"AVE CAESAR... ,, INAUGURANDOSI IL PALAZZO DEL GIORNALE u1-:sT0, e non altro, il s:1\ uto dronirsi dei piccoli e dei grandi segreti, di imprigiouarc nella propria che i padiglioni della Cittlt ani ma parte di quella, invisibile cd 01111iprescntc, che pulsa nelle meravigliosa cd cflì mcrn ri- macchine a compo rre come 11cllc rotative, nelle modestissime e volsero al fr:Hclloultimo\·c• laboriosissime piegatrici come :11<:-ila colosstilc e mostruosa 111:1.cnuto nella \Mr ia che popola china per la fabbricazione della carta. di ,·isioni supe rbe il parco Uno scoppio di applausi trn il subito silenzio, uu piccolo circolo d<'l Vakutino e la destra aprcnt<$i attorno al ministro, S. E. Calissano, che sopraggiunge ri,·a del l'o. iu automobi le, indicano alla folla 1rnmcrosissi111a degli invitati Cesare, vcr:1111c11tc, per ];i l'ora solcnuc. J,c Autorità si affrettano ad introdurre il rapprescn- \llaestà e la stabilità della tante del Governo nell'atrio, mentre Tommaso Villa, con l'orgoglio sua costmi.ione. che gli JX""r• dell'uomo che sente ancora una volta la grandezza del posto a cui inette di conscn:ar,;i n{'\ seppe assurgere per tenacia di propositi e pe r dottrina, apre la tempo tra i sudditi caduchi, serie- non lunga dei disco rsi. il Palazzo dtl Giornale, sin• tesimirabilcdiquestanostra :\lost ra del La\'o ro, a\'eva diritto al l'omaggio che chi passa ,leve a chi rimane. e questo omaggio lo ebbe intero e solenne. Nè poteva essere alt rimenti: ultimo atteso e desideratissimo ospite, il Palazzo del Giornale è ,·c1111to a coronare C(.)11 una grandiosa ope ra architettonica - artclìce il trinomio Salvadori-1.-enoglio• Molli - 1\11 sogno s111>erbo di organizzatori audaci, recando nel suo \'Cntre eno rme i misteri della formazione di quell'organo potente della civiltà moderna che è il Giornale nelle sue mani · fcstaz ioni (>ili varie. E il pubblico gli fece 1111 'accogl ienza festosa: quella delle grandi occ:isioni , aggirandusi, prima anCQra che l'ora della cerimonia unicialc fosse venuta, attraverso gli sla11ds, desideroso di impaIl discorso di S, E. Villa li:trr/lc ,rca r &iç 11ori! Gr:1,:ic ,H CS..-<tTC v,:,nnli frn noi. in questa giornata nd la <1ualt:, s up<'rato ogni <.>Sl"~-olo t: .-inia og11i difliL-ol t:ì. c i <l ,iato di pokr :,prire "I imhhlko la solenne m,;.SC'gna ddla pi,', nohilc: ddk arti. Ddl':ntc ddla Sl:llll])tl i di cui (ITOl.iolti 1X'11t'\r:,no l'gnalmt'llle 11.-lla CaS.'l degli un1ili con1c in <JUt•lb <kgli abbi,m1i: chi: folt:o libro o giorn:,lt: o s,:,mpl~ iq;lio <l accolta con allcttuo,;.-, prcmum nella scuol:o , coni(: nd labora- \orio, nel le ç:,s,c ,:, ndlc stesse \'ile ,kl phì piccolo Comune. l·d alimtnta in tutti i suoi rapport i b \'il<l intelle\luale, poli1ica, ('t.'OHo n1ic:1 ,Mia :,/:,iionc: che diffonde L'Oll'l piiì 111cr:l\'Ì);liO.'l-• r"piclit:\ é 11dlc pii> remote plai; hc il pensiero c h e n:,.'!CC .olit:irio ndl:i ce lla dello studiO/ìO, :u1tlamlo ad aCCT<'SCCm q;n i giorno il 1.:,trimonio iutc.-llc\\uale dcl l'acM'.
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