Le Esposizioni del 1911. Roma, Torino, Firenze (Treves)

LE ESPOSIZIONI DEL 1911 l G N A Z l O · Z U L O A G A. - AUTORITRATTO. compiono l' opera loro fra la quiete d'una triste campagna appena ravvivata dai timidi passi di due piccole donne lontane; Il poeta cantore Specuhojf, del Buismans, vigoroso ritratto, a m'ezza figura (l'uomo è seduto con un libro stretto fra le mani: l'abito severamente nero intona bene con la gravità del volto, adorno di una crespa barba, e con la testa pensosa, dai lunghi, morbidi capelli divisi nel mezzo); Venditrice di fiori, del Maarel, una fanciulla nel suo casotto, presso il mare, modestamente vestita con un abito verde cupo che armonizza bene col giallo, il ro3so e il viola dei fiori uscenti a fasci da scatole e ceste; Compagnia allegra, macchia larga e vivace del Maks, raffigurante due fanciulle e due giovanotti raccolti in lieto simposio intorno ad una tavola, sotto un pergolato, quadro simpatico anche a traverso i riflessi di luce troppo violetti e le scorrettezze di disegno; La Mosa . a Rotterdam, ottima impressione dai vivaci colori, in cui il Mastenbroesk rievoca un tratto del fiume animato da barche e vaporetti, presso la riva, su cui ferve l'attività dei marinai; La signora Van Ogtrop e le sue _figliuole, grande tela dalla bella intonazione in grigio, su fondo scuro, dipinta dal Van Schwartze a tinte opache con gran gusto di raggruppamento, la giovane signora non potendo meglio essere disposta fra i suoi cinque figlioli, che passano a traverso tutte le gradazioni della età, dalla giovanetta, stretta al fianco suo, al bambino più piccolo aggrappato sul collo; Il porto di Veere, eccellente acquarello del Le Comte, con una barchetta a vela sostante nel mare spumoso co- ·stretto fra la banchina e la staccionata, accanto a poche case romite, dalle belle tinte calme; Il pranzo del bùnbo, acquarello del Roelofs, trattato con miriadi di pennellate nervose che ricordano la ·tecnica di Antonio Mancini, ma bello, in ogni modo, per giustezza di toni e di rapporti, e per forza di sentimento nel gesto amoroso con . cui la mamma dalla vestaglia bianca, assisa accanto alla culla del bambino, anch'esso tutto bianco nella camiciuola di trine, gli p orge la pappa; Pescatori di' conchigli'e, del Tadama, raffigurante alcuni carri che procedono in fila verso la spiaggia di un mare tinto in tutti i colori dalla luce del tramonto, mentre nell'acqua bassa i pescatori cercano le conch iglie, le caricano e proseguono il cammino reggendo per le briglie i cavalli; Giorno di pioggia, dell'Armtzenius, pieno di poesia; Buoi al lavoro, dell'Hogerward, dalla vigorosa pennèllata; Giorno di bucato, dello Schildt, assai vivace di colore. La sezione norvegese ha poche cose veramente notevoli. Ricorderò Paesaggio norveg ese del Beberitz dalle tinte violente sulle quali predomina il rosso; Un uomo a mare I del Krohg, tragica tela rappresentante una nave colta dalla tempesta in alto mare, mentro un marinaio corre sopra coperta, quasi nascosto sotto l'impermeabile e il cappuccio, stringendo nella mano poderosa un salvagente; Nelle montagne norvegesi, delicato paesaggio deì Muller, dal bel cielo nuvoloso. Quanto alla scultura, il Vigeland espone due figure nude a grandezza naturale I mendicanti, bronzo s corretto ma ardito: è un vecchio che procede lento al braccio di un giovane, il quale tende la mano minacciosamente, più in atto di pretendere che di chiedere. Lo stesso autore ha un'altra figura maschile, nuda, grande al vero, col capo piegato e le braccia tese innanzi, quasi come se sopra lui passasse tutta l'ansia della musica di Beethoven. Anche lo scultore Vik ha due buoni marmi: Una ragazzina, mezza figura di bimba appena adolescente dalla soave e triste espressione ; ed una Veccht'a, pure a mezza figura, _ben modellata. I pittori danesi sono, in generale, sporchi di colore e si presentano con opere mediocri. Noterò poche cose: Il ritratto del signor H. Bramseu, dell'Hammershoi, figura d'uomo dalla tonalità scura, (è in frak e ~iede sopra una poltrona suonando il violoncello con tristezza); Gruppo d'artisti, ' del ·Paulseu, cinque figure raccolte intorno ad una tavola, quadro un po' monotono nell'insieme ma notevole come studio di caratteri; La punta di !ionie, mediocre marina del Syberg; Interno, simpatica opera del Waudel, raffigurante uno studio-stanza da pranzo in cui è raccolta tutta una famigliola, dalla nonna che passa il nipotino più piccolo fra le braccia amorose della mamma, al ricciuto bimbo più grandetto, che, buono e tranquillo, scherza col suo elefantino; una Marina, assai mossa, con una piccola barca a vela sulla riva desolata, del Wilhjelm; Giovanna la pazza, del Zahrtmann, una vecchia dal costume pittoresco, seduta a terra, presso un altare, fra lampade e ceri votivi, quadro con forti qualità di modellato sebbene troppo rosso di colore. Quanto alla sezione svizzera, ci troviamo innanzi a un numero anche più esiguo di opere notevoli. In generale si tratta di pittura capricciosa, chiassosa, che si infischia di tutte le regole dell'arte e rappresenta il non plus · ultra della stravaganza. Tutta,·ia c'è qualche tentativo che, se disciplinato, potrà, col tempo, darci la misura del valore di alcuni artisti. Rilevo tre quadri: un Taglialegna dell' Hodler, che, pure essendo dipinto nel solito modo, a colori inverosimili, sopra un brutto fondo biaccoso, rivela qualità non comuni di disegno e di movimento; una Lettrice dello Stettler, bimba dai capelli rossi seduta a un tavolino fra i suoi libri e periodici infantili, nella stessa stanza ove la sorella minore gioca con i cavallucci di legno, quadro ben composte e dipinto con una tecnica più temperata, con colori meno stridenti; Il parco, dello stesso autore, inferiore di certo e abbastanza chiassoso, ma buona per la composizione della folla intorno alla larga fontana circondata da statue e alberi. Poco anche di buono offrono i greci. Non trovo da notare che il Ritratto del maestro Lytras, del Mothiopoulus, mezza fìgura a pastello; Concerto improvvisato, del Jacobidès, che potrebbe senza danno ridursi a più modeste dimensioni, ma, ad ogni modo, simpatico per la ben colta birichineri a di quei cinque bambini che, dando mano agli inaffiatoi e alle casseruole, divertono, con frastuono assordante, il fratello più piccolo tutto giulivo fra le braccia materne. Nella sala bulgara trovo un Trio del Mikailoff, che rappresenta, assai ben raggruppati, un babbo artista (come ci dicono il taglio della giacca, la cravatta svolazzante e i capelli lunghi) e una mamma, dalla vestaglia scozzese, con in mezzo il figlioletto ricciuto, coperto dalla sola camiciola; quadro ben tagliato, ben disegnato e ben dipinto; trovo pure due grandi tele del Veschiu, di soggetto militare, Ritorno dalle manovre a Scht"pka del luglio I902 raffigurante tutto lo stato maggiore rac..:olto sopra .un'altura a discutere, mentre giù, in basso, avanza la fanteria; e Rùorno dalle manovre, rappresentante lo stato maggiore a cavallo, seguito da tutta la cavalleria. Interessantissima è la sezione cinese. Gli artisti hanno saputo rimanere al loro posto, senza tentare di europeizzarsi, e per questo, a differenza di alcuni giapponesi, si sono tenuti alto. Nessuno, io credo, può reggere al loro confronto nella delicatezza con cui trattano i fiori: basta guardare i quattro dipinti di Cheng-Yi, dalle margherite maravigliose, dalle rose e dagli iris che sembrano mandarci tutte le fragranze dal fondo bianco di seta. E le sculture in avorio e le incisioni sul rame, che si accolgono in alcune vetrine della sala, non potrebbero essere più delicate, più belle. Siamo di fronte a un'arte ancora verg· ne e perciò, forse, pura e degna di rispetto. ARTURO LANCELLOTTI. I G N A z 1 o Z u Lo AGA. - LucrENNE BRÉVAL NELLA "CARMEN,,.

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