L' Esposizione di Torino: Giornale ufficiale illustrato dell'esposizione internazionale delle industrie e del lavoro 1911

I,'ESPOSIZIONE DI 'J.`ORli\'O E sari questo forse 1'unico edificio, intorno al quale si appassionerflnno veramente gli anlmi, dividendosi nettamente in due schiere. Per tutto il resto ognuno, com'e naturale, potra fare parziali riserve. Ma indubbiamente sari ingiustizia il non volere che gli architetti Molli, Salvadori e Fenoglio abbiano dato all'insieme un aspetto monumentale, allontanandosi coraggiosamente da molte tradizioni e buttando a mare una quantita di vieti pregiudizi. D'altra parte non a ancora giunto il momento di un sicuro giudizio. Ogiii ora, c.he passa, da a qualche edificio novella grazia di fregi; ogrii impalcatura, che cade, rivela qiualche palte, che p,iova all'equilibrio ed all'armonia dell'insieme. Vi sono costruzioni che vi appaiono improwise allo sguardo, come cose iiuove: eppurc eravate passato dieci volte iiinanzi ad esse. Soltanto mancava loro quel non so che atto a fermare la vostra attenzione. Forse un partito ornamentale ? o uiia gradinat,a ? o una nota di colore ? E chi lo sa ? Certo qualche cosa a venuto in un momento a completare, anzi a dare vita a quanto il 1avoro di mesi non era bastato a pot-re in evidenza. E non a questa una tra le sorprese memo grandi per „ chi si aggiri in questi ultimi gioriii nei locali clella mostra imponente. Un'altra particolarita a quella derivata dalla parsimonia di pitture decorative all'esterno degli edifici. Se eccettuiamo il salone delle feste, che sul fianco e sulla facciata ha alcune allegorie, con molte figure dipinte dal Sobrile e dal Premoli, e poniamo con esso il padiglione del Siam, quello della Serbia, quello dell'Ungheria (e probabilmente converra aggiungere anche i palazzi della Turchia e I orse della Russia) noi troviamo ovunque abbondanza grande di stucchi; rna pitture no. E non sono molte neppure negli interni delle gallerie, e limitate (tranne nel salome delle feste) a puri lavori di ornamentazione senza figure. C) A a) Nondimeno una delle fonti maggiori di studio e sovratutto di diletto per il visitatore sgorga dall'osservare quello sciame di lavoratori che, nella varieta delle gallerie, pud ben paragonarsi ad una moltitudine di industri formiche, agitaiitisi sotto la volta formata dai fili d'erba intorno. D tl i:J Questo aspetto fuggevole, questo ultimo momento di creazioiie io vorrei potere fermare su queste pagine. Ma come ? I,'Esposiz,ione appare un po' come una signora, che avanti allo specchio va oriiandosi per una grande festa. Velluti, ori, sete, plume le sorridono intorno, in una armonica e gustosa confusione di cose. Ed ognum di queste cose ha il suo valore ; rna di quanto valore crescera quando le nude spalle riceveraniio i tenui veli e i giri di perle si adagieranno sul collo delicato, e la bianchezza diafana delle carni parra trarre iiuovo risalto dai colori delle vesti, avvicinati con gustosa perizia I I,ocomotive sbuffanti ; vagoncini e carri affannosamente incrociantisi; gywes protendenti coil ritmico moto le braccia poderose; voci rauche di carrettieri eccitanti i cavalli ; schioppettii di fruste ; stridore d'argani; incrociarsi di domande e di risposte ill varie lingue... E in tutto questo diavolio qualche cosa di ordinato e di tranquillo, che meraviglia. I tremila e pii`i operai, 1e centinaia di commissari, che atteiidono ai lavori di ordinamento, sembraiio ridursi a poche persone. Non domina intorno 1'affanno di chi sente alle spalle urger 1'ora, e iiell'affanno lion trova consiglio, e s'indugia, mentre vorrebbe far presto. Ogni cosa sembra invece aiidare da se al posto che le conviene. I cumuli enormi di casse si squa91iano (non trovo altro verbo pith espressivo e pii`i corrispondente al vero) come neve accanto al fuoco. Passate faticosamente, facendo ad ogni momento i conti con le leggi della resistenza e del1'equilibrio per non dare di voi ameno spettacolo, Ira un affastellamento di travi, di stucchi; varcate alla meglio un fossato; girate prudenti intorno ad una piramide di casse, che sembra stare su per miracolo di statica. Ripassate il giorno dopo... Travi, fossato, stucchi, piramide... tutto e scomparso. 11 terreno a liscio e pulito sotto i vostri piedi... Chi ha fatto il miracolo ? Mah I... Tutto si agita, si regola, si compie come per impulso meccanico. Si direbbe che le grandi macchine gia mostrano le loro forme robuste e mere e qua e la rilucenti al sole, sieno le generatrici di uiia forza misteriosa, che alitando intorno, generi il movimento delle masse operaie. I,'imperturbabilita del]'uomo, ridotto ad una macchina, qui si manifesta anche nei lavori, che concedono, ed aiizi richiedoiio, una pii`i grande liberta di movimento. Una volta si cantava; si palleggiavaiio botte e risposte: si rideva. Ora a il silenzio vigile ed operoso; a la respoiisabilita di tutti e di nessuno; 1a responsabilita del domaiii, che guida il blaccio, che suggella le labbra. E intorno i commissari vaiiiio, vengono, e i loro ordini sembrano anch'essi inspirati ad un desiderio di laconicita, davvero notevole. Interessanti sovratutto gli opei-ai forestieri, nell'atto di mettere insieme le macchine inviate dalle officine cui essi appartengono. Colt quale cura gelosa estraggoiio i vari pezzi dalle casse ! E come si fallno a pulirli coil atteggiamenti delicati, che sembl.alto car-czze, sorricl.enclo all'acciaio che lampeggia, al feri-o, che non da riflessi, rna nelle tinte cupe conserva un non so che di a.ccigliato ! Cia, queste macchine anche per noi, profani, emanano sempre un fascino singolare. Immobili, incomplete, talora abbandonate ancora sul suolo, come cetacei enormi, che un colpo di mare abbia gettati sulla spiaggia, esse non ci rivelano nulla; 1'unica attrattiva che dovrebbero avere per noi, dovrebbe essere in relazione con il lavoro che esse producono. Ma il movimento, che solo pud farne qualchecosa di vivo, maiica ancora... Eppure stiamo li, fermi, a guardarle, senza sapere se il 1oro ufficio sia quello di general-e una forza motrice o di produrre invece il velo o la carta che avra del velo la leggerezza e la finezza, il drappo o 1'ago che lo cucira; il chiodino od il bottone, e via. via. E la fantasia intanto corre e divaga, e divaga e corre anche piti quando cid che ciLsta dinnanzi raffigui-a Fo°t€:][t[i,ddfa[::S;£¢:,e„nta'±Cd::oftao]]':1:r;[enig;repevde£[:::::ca££s?::g:!::48:'£: nanzi agli occhi i progressi della marineria commerciale e di guerra, mentrc un'idea formidabile di cid che siano certi congegni guerreschi ci a data clai grandi cannoni d'acciaio -veri questi -e per il belle clell'umanita, pur troppo ! Che dire poi quando a invece un'altra forma di progresso - pacifico questa volta - che ci si para allo sguardo ? Come non provare un certo senso di commozione contemplando la prima locomotiva e i primi carrozzoni dimessi, piccoli, incomodi, messi accanto alla I amosa macchina uscita teste dalle officine italiane, atta a divorarsi i centotrenta kilometri all'ora e ai carrozzoni d'oggi ? Certo alle comodita 1'uomo si assuefa assai presto. Ed a perci6 che pid ci si da e pill pretendiamo. Ma quale lezione di legge di adattamento ci da lo scomparto dedicato alla mostra ferroviaria ! Ma noi percorreremo insieme a poco a poco, e con agio, tutte queste gallerie. Oggi non a il caso di correre troppo la posta. Siamo appelia all'inizio. E lo spettacolo, fuori, a cosi incantevole ! Si animano di una leggerissima tinta rosso dorata le Vittorie alate, che dall'alto delle coloniie fiancheggianti il ponte monumentale alzano le braccia protendendo coroiie, in una visioiie magnifica per grandiosit;i. Nel fondo, dominante sulla colliiia, fiancheggiato dai due campanili, come uii pastore, che spinga ilinanzi il gregge dei bianchi edifici, superbi delle loro cuspidi, dei ricchi frontoni, degli ampi colonnati, delle cupole, si tiiige di carnicino ai riflessi d'un cielo al tramonto il tt Castello d'acqua )): 1a meraviglia di domani, quando dai cento getti d'acqua, dalle cascatelle, dai rivoli serpeggialiti, fasci potenti di luce elettrica trarranno una pioggia di smeraldi e di zaffiri, di diamanti e di rubini... E le frondi, d'un verdicino tenero, s'animano cli cinguettii, e gruppi di giardinieri, proni, preparano la ricchezza delle aiuole, mentre lo smeraldo dei prati si punteggia di bianche margherite... L'autoscafo (( Torino )), che ieri appena ebbe il bacio del vecchio Eridano, si culla dolcemente sulle acque. E queste acque continuano a discendere lente tra le due 1-ive, come attardandosi per raccogliere nel 1oro seno il tremolio degli ultimi riflessi degli edifici e del nostro cielo piemontese, e portarli con se, verso terre lontane, come il segno di una buona iiovella, di un lieto avvenimento, che sta per compiersi ; come un invito, cui da lungo debba corrispondere la grande voce augurale d'Italia tutta, nel none-santo del suo Risorgimento. E. FERRETTINI. -SIT -

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