su sfondi di piante, i quali rie - ..·ocavano l'aspetto di alcune grandi figure nazionali, da Washiugton a Lincoln, da Frauklin a Roose,·clt, e via via. E i riguardanti si davano delle strizzatine d'occhi , e sorridevano a fior di labbra dinnanzi a quel mosaico di verdicini, di gialli, di rossicci, e dicevano in cuor loro, cd anche talora ad alta voce: « Che bel matto d 'artista! ». Eppure in <111csti ritratti del Butlcr era anche, con ricerche <li tecnica d'un g11sto assai dubbio, qualche cosa di vivo e di iute• Ed anch'essi sono forse a quest'ora polvere e frantumi. « Pulvis es». E in polvere ritornerai. F. il destino delle cose <1uaggiù, cd è oramai il pensiero ossessionante in chi s'aggiri per il parco del Valentino. La mente rievoca e se su alcune rive non si sofferma, su altre si indugia con un senso di rimpianto, cercando di ricostruire colla memoria ciò che oramai non è più se non uu insieme di musi squassati e dilaniati e di ossntme enormi. E un ultimo omaggio a ciò che fo. Qualche pennone conserva ancora un rimasuglio di stoffa avvinghiato all'asta, come una creatura, che una mano violeuta voglia strappare al seno della madre. Il tricolore è stinto, è quasi irriconoscibile: il vento l"ha Incerato, la pioggia l'ha reso fradicio, ma esso s'ostina a rimanere in alto, povero naufrago aggrappato disperatamente all'albero della nave , che lentamente affonda. Qua e là s'alzano, intorno agli edifici, gli alti castelli di legno, a palchi sovrapposti. che i nn1ratori usano per costrurrc. E sembrano antiche macchint g11errcscl1e, uscite dal vicino castello fc\1dalc per nn1ovcrc ad un qualche assedio, in un sogno di conquista. Disposti intorno al padiglione della Turchia, essi potrebbero avere oggi m1 non so che di simbolico. i\!a, cosa cmiosa, il pndiglioue della più o meno Sl1blilne Porta è ancora fra i pochi edifici rispettati dal piccone demolitore. Spicca, nella graz ia delle brevi Cou questo 1111mcro complctia1110 I(, rass1:g1w dd/"llsposizio11c, e app1111to a scgmm: quasi in mu1 11ota di dokc 111da11conia i/. distacco. diamo iir fm:o/tl scpamta 1111 magnifico P11stdlo ddl'-i!luslrc pillorc Amfrrn Tt11·a11frr : Notturno al\'Esposizioue. I prossimi fascicoli saram10, co/1/e abbfrimo gi& a11111mzialo. d.,sti11ali a raccogliere l' Elc11eo Uffecia/c delle Prc• mi11zio11i.dcg11ocomplc111c11/od1'. qu<"sla gramlcgara ddlm:oro momliak. Pcroiò. ilwccc di uscire s1:p11ralamc11tc. l' Ek11co Ufficiale sa,1ì pubblicalo iu 1mgrosso fascicolo di circa 1llfccc11/o pagine. che fovicrcmo a t11/li gli ablxmali . arcate eleganti e dei vivaci colori degli arabeschi, sul fondo cupo dei mattoni del castello e del borgo medioevale . Ed a gi l1dicnre da certi avvcnimc11ti d'oggi, non sembra davvero grande la differenza tra la civiltà vecchia del medioevo e <111ella invecchiata della nostra attua\enemiea. Pensava a ciò il fotografo, che vidi comporre in nu religioso ricordo del passato anche questi ultimi segni intatti della mostra che fu? Certo, se è vero che per iniziativa di alcuni egregi cittadini si vuole istituire a Torino un 111\\SCO della fotografia. dovranno comprtndcrsi in questa mostra, atta a rappresentare il contimto progrc;;;;o di 1111 mcccauismo che tende a divcnirt un'arte (e già in parte divc1111c) i ricordi della passata Esposizione. La notevolissima collezione di fotografie, che animò durante gli ultimi mesi di vita dell'l<',,,posizionc le gallerie del salone., dc<licato alla raccolta di strumenti musicali, ht infatti non solo un nuovo cccitumeuto a realizzare l'idea di dotare 'l'orino di una ricca documentazione fotografica, a simi gl ianza di altre città estere. ma fu l'ultima co11scgucnza di quella mostra internazionale di fotografia che, promos.<;a con notevole slancio e fervore di idealità dal cav. Cominetti, parve rivelare pet la prima volta alla nostra città, e in modo abba;;tauza completo, che cosa potevamo oramai ripro111ct• tcrci• dai progressi continui dc\l'invcm.ione di Nicpce e di Dngucrrc. :Ila basta con le rievocazioni e con il solitario, melanconico aggi• rnrci tra le rovine . Ecco, del resto, un segno di signorilità e di resi - stenza . Le vetrate., non hanno triste1.za di ampie ferite: le intelaiatine sono fresche cd intatte. Intatti i muri. Dopo aver visto sorgere intoruo a sè la città magnifica e candida, come in una creazione di sogno, il « R<'staurant du l'arc •, creato soltanto per la gioia del senso, sopravviveri1 al!"vpera iutcsa a glorifi<.:arc l' ingegno e la bel• \ezza feconda dell'imìnst ria umana. Un poeta vi scorgerebbe un magni!ico simbolo. :\la anche di simbolii.il lcttore, che mi segui eort<:scmc.,ntc in queste balorde diva• gazioni, ne avrà abbastanza. D'altra parte, a ricordare l'Esposi• zionc in uua delle più zrandi con<111istc della civiltà non resterà il ~ Palazzo della Stampa ?» E. FERRETTIN I . Il Chiosco della Casa MOET et CHANDON = :,72 =

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