Le Esposizioni del 1911. Roma, Torino, Firenze (Treves)

- - - - - -- - -- - -- - - - c10 1 famosi Orti Sallustiani, saccheggiò anche le Terme Diocleziane: ma queste furono poi restaurate, così cl1e alla fine del V secolo funzionavano ancora. Ma già dopo la metà del VI secolo erano in rovina; e negli scrittori non ve n'è più memoria fino al secolo XI, quando i santi Bruno e Gavino domandarono a papa Urbano II la concessione di trasformarle in Certosa. Ma la concessione non fu fatta, e le Terme rima.sero abbandonate alla loro sorte, sfruttate dalla Camera pontificale e da privati possessori come cava di marmi, ad eccezione delle sale che conservano ancora le loro volte, e che erano perciò usate come magazzini, come fienili e persino.... come cavallerizza. Il Montaigne infatti racconta di esservisi recato il 5 ottoore del 1506, e di avervi visto un italiano che vi faceva prodigiosi giuochi a cavallo; e questi giuochi fu. rono rinnovati in questo medesimo luogo nel 1536 da alcuni nobili inglesi, di passaggio per Roma. Ma nel 1536 Papa Pio IV compì il voto di LE ESPOSIZIONI DEL 1911 San Bruno, e poichè i monaci di Santa Croce in Gerusalemme protestavano di non poter più abitare nel loro monastero per l'aria cattiva (aèr e tam maligno), il Papa accordò loro di trasferirsi nelle Terme di Diocleziano, purchè provvedessero alla conservazione di quei mirabili avanzi: in ques ta occasione il Papa abrogava ogni diritto che sulle Terme stesse potessero accampare "dilectz' filz'z' populus romanus eorumque conservatores aut alii magistratus ,, . Frattanto un sacerdote siciliano, un po' esaltato e un po' apostolo, di nome Antonio Del Duca, tanto si agitò che ottenne la trasformazione delle aule centrali delle T erme in una chiesa dedicata alla Madonna degli' Angeli; e la ottenne dopo lunga lotta contro la gioventù aristocratica di Roma, che nel calt'darium aveva in quegli anni mantenuta una vera cavallerizza. I lavori per l'adattamento delle Terme a Certosa, e del tepidario a Chiesa di Santa Maria degli Angeli ebbero principio nell'aprile del 1563, e fine nel giugno del 1566: la spesa importò scudi 17 492 (Lanciani). Così ne parla il Vasari: " Per far la nuova Chiesa di Santa Maria degli Angeli · nelle Terme Diocleziane, . e per ridurle a tempio . a uso di Cristiani, prevalse un disegno che Michelangelo fece, a molti altri fatti da eccellenti . architetti,· con tante belle cons iderazioni per co- . modità dei frati Certosini, che l'hanno ridotto oggi quasi a perfezione; che fe' stupire Sua San- . tità e tutti i prelati e signori di Corte dalle bellissime considerazioni che aveva. fatte, con giudizio s.ervendosi di tutta l'ossatura di quelle . Terme; e se ne vedde cavato un . Tempio bellissimo, ed uQa entrata fuor della opinione di tutti gli architetti; dove ne riportò lode ed onore infinito ,,. La port.a della chiesa, quella di · cui parla c;on tanta .ammirazione il Vasari, era dal lato di mezzogiorno, e sarebbe ora proprio di fronte alla · stazione ferroviaria. Prima di parlare delle successive vicende della Chiesa e delle Terme, dobbiamo fugacemente ricotdare il Cardinale J ean du Bellay. Questo TERME DroCLEZIANE AL PRINCIPIO DEL SETTECENTO (litog. n ella Galleria degli Uffi zi a Firen ze) . francese, innamorato dell'arte e delle cose antiche, era stato Governatore di Parigi per Francesco I, aveva preso parte ai .Conclavi di Giulio III di Marcello III di Pio IV, ottenendovi anche voti per il Sommo Pontifica'to. Ma decaduto dal fa. vore della Corte francese si era ritirato a Roma, e aveva, entro le Terme di Diocleziano, costituito i famosi e magnifici Horti Bellajanz·, dei quali si vede ancora il portone sul fianco destro della Fontana del Mosè, sulla Piazza di San Bernardo. Non sarà inutile notare, in parentesi, che le Terme di Diocleziano · si estendevano oltr'e l'odierna via Torino, e che la Chiesa di San Bernardo non è altro che un'aula delle Terme stesse. Questi Hortz' . Bellajani sègnati in una delle nostre incisioni, contenevano un' immensa serie di sculture antiche, sia nei viali, sia· nel casino che il cardinale aveva edificato: ed all'ordinamento di essé aveva cooperato con lui il suo medico, il quale era nientemeno èhe il Rabelais, che il Cardinale aveva condotto seco da Parigi. Ma dopo la mort e del munifico e magnifico francese, la sua meravigliosa raccolta di opere d'arte andò dispersa. E delle Terme di Diocleziano non si parla quasi più nelle Storie, fino a che nel 1749 Luigi Vanvitelli non compì sulla Chiesa di cui era stato archÌtetto Michelangelo quello che fu giustamente chiamato: il gran delitto. Egli che pure, come dimostrò nei lavori della Reggia di Caserta, non era un artista volgare, .osò toccare e manomettere l' opet;:t di Michelangelo: e il Bottari che scriveva nel 1754, e cioè ·appena qualche anno dopo la compiuta profanazione, così parla: " Ultimamente per abbellire questa chiesa (di Santa Maria degli Angeli) è stata mutata del tL1tto dal disegno dal Bonarroti, - e col disegno di Luigi Vanvitelli è stata murata .la porta principale, e fatto quivi un altare e una capptlla al :j3eato Nicolò Albergati; e rimurati quattro gran siti laterali ché eQtravano in dentro, antichi . e maestosi, che il Bonarroti aveva la- . sciati per farne cappella; . e ridotta la crociata a corpo principale della chiesa, ed essendo rimasta .unicamente 1~ porticella laterale, per questa si . entra .iri chiesa, ossia dal fondo d'un suo braccio, rispetto all'idea di Michelangelo. Un ardire così eccessivo di storpia,re un pen~iero cotanto grande e peregrino d'un Bonarroti, un fare per incidenza _ce.nto altre mostruosità, che troppo lungo sarebbe il solo accennarle, era riserbato a questo secolo per 1.111 monumento perenne della depravazione a cui in esso secolo è giunta l'architettura e del gusto che hanno in questo .genere alcuni che- imprendono a " fare le gran -fabbriche. ,, - · - Amare ma giuste ~parole codeste, alle . quali fanno riscontro queste altre dello Stendhal: " Un Vanvitelli bouleversa tout en 1740: il ferma la porte ouverte par Michel-Ange; on entre maintenant dans cette]église par une sorte de fourneau ou chauffoir des anciens bains. Le contraste de ce chauffoir et_des_ colonnes antiques est pi• toyable ,,. (Pronienades dans Rom.e). Generalmente, come bene osserva Corrado Ricci nel suo · studio per la r es tituzione delle Ter111e ·:all'antico1 quando visitiamo ed - esaminiamo un edificio, alterato nelle sue linee da precedenti generazioni, per ben poco ·riusciamo a valutare il danno compiuto. Abituati a vedere .l'edificio nel nuovo aspetto, per quanto lo studio delle piante e dei disegni ci metta in grado di conoscere quale fosse il suo aspetto primitivo e quali i lavori d'alterazione successivamente compiuti, non possiamo nullameno aver più la ·misura"intera del danno. Così oggi non possi~ mo certo raverla per Santa Maria degli Angeli, quale ,l'ebbero coloro che dalla chiesa di Michelangelo .passarono a quella del Vanvitelli. All'alta concezione del primo, di rinnovare nella grandiosità dell'effetto una sala interna

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