L' Esposizione di Torino: Giornale ufficiale illustrato dell'esposizione internazionale delle industrie e del lavoro 1911

I,'ESPOSIZIONE DI TORINO Le Arti Decorative alla Mostra di Torino Che cosa pud aspettarsi, mi si domanda, 1a Mostra toriiiese dalle Arti decorative ? Prima di rispondere debbo domandar scusa se non adopero il termine ufficiale di (( arte applicata all'industria )). Non 1'adopero perche a barbaro e non rispondente al vero carattere di questo ramo di attivita. Ne so perche, dopo che la Mostra d'arte decorativa del I9o2 aveva consacrato anche fra noi il termine universalmente e logicamente usato, si sia ritornati all'espressione antica, infelice ed inesatta. Infelice perche 1'arte non si pud applicare all'industria, come un abito ad un corpo: se mai si tratterebbe d'arte svolta. con procedimenti industriali. Questa differenza ,filologica non a oziosa come pud parere & prima vista,. Per lunghi anni, per quasi tutta la seconda meta del secolo scorso, 1e arti decorative, 1e quali avevano avuto una fioritula ininterrotta dall'antichita pith remota fino al cadere del1'Impero, erano state soffocate e snaturate dalla espansione indunuova verso le forme pii`i umili della vita quotidiana. Sorsero officine, si fondarono societa d'arte pubblica, fiorirono giornali e riviste d'arte nuova. Era in questa schiera di artefici il sogno superbo e la mobile ambizione di dotare 1'eta moderna di uno stile suo. Di questo molteplice sforzo la prima Esposizione internazioiiale di Arte decorativa tenuta a 1`orino nel I9o2 fu 1'espressione pit completa. Accolta da prima con diffidenza dai misoneisti, dai facili lodatori del passato, riusci a trionfare delle diffidenze e degli scetticismi. Non rna,i esposizioiie generale ed internazionale di arte applicata all'industria, per adoperare la vecchia barocca espressione, present6 tale somma di genialita, tale aristocrazia di livello e tale armonia di forme. Non gia che tutto vi fosse accettabile, non gia che tutto vi fosse maturo: rna pur nella stranezza e nella immaturita vi era la, rivelazione di una tal copia di iiigegno e di ardore da far bene sperare dell'avvenire. Non c'e da adoperare iiifingimenti pietosi. Le promesse iioii 11, PAI,Azzo DEI,I,E INDuSTRIE AB.TISTICIIE (Sezione trasversale). striale. I,a macchina aveva non solo sostituito 1'artista e la sua elaborazione geniale, rna aveva anche abolito il senso estetico. Moltissime forme di arredi e di ordigni non erano pid parse degne di un'elaborazione artistica ed erano state ridotte ad un nudo schema geometrico secondo il puro criterio della resistenza dei materiali allo sforzo richiesto. Altri arredi ed ordigni, quelli pith intimamente connessi con la, vita domestica, continua,vano a ricevere una veste ornamentale, rna una veste purchessia, punto rispondente al 1oro organismo ed al 1oro ufficio, priva, di uno stile. Fu 1'epoca disgrazia,ta dei mcibili e delle stoffe « di fantasia )>, unica ed infelicissima, attivita nuova in mezzo alle copie pit o memo fedeli degli stili del passato. Ognuno sa come contro quest'anarchia, estetica, contro questa diffusione del cattivo gusto, contro 1'industrializzazione meccanica ad oltranza abbiano reagito gli Inglesi, spinti dalla predicazione estetica di John Ruskin: a noto a tutti come in ogni paese negli ultimi anni dell'ottocento fossero sorti nuclei di artisti e di scuole desiderose di far rinascere le arti decorative, riavvicinando 1'arte alla vita, ripigliando la tradizione medievale che la fretta iconoclasta del razionalismo moderno aveva rotto. Gli artisti, prima chiusi nel sogno egoistico dell'arte pura, si volgevano con sollecitudine furono seguite dai frutti e 1'ammaestramento di quella mostra fu quasi nullo. Anzi, se qua,1che traccia ne rimase, fu pit luttuosa che lieta, perche trovarono imitatori non le tendenze buone rna le cattive, non le serie, rna le stravaga,nti. Di questo insuccesso i nemici dello stile moderno si compiacquero e si compiacciono tutt'ora. V'e della gente che giubila tutta vedendo riprendere la moda della copia degli stili passati, proprio come di un lieto avvenimento. L'idea cbe 1'eta moderna, che pensa, muove e veste con pensieri, atti e vesti proprie, possa avere anche un proprio stile architettonico e decorativo li riempie di uno spavento tra comico e tragico. Non a di costoro che bisogna occuparsi. La ragione dell'insuccesso dello stile moderno a pith interessante e pith grave in se, che non pel misoneismo della gente beata che non sente il bisogno di aver un carattere ed una figura propria. L'effimero fiorire delle ricerche nuove di stile pud essere spiegato tra noi con la forza di una tradizione splendida e con la incapacita di continuare in uno sforzo, propria della razza latina,. Ma poiche il fenomeno non a ristretto a noi, rna a pid vasto, 1a ragione dev'essere un'altra. E la, ragione vera, secondo me, a questa. Lo stile moderno, o per meglio dire i tentativi di uno stile moderno, sono falliti non per ` ,..''.: tl 11 I Ill - 148 -

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