L' Esposizione di Torino: Giornale ufficiale illustrato dell'esposizione internazionale delle industrie e del lavoro 1911

I,'ESPOSIZIONE DI TORINO qualche sultana dai grandi occhi vellutati e dalla. chioma lucente d'un nero corvino: nidi misteriosi, donde pare sprigionarsi sottile il fascino di un lungo e lar]guido romanzo di passione e che serviranno invece a rivelare la potenzialita della provincia di Torino, o gli sforzi per la difesa del nostro paese, od a giocondare il popolo, se non col profumo sottile di aiuole di gelsomini e di vainiglie, almeno con le grasse e appetitose emanazioni della carne in c?.uc2j, o dell'arrosto di selvaggina. E, neanche a farlo apposta, ecco da un altro lato una teoi.ia di minareti, che si profilano sul cielo: minareti, che hanno tutti i caratteri ddl'¢.77".}¢zG.o%c ¢#/c:7¢J?.c¢, e che, non so per quale lontano il consueto bianco lenzuolo alla terra, e di accendere una quantita di moccoli sulla bocca delle vittime de' ritardi ferroviari ! Ma bisogna pure prenderla com'e, 1a bianca regina silenziosa ! od almeno prendere noi, come siamo. Cid che, del resto, a ben peggio. Non so d'altra parte, se a voi non sia mai accaduto in una crassa giornate di nebbia, di elevare la vostra mente al di sopra delle trascurabili contingenze d'essere travolti da una vettura, o di sbagliare strada, e di trovarvi a nord quando,volevate dirigervi verso il sud, con un qualche affare urgente da compiere, per considerare quali grandiosi coreografi siano la neve e la nebbia. Dal Palazzo dell'Argentina guardando il panorama delle Nazioiii lungo il Po. omaggio alla, scienza, de' medici turchi, debbono essere ornamento de' nostri istituti fisiologici. DDtl Ebbene, sovrapponete a questo spettacolo di /e'cy€.c, un deliso strato di neve: fate che ogr]i decisione di contorni si attenui; che non il cielo smeraldino dia riflessi d'un tenue sapore di per-1a agli edifici, rna edifici e neve formino come una, massa, ove pure si conserva quel carattei-e di orientalismo, che tentai di determinare; e in questo grande senso di torpore voi sentirete qualche cosa della stanchezza greve del solleone, quando le case si chiudono nella penombra, come avide di un po' di frescura, e le cicale friniscono sulle pia,nte assetate, e intorno, nella calma, si forma come una velatura, tanto 1'aria, a resa pesante dall'afa: un torpore, un senso di sonnolenza, che inaridisce la mente, come essicca le labbra; una dolce sensazione di immergersi nel nulla, in un sonno greve, e senza fine. I,a neve fa 1'effetto del sole. Benedetta neve ! Quante cose fa dunque per noi, scribacchiatori e sognatori, oltre quella di tessere Nella nebbia, 1e piazze, 1e vie assumono aspetti di cose gigantesche. 11 mistero le ingrandisce smisuratamente. riella indeterminatezza dei contomi, che rapidi svaniscono nella bruma, le pih brevi vie sembrano ZJo#/c:ucz7¢s, che debbano prolur]garsi all'infinito; 1e case pii`i basse spingono il capo e si perdono tra i vapori densi dell'aria, come non sanno fare neppure i grattacieli di New-York. F, quest'aspetto di mistero ha pure qualche cosa di affascinante. Essogenerainnoi uii'impressione di smart-imento ; rna nello smarrimento a anche un non so che di intimamente voluttuoso. La volutta di chi pud sognare d'essere abbandonato a se, senza risorse, in un luogo fantastico e ignoto; rna che si sente ad un tempo al sicuro e sa che il buon desco familiare 1'attende; qualche cosa, cioe, come il 1usso di poter essere Don Chisciotte e Sancho Pansa ad un tempo. E cid vi pa,r poco ? La impersonificazione di un capo1avoro in un'ora di nebbia ! ..... La neve invece a la piti bizzarra artista. Essa corregge a modo suo 1'opera degli scultori e degli stuccatori. Copre, benefica, con - ZOO -

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