Guida Pratica della Esposizione Internazionale di Torino 1911 (Ajassa & Ferrato)

GUIDA PRA{~IC'A dellé;1 • • • # ,· Esposizione Internazionale . - di - T□RIHO ]9]] . .

GUIDA PRATICA PER VISITARE LA DELLE INDUSTRIE E DEL LAVORO INDETTA IN == TORINO == per celebrare il 50° Anniversario DELLA PROCLAMAZIONE DELL' UNITÀ D'ITALIA CON ROMA CAPITALE APRILE -NOVEMBRE 1911 AclASSA & FERRATO · EDITORI CORSO VTTTORTO EMANUELE ANG. VTA SACCHT TORINO

PROPRIETÀ LETTERARIA T ORINO 1911 - T1POORAFIA M. ARTALE, V1A OSPEDALE, 8.

"\' I >;çf" é ') /'/ { /' ---_)' ' . . / . ~,,/4 '/ o -~oc o • , o ~11861 = 1911 I~ o o ooo============c000 FINALITÀ E CONCETTI òe/1'éspo5izione di C:orino Meglio che con targhe e monumenti, megizo che con vivaci e passeggiere manifestazioni di pojJolQ, 7orino, Roma e Fùenz_e, gz'ubilando, hanno preparato con feste veramente civili la Commemorazione CinquanteJ?_aria della proclamazione dell'Unità nazionale e del Regno d' .Italia << con a capo Roma, la Città Eterna, culla della sua << civiltà, centro e cuore dei suoi nuovi destini >>. Come già nel I848 e nel I859, il Piemonte nell'anno I86I con forte ardimento risollevava la bandiera del riscatto e rivendz"cava agli italiani il diritto dz' costituirsi z·n Nazione indipendente entro i confini naturali della Patria: principio politico . enunciato dai pensatori nei libri e datla tribuna : idealità, sogno e canto dz· pqeti : consolatrice visione profetica evocata nel sospiro/estremo dagli eroi '• e dai martiri sui campi di guerra, sui patiboli, nelle celle tenebrosé. r.:.1-- A quella dichiarazione lanciata animosamente dal Parlamento Subalpino, i nuovi palpiti gagliardi destarono nel Paese i cuori ferventi di patriottismo. Cinque an,zi trascorsi, Venezia beltà tornò in grembo della dolce Madre ; né tre lustri eran maturati •allorché dalla Breccia di Porta Pia i bersaglieri entrarono in Roma. - 3-

L'.ltalia era, e Roma era italiana. Accostandosi il giubileo di quella fatidica seduta del 27 marzo I86I, lorino stese la sua mano alleduegloriose sorelle, alle quali aveva ceduto il diadema di capitale, e Roma e Firenze le si allearono con gioia per solennizzare la data storica. Primo a, volgere in pensiero il nobile concetto fu il senatore Secondo Frola, Sindaco di Torino nel · I908. La ~enialità feconda degli organi~zatori corrispose all'assunto-incarico_. e tre Esposizioni .lnternazionali, ognuna con un programma proprio e rispettoça dell'altrui campo d'iniziativa, venivano bandite a Roma, a Firenze e a Torino sotto la guida di intelletti illuminati da jede, da amore e ·da sapere. _La Città Eterna i'Y;I-Presse alla Commemorazione 1ùz caratter_e storico e civile, associando ai ricordi ed alle vestigie dell'Urbe dominatrice la riaffermazione della sua italianità nel concetto della indissolubilità nazionale ,e convocando una Mostra archeologica, étizografica ed artisticaJ alla quale diedero concorso gli Stati esteri con intendimento di fraternità e senso di lusinghiera ammirazione. Nel palazzo .Strozzi, cojano di gemme, Firenze · (a suggerimento di Ugo Ojetti, critico celebrato) ha riunito la Mostra internazionale retrospettiva -del ritratto, esposizione d'arte di un tipo a noi ancora insueto; ma ricca di documenti ed istruttiva, poichè allo specialista ed allo studioso oj/re, con l'occasione di ricerche e di confronti, la rievocazione di grandi tratti di storia.

r E sulla riva sinistra del Po, rimpetto alla distesa /i,orita dei colli, 7orino, la regale Torino, cinta della corona turrita delle Alpi, ha dischiuso ai ludi del lavoro, nella deliziosa e verdeggiante oasi del Parco del Valentino, una palestra ove le genti civili sòno convenute a salu- . tare l'Italia rinnovata, la quale, nel suo sincero desiderio di pacifico sviluppo e nel rigoglio di questa sua terza giovinezza, raccoglie da tutti i popoli, vicini e lontani, sorrisi e simpatie. L'Esposizione di Torino è 01mai una battagha gloriosamente vinta, è un trionfo consacrato, 'Più che da noi, dai visitatori stranieri, ospiti graditi. JJ,feritano plauso tutti, tutti gli ordinatori, compositori e partecipi di questa magnifica rassegna delle forze produttive di ogni paese : e con plauso speciale van ricordati i promotori di essa, membri della Commissione Esecutiva, ed il loro venerando Presidente, per merito dei quali ci ju concesso di ripetere, in questa stessa Torino, innanzi a cittadini di tutto il mondo convenuti ad una Festa commovente e pacifica, lcvnostr~ ajjçrmazjone nazionale di cinquant'anni fa. ·, Accogliamo qui, a titolo di .gratitudine e di ono~e; i loro nomi : nomi di beneme1 iti di Torino e d'Italia. -5-

(~,o~ilione lnternaiionale ~i Iorino 1~11 · sotto l'alto Patronato di s. :rw:. i1 RE --------000-------- Presidenza del Comitato Generale : SECONDO FROLA - Conte FELICE RIGNON SEVERINO CASANA ALFONSO BADINI - CONFALONIERI ----□e------ COMMISSIONE ESECUTIVA Vresidente 0norario : s. A. R. IL .DUCA O' AOSTA Vresidenta Effettivo : S."E. TOMMASO VILLA SENATORE DEL REGNO - MINISTRO DI STATO Vice,. Vresidenti: ROSSI conte TEOFILO, Senatore del Regno, Sindaco 'di Torino - ANTONIO BIANCHI - ORSI conte prof. DELFINO - ENRICO BOYER. GIACOMO ALBERTINI - FERDINANDO BOCCA - EDOARDO BOSIO, Segretario - RICCARDO BRAYDA -- EMANUELE COMPREDON D' ALBARETO RICCARDO CATTANEO - ALBERTO CAUVIN EMANUELE COSTA DI POLONGHERA EDOARDO DANEO - CESARE FERRERO DI CAMBIANO - PAOLO GAZZELLI BRUCCO - FELICE PANIÈ - GIOVANNI SACHERI ~ LODOVICO SCARFIOTTI - VITTORIO SCLOPIS. -6-

nelle sue linee generali esteriori Una città moderni ssima, cn1ara e luminosa, creata dalla fantasia degli arti sti e sbocciata dalle nevi d'un lunghissimo· inverno, sorride tra i boschetti di conifere, i viali ombrosi e le aiµole del romantico Parco del Valentino, e getta gli archi di due nuovi ponti improvvisati da una riva all'altra del Po, meravigliato di specchiare nelle sue acque un a se lva così fitta di cuspidi, di edifici dalle facciate linde e bizzarre, adorni di attici e di statue, sormontati da min a ret i e da svolazzanti bandiere. Gli edifici di questa città, che si chiama l'Esposi7ione -- e che, apparsa così rapidamente, rapidamente disparirà, ma non senza lasciar vestigie di gloria e di progresso civil e - racchiudono in seno tutte le meraviglie create dalle svariate attitudini degli uomini, tutti i tesori che il suolo d'ogni paese h·a saputo p.rodm;~e: essi sono museo e campo di gara dell'industria e dèJle arti applicate ai bisogni della vita moderna. In generale questi effimeri palagi, pure onusti di grazia e di varietà, rivelano fra loro una certa unità decorativa che trae partito dalle linee . ampie, snelle e movimentate di quel barocco che negli edifici del seicento -in Torino scrisse non poche .delle sue più belle pagine.

Gli ingegneri Fenoglio, Molli e Salvadori, architetti incaricati dal Comitato, non badarono ad aggravare le difficoltà del . proprio còmpito, e vollero intonare i loro progetti alle tradizionali forme d'arte piemontese, affinchè gli edifici della Mostra, che Torino ospita, armonizzassero con l'architettura delle costruzioni cittadine. Portano vita ed imprimono significato alle costruzioni un migliaio di statue simboliche modellate da scultori provetti, quali il Contratti, il Cedni., il Ceragioli, il Buzzi-Reschini, l'Alloati, il Chiariglione ed altri, per non dire che di italiani. L'esecuzione dei fregi pittorici, in sintonia perfetta con lo stile architettonico delle costruzioni, venne disimpegnata egregiamente dal Sindacato dei pittori decoratori di Torino, sopra schizzi, calchi e prove di tinte cui attese con intelletto d'arte D. E. Smeriglio, professore d'ornato ali' Accademia Albertina di Torino, coadiuvato dal giovane allievo Carlo Fer;ero. L'insieme degli edifici - i qua li coprono un'area di Mq. 250 mila sopra un milione di metri quadrati di terreno occupati dall'Esposizione - si può topograficamente considerare come ripartito in sei Zone, nettamente indicate, al di qua e al là del fiume, dal nuovo Ponte Monumentale e dal Ponte Isabe ll a. Tre aree a levante, tre aree a ponente. Con la carta topogràfica alla mano si proceda dal la sinistra verso destra. La prima Zona include tutto il tratto di giardino che dal Corso Vittorio Emanuele e dal Corso Massimo d'Azeglio va da un lato fino al piazzale del Castello del Valentino, ed a levante di questo costeggia . il Po sulla sinistra, arrestandosi al Ponte Monumentale ed al Vi llaggio Alpino. Seconda Zona: Spazio della riva sinistra del Po compreso tra il Ponte Monumenta le e il Ponte Isabella. E' occupata dal gruppo centrale degli edifici dell'Esposizione, ed ha per fulcro l'importante Palazzo Inglese. -8-

Terza .Zona: Sulla stessa ·riva sinistra del Po, area a monte del Ponte Isabella, . a mezzogiorno del Corso Dante. Varcato qui il fiume sul largo e solido pome provvisorio in legno (l'ultimo segnato a destra sulla mappa topografica), eccoci alle falde della collina nell a qztarta Zona, la quale prende nome dalla regione del Pilonetto e termina a l Ponte Isabella. Al di là di questo, verso settentrione, sulla quinta e sesta Zona si estende, non interrotta, dal Ponte Isabella al Ponte Umberto I, civettuola e pittoresca la catena dei palazzi delle Nazioni estere, che dalla riva destra alla riva sinistra del Po sono allacciati, in quel tratto, da una passerella in legno e dal magnifico Ponte Monumentale. D'altronde, le comunicazioni da un punto all'altro della Esposizione attraverso il fiume sono favorite anche dai mezzi più comodi e moderni meccanici mediant,! due ferrovie aeree, non ancora però in esercizio, •ed un tapis roulant [trasportatore continuo] che agisce in seno ad un'ampia galleria nei sottopiani del Ponte Monumentale. Due eleganti vaporini e parecchi rapidissimi canotti automobili solcano il Po. facendo capo a numerosi scali. Nell'interno del!' Esposizione è offerta al pubblico la comodità di un sr.rvizio di vetture automobil i, che la Società Piemontese Automobili Elettrici disimpegna mediante una diecina di potenti Chars à bancs: veicoli muniti di gomme piene l 'olack, le sole idonee a sopportare il peso del carico enorme. (Delle gomme Polack è concessionaria per l'Italia la Ditt.1 Bo:izi e Marchi di Milano, costruttrice dei rinomati cicli Senior,; essa ba pure una Filiale in Torino, in via Carlo Alberto, n. 9). Seguendo l'itinerario così tracciato, czoe rimonta11-do dal lato di ponente il Po per quindi ridiscenderl~t--in senso inverso dall'opposta riva destra, noi saremo certi di non sottrarre alla nostra attenzione ed ammirazione nessuna delle meraviglie e nessuna delle bellezze che ingemmano questa Mostra universale, riuscita completa, 1;randiosa: << riuscita come altre non se ne videro mai >>. -9-

LA BIRRA !\ 1 (I u s1 spilla giorl)almel)te l)ei migliori esercizi òell' esposiziol)e. ~------------~ MACARIO. CAVI CARLO E FIGLI CASTELL' ALFERO D'ASTI Filiale in èforinG: Via S. QuintinG an~. Via \>Gita ~~ easa Fondata nel 18zt.8 ~- P:1. 1 od.uzio:o.e Propria Pini Jini t bo Jnoto Premiati a tutti i principali Concorsi Esteri e Hazionali === ULTIMA ONORIFICENZA == Gran Diploma d'Onore Esposizione Internazionale di Buenos-Ayres 191 o - IO -

AIIRAVER~O l' E~POUllODE Ingresso :Vrincipale. Imprendiamo la nostra prima tappa da quest a porta che l'Esposizione apre di fronte al Corso Cairoli, nel punto ove il Corso Vittorio Emanuele imbocca il Ponte Umberto I, succeduto più stabilmente a quell' anti co Ponte metallico Maria Teresa, al cui simpatico ricordo la popolazione cittadina non ha ancora rinunciato. Riconosciamo schiettamente che questo ingresso, se è importante a causa della sua positura topograPALAZZO DELLA M<?,O'A .., fica, non comporta il confronto, per maestà di linee -\" e per ampiezza, con l'imponente pronao inarcantesi intorno al monumento al Principe Amedeo e che attrae gli sguardi di chi proviene dal Corso Raffaello anche col fascino del panorama che gli serve di sfondo : la verdeggiante, superba corona delle colline torinesi. Ma è giustizia riconoscere che la località non consentiva una soluzione più conveniente, salvo a spia- - II -

nare la così detta << montagnuola >> del Parco del Valentino per disporre lo spazio necessario alla erezione di un ingresso più fastoso e più adatto alla dignità del proprio ufficio ': soluzione che fu proposta dai costruttori, ma subito scartata all'erompere dello sdegno e delle proteste dei Torinesi contro l'atto considerato vandalico. Così l'ingresso sorse quale lo vediamo, che compensa la modesti a della sua mole con l'euritmi a aggraziata della costruzione e con le cariatidi eleganti e leggiere di cui l'ornò lo scultore Alloati. J?alazzo della Moda. Oltrepassata di pochi passi la soglia dell'ingresso princ ipa le, il palazzo della Moda attrae il visitato re con la sua composta e signorile leggiadria. Esso consta di due avancorpi coronati da scintillanti cupole dorate e racchiudenti ciascuno un attico artisticamente ornato di statue e di vasi. Un ampio atrio dalle pareti trasparenti di cristallo fa ammirare una serie di diorami popolati da splendidi mannequins nelle più ricche e diverse foggie d'abbigliamento. Domestici in livrea e signore impellicciate nel vest ibolo. Dame e cavalieri conversano in una sala di biblioteca (stile settecento) ed in un salone da buffet in Rinascimento. Una sala da ballo o da concerto, in sti le Luigi XVI, riproduce fedelmente la sala rotonda dell'Accademia Filarmonica torinese. Seguono uno spogliatoio ed una camera da letto per signorina, infine la stanza dei bimbi e della bambinaia. Sembra poi di uscire all'aperto e di assistere a scene di galanteria nell'attigua patinoire, dove azzarda passi incerti una donnina injupe-culotte; vediamo una caccia a ll a volpe ; respiriamo la salsedine refrigerante su lla riva del mare popolata da bag11anti. Da ultimo si ritorna nei ricchi appartamenti ad am:.. mirare la camera da letto ed il boudoir per signora, ove son profuse meraviglie di gusto e di bellezza; la sala da pranzo ed il salottino da the, questo in ba- - 12 -

rocco, quella in un aggraziato stile fantasia, di cui il Martinotti possiede il segreto invidiabile. Di qui, dopo tanta dovizia di cose preziose e desiderate, non ci attende più che il vestibolo d'uscita, silenzioso e deserto. Ad allestire ed arricchire lo sfarzoso palazzo, ideato dal pittore Giacomo Grosso, presiedettero due Commissioni : quella ordinatrice e quella artistica. Della prima fecero parte i signori : Berto la cav, Ferdinando, Bournous cav. Leopoldo, Caimi cav. rag:. G. Nino e Patriarca Alfredo. Fu costituita I~. seconda nelle persone dei signori : Ceragioli cav. Giorgio, Giani Giovanni e Pizio Oreste. Fra le Ditte che concorsero ali' arredamento ed alla . figu - razione di quest'opera d'arte notiamo principalmente: ]tlobili - Agostino Lauro, F. Martinotti [Torino]. Vestiario - Rosa e Patriarca, A. Alasonatti e Figli, Caresse e Revere, Cauvet, Beretta- e C., Vittorio Foà, G. Miedico, G. De Gaspari, Sorelle Costa e C., Z. Barabino, P. Sapelli [Torino]. Notevoli pure le pellicie di D. Righini e Figlio, e della Casa Beraud di Torino; tende e manfilerie Jesurum di Venezia; argenterie dei Fratelli Broggi [Milano-Torino]; pianoforte della Casa F. Chiappa , ecc. 1\rte applicata alle Industrie. Di fronte alla suggestiva esposizione della Moda e dell'arredo si eri ge, a destra del gran viale, il maestoso palazzo delle Industrie Artistiche, composto di un gruppo di padiglioni riuniti lungo il pendfo della cos iddetta montagnola. Otto fontane (co'n statue degÌi scultori · Boni7~, Capra, Cattaneo, Forchino e Stagliano), zampil~pti nelle conche sonore, ornano un piazzale a semicerchio davanti a l principale accesso, che si apre verso un'ampia scalea, sotto un pronao austero sostenuto da quattro semplici e svelte colonne doriche. Il grande salone del palazzo raccoglie in bella mostra ceramiche, porcellane, terre-cotte dipinte; più oltre si ammirano riproduzioni in << carton pierre >> di quadri - 13 -

e mosaici classici, cristallerie di Boemia, vetrerie di Murano, cuoi lavorati con mirabile valentia, morbid i tessuti dipinti a mano dal · pittore Timelli, decorazioni in ferro ed in rame tirate a martello, un artistico portone in ferro del torinese Cavallo. Tre sale sono affollate di opere di scultura decorativa, nella quale primeggiano per produzione i Toscani e principalmente per buon gusto il Fri ll i di Firenze. Più locali ed un vasto salone ospitano le graziose · opere dell'industria femminile : ricami, merletti di Venezia, oggetti di abbigliamento e simili. A tre piccole esposizioni del genere sono destinati alcuni dei padiglioni delle Industrie Artistiche, ed accolgono articoli esotici : giapponesi, cinesi e persiani. :J/ ç;appone. Sulla Persia e su ll a Cina primeggia il Giappone·, che si accampa in sei sale, coprendo un'area considerevole con vetrine e bacheche ove sono oggetto d'interesse e di _curiosità le bizzarre riproduzioni in bronzo, in legno ed in ceramica di animàli fantastici, di grottesche deità ; il vasellame; i velluti, le sciarpe di artistico ricamo. Finamente lavorati i generi di toeletta per le belle " geishe >>: pettini in tartaruga, in avorio ed in corallo, vezzi di perle, fazzoletti di seta e tenui e diafane vestaglie, oltre alle solite scatole di lacca dalle tinte vivaci e brillanti, che , l'intraprendenza commerciale del popolo del Sol levante sa mettere in vendita anche qui con discreto profitto. Cina e j>ersia. - Con intendimenti forse meno pratici ma socialmente più apprezzabili, la piccola Mostra cinese, ristretta a due sale, si preoccupa di sostenere il confronto con le più progredite Nazioni europee, dimostrando che anche al di là della grande muraglia il soffio innovatore della Civi ltà è penetrato, come attesta con lo sviluppo delle sue ferrovie, con importanti opere pubbliche, col moltiplicarsi delle scuole, col fervore e il progresso delle sue industrie dei metalli, degli arredi e di tutto ciò che, essendo destinato ad un pratico uso della nostra esiste1:za, ri-

pete nelle forme e nei colori il libero bisogno degli spiriti di riposarsi in una visione di bellezza. Il salone persiano è tutta una mostra di armi arabescate, di tende e tappeti dai colori smaglianti, di pizzi, di vasellame ; tutta una fiera di boccettine, di ninnoli, di minuterie orientali, che giovani venditrici offrono con grazi~ ai visitatori . .t.a « Ciffà Jl{oèerna ». - Attigue alla sede del- !' Arte applicata alle Industrie sono le sale della<< Città Moderna >>, attraverso le quali si raggiunge, all'estremità opposta della costruzione, il vastissimo padiglione della Città di Torino. L'esposizione della << Città moderna » ci fa conoVILLAGGIO ALPINO scere a quali esigenze della civiltà debbano oggi'aì soddisfare la scienza costruttiva, l'arte architettorfka e le relative industrie cooperanti al benessere umano: così, dall'ordinamento dei Comuni sino ai pubblici servizi municipalizzati, dalla polizia urbana e rurale fino all'edilizia e all'igiene delle case pubbliche e private, qui troviam0 statistiche, prescrizioni, leggi, progetti, preventivi. A questa mostra parteciparono Comuni, Consorzi, - 15 -

Società e privati, da Roma, Milano, Vercelli, Bergamo, Genova, Padova, Firenze, Parma, Intra, Brescia, Modena, Venezia.. Fra i costruttori torinesi qui concorrenti emerge per attività e per ardimento il Plevna. Ma interessante più d'ogni altra è la grandiosa e signorile esposizione della Società .lng. G. A. Porcheddu. Quest'importante Società, ch e fu la prima in Italia a far conoscere l'applicabilità del cemento armato se- . cond oil sistema Hennebique a tutti i rami della tecnica edilizia, espone una numerosa raccolta di fotografie di alcune tra le molte costruzioni da essa eseguite, e con tre modelli ridotti e parzialmente sezionati illustra tre opere di notevole importanza da essa ultimate nel corrente anno. Esse sono : l'ossatura del Palazzo della Stampa per la nostra Esposizione ; il grandioso<< Stadium >> di Torino, che è il più vasto del mondo ; e il grande <~ Ponte del Risorgimento >> sul Teyere, in Roma, che con la sua arcata unica di 100 metri di corda e 10 metri di freccia, rappresenta i'opera più notevole ed ardita nel suo genere, sino ad ora costrutta nel mondo. Nello splendido Stand della Società Porcheddu sono pure da notarsi dei camp'oni di ferri speciali per cemento armato già applicati nel ponte di Roma, laminati secondo un brevetto dell'ing. Porcheddu - e delle piastrelle per pavimentazioni stradali o di a ltro genere, fatte con cemento e astalto, ovvero con cemento, asfalto e amianto insieme compressi secondo metodi brevettati dalla Ditta. È pertanto da raccomandarsi una visita attenta cli questo << Stand » per avere un giusto concetto dei progressi ed ili zi che dovrebbero distinguere qualunque << città moderna >>. eittà di Torino. Il vastissimo padiglione della Città di Torino, con cui termina il gruppo architettonico delle Industri e artistiche, è formato nella sua parte integrante da un - 16 -

salone ampio ed altissimo, chiuso da una grandiosa cupola che raggiunge l'altezza di 48 metri e che è risorta dalle rovine dopo che, appena compiuta, un terribile uragano la sfasciò. Qui noi troviamo, si può dire, l'altare votivo de lla Esposizione, perchè qui Torino riproduce e documenta la mirabi le parabola dell a sua ascesa durante l'ultimo cinquantennio, occupato in una costante e tacita tensione di opere intell igenti e feconde. Opportunamente, adunque, a questo Padiglione si diede luogo quasi all'entrata della Mostra, come a porgere il saluto cordiale di Torino ai visitatori d'ogni Nazione, e specialmente ai figli delle Città consorelle. Sul fronte di quest o tempio dell'urbanismo modermo, che occupa per sè solo un'area di 2000 mq . , si avanza un pronao abbe ll ito da· statue del Buzz1-Reschini ; dall'alto della cupo la si slancia a volo un'alata << Vittoria >> dello scu ltore Sassi. '2ittà di Marsiglia. Esposizioni temporanee. Una costruzione di carattere semplice e moderno, la cui esecuzione fu danneggiata e ritardata dalle imperve~santi intemperie invernali, fu destinata a ricevere i prodotti industriali ed agrico li e la documentazione dell0 sviluppo commerciale della Città e del Porto di Marsiglia. Alle spalle di questo edificio, cio.è a ponente . dell'Orto Botani:::o, troviamo il padiglione periodkamer-.te adibito a ricevere le Esposizioni temporanee. ~1 .. Ritornando verso il grande viale che costeggia il Po, s'incontrano due piccoli padiglioni : uno degli industriali ingegneri Audoli e Bertola, l'altro della Società del << Linoleum >>. In riva al fiume, a tergo del palazzo della Moda, è la Stazione elettrica che fornisce forza e luce ai macchinari ed ai locali dell'Esposizione . - 17 -

6iovanni Penotti = CAVALIERE DEL LAVORO = FORNITORE DELLE REALI CASE lo RINO \ Studio eNegozio: VIA LAGRANGE, 24 . ===== I Officina : VIA OSPEDALE, 16 bis = Succursale a · .MeNell.LIBRI ~ OFFICINA PROPRIA SPECIALE per la F abbrica3ione eò Jmpiaf'/li di APPARUCHI IDRAULl[I d'l61ENE UNITARIA ttesta t1 e1numeros1s• COMFORT moderno per Abitazioni, Stabi- A . ct . . 1 limenli, Case di Cura, Alberghi, ecc. ecc. I si mi I mpianti eseguiti. rFERRATO GIOVANNI 1 L o ~I PR_e t 1IA'CO et1PORJO j C!arfoline Jllusfrafe Assortimento di tutte le novità Nazionali ed Estere ,, " " " " Assortimento ritratti Uomini lll1tstri Quadri delle P1•imarie Gallerie ,, " " 25 - PIAZZA CASTELLO - 25 e3m TORINO m$ - r8 -

Il servizio di elettricità. Fra il Padiglione della Moda e il Palazzo dell'Ungheria è installata la stazione principale di fornitura dell'illuminazione e forza motrice pel servizio generale dell'Esposizione, affidato alla Ditta Valabrega, Lichtenberger e Ori di Torino. L'energia a 6400 volts, generata dalla Centrale termoelettrica della galleria delle macchine viene distribuita alle varie cabine di trasformazione con cavi armati sotterranei. Nelle cabine viene trasformata a 2201125 volts per l'illuminazione ad incandescenza. Le lampade ad arco sono circa 600 a fiamma intensiva di 2000 candele ognuna e complessivamente I .200.00Q candele. I passaggi coperti, il Salone dei Concerti. e i locali di servizio sono illuminati ad incandescenza dalla medesima Ditta con un'intensità luminosa pari a 65.000 candele complessive. La Ditta ing. Valabrega, Lichtenberger e Ori ha pure assunto la sfarzosa illuminazione della Sezione Inglese, della Repubblica Argentina, della Serbia e di molti · Padiglioni e Stands privati. Il Valazzo dell'Ungheria. In riva al Po, tra il giardino dell'Istituto di botan,ica ed il << Café-Chàlet Svizzero », ora ridotto a Ristorante, si profila tra gli alberi una mole strana ma di gustosa originalità e di carattere severo. E' il palazzo del!' Ungheria, che, 1mmagin~,ta e costrutto SLtlla scorta dell'antica architettura del paese, simbolizza, in tre cupole coniche slanciate al cielo, le tre collf:ine dello .stemma nazionale, e nella maggiore, posta al centro, raffigura le vette del Tatra. Ai due lati dell'atrio principale posano in due gruppi sei numi guerrieri gravi e pensosi, appoggiati sull'elsa di grandi spade. Questa esposizione consta di due edifici, dei quali il primo, più imponente, ricetta le opere dell'indu-

stria manifatturiera ed artistica, mentre il secondo è destinato all'agricoltura ed alle industrie minori ad essa attinenti. La ricchezza _della prima Mostra è una superba affermazione dei progressi conseguiti negli ultimi anni dalla nobile Nazione magiara nei campi del lavoro meccanico e dell'arte. In vetrine ed in -compartimenti variamente disposti, e tutto intorno alle pareti, è una visione di bardature ricchissime, di cuoi lavorati, di armi, di stoffe di pregio, di metalli foggiati a martello in lampadari ed in vasi, di mobili inestimabili per valore intrinseco e perfezione di fattura. Una curiosità di questo padiglione sono le due fontane - e più propriamente << corti d'acqua >> - ove l'acqua cade dall'alto in grandi vasche di eosin, nel cui centro sono forti nudi in ceramic.a dorata. Nel padiglione minore e nella sovrapposta galleria, che per tre lati lo circonda, sono raffigurati plasticamente esemplari de.Ile razze equine, bovine ed ovine di allevamento dell'Ungheria, ed hanno sede esposizioni forestali ed agricole, di industrie casalinghe, di trasporti, di prodotti minerari, di opere pubbliche di irrigazione, di arginatura. di drenaggio e simili. Di fronte ai _due padiglioni, appiedi al Castello del Valentino, la Mostra forestale dell'Ungheria riproduce bizzarri tipi di costruzioni in legno, alte ed aguzze, di carattere locale. In complesso l'Ungheria partecipa con vere entusiasmo, con ragguardevole e cospicuo concorso al glorioso certame indetto in questo anno dalla Nazione sorella. Uno scampolo di 0landa. . Fianco a fianco all'Esposizione forestale ungherese, e come attratta dalla comu·nanza di tipo, un'esile costruzione in legno con le quattro braccia spalancate in alto richiama in mente il brumoso paese dei mulini a vento e dei pescatori di balene. La slanciata torricella non occupa precisamente lo spazio e il sito - 20 -

· ehe eran destinati alla preannunciata Mostra dell'Olanda, che per contrattempi non si potè allestire ; ma è però come una carta da visita, conchè un lontano amico ci dice: ance il mio cuore è con voi. Le eolonie Francesi, A levante del Castello del Valentino - antica villa dei Savoia, nella cui architettura si fondono lo stile ed il temperamento artistico dei costruttori italiani e francesi del seicento - un lungo tratto di riva del Po fora oècupato dalla esposizione del Ministero francese delle colonie. Non è questa la sola partecipazione con cui la Nazione amica riconosca ed accresca importanza all'esposizione torinese, poichè di fronte alla Mostra coloniale, sulla opposta riva del fiume, sventol::i. la bandiera bianco-rossa-turchina sopra un edificio di monumentale appar,~nza, e qui a ll e spalle lo stesso tricolore invigi la l'infiorato padiglione della Città di Parigi ; però, nelle piccole sale, ove avevano i;ioconda sede le Società torinesi 'd i canotaggio, il Ministero della Repubblica ha adunato !e prove della civile evoluzione maturatasi nell'ultimo trentennio in Algeria e Tunisia, per documentare l'opera di penetrazione pacifica e c~rnmerciale, più che di conquista, çii cui si fece missionaria la Francia a l di là dei mari, fra popoli primiti'."i: ., Industrie Forestali, ~I" Sul medesimo viale costeggiante il fiume incontriamo la Mostra di selvicoltura e di industrie foresta li, la quale ·cotilprer,de l'ordinamento dell'azienda forestale, stazioni climatiche, stazioni sperimenta li , formazione ed allevamento dei boschi, rimboschimento, preparazione dei raccolti, trasporto dei raccolti, modelli di trasporti aerei e fluviali, ·e simili. - 21 -

'-'?accia e Pesca "' L' 1\cquario. Nel basso, a .mano sinistra, si allinea tra il viale e il Po il padiglioncino, intonacai.o di azzurro, ove sono le Mostre di caccia e pesca e di acquicoltura. Nella sezione della caccia figurano armi ed accessorii, reti ed altri ordigni uti lizzabili di questa prima fra le industrie umane. La sezione della pesca comprende : fotografie e moPALAZZO DELLE FESTE E _DELLA MUSICA delli d'imbarcazioni d'ogni genere, reti e materiali per la loro fabbricazione, utensili, arredi, armi speciali per la pesca, regolamenti di Società di pescatori, ecc. E' pure annesso a questa sezione un importante Acquariunz, che gli intenditori visitano ~on grande interesse. A questo padiglione si accede mediante pagamento di una tenue tassa d'ingresso. Anche di sera il pubblico è ammesso - e volontieri accorre - a visitare questo << .Acquarium >>, il più grande finora costrutto in Europa : opera di carattere scientifico, fatto appositamente per la Mostra ornitolgia e per g li studi del la pescico ltura ed idrobiologia, ove si veggono quasi tutte le specie di pesci - 22 -

che vivono nei nostri stagni, fiumi e laghi. Da molte varietà sono pure rappresentate le specie marine. Oltre a centinaia di tipi di pesci di tutte le forme e di tutti i colori, in vasche appositamente adattate alle loro abitudini, trovansi le ~pecie più belle di animali inferiori che vivono nella grande profondità dei mari : colonie di attinie e anemoni dai colori più svariati, crostacei, piante marine, gamberi dalle strane forme. I serbatoi, nelle ore serali illumirfati, protetti da pareti di cristallo, dànno alla sala, foggiata a grotta e guernita di lunghe stalattiti, un caratt~re fantastico e suggestivo di sogno . etub 1\lpino ,, Villaggio Valdostano. Sul pendio dell'erta, che prospetta il padiglione dell·a Caccia e della Pesca e l' Acquarium, si inerpica un piccolo villaggio cinto eia un intonato scena_rio naturale cli pini e cli abeti : è<< Turinetto Soprano », come l'hanno battezzato i soci della locale Sezione ciel Club Alpino Italiano, che con geniale fatica hanno saputo trasportare in mezzo al vortice ed ali 'anelito delle convulse industrie moderne un frammento arcaico e georgico della vita cli montagna. Il paesello alpino, che riproduce uno dei pittoreschi villaggi della Valle cli Aosta con la vivezza fedele cli ogni particolare, è costituito da un gruppo di case basse ed addossate, rivestite cli rozze lastre di pietra . Fra gli umili casolari serpeggiano, dirompendo, più umili. viuzze, che si dànno convegno sboccando sopra un·a piazzetta, ver~f cui guarda la mistica fronte di una piccola chiesa dal r, modesto campanile ma ridente di affreschi : un' Aàb'- razione e una Natività di quel cinquecento piemontese ch·e in pieno Rinascimento conserva un sapore di arcaica ingenuità, ed una Annunciazione che pare dipinta un secolo più tardi. All'ingresso della chiesa la tabelletta in legno dalle mobili stecche indica certi nomi di priori, di congregati e di collettori della Confraternita di San Cristo-

foro, ai quali non devono essere ignote, se non erriamo, le aspre ascensioni e le gioie impagabili della conquista di una vetta, nè i riposi beatamente consacrati dalla fatica, nei villaggi poveri e tipici come questo che essi hanno rivestito di tanta verità. Ciò spiega la ragione per cui il sacro tempietto, dall'esteriorità divota e raccolta, è completamente profano all'interno. Ail'interno, siamo in piena esposizione di alpinismo, e nella bianca sala adorna di un fregio di << edelweis >> si allineano zaini, piccozze, cordami e tutti gli attrezzi necessari agli esploratori delle Alpi. Come qui, anche nelle vicine casette e botteghe si accoglie un'infinità di . cose da osservare: la tenda del Duca degli Abruzzi nella sua spedizione polare, le carte da lui adoperate nella ascensione al Ruwenzori, i libri delle sue escursioni e dei suoi viaggi e le meravigliose << positive >> fotog rafiche del Sella, e modelli dei caratteristici costumi di alpigiane, e prodotti del!a rustica industria primitiva, e collezioni di tipi della flora e della geologia de lle nostre montagne. La piazzetta, alla quale convergono le stradicciuol e del vi ll aggio valdostano, reca scritto il nome di Quintino .Sella : omaggio sorridente ma schietto a ll a memoria del fondatore del Club Alpino Italiano. Un'Esposizione d' 1lrte. Un po' più in alto della Casa Comunale, a capo del villaggio, sta una costruzione di apparenza modesta ma di una certa ampi.ezza, le cui sei o sette camere segnano forti dis li velli, come negli edifici adagiati sul fianco della montagna. In quei loca li , ora superando ed ora discendendo parecchie brevi gradinate, possiamo visitare quella che sarebbe stata l'unica esposizione artistica nel recinto della Mostra In- l ternazionale, se con fraterno pensiero gli studiosi organizzatori della Mostra francese non avessero raccolto ed allogato nel loro monumentale Palazzo, al di là - 24 -

del Po, un vero e prezioso Museo artistico e storico di quadri, di ritratti, di · cimeli i e di documenti ad illustrare i rapporti intercorsi durante gli ultimi tre secoli tra il loro paese ed il nostro. Ma, come qùella, anche questa a llestit a nei confini territoriali del Club Alpino, ha caratteristiche specialissime, essendo un'Esposizione internazionale di pittura e di fotografia d'alta montagna a soggetto invernale ... o quasi. Molti valenti artisti vi hanno concorso dall'estero insieme ai nostri migliori : i pittori francesi Ménard e Gos; i tedeschi Muller e Barth ; il Kristoffel ed il Kauffman, svizzeri ; gli italiani Pollonera, Carpanetto, Pollini, Ciardi, Ferrettini, Gilardi, Fragiacomo e molti altri degnissimi. Nella sezione della fotografia si ammirano specialmente le impressioni di montagna di V. Sella. Il Touring='2lub Italiano. Varchiamo le frontiere della nostra seconda zona di osservazione ed ascendiamo per le viuzze erte e sassose del paesetto valdost~no fino a quell'appartato cantuccio paradisiaco del Parco ove il gorgoglio d'una cascatel la e la visione del << Viale dei Sospiri ,, attraevano altra vo,lta i passi delle giovani coppie amiche della solitudine. É in questa plaga limitrofa la Mostra del Touring, affine e potente alleato dell'a lpinismo, col .,qùale ha . analogia di caratteri. Il padiglione del Touring, che ancora ci appare in alta montagna, è la traduzione dimostrativa di uno fra gli ideali più accarezzati e più energicamente perseguiti dalla potente organizzazione touristica: l'Albe rgo modello, di tipo alpino, a cui i viaggi::i.tori, gli escursionisti, gli amatori della montagna guarderanno come al la materializzazione di tutte le loro aspirazioni di viandanti tag lieggiati, mtntre da esso gli àlbergatori si persuaderanno come si a pos-

sibile lucrare sul forestiero e sul passeggiero mettendo d'accordo con la discrezione i suggerimenti del· più dignitoso « comfort >> e della igiene moderna. Ministero della Marina. ~ Al touristico « Albergo modello >> volge le spalle un ampio e severo edificio che si estende per uno spazio di circa ottomila metri quadrati. E' . questo il padigliorie della R. Marina, che prospetta pur esso a mezzodì, rischiarato da grandi vetrate, tutto candido e lindo, vegliato dai militi del nostro equipaggio di guerra nelle loro bianche uniformi di gala. Tutta la potenzialità marittima nazionale trova il suo esponente in questa Mostra, la cui vista ci infonde fiducia ed orgoglio, e dove una minuta ed esattissima riproduzione dà il concetto della poderosa flotta di corazzate, di incrociatori, di<< dreadrioughts », di torpediniere, che .corre i mari sotto il vessillo d'Italia. Troviamo pure qui esposti modelli di cantieri navali, macchinario ed attrezzature in uso negli Arsenali di guerra, procedimenti di costruzione, di corazzatura, di armamento, riforniture del le navi, tipi di bacini di carenaggio, impianti di ambulanze e di servizi sanitari a bordo delle navi da guerra. L'interessamento del pubblico è rivolto sovratutto ai pezzi d'artiglieria da corazzate e al formidabile cannone di circa roo tonnellate, che porta il nome glorioso di << Camillo Cavour ». Nell'uscire da queste sale, così severamente eleganti, vediamo a sinistra il ricco padiglione della Ditta Martini e Rossi di Torino, quella che ha reso celebre nel mondo il << vermouth », estendendone l'esportazione alle più lontane contrade. Sul << Viale dei Sospiri si contano inoltre molti altri ricchi padiglioni di esercizi, come le aristocratiche buvettes delle acque minerali di Evian Cachat, della birra Spatenbrau Munchen, del Fernet-Branca, del Gabri, e da ultimo il principesco << Restaurant du Pare» Moli nari e Aschieri.

Poco più av.anti quasi si fronteggiano due colossi : i lussuosi padiglioni de! Vermouth Cinzano e del Cacao Talmone. E quest'ultimo, addossato al Palazzo della Elettricità, ci ricorda che il cioccolato, popolarizzato da Giuseppe Feletti nella sua grande Cioccolateria della Galleria Umberto I, ha detronizzato in Torino il tradizionale << bicerin >>, così caratteristico. li"adiglioni dei pubblici servizi. Quattro comode e graziose costruzioni, a destra di chi accede all'Esposizione dal piazzale del Castello del Valentino, si susseguono, ed albergano: la prima i pompieri e gli agenti di sicurezza pubblica, la seconda il personale ed il materiale per il servizio di posta, telegrafo e telefono ; la terza gli uffici della Commissione Esecutiva e la sala dei giornalisti, l'ultima la Mostra del Ministero Poste e Telegrafi. Non priva di interesse è una visita a q".i esta installazione, allato al . salone dei ricevimenti e dei concerti. li padiglione delle Poste, disegnato dall'ingegnere Calderini, è di piacevole aspetto e di pratica e razionale disposizione, per modo che da un 'area di seicento metri quadrati trae buon partito per dar luogo, in trè grandi sale ed in una galleria, agli apparecchi telegrafici attuàlmente in uso e ad una raccolta di apparecchi andati dismessi, che costituiscono come un museo storico dei progressi della telegrafia. A destra del padiglione funziona la Posta pneumatica, il così detto << petit-bleu >>, di sistema Lamson Mix; a sinistra, nell'avancorpo, si osserva nn .impianto radiotelegrafico (ricevitore) di sistema Marconi. -, <'::,.. Il Salone delle Feste. Dal padiglione dei servizi postali e telegrafici, in pochi passi si raggiunge il più vasto corpo di fabbrica eretto per l'Esposizione sulla riva sinistra del fiume e costituente il nucleo degli edifizi centrali. Il primo grande atrio, che si schiude sopra un piazzale costellato di aiuole, ci conduce al Salone delle Feste. - 27 -

L'arco del frontone è imponente per 1~ sua altezza, per gli avamporti sontuosi di cornicioni e per la figurazione scultoria di un superbo gruppo di cavalli. Si ammirano all' interno la sobrietà elegante e intonata dell'arredo e delle decorazioni della sala vastissima e la magnificenza del s.uo cupolone reggente una seconda cupola che si slancia cuspidata, all'altezza di 60 metri, sopra un'aerea trama di colonne. Con le corsie laterali e gli ambienti secondari anPALAZZO DELL' INGHILTERRA nessi, il Salone d~lle Feste occupa IO mila m. q. di superficie : la sala, di forma circolare, ha disposizione ad anfiteatro e spazio per accogliere circa 30 mila spettatori. Le pitture del soffitto sono del prof. Ga1 Jdina. Gli strumenti musicali. A sinistra dell'atrio che immette nel Salone delle feste, troviamo la Sezione della musica in un palazzo di altezza minore ma di non minore armonia, rivolto a levante e fiancheggiato agli angoli del frontone dalla vaghezza di due fontane mitologiche. Protende dall'alto, sull'attico ingresso, un balcone di forma ovale, a guisa di baldacchino.

Nel palazzo della Musica è rappresentata largamente l' industria artistica dei pianoforti, recata oggi alla massima perfezione ed alleata alla più squisita bellezza este riore. Della fabbricazione degli organi si hanno pure qui meravigliosi esemplari, taluni imitanti una piena 0rchest ra con effetto illusivo sorprendente. Non meno numerosi e buoni gli strumenti ad arco ed a fiato . Prima di passare oltre, si acco rdi attenzione a ll a mostra teatrale di mobiglio, costumi, attrezzatura e scenografia. La Mostra Fotografica. Al primo piano del Palazzo dei Concerti, alcune sale e .gallerie sono occupate dalla Mostra di Fotog rafia, copiosa ed interessante, specialmente pér la parte artistica . Molte delle opere esposte costituiscono saggi veramente caratteristici, che ci dimostran o come la fotografia non è ormai più una pratica di puro sperimen talismo, sebbene un'arte alla cui esplicazione concorrono elementi di gusto personale indipendenti dai precetti scientifici e dalla esperienza tecnica. Si notano splendide riproduzioni di stampe radiofotografiche, antropologiche, stereoscopie, diapositivi alpini, fotografie a colori che paiono quadretti, a soggetto di figura, di paese, di mare. di cielo. Per non accennare che a sag-gi di carattere ""~sso- , lutamente speciale, non è possibile tacere della ·racco lta di fotografie retrospettive esposte dal ca0 '" Annib;:1le Cominetti, direttore della Rivista Fotografi(l Artistica, fra le quali si vede riprodotta col dagherrotipo la nostra Pi azza Castello di cento anni fa. Gli a rtisti e profani sono attratti dalla genialità di queste esposizioni. - 29 -

Galleria dell'Elettricità. Alle spalle del palazzo delle Feste e attigua a quello de ll a Musica si estende, magnifica per la vastità e per la ricchezza di materiale che accoglie, la Galleria dell'Elettricità, una de lle sezioni internazionali dell'Esposizione. Essa ci appare suddivisa in due reparti : il campo dell'industria elettrica . e quello delle scoperte, invenzioni, app licazioni scientifiche: le meraviglie, insomma, dell'elettricità. Nel primo reparto impera la Germania con le mostre de lle più potenti sue Case : la Siemens, la Thom~on Houston, la Ganz, ecc. Copiosa è la raccolta di motori, dinamo, trasformatori dell'energia, apparecchi di illuminazione e di trazione attivati dallo splendido impianto di oltre 400 HP eseguito da lle Officine di Savigliano. Fra le alt re mostre interessa vivamente i tecnici quella de ll 'anti ca Ditta Ferrero e Craveri di Torino, provveditrice dei Telegrafi de ll o Stato. L'ordinamento della Sezione scien tifica dell'elettricità è affidato alla specialissima competenza del professore Riccardo Amò, degno all ievo e prosecutore del sommo Galileo Ferraris; e professore di elettrotecn ica al Politecnico di Milano. Lo stesso professor Amò espone in un interessante << stand >> aP.partato il suo << Contatore asincrono perfetto >> che tanta ammirazione ha suscitato nei tecnici di questa scienza . Nel reparto scientifico sono esposti in modo dimostrativo i più recenti ed interessanti trovati nel campo elettrotecnico, come ad esempio il • Campo rotante>> di Gali leo Ferraris, la ·stazione rad iotelegrafica ult rapotente del Marconi (che funziona quale trasmettitrice, in relazione con quella ricevitrice esistente _nel padiglione Poste e Telegrafi), le applicazioni terapeut iche dei raggi X, il nuovo sistema di illuminazione a << luce fredda >> di Moore, e quelli dei telefoni altoparlanti e ad << a rco cantante >> ; nonchè la interessante trasmissione telegrafica della fotografia.

• Nello spazioso edificio occupato dall'Esposizione internazionale di Elettricità trovano anche sede, nella sovrastante galleria, la Mostra Svizzera, quella dell'Insegnamento· professionale e quella Filatelica, cioè dei francobolli di ogni epoca e di ogni paese. Esposizione Svizzera. L'Elvezia, i cui rrodotti industriali sono rappresentati in molte gallerie a raffronto dei prodotti delle altre Nazioni, non avendo costruito un padiglione proprio, ha organizzato nella Galleria dell'Elettricità, a sinistra del monumento equestre al Principe Amedeo di Savoia, la sua Mostra collettiva di Meccanica e di Elettricità, il più importante gruppo che la Svizzera espone . Insegnamento Professionale. Le scuole industriali e tecniche, le scuole di arti e mestieri, le scuole di commercio e di agraria, le quali con l'insegnamento pratico contribuiscono a formare cittadini capaci di provvedere al proprio benessere sviluppando e utilizzando la produzione e le ricchezze - naturali del paese, hanno esposto fotografie, planimetrie e progetti di edifizi, arredi scolastici, disegni, gessi, materiale didattico e pubblicazioni d'ogni genere, nella galleria che guernisce e circola intorno al Salone della Elettricità. · ·, Le tabelle e le memorie illustrative di questo ra~o deII 'istruzione popolare, degno di essere apprezzato 'i'~ sommo grado, indicano anche i contributi e gli incoraggiamenti coi quali il Governo, le Provincie, i Comuni, Enti e privati favorirono l'istruzione industriale. La Mostra, a cui partecipano oltre 250 scuole dipendenti dal Ministero d' Agricoltura,)ndustria e Com~ mercio, presenta nella varietà dei tipi di scuole, un intero compendio delle diverse manifestazioni dell'at- - 3' -

tività industriale, artistico-industriale, commerciale ed agraria de l nostro Paese, e vale come dimostrazione e promessa del rapido e continuo perfezionamento delle maestranze operaie. Uscendo da questa Esposizione e dalla Galleria dell'Elettricità per visitare il Salone del Macchinario, seguiamo la linea curva del maestoso colonnato che fronteggia l'ingresso del Corso Raffaello decorando di un armonioso sfondo architettonico ed accrescendo rilievo e vigoria plastica alle bronzee figure modellate dal Calandra pel monumento ad Amedeo Duca di Aosta. Galleria delle Macchine in azione. A destra del monumento ed in direzione parallela al Corso Massimo D'Azeglio si protende il salone immenso (circa 30 mila metri quadrati) aperto alla Mostra del macchinario - precipua attrattiva delle Esposizioni industriali - alla quale hanno largamente partecipato l'Inghilterra, la Germania, la Francia, il Belgio, l'Ungheria e gli Stati Uniti d'America. Questa Galleria, nella struttura delle sue possenti capriate in ferro, è anch'essa opera di una primaria Casa italiana, la Società Officine di Savigliano. Sullo sfondo di detta Galleria campeggiano i giganteschi gruppi di motrici a vapore della Franco Tosi di Legnano e delle stesse Officine di Savigliano, azionanti ciascuna altrettante potenti generatrici elettriche destinate a produrre la massima parte dell'elettricità utilizzata a scopo d'illuminazione e di forza mot,ice entro il recinto dell'Esposizione. Ed è veramente consolante per la nostra industria nazionale i1 constatare come queste due potenti Case reggano con vantaggio il confronto con le più importanti Ditte forestiere del genere. Un'occhiata genei:ale alla distribuzione degli Stands dà tosto anche all'occhio del profano l'impressione della enorme importanza che ha assunto in questa - 32 -

Mostra la produzione della Germania colle sue macchine utensili, co' suoi telai, co' suoi motori e con tutte le relative applicazioni, le quali occupano oltre un quarto dell'area complessivamente disponibile. Ammirabi li fra quest i in ispecial modo gli Stands de lla Casa Langen e Wolff, della Casa Stigler, della Mayer ed altri. Fra le Ditte nazionali, quelle che eccellono per finitezza di produzione ed importanza di trovati sono indubbiamente la Casa Calzoni di Bologna, con un nuovo splendido tipo di turbina che rappresenta quanto di più ingegnoso e perfetto si è prodotto fino ad oggi nel genere tanto in ~alia che all'estero ; la Casa in- . gegnere Maffei, _che espone una locomotiva da montagna funzionant e a vapore soprarisca ldato ; le Case Zanell i, Dubosc, Casalegno, Turco, ecc. , che degnamente rappresentano l'industr ia meccanica locale ed un numeroso ed interessante concorso dell'industria meccanica lombarda, che sta a dimostrare come anche in questo campo ben poco abbiamo più da imparare dallo straniero. Come curiosità, m~rita di essere v isitato lo Stand della Casa Mayer, costruttrice di macchine per la produzione casalinga de l ghi3ccio artificiale ottenuto con relativa rapidità a mezzo del raffreddamento prodotto da ll 'improvvisa dilatazione del vapore acqueo nel vuoto. Il Palazzo del Giornale. Vi si giunge segnando sdl'itinerario del percorso hn acuto angolo a sinistra. Non ha nulla di comune rc,on gli altri effimer i ed ifici imbastiti in legno e te la, e la esistenza dei quali è a fissa scadenza; questo è un palazzo solidamente costrutto in cemento e destinato a sopravvivere all'Esposizione per commemorarne i fasti ed ospitare altre Mostre minori . Lo arricchiscono un bianco porticato, spaziose gallerie, un elegante arco di frontone e due cupolette sovrapposte ; la volta - 3l -

ampia, a botte cerchiata, dalle travature possenti, è decorata a ghirlande verdi e gialle, di effetto delicato. In questa Galleria si chiarisce al pubblico il segreto pel quale il pensiero si materializza e si trasfonde, si propaga nello spazio dalle colonne del giornale, nei secoli dalle pagine eterne del libro, avvalendosi dell'opera del compositore, del legatore, del torchio litografico, della rotativa, della << linotype », della cartiera, della fonderia dei tipi, avvivando l'attività di cento altre ingegnose industrie. Ed in un ordine più elevato qui si apprezza il sussidio che allo scrittore, al giornalista, al libraio dànno la matita che disegna, il bulino che incide, e le arti sussidiarie, e le più geniali e recenti applicazioni della chimica, della meccanica e dell'elettricità: fotografia, zincotipia, tricromia; telefono, telegrafo, posta pneumatica; questi ed altri, e molti ancora, sono gli alleati dei quali è tributaria l'arte della Stampa. Nel padiglione del Giornale funziona un vero modello di officina tipografica della << Gazzetta del Popolo >>, pubblicando quotidianamente un supplemento pomeridiano dell'antico Periodico liberale torinese. È pure oggetto di attrattiva una copiosissima raccolta di cartoline illustrate e di caricature apparse in giornali di varie epoche e particolarmente dei giorni d'ansie, di eroismie di speranze di cui si rievocano oggidì a Torino i cinquantenari ricordi. Valazzo dell'Inghilterra. · A sinistra del padiglione delle Macchine in attività e del Palazzo stabile dell'Arte della Stampa, si allaccia ad entrambi una serie di gallerie che, costeggiando il Corso Massimo d'Azeglio e il Corso Dante, si prolunga senza interruzi,one fino al sottopassaggio del Ponte Isabella. È l'area immensa (mq. 20 mila) costituente il vastissimo dominio britannico, che da alto poggio, in posizione dominante, quale gli si conviene, aderge a levante il lunato arco del suo fron- - 34 -

RkJQdWJsaXNoZXIy MTUzNDA1OQ==