I,'ESPOSIZIONE DI TORINO ineiite il pil`1 bello. Risolvere il problema di dare, per cosi dire, vitale nutrimento ad un'opera d'arte, alta ben 25 metri, con (|uattro figure allegoriche, quattro grandi aquile, ed una statua del re, semplicemente in piedi, a tale impresa„ ove 1'elemento arc`hitettonico non soccorra, da parere quasi inef - fettuabile. Ora 1'elemento architettonico a 1-appresentato qui da, quattro colonne doriche, raggruppate, che si spingono su per formare una base alla figura, certo poco estetica„ del grande Re, ed alta per giulita circa move metri. E queste colonne appaiono esili e a/o.c7ic; „.4„grt,s7¢,, non siricollegano CESARE BAI,BO di Vincenzo Vela. bene con lefigure di sotto, rappreseiitanti la Pace, l'Unita, il Lavoro e la I,iberta. Cosi 1'opera manca di unita, ed appare squilibrata tra la parte superiore e 1'inferiore. Certo il 1avoro del Costa ha parti bell].ssime. Basterebbero le quattro aquile, simboleggianti i 4 periodi principali della storia (lel nostro Risorgimento ~ 1848-859-866-87o ~ a dimostrarlo. Ii; nel modo largo, semplice, nobilissimo, con cui sono trattate alcune parti clelle figure del basamento a 1'impronta di un set-iissimo artista. Ma 1'insieme lion accontenta; e moll ac`content6 in geiiere i toriiiesi che dal milione 1-egalato da Re Umberto per il monumento s'attendevano - e forse con ragione - qualc`he cosa magari di meiio alto, rna di pil`1 imponente e di pil`1 armonico. 11 Fat. Broyi, Chic]i¢ « Allguslcbri GAI,II,BO FERRARIS di I,uigi Coiiti.atti. Costa parve sopraffatto dalla mole dell'opera. Fcl a quello c`he accade quasi sempre allot-che si vuole I ai.e grande, gralide, graiide, 1)ell`1ic\ il FublJlico grosso rLon creda che si sono intas`,ate tranquillameiite le centinaia di migliaia di lire. Nel I9oo fu inaugurato il monumento al geiierale Nicolis de Robilant, 1iostro miiiistro ed ambasciatore. Ma l'opera, per d'essere non solo profondamente preparato al cimeiito, rna di poter dare alla nostra citta 1'espressione di una conce7,ione ardita e sovratutto notevole per movimento, e per 1'affermazione superba di cid che possa il chiaroscuro in questo genere d,arte. Egli fece de]1a scultura pittorica„ e la fece da vero maestro. Le cento figurine, raggruppansi in un geniale tumulto intoriio alla base, ora irrompenti sui nervosi cavalli,1a lancia in resta, chiuse le celate sul viso; ora nel1'atto di impartire ordini, mentre ferve la battaglia o di combattere animosa: mente. A que§'te cento figure di capitani, di duFot. Brogk .` Cmcli6 « Augusta.. DANE.EI,E MANIN di Vincenzo Vela. c`hi, di re, dal Conte Verde ad Amedeo 11, da Umberto Biancamano ad Emanuele Filiberto, da CarloEmanuele I avittorio F,maiiuelell, - che solidamente pianta,to sul forte cavallo, unico sta fermo diiianzi all'epopea compiuta ~ queste cento figure, rivelano uiia fanta'sia potente ; uii'arte profonda nel comporre e nel ra,ggruppare ; una sicurezza di tocco meravigliosa pel- impeto gaglial-do di vitL\. Un po' saltellante parm.i invece la figura principale, se aiiclic assai bella. Ma essa sminuisce d' importanza di fronte agli altorilievi, cosi come si attellua la figura del principe generoso e tutto clegno cli affetto popolare, di fronte alla grandezza di coloro che intbrno a lui si aggruppano. Finalmente il I9o3 vede inaugurzlrsi in piazza Castello il monumento a Galileo Ferraris. Ed anclie qui quanto ricordi iluERE:EgF.' FOG.a.Brogri iiome di un artista, cui devesi la Pe£/oJ'}.e/`4!, e l'4/ess`¢7¢cZ7'o jl4c7¢'¢zo7¢¢., e la Sc¢G.¢tJ¢, ed altri lavori donde venne giustamente a lui alta riputazione, moll parmi tra le cose pii`i ±`elici. Alto risuon6 invece il nome di Davide Calandra per il monumento equestre al principe Amedeo, inaugurato due anni dopo. I,'opera dello sc`ultore, che sino allora aveva, dimostrato samplicemente d'essere un artista fine nell'esecuziolie di alcuni piccoli lavori, i quali nell'aristocratica finezza non lasciavano certo prevedere tanto vigore di polso da vinc.ere una grande prova, rivel6 invece GIOvANNI BATTlsTA BOTTERO`di -Od6ai-d-a Ta`b*acchi. -.I-_-:3==.Ti=i:- i sorge \i`iva quella discussione, che soltanto si accompagna alle opere d'arte dense di pensiero, o dalle quali erompa, una qua,1che originalita di forma. Parve allora, ed a forse vet-o, che al realismo della figura in bronzo del grande elettricista, che muove pensosa, in alto, male si accompagnasse il liudo allegorico della statua inferiore,` e che in questa fosse troppo marcata la impronta verista, senza che bene ne fosse definito l'aspetto. E la Verita ? E il genio dell'elettricita ? - 2o6 --
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