L' Esposizione di Torino: Giornale ufficiale illustrato dell'esposizione internazionale delle industrie e del lavoro 1911

I,'ESI'OSIZIONE DI TORIN() Ma questa varieta a ad ogni modo grar]de. Chi s'affacci6 nei primi tempi ai cantieri dell'Esposizione, noD. pote a memo di meravigliare, vedendo la congerie eliorme degli stucchi, che gia biancheggiava sul verde de' prati, mentre appena cominciavano a profilarsi sul cupo degli alberi e sullo sfondo 11 Falazzo dell'Unglieria visto dal Po. della collina le lir)`ee scheletriche degli edifici. Erano distese lunghissime di ornati in cemento, che nelle candide linee movimentate facevano ripensa,re ad un mare bulrascofo ; erano falangi di statue, che parevallo venirci incontro, sorridenti, 1eggiadre; 1e mar]i piene di fiori; dati a,1 vento i veli leggeri, ricoprenti le belle forme del corpo. Poi, i frontoni, ampi, maestosi; i capitelli ricchi e varii; i fregi decorativi, ove frutta, foglie e fiori avevano proporzioni eilormi, non supponibili da chi li avrebbe poi dovuti vedere semplicemente a posto. Ovunque, in fine, un desiderio febbrile di lir.ee movimentate; una f oga, una esaltazione della curva, una ricerca de' giuochi `tita,tue che attendono il posto loro assegnato nella decorazione dei Falazzi. del chiaroscuro, in quanto potevano contribuire a rendere pil`i mossi i diversi atteggiamenti e ad un tempo una giusta tendenza a colorire la bianca materia coi contrasti vigoros-i di luce e di ombre. Ricchezza, ampiezza, movimento sono infatti i caratteri specifici del B¢yocco, e non mai come qui fu il caso di usarne largamente, mettendo a contributo tutto un passato e lavorando alacremente colla fantasia per innestare su questo passato ritchezza e vivacita di nuovi motivi. Certo a i acile che tutto ci6 sfugga al visitatore che, nella fretta, giudica 1'insieme e trascura i particolari. Quindi tanto pil`1 meritevole lo sforzo: uno sforzo tenace, di cui soltanto chi vide i segni di preparazione in una ill_finita di abbozzi pud farsi un'idea. M'accadde sovente di udire qualche mio amico prorompere in gridi di a,mmirazione, osservando in qualche vecchio e solitario ehiostro del trecento, o dinnanzi ai portali delle chiese (sovratutto se romaniche) 1a varieta dei capitelli e delle colonniii_e, spesso all.che diverse fra loro per colore, cosi da sembrare quaf,i poste lci, I,'jnterno di urn delle gallerie del Palazzo del Belgio. come per caso. Ii il senso di compiacimento era bell.e giustificftto, figuratevi ora, in una I-sposizione come questa ! Non so quante siano le Vittorie alate e ]e Flore e le Ninfe e le I anciu]1e dai candidi pepli ondeggiariiti, e i Titani e i Satiri, che tlal fastigi degli edifici sembrerari`no un candido esercito, il quale vegli sui destini dell'Esposizione, bene augurando. Ma certo costituiscorl.o un apprezzabile contributo dato dai 11_ostri artisti, di cui alcur`.i bene noti ed altri che alle prime prove ti.ovaroli.o r`.ell'opera loro affidata un mez,zo per far.si cop.oscere e per trariie un qualche giovamento materiale, spinta a maggiori lavori per 1'avvenire. Certo qui si richiedono essenzialmente attiUna_ galleria del Pala7,zo delta Francia. tudini decorative : sveltezza di esecuzione, onde lo studio acuto del disegno e della modellatura passa in seconda linea di fronte all.'effetto, alla leggerezza, alla grazia. Nondimeno quasi tutti i lavori presentati attestano qualita notevoli, onde m'e caro ricordare qui i nomi del Contratti, incaricato del bozzetto della grande - 242 -

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