L' Esposizione di Torino: Giornale ufficiale illustrato dell'esposizione internazionale delle industrie e del lavoro 1911

I,' ESPOSIZIONE DI TORINO dei fiori, il mormorare dell'acq11e , lo stormire delle foglie , il bacio dato 1111 sorriso. llla chi potrehb<: dire se più l'abbiano allietato k: del sole, di <1t1e!lo che anebbero potuto a\·er<: nei chi11si musei e pomp(: dei cortei regali, legar<: d"ar111i, !(: diSpni:a7.ioni dei dotti, nelle vetrate gallerie, sotto !"occhio di \"igili guardie. i lampi d'iutelligeuza, i sogni d"amore dei tempi tmscorsi,_o le feNcl r622 il cardinale i\lanrizio già abitava !a Vigna, non stnnrnndosi di apportarvi miglioramenti, come nppar<: dal registro della ; guardaroba e delle fabbriche di questo principe. 111 questo luogo di delizia non solo passava tranquille ore di pace, ma dava luogo a intellettuali divagaY.ioni. accogliendo ora nei giardini. ora nei padiglioni, ora nelle sale del castello, gli eletti ingegni aggregati alrAcc{//fc111ia dt!i Soliughi, eh(: <,gli. a somiglianza di quella dei Desiosi di Roma, a\·eva ivi fondata Dietro il castello, o fabbricato della Vigna. sta un piazzale semicircolare, cinto da un muro ornato di nk-chie con statue, il <1ualc, aperto al centro da una <.Xlrdouata cd ai fianchi da due archi, lascia \·edere in \onta11nnza tre prospettiv<: di mirabile efl(:tto: un padiglione, un bch·cdcre cd una tcrrnzza. Il giard ino si distende in forma di anfiteatro, distribuito in cinque dh·(:rsi piani paralleli. congiuuti da dcdid ombreggiati da pini cd abeti, da larghe siepi cli carpini. da tondeggianti doppi cc;;pugli di mirto e da numerosi alberi fronzuti e fruttiferi, chiusi in fondo da folti, Yerdcgginnti boschi. Dal padiglione centrale o /Jclvcdcrc scorgesi non solo la Villa e rin~ieme dd parco <.."Oi suoi declivi e piazzali. boschetti e giardini , monumenti e fontane, ma In valle del Po e J"intcra Torino, protetta dal contrafforte d(:] l\!011- \·iso e dd Ìllusiuet e dalla maestosa catena delle Alpi Cozie. 1 tramonti e le auror(:, le notti stellate e lunari, veduti dal belvedere, lasciano ncll"animo un ricordo imlimcnticabilc: come fantastica e poetica è la vista della sottostante cittiì nelle ore notturne , quando il buio della collina fa contrasto col chiarore del piano disseminato di lampade, fanali, lumi, che, quali lucciole sc intillauti, ora in linea diritta, ora a circolo, ora qua e là dispersi, mandano rOSS.'lstri ccl a7,zurrogno!i bagliori. Due giardini di forum q11adrata chiudono simmetricamente il pia1,r.ale d'entrata a! ca~tcllo o ,·illa. Crescono in questi, i11sicmc a rose e crisantemi, alberi di pesche e susine, di mele e ci liegie, i quali, piccoli pigmei. fanno a seconda delle stagioni, con la loro chioma ora rosea e hianca, ora verde, ridcnt(: contrasto col colore cupo d\m colossale abete la cui cima supera d'as;;.ii il castello e che, muto testi111011c, ha osservato cd ossen·n la \·ita vegetativa e quella mnana_ch(intomo~si~svolgouo. stosc grida infantili , le speranze della giodnczzn, le liete e dolci" promesse dell'an·euire, che attorno a lui ora s' i11tr<X-ciano? Il pa~snto è sc?mparso sotto il velo dei tempi; il futuro attira col fascino deU"ignoto; e !"abete cupo cd immobile, alla tempesta cd al sole, attende di giorno in giorno il c.111to degli uccelli, e !'argentino riso delle bimbe; d'anno in ,umo il risbocciare dei fiori e, i! ri11\"crdire d(:]]C piante; di secolo in se<:-010 il progredire del peu• siero cd il riuno\"arsi delle gemi. Davide lkrtolotti, a png. 97 della sua D1:scrizio11c di Tori110, . addita la Villa e i suoi t-<>ntomi come una delle cose più interessanti che possauo scorg<:rsi da Piazza Vittorio Emanuele. I! Gross i seri\"(: che la Villa fu fabbricata dal Victtoli romano, . cd il Cibrario lo ripete: ma il Conte V. E. Gianan.o di Pamparato. che nella prima edi1,ionc del \"O!u111e Il Prillcipc Cardi1111/ Ma11rizio di Sm;où1 pur segue tale idc.i. dopo ulteriori ricerche cd appoggiandosi ad autichi scrittori. la crede di Vittozzi d 'Orl"ieto. opinionc che io condivido. Nel secolo xv11 il Conte di C.istcllamoute l'ampliò, e dopo di lui il Coutc di 'l'a\"iglinno. Nel 1679, cioè 22 anni dalla morte del Cardinale, Paolo Antonio ;l[assazza, conte di Vald.indon.i, ne rim10\"Ò la facciata: e dicci anni dopo vi !a\·orò l"architetto Ìllor;1ris, ;;<:condo le istruzioni avute dal tvntc Novcllonc di Sca11ddh17.za. Fra le innova1,io11i portate in quest'nltinto periodo alla facciat:i. vi è !a balaustra in cima alla pari'<: centrale del Castello, ornata Prima ancor.i che sorgesse l"antic;i \lig11n egli. guardava la col- cli sci statue dello scultore 13crncro, specie <li leggiadra corona che !iun cc! i monti. Lavoratori cd artieri, chierici e cardinali, dotti e dà snellezza cd clcgauz;i .il fabbricato. guerrieri , principi e regin(:, educatrici e fanciulle hanno a lui man- Vittorio Amedeo li molto 11e curò l'abbellimento interno.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTUzNDA1OQ==