del Saftleven, del Griffier, ben potevano bastare da se al decoro di una quadreria. E pii`i tardi a tanti grandi nomi s'univa quello del Van Dyck, con quel superbo ritratto del Principe Tomaso di Carignano, che la nostra Rivista fu gia lieta di offrire ai lettori in una magnifica riproduzione su tavola separata. Ma ohime ! scrupoli strani (e sia dannato per 1'arte il nome del canonico Giovanni Pietro Costa, che ne fu 1'origine) assalsero il principe, che cosi abilmente aveva saputo assic`urare alla nostra citta tanta dovizie di opere. E per istigazione stupida del Costa anzidetto, suo confessore, ben trentotto quadri fra cui alcuni di Paolo Veronese e di Mic`helangelo furoiio dati alle fiamme, perche erano in essi alcuni nudi ! Nondimeno il I,anzi pote affermare nella sua (( Storia della pittura italiana); che al suo tempo, cioe verso la fine del settecento, 1a collezione di quedri della real Casa di Savoja (( avanzava in Italia ciascun'altra in particolare, anzi pid altre prese insieme )). Senonche la fatalita, dopo avere decimata,, come vedemmo, 1e collezioni reali con incendi e con ful.ti, ben pit gravemente doveva abbattersi, col nembo rivoluzionario di Frahcia,'- sulla ancora splendida raccolta. E fu appinto nelj'aprile 1799 che una commissione, detta di belle arti> scelse, per espresso incarico del Govemo francese, 4o fra le opere migliori della collezione reale e le invi6 a Parigi. -Era un diritto di conquista, 1arvato da un'apparenza di legalita. Ma cid che non fecero i barbari fecero i Barberini. E furono questi i` generali del nuovissimo Governo. Allungaie -1e+ m'ar]i gi-ifagne su tanti tesori, che rimanevano ancora, nori parve forse se nori` un mezzo di dimostrare il proprio amore per. 1'arte.. E il maresciallo Jourdar], e il generale Fi6rella e il Dupon`t e il Soult e lo stesso .Carlo Botta, allora membro della Com.missione esecutiva del Governo, e Modesto Paroletti, segretario, non esitarono ad appropriarsinumerosidipintidigrandepregio. Forttina volle che per varie-vicende, in cui .sarebbe -1ungo il-rinvangare, una grande parte dei quadri - e fra essi anch.e quelli esulati a Parigi - fosse ricuperata dal Governo di Sardegna, per .opera specialmelite dell'avvbcato I,udovico Costa, giovine energico e degno di grande fiducia; 6nde pud L'ESPOSIZIONE DI TORINO SCUOI,A PIEMONTESE affermarsi che soltanto (e sar.ebbe a dire tt pur . Fo!. 4%dcrsofa. troprp6 t>) una settantina, di opere di notevole MACRINo D'AI,BA (146o-152o) -Madonna col Bambino e quattro Santi. valore andarono, in tanto rivolgimento, perdute. Ed eccoci a Carlo Felice; figura insignificante per la storia della nostra Pinacoteca, od almeno iiotevole appena per avere comperato il pa,1azzo Durazzo di Genova, in una con la bella collezione di opere, che ne erano vanto, e che trasportate a Torillo arricchirono la nostra collezione di varie tele di grande pregio. Tali il capolavoro di Paolo Veronese, che qui riproduciamo (I,¢ ce7% G.7? cczscz CZG. S¢.owo# Z``¢gr¢.sco) ; una Sczcycz F¢7„G.g/G.cz del Van Dyck - che riprodurremo fra poco - 1a LSwsczwwcz cz/ ZJ¢g"o del Rubens, e via via. ESPoSIZI0NE INTERP\'AZI0NALE TORIN0 1911 IMPORTANTE ANTICA DITTA RAPPRESENTANZE IN TORINO (ITAI.IA) ASSUMESI INCARICO EREZIONE CHIOSCHI, PADIGLIONI E DIREZIONE AFFARI - REFERENZE DI PRIM'ORDINE - CORRISPONDESI CON CASE DI ASSOI,UTA IMPORTANZA. -Scy4.I;GyG.. E. SCHNEEBERGER & FIGLIO -TORl.`.o (Italla) - Finalmente Carlo Alberto volle rivendicare a s¢, come dissi in principio, 1'onore di dare al Piemonte una degna pinacoteca. Ed ascoltaiido i consigli del rna.rchese Roberto d'Azeglio volle che sede principesche e castelli e persino le opere di proprieti privata della Casa Reale servissero ad ordinare una pinacoteca, decoro del Piemonte, e mezzo di istruzione ad un tempo. I,a collezione ebbe dapprima sede nel palazzo Madama; rna nel 1865, cioe dopo tre anni, 1a deficenza dei locali ne consigli6 il tras- - 188 -
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