Le Esposizioni del 1911. Roma, Torino, Firenze (Treves)

IL FALLITO SCI OPER!OOPE RAID·. ALL'ESPO SIZIO NE DI TORI NO. (Nostra corrispondenza.) Bisognava ben prevedere che al movimento veramente entusiastico della . cittadinanza torinese, anzi, cli tutto il Piemonte, cli tutta Italia e dei paesi stranieri per la pronta e buona riuscita della nostra grande espos izione internazional e, avrebbe, presto o tardi, fatto contrasto il contegno egoistico dei maneggioni dell e classi operaie. Tanta concordia crucciava i soliti e noti maneggioni cli tutte le agitazioni operaie. E, come se non bastassero i maneggioni nostrani, se ne aggiunsero alcuni stranieri - giacchè qui, specialmente nelle sez ioni es tere, vi sono operai francesi, tedeschi, svizzeri, belgi , ecc. - e, a poco a poco, tutti questi valentuomini benissimo intenzionati riuscirono a mettere insieme, a metà febbraio, una piccola assemblea, cli poco più che · 300 lavoratori clell' Esposizioni, e con discors i e declamazioni riuscirono a fare eBtrare nella LE ESPOSIZIONI DE:L 1911 testa dei .lavoratori che la loro dignità proletaria sarebbe anelata a spasso, se non avessero approfittato degli ultimi due mesi e mezzo che rimanevano a completare l'esposizione senza fare un poco cli chiasso e non avessero tentato cli prendere per la gola gli assuntori dei lavori e il Comitato stesso. Si riuscì così a far votare ai trecento circa - cioè appena il IO per cento della totalità degli addetti ai lavori dell'Esposizione - un ordine del giorno rimbombante, o, meglio, memoriale chiedente questi minimi di paga: " Stuccatori, gettatori, posator i, riquadratori e muratori: L. r.25 all'ora Carpentieri, pontieri e falegnami: L. r.25 . Aiutanti carpenti eri e pontieri : L. r. Verniciatori: L. r.25. lattonieri r. 20. Manovali 0. 60. Manovali di 2." classe (ragazzi) : L. o.So. " P er le ore di lavoro oltre le ro giornaliere, e per le ore festive , l'aumento del I oo pe r cento, e cioè il doppio della paga ordinaria . ., · Due giorni di tempo, appena, furono dati per deliberare su un memorandum elevante le paghe dei garzonetti a quasi 5 lire al giorno e quelle degli altri operai, secondo le categorie, ad 8 a 10 lire al giorno!. .. Naturalmente gli agitatori pensarono che, non rimanendo che due mesi e mezzo per finire i lavori, gl' imprenditori si sarebbero spaventati, ed il Comitato ancora più degli imprenditori. Ma, in .realtà, nessuno ha avuto paura dell'atteggiamento artificioso degli operai: in mezzo al partito socialista s tesso è stata veduta tutt'altro che bene tale mossa; e la grande maggioranza della cittadinanza ha subito compreso quanto erronee fossero le premesse ed insensate le pretese degli operai, o, per meglio dire dei loro maneggiatori. Essi sperarono, a tutta prima, cli creare dissidio, anzi, conflitto fra il Comitato esecutivo e gli imprenditori, mandando al presidente - il senatore Villa - un'abile lettera il cui tenore untuoso rivelava il proposito di allontanare dai promotori dello sciopero - come se ciò fosse possibile - la responsabilità ciel medesimo: TORINO. I BERSAGLIERI DI GUARDIA DENTRO IL RECINTO DELL'ESPOSIZIONE DURANTE LO SCIOPERO. " A codesta presid~nza premerà che i lavo ri non ve ngano interrotti con delle sospensioni, e perciò questa Camera del Lavoro ritiene che pratiche per raggi ungere l'accordo possano esse re dalla signoria vostra t enta te coll' invitare le imprese assuntrici dei lavori a nominarsi la propria Commissione e mettersi in comunicazione col Comitato genera le degli operai, per fissare i richies ti minimi di paga da corrispondersi agli operai dell'Esposizion e. " Ne lla certezza che codesta On. Presidenza prenderà in consideraz ione questa proposta, dettata dal desiderio di impedire una sospensione t emporanea dei lavo ri dell' Espos izione, in attesa di sollecito e g radito · riscontro, etc. " Notisi che ques ta sol lecitatoria veniva . manciata al presidente Villa il giorno stesso, 20 febbraio, in cui gl' imprenditori dovevano dare la loro risposta al memorandum operaio. Gl' imprenditori - come era facile prevedere - c1 :chiararono inaccettabili le esorbitanti pretese concret ate nel memorandum; e lo sciopero venne senz'altro dichiarato a comin'.:iare dalla notte ciel 23. Riunioni, process ioni cli scioperanti, assembramenti attorno all'Esposizione, grida, ingiurie, fischi, violenze, tutto fu mt>sso in opera per impedire ai volonterosi cli lavorare. Nei primi giorni i lavora tori cli buona volontà non superarono i 300, e va lodato il loro coraggio, g iacchè, sebbene l' esposizione ed adiacenze fossero occupate militarmente, gli sciope ranti non si astenneto dal minacciare, i\li ed in altri punti dell a città, i loro compagni decisi a lavorare. Ma la fermezza delle autorità, il contegno non dubbio della cittadinanza, la ragionevole condotta ciel Comitato e clegl' imprenditori· fecero presto comprendere che lo sciopero avrebbe finito .col fallire. Il presidente Villa, che non è certamente nuovo a tali vicende ed a tali sorprese, aveva risposto, molto giustamente, fino dal 20 febbraio stesso al segretario della Camera ciel lavoro fra altro: " Io non ho nessuna diffi coltà - fatte le debite riserve su lla giustiz ia e sulla equità delle el~vat e pre.tese e sulla loro opportunità, e lasciando in tutto libera la volontà delle parti - di consigliare :a?;li uni e agli altri di risparmiare a l nostro Paese i danni e le r esponsabilità gravissime di un con trasto, discutendo amichevolmente le loro ragioni, ma perciò mi occorre il tempo necessario ed io conto sull 'animo bene• volo di tutti perchè non si proceda a delle determ'inazioni impulsive, le quali non torn erebb ero a vantaggio di nessuno . ., Una riunione alla sede della Commissione esecutiva clell' Esposizione ebbe luogo il 27, presiedendo il senatore Villa; ma i delegati degli operai si presentarono senza mandato di fiducia eia parfe degli !ic'ioperariti. ·Quale affidamento, in tal caso, avrebbero avuto gli eventuali accordi che l'assemblea plenaria degli operai àvreb-be poi potuto sconfessare - come tante volte è accaduto?... Gl' imprenditori manifestarono, tuttavia, il proposito cli qualche aumento percentuale sulla massa delle paghe, e, considerando rotte le trattative, aprirono il 1.0 marzo i cantieri. La Camera ciel lavoro diramò proteste in foglietti a stampa; furono adoperati nuovi incitamenti in mezzo agli operai; ma la verità è questa: gli operai eh.e al 27 febbraio trovavansi a lavorare in circa :3so, cli giorno in g iorno anelavano aumentando, ed il 6 erano ritornati tutti al lavoro, nella mattinata, meno una cinquantina che finirono coll'anelarvi nel pomeriggio. Gl' imprenditori avevano formulata una proposta generica cli proporzionali aumenti al ·Comitato, e la Camera ciel lavoro fece, a sciopero fallito, il bel gesto cli dire che .non voleva aggravare il bilancio clell' Esposizione; e lo sciopero finì miseramente, come prevedevasi. La grande esposizione nos tra ha oramai, e per l'interno, e per l' es tero, i caratteri e l'importanza cli un grande servizio pubblico, cli fronte al quale i cattivi propositi dei suscitatori cli malcontento fra gli operai non possono essere trattati con d ebolezze, che sarebbero, in questo i::aso, imperdonabili. GroRINO. ·e•

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