Le Esposizioni del 1911. Roma, Torino, Firenze (Treves)

LE ESPOSIZIONI DEL 1911 ROMA, I SOVRANI ARRIVANO IN CAMPIDOGLI O (fot. Molinari). Le Feste per il Cinqua.ntenari9 a Roma E L' INAUGURAZIONE DELLE MOSTRE A VALLE GIULIA E IN CASTEL SANT' ANGELO. (Nostra · corri·spondenza.) 2 aprile. Ecco finalmente Roma nel periodo delle grandi commemorazioni e delle solenni inaugurazioni. . Dal 27 marzo in poi, tutti i giorni, si può dire, Roma accorre, assiste, ad una cerimonia, ad una festa. Alla popolazione abituale di Roma si sono aggiunti altri centomila abitanti, a dir poco, venuti da fuori, da tutta Ital ia, dall'estero, a godere le bellezze caratteristiche della stagione romana, e le manifestazioni s traordinari e di quest'anno, eccezionalmente commemorativo. La prima giornata di codeste feste e commemorazioni è stata quella che si dice una g:ornata campale. Una seduta reale assolutamente straordinaria nella mattinata, l'inaugurazione di una esposizione internazional e nel pomeriggio, un grande ricevimento la sera in Campidoglio - hanno fatto sì che tutti gl' invitati a queste feste e cerimonie si siano dovuti trovare mobilizzati ed in perfetta tenuta per quindici ore, almeno, dalle nove ciel mattino alla mezzanotte. Si fa dunque qualche cosa per la Patria anche ai giorni nostri!. .. Tutti, tutti si sono buttati con fervore, con en tusiasmo a rendere grandiose queste giornate solenni; tutti, dai venditori ambulanti ai principi romani, cominciando col profondere per ogni dove ed in ogni forma i colori nazionali su tutta la superficie di Roma. Dalle colossali cravatte tricolori svolazzanti del limonaro girovago, alle bandierine tricolori sventolanti dall'alto de i trolleys dei trams o dai frontini dei cavalli . dei bottari; dalle banderuole delle finestrine degli am- · mezzati delle più umili case, alle bandierone delle sedi principesche e delle ambasciate, è stata una inebriante festa di colori, infiammata dallo splendore del sole primavaile, che è entrato come elemento essenziale a creare quell'entusiasmo patologico a pressione elevata, che tutti abbiamo qui respirato specialmente dall'alba del 27 alla mezzanotte del 28 marzo, anzi dalla mezzanotte del 27, giacchè a quell'ora, dal Gianicolo, dove tanto latin sangue gentile cadde in di- • fesa dell'italianità contro i francesi invasori e papisti, nel '49, dal Gianicolo, su cui grandeggia il superbo monumento di Garibaldi, e dove Tasso soffrì e morì, dal Gianicolo tuonò su Roma il primo colpo di cannone a salutare l'alba festiva! ... Un altro colpo di cannone, alle dieci un quarto del mattino del 27, annunciava l'uscita dall'alto Quirinale ciel corteo reale che per la salita cli Magnanapoli, via Nazionale, piazza Venezia, piazza clell'Ara-Coeli portava il Re, la Regina, i personaggi della Corte al Campidoglio, il cui campanone spandeva su Roma le sue onde sonore festose. Tutta Roma e'ra nelle vie e nelle piazze: la festa ufficiale era attorniata da una vera, grande festa di popolo acclamante; così che nel glorioso recinto chiuso di Campidoglio, sulla classica piazz:t fatta sgombare dalla folla, nel magnifico salone degli Orazii e Curiazii, riservato agl'invitati di qualità, si aveva quasi, malgrado la solennità, una sensazione di vuoto, in confronto con la ressa popolare delle vie e piazze, a stento attraversate, ed invase da un entusiasmo irrefrenabile. Nella grande aula capitolina era tutto quanto Roma accoglie e può offrire di solenne: le cavali eresse dell'Annunziata, da donna Elena Cairoli Sizzo a donna Rachele Marcora; i presidenti delle due Camere, i ministri, ormai in partibus, i sindaci di Roma e delle grandi città, ufficiali generali, diplomatici in splendide uniformi, dame e cavalieri in aggruppamenti' accidentali pittoreschi per la varietà delle toilettes primaverili ed il luccichio delle decorate uniformi, uomini della politica, della sc ienza, dell'arte, compreso Ermete Novelli, col petto e la marsina cosparsi cli decorazioni, e Tommaso Salvini, appoggiante, sotto il peso di stelle , croci e crachats i suoi ottanta anni di gloria al piedestallo del busto di Garibaldi. Non mancava Matilde Serao, intenta, col lorgnon, ad analizzare le toi!ettes delle dame, e pronta a fissare la figura alta e severa della Regina Elena nel momento in cui al braccio del Re, e nel cospetto di tutto quel magnifico uditorio in piedi ed acclamante, entravano a pren- .. . dere posto sul trono, seguiti dal Duca d'Aosta dal Conte di Torino e dal Duca di Genova. Dei discorsi non vi parlo: tutti li hanno letti nei giornali. Il momento solenne fu per il discorso del Re, il primo, - discorso breve, ma intenzionalmente significativo, riunente le idee e la forma del primo ministro che se ne va, Luzzatti, dedicate, quasi, al primo ministro che viene, Giolitti. Al discorso, detto con voce ferma, sonora, ma calma, gli applausi risposero, quasi ogni volta, per segnale cli Tommaso Salvini, ad ogni frase toccante · i sentimenti dei convenuti. Fu esso il grande numero . della seduta capitolina. Gli altri tre discorsi, cioè gl' indirizzi ciel Senato e della Camera, già noti, ed il discorso del Sindaco di Roma, Ernesto Nathan, sproporzionatamente lungo, furono accolti da un silenzio rispettoso, ma rassegnato. Due ore, appena, di tregua rimasero libere per tutto il mondo di cerimonia; e in quelle due ore c'era da rifarsi un poco dalla s tanchezza, rinfrescarsi, rifocillarsi; poi in marcia tutti al lato opposto di Roma, da Sud a Nord, dall'Arce ca- (3:, =r I= 2) (f 1 A questo fascicolo è unito il li) grande rr, ~ PANORAMI\, ~ ~ DELLE ESPOSIZIONI DI ROMA ~ disegnato espressamente dal vero ~ e da documenti ufficiali da A ldo Molinari, e che è degno risconr!) tro del Panorama della Mostra di ~ Torino pubblicata nel fascicolo4.0 l C?~I 1= JJ '1) il .

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