Le Esposizioni del 1911. Roma, Torino, Firenze (Treves)

LE ÉSPOSIZIONI DEL 1911 Avanti la chiusura della Mostra del Ritratto a Firenze. Diciamo pure ottimisticamente che la fortuna segue il meri to. Certo la Mos tra del Ritratto italiano a Firenze ha avuto, oltre che dei meriti, che le sono stati riconosciuti, anche la fortuna che si è meritata, fo rtun a di consenso unanime da parte dei compe tenti e · per di più for tuna economica. Passerà l' anno del Cinquantenario senza che per essa venga l 'o ra di Rabelais: coloro che - sotto la multiveggente presidenza di Ugo Oj e tti - la hanno pensata, ord ina ta, amminis tra ta, avranno anche la soddisfazione di presentare un bilancio rimunerativo, caso più unico che raro tra le espos izioni le quali, in gener e, per brillanti che sieno, non lo sono più quando assumono l'aspetto di esposizioni . ... finanziarie. L'avanzo netto della Mostra concorrerà a formare il fondo per quella Galleria d'Arte moderna che Firenze potrebbe e dovrebbe avere ma non ha ancora. Così l'arte di quest'anno giubilare provveder à anche a quella degli anni meno insigni: non si v ive - anche di arte - sol_tanto nei g iorni di festa. E sta to questo confortante successo, anche fi nanziario della Mostra, delineatosi fin dall'apertura che ne ha consig li ato la prosecuz ione oltre il luglio, in cui doveva chiuders i, fino a questa fine di ot tobre . Così dal g iorno de ll 'apertura a quell o di chiu s ura saranno ot to mesi di esposizione effe ttiva, perch è la Mostra s i apri - avanti a tutte le a ltre - !'II marzo, completa e completamente ordinata. E in otto mesi, per fortuna, non è avvenuto il minimo incidente che potesse disordinarla; nessun pazzo è riuscito a sfondare e ness un sav io a rubare alcuno de i s uo i capolavori . Quando ve nne a visitarla, Pi erpont Morgan s i con ten tò di dire quanto avrebbe pagato questo e que l quadro; ma nè le Gallerie d'Italia nè il Ka iser Friedrich Museum, nè il pr in cipe d i Liechtenstein erano d isposti a entrare in trattative con lui o con altri . È stato invece il Gove rno itali ano ad acquistare per le nostre collezioni alcune delle poche opere che potevano essere vendute; e fra ques te si è scelto bene - alcuni ot timi Ghislandi fra gl i altri - e comprato bene; l' interessante autori tratto di Marcello Bucciarelli - il pittore romano vissuto è morto in Polonia - dal suo proprietario, il con te Zamoyski di Varsavia è s tato graziosamen te donato alla collezione degli autoritratti che è una delle più inv idiate glorie degli Uffiz i. Ma- il successo di cui gli ordinatori della Mostra hanno più ragione di compiacersi è stato il successo del pubblico: fare una cosa interessan te per tutti con una Mostra retrospettiva, di carat tere spec iale, riuscire ad un effe tto d' intelligente democrazia con dei mezzi d i natura aristocratica, ecco un tentativo un po' audace. E riuscito: s ia virtù del nostro popolo, assai meno grosso d i quanto crede qualche no s tro amabil e protettor e, s ia merito del fascino d'arte che l'Atene cl' .Italia comunica anche a lle sue Beoz ie, certo queste novecento tele raf6guranti niente di più straord inario che degli uomini e dell e donne, hanno a tt ratta la curiosità cli un a folla che difficilmente si potrebbe supporre composta es clusivament e di artis ti, dilettanti, raffinat i; a nzi da essa vanno dedotti molti dei con- ·sueti s t ranieri, anche co lti, di passaggio per Firenze nella primavera e nell'autunno -ques t'anno tra una promessa d 'ar te e un sospe t to di.... gas trite hanno pensato piuttosto al la seconda -; eppure tutti insieme i v isitatori d ell a Mostra sono s tati numerosi ss imi : nel mese cli maggio, per esempio, si è avuta una media gio rnaliera di mille e cinqu~cento con dei massimi di pìù di quattro mila. E molto per una Mostra in cui non ci sono nè Toboga, nè degustazioni gratuite, nè danze del ven tre: nemmeno un'orches tra che accompagni le possibili vanaz1ont di qualche flirt. Le impressioni, le osservazion i, i giudizi dei competenti ... . e de i semicornpetenti, sul valore artis tico e s torico della Mostra si cono scono._La Mostra ha avuto un a p resse di prim'ordine per quantità e per qualità: non le solite vaghe l iste cl i nomi propri poco esatti in compagn ia di aggettivi anche meno esatti che il corrispondente fuggitivo telefona il giorno d i qualunque inauguraz ione a qualunque giornale; ma studi precis i, meditati, particolari cli critici dotti e di scrittori penetranti. L'hanno esaminata nella sua totali fa suggestiva e nei suoi de ttagli ist rut tiv i. Sia pur soltanto dipinta e scolpita, ma è sost:rnza umana questa che ancora per qualch e sett imana avv iva le disabitate magnificenze dei quartieri medice i cli Palazzo Vecchio: in fondo ciò che più ispira l' uomo, anche in funzione di scrivente, è sempre l'uomo. Ognuno nella va riopinta compagnia ha t rovato que l che più si confaceva ai suoi gusti: il costume evidente o l'anima supposta, la nobil e r ealtà dell a s toria e le non meno nob ili ipotes i della fantasia . Dalle illustri file dei fantasmi solenni o graz ios i ognuno ha evocato a sè gli sp iriti simpatici; l'arte, anche a chi non era in grado di apprezzarla, era il mezzo possente che r endeva possibile qualu nque illusione d i vita. . Appunto cl i questa grande illus ione di vita, del fasc in o complessivo delle immagini e dell a loro sede, ha potuto goder e anche il pubblico minore dei curiosi e degl' indifferenti. Qualche idea persuasiva cli magnific enza e di bellezza dev'essere balenata anche a que i bravi fatto ri e contad ini che, venendo a Firenze per il mercato se ttimanale, sent iva no la cu r ~os ità di pene trare nel Vecchi o Palazzo v icino all a borsa del loro commercio g ran ario e vina rio. S i agg iravano ri spe ttosi e circospetti anch'essi, i candidi ignoranti, per le sale che con voce cosi alta parlano del dominio . dell'intelligenza artis ti ca: pareva che veramente o:entissero l'onor e di essere ricevuti in luogo di cosi signorile bellezza. C'è stato un giorno in cui i più modesti cittadini . del Regno, nelle sale della Mos tra, hanno potuto trovarsi accanto al simbol o vivo della s ig nori a, il s_ovrano in perso_na. Fu un pomerigg io cli maggio che, entrando a caso nella Mostra, dagli inse rvi e nti mi fu indicato un gruppetto cli person e che da lontano non pareva affatto diverso da qualunque piccola comitiva che esaminasse con molto interesse i quadri esposti : in quell'esile compagnia era il Re che, s enza preavviso ufficiale, venuto appos ta a Firenze, dai suoi quart ier i di palazzo Pitti, per i lunghi corridori che allacciano Pitti agli Uffizi e quest i a Palazzo Vecchio era venu to a rivedere con cura i quadri necessariamente adocchia ti alla svel ta nel g iorno della visi ta uffi ciale. La sua erudita passione cli stor ico e di numismatico aveva apprezza to in tutto il suo valore questa eccezionale raccolta di documenti parla nti ; e il modo più comodo per esaminarla con tranquillità era stato quell o di ritornarvi confuso con il pubblico comune di un giorno comune. Gli a mmiratori della regalità fastosa potrebbero far delle ri ~e r ve, ma quelli che preferiscono la regalità intelli ge nte lo hanno ammirato così. In fin de i conti il Re d'Italia sapeva che in qualunque momento alla Mostra del Ritratto erano sempre pronti a riceverlo dei sovrani e dei principi: per visitarla con profitto gli almanacchi di Go tha sono uno dei cataloghi più indicati. Ma il catalogo in tutto degno delle persone e dell'arte qui raccolte sarà quello che, con appar ente contraddizione, sarà pubblicato a esposizione chiusa. Catalogo per modo di dire: anche un canto dell'Iliàde si chiama Il Catalogo. Sarà una grande pubblicazione di storia e d'arte che riprodurrà tutte le opere espos te, le illustrerà nelle person e e ffigiate e negli artisti effigianti, coord inerà i quadri e le scuole, storia in funz ione d'arte e ar te in funzione di s toria. Rimarrà documento di valore eccez ional e per la storia di tutto il ritratto itali ano dalla fine del rinascimento ali' anno 186! e cli molto ritratto st raniero. Vi col laborano in armonia d'i ntenti i più noti scrittor i cl' arte a comi nciare da Corrado Ricci che ne ha preparata l'introduzione; introduzione in certi casi è sinonimo cli si nfoni a. Cosi la Mostra ideata con un intento cli alta coltura, dopo il suo pe ri odo di giusta popolarità, lascierà una tracc ia s icura nell 'alta coltura. Ch iuclendo.;:i con l'au tunno declinante non ci lascierà la melanconia delle cose belle che passano senza pot e rsi rinnovare altro che negli in ce rti ritorni della nostra memori a. Questo convegno cli ombre s toriche e di forme arti s tiche, queste immagin i che la consuetud ine ci avev_a fatte care come imma g ini di una galleria famigliare - non è un po' stata ques_ta Mos tra quasi una gall eri a cli tutta la nobile famiglia italiana? - non dilegueranno dal ricordo di chi le ha vedu te e interrogate. L' iconografia è la parte della s toria che meg li o si fissa in tutte le memorie e g iova a rievocare tutte le altr e. . Cento anni fa - nel J 809 - Ugo Foscolo eso rtava g li Italiani alle s tori e "percbè niun popolo più cli noi può mostrare nè più calamità <!a compiange re, nè più errori eia evitar e, nè pii~ virtù che à facciano rispettare, nè più grandi anime degne cli esser liberate dalla oblivione ,,. Alcuni ascoltarono l'ammonimento e furono di quelli che nel cinquantennio s uccessivo incomi1_1ciarono a far la storia d' Italia. E della stona d'Italia ce n'è ancor a molta eia fare. . Per una curiosa coi ncidenza a ll a Mostra del Ritratto in Palazzo Vecch io l'esortazione di Ugo Foscolo suona quasi mate r ialmente presente: non c'è tra quell e clell'Alfieri e di Garibaldi l'immagine s ua ma in una saletta chiusa, en tro una bacheca funeraria sono conservati alcuni dei resti di lui - un sudario di morte, un libro - esuma ti dal cimite ro di Chiswick quando la salma del poeta fu ricondotta dall'Inghilterra del suo es ilio alla Firenze del suo sogno. E F irenze, contemplata da alcune finestre di Palazzo Vecchio, dalla t errazza di Saturno, ora in questa nitida freschezza di ottobre, al vis itatore commosso appare t utta foscoliana: è q_ua)e la vide il poeta dei Sepolcri" e dell e Grazie 111 qu est'angolo corona to cli bei co lli pensosi, vi - g il a ta dal campanile di Santa Croce che con l'umile voce della sua campana canta le più pure glori e d' Italia. Glorie morte che l' ar te mantiene in un' illus ione cli eternità. Ma l' arte conserva la s tori a perchè la vita che s i sussegue non sia meno belJa e meno g lori osa. Firenze , di Pa la zzo Vecc hi o. Gruuo CAPRIN. IROLINA . . azione sicura . · . . . . . perfino in Tossi. Catarri bronch1all cron1ct Tosse asinina dopo Influenza e Pofmoni~,e

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