L' Esposizione di Torino: Giornale ufficiale illustrato dell'esposizione internazionale delle industrie e del lavoro 1911

L'ESPOSIZIONE DI 'I`ORINO quale appare la visione di Cristo crocefisso, con quattro ali. Dinanzi a lui un Irate, accova,cciato, dorme. Intorno a un ricco paesaggio : tra, piante e rupi, al di la di un fiume sorge una citta. Tutto a reso con una cura de' particolari ina,udita. Basti il dire che sul fiume dello sfondo scorgesi una barchetta di un sette od otto millimetri di lunghezza. Ebbene ill essa si distinguono benissimo sette figure, e pith lung.i la riva i popolata di persnnaggi anche pih piccoli. Ora cid non basta a creare una granile opera d'arte: siamo d'accordo. 'Ma la` minuzie nulla ha qui della, miniatura, sempre un po' fredda e artificiosa. Qui un largo senso della poesia del vero, attentamente osservato, meravigliosamente reso, penetra tutt-a 1,obefa-, ingran: dendola, f acendola assul-gel-e a vera dignita d'arte. Minoi-e a invece 1'espi-essione di Sam Francesco. I,a ricerca umile del vero qui nocque all'artista, e il santo a ben loiitaiiodall'apparirci circoiidato da quella aureola di poesia elevatissima iiella semplicitci, onde ci appare nel quattrocento italiano, o attraverso i ¢o/G#¢.. Comunque - Cia la pittura opera di Giovanni o cli Umberto Van F,yck; abbia dessa, o memo, una importanza psicologica, noi non possiamo a memo di ammirare in essa quel forte e acuto senso del real 1ismo, cosi caratteristico nella vecchia scuola fiamminga, e che appunto iliiziandosi coi fratelli Van Eyc`k contribui, probabilmente, a`far penetrare in Italia quel culto arcl.ente per.1a verita, ehe poc`o do|]o ebbe nci fiorentini, e speciftlmeiite in Masaccio, ulia serie di seguaci cli I)rimo ordiiie. Haiiiio altresi una importanza liotevo]e nella storia del1'arte fiammiiiga iiel Quattrocento quel Peter Cristus, da cui SCU01,A perche indottovi dalla, grande quantita di figure che popolano i] gG.wd¢.z¢.o w7".ucyscz/c dello Spranger. Affacciandosi alla meta del Cinquecento la pittura fiamminga viene a dissetarsi alle correnti copiose, rna troppo sensuali e corruttrici dell'arte italiana, e perde in grande parte il suo carattere raccolto e originale. Alla loro volta gli italiani ne trassero profitto, poiche, come bene scrive il Burckhardt, essi sentirono tt tout le prix de cette gravit6 €gale, que jamais ne deconcerte une recherche de la beaute tres indiff6rente en pareil sujet >). E mentre ai tempi di Michelangelo si apprezzava il valore dei quadri fiamminghi, pith ¢G.a. delle pitture OLANDESE REMBRANDT]VAN RVN (I,eida 16o6 - Amsterdam 1669) \/'ECCHIQ DORMIENTE forse Antonello da Messilla apprese la tecliica della pittura ad olio, inventata dai Van Eyck, e Rog.er de la Pasture (pih conosciuto c.ol nome fiamming.o di Van der We)Tden.), solo. mistico tra i pLittori fiamming-hi di quadri sacri. E 1'ulio e 1'altro sono rappresentati nella nostra Pinacoteca insieme con altri .artisti venuti pith tardi, rna bene apprezzati. Tali il Van Orley, il Mabuse, ]o Spranger, ricordato da una curiosa imitazione del g¢.wd¢.zG.o w7„.I/c!?scz/e del Beato Angelico : quadro ricchissimo di figure nei pith svariati atteggiamenti, rna freddo nell'insieme, mentre pith interessante riesce invece per la rievocazione storica un altro quadro di centinaia di figure, attribuito al Sallaert, quadro che rievoca la processione detta dczs ¢"- cc!Z/Gs d" S¢b/o", a Bruxelles, ai tempi di quell'Isabella Clara Eugenia, che saluteremo pith tardi, superba di austera bellezza, tra le tele del Van Dyck, onde a fatta preziosa la nostra raccolta. 11 Sallaert ad ogni modo e pittore belga del 6oo, e soltanto lo nominai italiane, dai maestri di Fiandra traevano i pittori del Quattrocento nuovi ammaestramenti nel paesaggio e nell'architet1 ura. Ma non a nostro compito 1' indagare oltre i confini della nostra Pinacoteca, e soltanto di alcuni lavori vogliam parlare, bastevoli a giustificarel'importanzadel1a collezione. D'altra parte col Mestys, col Mabuse, con Bernardo van Orley, - interessante assai nel quadro ricco di figure (( piene di vita e di individualita e di particolari belli e accuratamente condotti )> (Jacobsen), ove a rappresentatoil miracolo di un re di Francia, che guarisce gli scrofo]osi - noi ci avviciniamo al periodo della decadenza della scuola, oramai italianizzata. Noto peraltro anc`orcL un' Adorazione deb Re Magiv chi Gero1amo van Aken, detto Bosch, cosi per il valore del dipiiito, come perche questo pittore mi agevola la via a parlare di quei maestri Olandesi del Seicento che sembraiio ill parte avere attinto lo spirito di osservazione ridanciana, serena e qua e la aiiche satirica, al realismo gustoso del vecchio pittore di Bois-1e Due (146o-1516) ed a quel Breughel detto VG/owys (1524-1569), di cui la nostra Pinacoteca.`possiede altresi ale-une sceiie animatissime di sagre campagnuole e vari paesaggi di uii gustoso Sapore. AAAL'arte Olandese fu essenzialmente realista e quasi sensuale. Salomone Reinach ricercando i caratteri di essa, in relazione col clima, trova qualche cosa in essa dell'opuleriza e della laboriosita, che facevano ricca 1'01anda nel 6oo. E poiche non si poteva pensare a decorare le chiese, opponendovisi il protestantismo, e le case, in genere anguste ed oscure, richiedevano piccoli quadri mentre ai Palazzi di Citta ed a quelli delle corporazioiii occorrevano gruppi di ritratti rappresentanti scabini, arcieri, chirurgi, cura- - 264 -

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