Le Esposizioni del 1911. Roma, Torino, Firenze (Treves)

• 't • LE ESPOSIZIONI DEL r9r1 ED w A R D B u R NE J o NE s. - Lo SPECCHIO DI VENERE. L' ARTE INTERNAZIONALE NEL PALAZZO BAZZANI Le sale dedicate agli stranieri nel palazzo Bazzani sono molte: ma di opere notevoli ne contengono poche. Dirò, prima, delle due mostre personali di Zuloaga e Anglada, per passar poi, alle varie nazioni più o meno bene rappresentate. Ignazio Zuloaga, spagnuolo, è principalmente un ritrattista. Ma i suoi ritratti non hanno niente di comune con quelli degli altri pittori. Egli cambia di proposito il colore ai fondi dei quadri ed ha una tavolozza limitata a tre o quattro tinte. In compenso possiede due qualità essenziali: riesce, con questi piccoli mezzi, a conseguire gra ndi eff~ tti , e sa scendere nell'anima dei personaggi. E perciò che ne accettiamo l'opera senza quasi accorgerci dei difetti. Egli studia a lungo e con pazienza i diversi tipi che raffigura, perchè vive o visse nell'ambiente loro medesimo. Fu, in gioventù, un valoroso torero: ed è penetrato nello spirito dei picadores che si s taccano dalle sue tele nella fastosità dei loro cos tumi tradizionali. Ebbe per molti anni alla propria dipendenza un orribile nano; ed è riuscito, in un quadro che lo rappresenta oppresso dal peso di due immense otri, a renderci tutta la bestialità della sua figura deforme, dall'occhio guercio, dal nas o camuso e dalle labbra tumefatte. Fra i suoi quadri più belli c'è Il vecchio arzi'llo, un impenitente libertino che, in frak e gibus, col bastone sotto al braccio e il collo un po' inclinato in tono di senile galanteria, segue, ammiccando, due mondane, l'un a in nero, l'altra in verde, che passano sopra un ponticell o a ringhierà. Con la solita semplicità di mezzi e di colori l'artis ta è riuscito a dare all'opera forte carattere e· anche bella armonia cromatica. Mi·o zio Daniele e la sua famigli"a è pure eseguito a tre uniche tinte: ma quanta efficacia nqn consegue nella vitalità di ogni personaggio. E un quadro di composizione, raffigurante un vecchio pittore che si accinge al lavoro avendo innanzi a sè due modelle in piedi e una terza seduta su una panca con un piccolo cane accoccolato accanto; alle spalle, un'altra giovane e un uomo di cui si vede per tre quarti la figura. Tutti vestono in nero e le donne hanno i caratteristici volti infarinati dalla cipria. Ignazio Zuloaga è giunto alla sua tecnica attuale dopo essere passato attraverso l'impresGLI STRANIERI sionismo e il divisionismo .' Liberatosene in tempo si innamorò dei grandi pittori spagnuoli Greco, Velasquez, Ribera, Goya e si mise risolutamente, sopra nuova strada, senza, peraltro, come sempre accade, avvicinarsi in modo alcuno a questi che considerava suoi maestri . Da allora cominciò ad esser e discusso e i suoi connazionali lo rinnegarono. Dicono che egli sia un denigratore della loro razza. Certo le figure che presceglie sono spesso caricaturali. Ma si tratta di tipi che vivono sotto tutte le latitudini, e, se il pittore li riproduce come li ha visti, non capisco per qu_ale ragione debba considerarsi denigratore della Spagna piuttosto che dell' umanità. · Un'_altra sala è dedicata ad Anglada. Questo pittore usa lavorare di notte, alla luce elettrica o a quella di candele o di lanterne colora te e , sovente, si giova, pei fondi dei suoi quadri, dei riflessi della luna. Egli dipinge di maniera; dopo, però, lungo studio e minuti appunti. Qualche tela è s tata compiuta qui, a Roma, sullo stesso posto dove oggi si trova! Ma tutto ciò potrebbe non interessare se avessimo, di solito, una schietta visione d'arte. Viceversa l'autore ci appare, sovente, più maes tro di fantasie decorative che pittore di cavalletto. E dipende, io credo, dalle dimensioni. Poichè la tecnica di Anglada, cosi personale e ardita, non raggiunge piena effi. cacia se non in quadri di piccola misura. Allora noi sentiamo di trovarci innanzi a un vero artista, a un disegnatore forte, a un coloritore festoso che, pure infischiandosi della giustezza dei toni per usar le tinte a lui più care, è sempre limpido, pulito nel colore. Non si può giudicare Anglada su due piedi, deridendolo, come fanno gli ignoranti, o levandolo ai cieli, come fanno gli apologis ti: bisogna, invece, studiarlo e lungamente, pazientemente. L a f anciulla di Burria_na, il Passo gitano, le Fanciulle di' Liria, Il mercato dei granati·, i Contadini' di. Gandia, Gli' innamorati' di' Jaca, Il "taugo,, della corona, riproducono con magistero d'arte usi e costumanze caratterist iche della romantica Spagna, dandoci una visione lie ta di donne dai grandi occhi passionali e dalle vivaci acconciature, di giovanotti dall'aspetto marziale, dai costumi sfarzosi, dell'anima, insomma, del paese dove ancor vive il culto per la grazia e la bellezza femminile, dove lo scetticismo non è riuscito a inaridire i cuori e dove la gioiosità della vita erompe di continuo in suoni e canzoni, a ttraverso le chimere del sogno. Dalle varie nazioni che hanno sale proprie, emergono la Svezia e l'Olanda, l'una per le opere di Zorn, di Larsson, di Fjaestacl, l'altra per le marine di Mesdag e per i ritratti di Israeb. Andrea Zoru manda una copiosa raccolta di quei nudi femminili che hanno r eso celebre il suo nome. Sono quadri magnifici per fluidità di pennellata, per modellatura. Dalla Madre e figlia, due donne che, uscite appena dal bagno, si asciugano le fresch e carni , l'una volgendoci il bel dorso opulento, l'altra mostrandoci il petto ancora acerbo baciato dai riflessi del sole, alla Fanciulla di· Nas, graziosa contadina a intera figura, nel costume tradizionale, con la gonna rossa, la camicetta bianca e la cuffia scozzese, formanti bella e delicata armonia col fondo grigio della piccola tela ; da Sulla porta del granaio, fiorente donna dalle carni in parte illuminate a riflessi di luce verdognola, a Presso il fiume, due bagnanti l'una già uscita dall'acqua, l'altra presso a venir fuori dietro il richiamo dell'amica, e entrambe armonizzanti col ver de del prato e degli alberi che circondano, è tutta una serie di opere disinvolte, franche, eseguite di ge tto. Ma Andrea Zorn non è solo sincero. pittore di ·nudi. Egli, come abbiamo già visto in questa rapida enumerazione, · sa costruire, da par - suo, con forti qualità di caratteri; anche figure ves tite. Ed ecco !a Contadina di Mora nel bel costume riero, i-osso e bianco, che, bionda e soave, si aggira presso la rozza tavola della sua umile stanza; ecco Matts Djos orologiaio di Mora, mezza figura di vecchio dal volto incorniciato _d'una barba caprina, curvo sul tornio, con lo sguardo che si leva severo al di sopra degli occhiali nella piccola camera da cui giunge, attraverso i ve tri d'una fines tra, l'intenso river- . bero verde della campagna lontana; ecco il Fabbro ferraio, altra tipica mezza figura di vecchio,

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