LE ESPOSIZIONI DEL 1911 83 ROMA. L A SED UT A RE A LE DEL 27 MARZO IN CAMPIDOGLIO (fot , i\1olinar i), pitolina, alla Valle Giulia, alla vigna Cartoni, ali' inaugurazione formale - non sostanziale - della grande Esposizion e internazionale di arte. Sulla scalea del palazzo felicemente ideato dal Bazzani e nel salone d'onore si raggruppava lo s tesso pubblico decorato, militare, diplomatico, parlamentare che raccogli evasi due ore prima in Campidoglio. I minis tri dimissionari erano li, in tutta la solennità delle loro uniformi, sotto il cui splendore nascondons i gl'intimi sentimenti inesplicabili di chi s i sa designato al sagrificio dell'andarsene o a quello, non meno grave, del rimanere. Il palazzo delle belle arti c'è, l' esposizione non c'è ancora, ma ci sarà, man mano, nei giorni venturi. Tutti ammirano dell'edificio la ~randiosità e l'armonia. Fra gli ammiratori è il miliardario americano, Pierpont Morgan, ammirato alla sua volta per la fioritura del suo naso solenne non meno che per la rinomanza dei suoi mili'oni e del suo mec enati smo. L'ambi ente è delizioso. Valle Giulia, solcata dall'ampio viale lungo il quale sorgono eleganti e festosi i padiglioni stran ieri, belli nelle loro decoraz ioni floreali, ed ornati da grandi orifiammi multicolori agitati dall'aura primave rile, è di effe tto incantevole. Le trombe squillano, la folla s i move; è il corteo reale che si avanza, nell'ordine e nell ' insieme medes imo che abbiamo visto in Campidoglio. Il Re, la R egina, i principi sono sotto il trono; gli inchini, gli ossequi si susseguono rapidamente, e cominciano i discorsi - quattro discorsi; quattro come nella mattinata in Campidoglio, quattro e quattro otto, aprendo la nuova serie il conte di San Martino, imperturbabile; poi, col suo bel vocione, la sua faccia serena e contenta, il senatore Secondo Frol a, che, presidente del Comitato generale dell'Esposizione di Torino, reca a Roma il saluto, applaudito, dell'operoso Piemonte; quindi il ministro per gli affari esteri di ieri e di domani, marchese Di San Giuliano; ed infine l'ambasciatore francese, signor Barrère, decano del corpo diplomatico, giacché questa esposizione internazionale di arte ha anche il suo contenuto diploma tico. Finiti i discorsi, l' entusiasmo prorompe invadendo tutta vigna Cartoni , e di là rovesciandosi di nuovo in Roma, mentre gli studenti fanno a ttorno al Corteo Reale una dimostrazione clamorosa, illuminata dal sole ridente, che nascondesi die tro la gran mole della cupola di San Pietro. Roma si accinge ai tripudi della sera : la luce del crepuscolo si tramuta, per oggi, in alba sorprendente di una nuova giornata luminosa; ogni fin es tra, ogni piano, ogni facciata di casa diventa, a poco a poco, risplendente per migliaia e migliaia di ondeggianti fiammelle; una miriade di fiaccol e danno bagliori ed ombre inconsuete ai monumenti; due riflettori del genio incrociano su Roma, dal Campidoglio al Monte Mario, i loro fasci raggianti; tutta l'urbe è di nuovo formicolante nelle vie e nelle piazze; mentre la folla dei decora ti e degli uniformati sale, per la seconda volta nella g iornata, il Colle Capitolino, ad ammirare le bell ezze dei tre palazzi classici, riuniti col tanto discusso porticato intercomunicante, e raccoglienti in una pompa di luce e di fiori i sovrani e i dignitari dello Stato e del mondo ufficiale ad un trattenimento artistico - epilogo delle fatiche · di questa pr :ma g iornata commemorativa. * La seconda giornata, il 28 marzo, è sta ta la g iornata di Castel Sant'Angelo. La mole mae s tosa che l' imperatore Adriano si fece cos truire a riposo delle ossa sue e di quelle della sua consor te, Sabina, era ancora tutta incorniciata es teriormente dalle fiaccole spente della illumin az ione della notte innanzi, quando la folla g ià veduta il 27 a Campidoglio ed a Valle Giulia, accorreva con ogni forma di veicoli verso il Ponte ed il Castello, per assister e all'inaugurazione dell'Esposizione arti s tica e s torica retrospettiva. Già il 13 febbraio una prima reinaugurazione aveva colmato di gioia il cuore del direttore generale ed organiz• zatore, colonnello Borgatti. E il 28 il benemeri to ufficiale non stava più in se dalla gioia, perché delle varie esposiz ioni di Roma, ques ta di Castel Sant'Angelo si può dire veramente la più completa ed organizzata, così che la parola inaugurazione corrisponde ad un fatto reale e concr e to . Ciò è s tato possibile, perché qui non v i era che ben poco da creare ex-novo; tutti i grandios i e fas tosi locali del Cas tello erano pronti da un pezzo; poi il -colonnello Borga tti ha potuto disporre di un'organizzazione militare pronta e disciplinata, che gli ha reso meno diffi coltoso che altrove tutto il lavoro, pur rilevante, di ordinamento. Il 28 marzo, in luogo degli homenz' d'arme, di Leone X o di Giulio II, battevano i risonanti selciati dei fossati del castello i cavalli delle carrozze reali recanti dentro l'antico pauroso r ecinto ri servato ai papi il R e e la Regina d'Italia, affrontati, anche in Castel Sant' Angelo dagl' inevitabili discorsi - due _soli, per fortuna, brevi e succosi, quello del ministro Credaro, che parlava come governante di ieri e governante di domani, e quello del bravo colonnello Mariano Borgatti, la cui felicità trasudavagli dalla spaziosa fronte - e ne aveva ben ragione e diritto, perché egli, da almeno un ventennio è il · vero papa o papà del Castello, e ne ha rinnova ta la vita, pur rispettando i caratteri e la s toria del colossale edifi cio. Il di scorso del Borgatti fu una brillante prolusiene s torica, preparatri ce eccellente dell'uditorio sceltissimo all e maraviglie d'arte che poco dopo tutti si affre ttarono ad ammirare nelle casermette, nel cortile delle ·Palle, nei fossati, sui bastioni, nell e casematte, nel grandioso appartamento papale, sulla piattaforma, dovunque il bravo colonn ello ha potuto collocare qualch e ogget to degl' infiniti tesori che egli è riuscito a ri unire e felicemente ordinare e disporre in ambienti dove la civiltà romana ed il fasto papale non sono in nessun modo turbati dall'ora sopraggiunta esposizione. Non è possibile inoltrarsi, nemmeno per un accenno sommario, nella specificazione di ques ta esposizio ne che formerà - non v' ha dubbio - uno dei maggiori successi delle Esposizioni Romane ed è fra le più rispondenti all e tradizioni, alla storia, ai caratteri della Capitale d'Italia. In Castel Sant'Angelo possono saziars i di godimenti gli eruditi e gli archeologi, gli artisti e gli amatori, tutti i cultori della bellezza sotto le forme più elette e caratteristiche; è un'Esposizione che ha, anch'essa, i suoi limiti di tempo, e, con quella archeologica che si inaugurerà alle Terme Diocleziane, forma il paio delle mostre che in Roma dovrebbero e potrebbero rimanere permanenti. Ma le scale di Sant'Angelo, oh! le scale sono terribili, come l'an tica dominazione papale, ed io mi arresto a riposarmi sulla terrazza da dove si domina l'urbe.... GIORINO.
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