L' Esposizione di Torino: Giornale ufficiale illustrato dell'esposizione internazionale delle industrie e del lavoro 1911

I,'ESPOSIZIONE DI TORINO Le Chiese di Torino cuore assillato dalle sofferenze, e che AN Giovanni a il duomo, il cZo#¢¢.#"s. Niuiio s'attenta a menomarne il prestigio, a contestargli la supremazia. Ma se voi scrutate iiel1'iiitimo delle anime tt timorate e pie )), voi v'accorgerete tosto che un'altra chiesa trae a se le speranze, onde a madre la fede : 1a speranza, che spazia tra,1'idea,1e di una, vita ultraterrena e la credenza nel miracolo; 1a speranza, cui si afferra tenacemente ogni cuore attana,- gliato dal dolore ed ogni - appagata - si concreta nel segno riconoscente dell'cz#-uoZo. Di ex-voti sovrabbonda infatti, prima tra le chiese torinesi, il Santuario della Consolata. Esso a come il cuore della fede cittadina: esso raccoglie accanto alle a,mpie pareti, coperte di ingenui ed umili quadretti, osannanti al miracolo della grazia ricevuta, doni sontuosi di principi, di regime e di re. E sulla piazza stessa della Chiesa i gia un segno di pieta e di fede: 1a colonna votiva innalza,ta per la liberazione della citta dal colera, che infieri e decim6 Torino nel 1835. Ma se anche ci facciamo a considerare la Chiesa,, o, meglio, il Santuario della Consola,ta, noi troviamo che esso dal 1ato architettonico a fra gli edifici pid originali della nostra citta. Addossato ad un maschio e venera,bile campanile, che a una, delle pochissime vestigia torinesi dell'arte del mille (e qui sarebbe pur necessario un giudizioso restauro, atto a I arne risaltare appieno la severa bellezza), il Santuario della Consolata fu costrutto su disegno di quel padre Guarini, che ebbe ingegno potente, fantasia persino esuberante, audacia grandissima, e che di ognuna di queste doti lasci6 profonde.tracce negli edifici torinesi del 6oo. E la Chiesa, di cui ci occupiamo, se lion pu6` competere con Sam I,orenzo, con la cappe]1a della Sin~ done, col palazzo Carigna,no per armonia e per ispigliata vivacita di linee (ricercata qui con la ricchezza eccessiva di curve, date dai muri giranti in tondo), i nondimemo opera, notevole, cui parvero aggiungere valore il recente resta-=roegliabbelli: menti ideati da quel1'ardito e veramente geiiiale architetto che CJ il conte Carlo Ceppi. Certo a difficile trocosa forse un po' difficile, rna non impossibile - si sviluppa una facciata a coloniie di stile coriiizio, mentre intorno a il trionfo del barocco pii`i libero I A C) C) Quanto diverso il Duomo, dedicato a Sam Giovanni I Qui a il Rinasciliiento che si afferma con bel vigore di vita, e se il tempio pud oggi sembra,re inadeguato ad uiia citta grande e popolosa, come Torino, cid lion deve per alcuii verso tornare di da,niio alla bellezza iiitrinseca di questa mobile costruzione della fine del Qua,ttrocento. Elevato nel 1492 da Monsignor Delld. Rbvere, su disegno fiorentino e con 1'assi;tenza di Baccio Pontelli o di Meo del Caprino (sono discordi le opinioni), il nostro Duomo - osserva giustamente il Ferrante - pu6 parere poca cosa a quantifannorisiedere la, bellezza degli edifici nella profusione degli ornamenti; rna I,A CHIESA DEI,I,A CoNSOI,ATA (facciata e campanile). chi vi cerca 1'aggraziata ragionevolezza della £orma generale e 1'armonia delle parti trova in esso la miglior chiesa di Torino; certameiite a la, sola che abbia quell'aspetto di venera,bilita che negli edifici religiosi a dote cosi importante. Notevoli sono sovra11, SANTUARIO DEI TORINESI - I,A CHIESA DEI,I,A CoNSOI,ATA (fianco). tutto le tre porte della facciata, per la squisitezza, del 1avoro di bassorilievo a I o91iami, a trofei, a candelabri, a figure di serafini, opera certo di un delicatissimo artista fiorelitino del Cinquecepto. Accanto `alla chiesa sorge il campanile, pith di` quattro volte secolare, e che o.ra riprende il suo dominio `sulla vasta piazza,, 1iberato come fu (t da quell'ammasso di case, casette e vicoli, che il Bruno, in una sua agile moiiografia pubblicata teste, rievoc6 ricorda,ndone la mancanza di disegiio fisso, di liiiee, di misura, cosi da essere vare un pil`1 curioso amalgaliia di stili, oiide acealito al campaiiile battezzato villaggio medioevale. I,'iiiterno del Duomo, cui si accede millenario, ove la severa, architettura lombarda meglio dimostre- per ulia bella gradiilata, corrisponde perfettamente alla facciata. 1-ebbe la propria eleganza anche iiella rude forza, se trifore e bifore, E bell iiota il Roiidolino, in una sua accuratissima monografia colonnine ed archetti potessero tornare allo stato primitivo - sulla chiesa di Sam Giovaiini (J/ Dwo7"o ¢¢. ro/¢.7¢o G.//"sj7'¢/a, edi- - 252 -

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