I,'ESPOSIZIONE DI TORINO 11, PAI,AZZO DEI,I,A MOI)A IL PAI,AZZO DEI,I,'URUGUAY i (-r=fai\-zfgc`-g%ii&|L-pr::a; - s± `l-` ## ffi ife 4 ~ _ ^!TRE&¥# ¥FF3iEHE3%.:^=`fg±2j ;;,y;{^:(a.,s£Q:.!-A.i A 2A~g%~2-='€..`, . t, ;;¥£=.^iFt^A J':::TTtTT T .. T. .i+ TT `4,X?, •L* ^`3rf_jQ}y,dIA`ap x's#2^g;.T!:lr,,£.|xzc<==:;I"_y<`i=:{> x:~Aas F Iffg& ri, A a ,2~,~RE - i .„ (^JEiHRE, .i;l\( , _ ; i"`,- S` `~ i:i::,I:ir-.2ar `al:I `„.-,/-` ir. a , - `^2_ ii LLJi\-.--. J`+ -- te', aifr--,,JT tI,(I •1# ?¥€\ '*ffi . ~ , `,fe^`i\zy£6J`A -.r,\T-:Pry:pr,ff~,A.ckj,^uth``7c;=';3tt-`.`. -.ch`rL<<y±^=t:~y;:,:t r='g`ur i,a-),?,,; •Ja;i?i,y =^-„ .'= ?(,: I,.r('`%:(I:#`y. '_(rd-iin`-,inftyqux+ a:t' ¥:q` th TX^ LL»Fq:ife.~ ^` chyjin*. IL PAI)IGI,I0NE DEI,I,A (( CITTA DI PARIGI » - 392 - Voi vi aggirate per la imponente galleria delle macchime, e vi sentite piccoli, umili, meschini in tanta apoteosi di forza. I,e enormi ruote si allineano sul vostro passaggio mere, 1ucenti, formidabili, rivelando la potenza dei loro ingranaggi; non un atomo della loro vita ga91iarda muove 1'aria all'intorno : immobili, fiere, come colossi che riposano, esse in questa loro immobilita sembrano segnare meglio i limiti della loro potenzialita. Poiche il concetto della forza deriva in certi casi assai pith dalla stabilita, che non dal movimento. Nella macchina in azione noi uecz¢.cz7#o: nella macchina ferma noi se7¢- £¢.cz7"o. Quella potenza di sfogo che ci si rivela intera nel primo caso, ci si manifesta al pensiero magnificata dalla grandiosita del congegno, che noi possiamo tranquillamente esaminare in tutta la superba bellezza del suo intimo meccanismo. Noi non sappiamo di che sia capace il colosso che ci sta innanzi. Noi sappiamo soltanto che la volonta dell'uomo sapra, con una leggera pressione della mano, collo spostamento di una leva, eccitarne tutti i pith reconditi elementi di energia„ E allora di che sari esso capace ? A quali miracoli lo costringera 1'ingegno dell'uomo ? La nostra mente si esalta : il congegno possente, che ci sta innanzi, immobile, severo, diventa per noi quasi un simbolo. Un simbolo della gagliardia del pens.i,efo e dell'attiv.ita umana. La curiosita che ci domina assistendo al rfueraviglioso coordinamento delle diverse parti nella lriacchina, nell'atto che essa produce, qui, nell'immobilita silente, si trasforma in raccoglimento. E la mente va a ritroso nei secoli; corre ai primi tentativi delle razze primigenie; e da essi ad oggi vede distendersi innanzi un'ampia, un'indescrivibile visione. E 1'umanita che lotta tenace alla conquista; sono mi91iaia e migliaia di ricercatori pazienti, di inventori di genio, di operai tenaci che formicolano in un piano infinito, tutto cosparso di fumiganti cimiulere; solcato da fiumi domati e raggianti al sole; percorso da vaporiere serpeggianti tra sibili stridenti in ampi pennacchi di fumo ; adombrato a tratto a tratto dall'ombra fuggente di un areoplano. E dai solchi fumanti, dalle dure zolle sventrate dalle erpici potenti, dal suolo sconvolto, rna dominato, non pith si eleva la dolce egloga vergiliana„ e non pii`i si diffonde intorno il suono della zampogna pastorale scandente il passo alla tt lenta maesta de' buoi )>... Bensi un inno fervido e possente si eleva verso le nubi, e nell'inno a un accento di sfida ad essa: tt Conquistammo il suolo, varcammo i mari I Voi pure domineremo, o infide e tremende potenze dell'aria !... >>. DDt> Ma vedete un po' ove m'ha trascinato questa mia mente balorda e divagante ! A dire cose, che potrebbero forse avere un qualclie effetto se ravvivate dal verso luminoso e sonante d'una cantata inaugurale ; rna che, gettate gil`i cosi, e pure essendo sincere e intimamente sentite, devono fare 1'effetto d'un impa,raticcio, d'una composizione -mi perdonino gli studenti i -di terza liceale. Ritorniamo, ritorniamo un po' a noi ! Dicevo dunque che il C`omitato non trascur6 il (( 1a,voro in azione t>. Ed a naturale che la folla di cid si compiaccia. La vivacita del movimento meccanico sembra infondere vivacita nella folla; dai g7¢#cZ¢. erompono esclamazioni di ingenua sorpresa da fare invidia ai bimbi; il compiacimento di chi sente di divertirsi, e di imparare qualche cosa ad un tempo, mette di buon umore, rinfresca il cuore ed alleggerisce la mente. Cosi si torna a casa soddisfatti ed anche - perche no ? - alteri per questa grande manifestazione di volonta, di energia, di bellezza, che alcuni uomini tenaci e intraprendenti riuscirono a creare per il nostro piacere pit`i grande e per il decoro di Torino e d'Italia. Ed a questo il premio migliore, cui valentuomini simili potessero aspirare. E. FERRETTINI.
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