di donna giovane - aperta a tenere _fra i dentini due ciliege gemelle rosse come le sue labbra fresche, tutte primavera e giocondità di vita. Per virtù di · quella bocca, di quelle due maturanze di baci femminili e di frutti purpurei, Griote è un libro che appartiene alla mia cultura, come altri vi appartiene per la cadenza morbida o per l'enigma del titolo, senza che io abbia mai, per esso come per questi, • sen tito il bisogno di leggerli. Lasciamo Griote e quelle acqueforti che, nella mostra del Lattes, gli stanno belle accanto;. son del Gariazzo: ville romane, bei scenarf per una passeggiata del D'Annunzio e per un dramma della Gugli elminetti, anche per vedervisi disegnare, in un · fulvo autunno, i viah' d'oro di Francesco Chiesa dal Formiggini messi in risalto fra i suoi profili ed i diporti tassoniani dei · molti eruditi che intorno alla Secchia e sul Panàro continuano la bella tradizione modenese. Giunti a Modena non ·vorreste lasciare l'Emilia senza accettar il Battei come illustrator del Correggio, e cogli autori del bergamas_co Istituto d'arti grafiche vorreste visitare tutte, ad una ad una, le città del silenzio e delle memorie, distinguendo le sottili colorazioni regionali dell'arte nostrana; rivedere Venezia col Molmenti e guardare col Pica fra gli albi e le cartelle, o fra i messali romani col Raizolini, o fra i mini ingenui del duecento coll'Olscki; o rallegrarvi delle signore eleganti di mondanità buongustaia, che, vestite dalla iniziativa e dalla grazia di Rosa Genoni, popolano in Siena mistica la Vita d'arte del Petrucci e del!' Occhini, o perdervi nelle fantasime esotiche della tipografia Armena di Venezia in una suggestione d'Oriente e d_i ricordi byroniani. Che se tutti questi editori remoti dai centri della lotta industriale troppo vi blandiscono al sogno, ecco nella capitale della Toscana un editore di aurore pugnaci, un rullo di diane e di polemiche, ecco il Lumachi con accanto l'uno all'altro · Enrico Corradini già nazionalista e il Prezzolini non ancora antinazionalista, ma abile a "persuadere ,,, come quello indefesso e generoso a ribadire le irrefutabili necessità della "vita nazionale,,. E da questi e da altri editori delle aurore, veniamo all'editor dei meriggi, sediamo nel salottino di casa Treves. Anche qui si riguardano i volumi che avete ricomposti nei vostri scaffali e lasciati sul tavolo da lavoro, ci si arresta una volta di più sulla magnificenza di certe pagine delle Laudi': vediamo tutti, quelli che prendono c_ongedo come il Castelnuovo e quelli che si ann·unciano come il Civinini, e, nella mole gialla della Biblioteca Amena, piatto fra gli altri ritti od obliqui, un volume del tenace raccontatore ligure, di Anton Giulio Barrili, che aveva le due facondie, così spesso incompatibili fra loro, dello scritto e del discorso, dell'orazione e del volume. Ed il Barrili vi inizierebbe ad un mesto pellegrinaggio ai troppi amici che sono scomparsi se non gli fossero vicini il Bompard, il Paoletti, il Pellegrini e gli altri illustratori del!' Illustrazione, colla baraonda degli Oh bei I Oh bei' I e la solennità di un ricevimento ufficiale, se non ci fosse da ricercare fra i cento e 'cento ritrattini dei Mille, se non ci fosse aperto sul tavolo un numero di questo stesso periodico con un certo squillar di fanfare garibaldine per le mostre della "più grande Italia,, . Tutta letteratura odierna, odiernissima, degli ultimi i·smi·, oltre le crisi del verismo, letteratura fiorita sulle ceneri delle scuole letterari e dell'ul- . timo ottocen to. Per ciò piace tornare addietro . col pensiero, addietro sino agli Esempi· di· bontà (che anacronismo la bontà!) di Cesare Cantù messi in mostra dall'Agnelli nella gentile compagnia di una scrittrice, coetanea nostra e non di Margherita Pusterla, ma che s'è voluta far dimenticare, di Guido di San Giuliano. E siamo in alto mare romantico col Casanova di Torino, un libraio di palazzo Carignano, crepuscolo del Risorgimento: vi è il Giacosa medievale sceso all'Augusta dal Canavesano con molti paggi e fratelli d'armi, ed il Boito col Libro dei' versi, grido d'anima riel tramonto del Manzoni e nell'avvento ignorato del Carducci, sintomo d'una magnifica angoscia spirituale, di quella stessa onde intristiva fra le "penombre ,, Emilio Praga mentre il Cossa ritornava all'età classica disegnandola nel Giuliano o nel Plauto o nel Nerone fra il comico, il patetico ed il tragico, col tremito e la maniera di Tranquillo Cremona. In mezzo a loro, nella vetrina stessa, una voce mattinale, Mi'randa di Antonio Fogazzaro. E laggiù, dal ~andron, la faccia bianca di Mario Rapisardi. E anche quello un biancore 1860. Troppo romanticismo? Ma perLE ESPOSIZIONI DEL 1911 chè il Galeati" di Imola, tutto fiero della sua edizione del Mazzini, non ha espos to una copia d~lle liriche del Carducci, qualche •cimelio di un Carducci senza lo Zanichelli? Così, con quel fi. lare di volumi bianchi, egli ci vòlge verso una ghiottoneria d'uomini di studio, an•zi all'appetito solido delle grandi collezioni. Sono molte le grandi collezioni, ma· ci sono per fortuna anche quelle che servono agli altri. E mi ci fermo per assaporare questa pace, la pace dello Schopenhauer, la quiete perfetta dello spirito che non domanda le grandi opere di medicina della Società Editrice Libraria. Forse l' Ellero? L' Ellero è più che. un medico e ciò che egli scrive sul suicidio potrebbe essere psicologia e ·magari ar.te. Ma mettiamoci al riparo almeno dai desideri di medicina. .Queste " operone ,, di medicina appunto· e di chirurgia rappresentano, se non lo sapete, il fidanzamento definitivo dell'allievo di Esculapio. Vi separate dai vostri compagni alla fine del liceo e per due, tre anni non vi accorgete neppure che essi stiano per diventar padroni• della vita umana: sono, ad un dipresso, studenti di medicina come gli altri lo son di diritto, lontani dagli ospedali come questi dal codice: ma ad un certo punto, che è, che non è, spunta, ingrandisce, trionfa in essi il bisogno assoluto di avere un libro che costi due o trecento lire. Da quel momento la presenza del bacillo è innegabile, da quel momento c'è il medico. Ma per noi che non siamo medici, ci sono tante altre collezioni che ci paiono indispensabili. La Galileiana del Favaro, o la grande storia dei secoli e - con dispiacere grande di Benedetto Croce e delle nuove teoriche - anche dei generi della letteratura italiana promossa dal Vallardi. Ci paiono indispensabili quei filosofi tedeschi o napoletani con che il Laterza rinnova e continua la tradizione meridionale attorno alla Crih'ca e per virtù delbanditore dell' ultima Estetica, desidereremmo la prima Enciclopedia del Pomba, o le biblioteche velocemente costrutte dai felici cultori delle scienze neonate per il Sandron o per il Bocca. E v'hanno le materie solenni anche senza l'opulenza della collezione, solenne l' erudizione archeologica della Sten col Boissier, col Mommsen, con Ercolano e con Pompei . e, in mezzo, lo Stendhal e fra loro Francesco Saverio Nitti colla Conqidsta della forza; solenne la paleografia vaticana e lombarda preferita e ricordata dall'Hoepli; mentre il _Clausen sta fra l'ori entalismo del Pizzi e la metafisica del Martinetti, con e ntrambi cercando le origini iraniche od indiane del sapere europeo; austera la requisitoria e l_a difesa della scuola nelle pubblicazioni del Sandron o del!'Al brighi e Segati, nella visione dei " nuovi doveri ,, dei maestri e dei discepoli, e basta vedere in quest'ultima vetrina la pri!lla parte della storia della Compagnia di Gesù del Tacchi Venturi perchè vi prenda la nostalgia di disincagliarvi dalle letture e dalle cose moderne per st1,1diare il grande mistero dell'invasione della religiosità spagnuola in Italia: Avete così composta ancora una volta, avete ricostituita in questa rassegna del pensiero · italiano la vostra biblioteca ideale; presto, nelle altre sale del "palazzo del gior'nale ,,, trovate tutte le tentazioni di compimento, le molteplici tentazioni subordinare e successive al fatto primo ed essenziale, al possesso del libro. Passate frigidi fra i mastri enormi senza nessuna voglia di seppellirvi nelle loro pagine, passate fra le mostre delle ca te a pizzo: qui nessun sussulto professionale perchè la carta a pizzo, se vi fa venir voglia di qualchecosa, è di sgranocchiar i bei frutti canditi di Genova. Ma già davanti alle rilegature del Pacchiotti sui disegni del Ceragioli, vi arrestate; per me, della rilegatura, non sono sensibilissimo; è un afrodisiaco del libro, un afrodisiaco del quale non sento nessun bisogno. Amo e voglio il libro per sè ed i dilettanti di rilegature mi fan pensare che si accontentino di guardarlo, senza v0lgerlo, tormentarlo, squadernarlo, conoscerlo insomma nel suo fondo. Tuttavia queste, suggerite dalla Cena delle Beffe o dalla Nave, son rilegature che assodan nella fantasia · le immagini centrali di quelle opere d'arte. E se per le rilegature patisco di indifferenza e di restrizioni, ci sono qui tanti altri provocatori delle voluttà professionali: le buste per ordinare in archivio serrato, comp.atto, la corrispondenza, le larghe cartelliere per nascondere, dividere, serbare gli appunti, gli abbozzi, per alloggiare insomma in un casellario comodo e vasto i progetti dei lavori futuri; il tavolino del catalogo, d'un cataloghetto di cinquemila volumi, alfabetico e sistematico, accessibile e servizievole; ci sono gli ex hbris. L'Associazione italiana fra gli amatori · di ex libris ve ne distende innanzi un bel numero. Alcuni manifestano l'orgoglio di conservare il libro dopo averlo generato: Giuseppe Vigliardi-Paravia, della casa che espone legittimamente compiaciuta i propri · primogeniti, i volumi del 1825, ha ripetuto nell'ex hbris il torchio e il motto "nigrescat, ut albescat ,, ; uno scrittore getta la penna, come uno strale d'oro, sulle alture: "attingendo ed intingendo ,, in un calamaio un po' scomodo. Qualci.mo · invece raccoglie sorridendo e divertendosi a mettere da parte le pazzie _altrui: così Edgardo Rodina ha due ex hbris diversi, l'uno per gli erotici e l'altro per i curiali, e se fa una differenza è tutta a scapito di questi ultimi cui ha affibbiato il motto: Guai a colui che s'ancaprissia d' vou lei giusta la giustissia. L'arredamento dello stud io è compiuto anche senza recarvi al Padiglione della Germania a provvedervi degli scaffali metallici, e non c'è più altro che ornarlo della sobria riproduzione di qualche opera d'arte, per esempio di quelle Prime gelosù del Cremona, esposte dall'Unione Zincografi, e che son certo le prime gelosie di "due cugini,,, o dell e Ore di Raffaello, o di una testa del Van Dyck, per alzarvi gli occhi e confortarli pur _continuando il lavoro mentale. • I viali del Valentino risuonano di musiche, il sole e la folla vi vogliono trascinare lontano, eppure in questa " officina,, così costrutta ed arredata avreste voglia di chiudervi subito, di perseguire un'idea, di fermare un concetto, di erigere l'impalcatura d'un.lavoro, assorto e tranquillo. E questo non è più oggi un sogno monacale, claustrale, di felicità solitaria ed egois tica. Lo era -un tèmpo; lo era sino a poco tempo fa quando la cultura costituiva un! eccezione, e q!]indi separava, . importava una ·vita remota e selvatica. Oggi la cultura si è mondata di queste sue ispide vesti. Oggi è •diven!Jta casalinga ed affettuòsa, fa parte quasi delle ' costumanze confortevoli dell'esistenza farriigliar·e, sicclìè, se nella dissipazione della strada o del pubblico ritrovo vi prende il pungente bisogno di ritornare ai vostri libri c'è in fondo al vostro spirito anche un idillio moderno. , l'idillio serale, l'idillio protetto dai grandi paralumi rosa, l'idillio ·esposto nelle · vetrine del Paravi a, l'idillio delle testoline ricciute curve sui giuocattoli istruttivi, mentre la mamma depone nella culla il più piccolo, ed il babbo si è alzato dal tavolo per cercare un volume. · C'è una gran pace qui, ci si respira tutta l'intima dolcezza e la bontà della cultura, ma è forse un idillio che han fabbricato gli editori. * Attraverso il Palazzo del Giornale s1 P'.1ssa così: se si · è del mestiere, se si ha la pass10ne della ·cosa stampata, lo si visita distraendosi, diver_tendosi, ricordando, ma non riassumendo. Agli uomini che vivono lontani dai libri la mostra può affacciare il panorama del!' immenso lavoro che si è compiuto fra noi per assimilarci la produzione straniera, per reRdere più copiosa e migliore l' indigena, per accrescere i contatti fra gli spiriti di studio e la folla innumera stretta e tutta presa dalle cure materiali. Ma: tanto ai periti quanto agli inesperti non si offre qui altro che una policroma assemblea, una riunione balda della propria ricchezza: l'ordinamento manca. Dove c'è infatti una distinzione di categorie è possibile trarre dall'interessante spettacolo qualche non temerario giudizio conclusivo. Sono distinti, ad esempio, i produttori di libri e quelli degli accessori che penetrano solo con essi e dopo di essi nelle case: e ne deducete che l'industria editoriale lavora tuttavia ma non è ancora giunta a formare in Italia la famiglia dove si faccia una congrua parte alla cultura, dove una bella accolta di volumi sia una necessità ed un'eleganza come il vestito ed il gioiello. Infatti nessuna varietà di librerie fisse o girèvoli, di scaffali lignei o ferrei, rudi o muliebri, per romanzi o per opere di scienza, di cartelle e di custodie. In Italia lo "studio,, non è ancora una stanza obbligatoria ed indispensabile dell'appartamento borghese. Ma che appartamento borghese! An- . date nel Palazzo della Moda dove si trasportano i visitatori delle classi più umili nelle deliziose costumanze della vita signorile, di stanza in stanza, nelle dimore dell'aristocrazia o del lauto capitale che ormai si con :onde col patriziato, e Stampato su carta delle CARTIERE BERNARDINO NODA.RI in Lugo di Vicenza.
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