Le Esposizioni del 1911. Roma, Torino, Firenze (Treves)

- ------------ La Mostra d'Iconografia Popolare Italiana ALL' ESPOS IZIONE ETNOGRAFICA DI ROMA. Ne l Pa lazzo, dove sono esposte in Piazza d'Armi a Roma le più preziose collezioni radunate da l so lerte iniziatore dell 'Esposizione Etnografica Ita liana , il comm . Lamberto Lo r ia, quattro spaziose sa le al primo piano ed una corsia sono state ded icate ad una Mos tra che ha caratter e di as - soluta no vi t à ; quel la dell ' "Iconografia Popol a re Ita liana,,, ordinata per cura del Presidente e di un Vice-P residente. della Soci età nostra, i l prof. F . Novati ed i l dott. A . Bertarell i. È dunque quas i un' esposizione della Bibliografica questa romana; e apparirà quindi ben ragionevole che qualcosa se ne dica nel Bulletli110 sociale. Gli intenti deg li ordinatori sono esposti in un breve ma s uccoso scr itto che precede il " Pi a no ana litico ,, della Mostra stessa, po,to a d ispos izione dei visitatori; e poichè lo scritto proemial e ed il Piano dicono da soli mo lto di pit1 di quanto noi pot remmo qui accennare, ci pare prezzo dell 'oper a ri pub• blicare integralmente l'uno e l'a ltro. Solo aggiunger emo che la Mostra, distribuita in 172 q uadri, appesi parte a ll e pareti e parte esposti denfro elegan ti vetrine, comprende pit1 di duemil a stampe, che dal secolo XV giungono a tutto i I secolo XIX. Della Mostra per accordi presi tra i due egregi ordinatori e i l Comitato dell'Esposizione sappiamo che dovrà usc ire alla luce un cata·logo descr it t ivo, il qua le sarà preceduto da un ampio studio del Novati intorno a llo svolgimento del!' iconografia popo lare italiana dal medio ev o in poi, ed illustrato da riproduzioni copiose di antiche stampe popolari, di singo lare pregio e di eccezionale ra rità. È un magnifico volume a ll e viste! Ed ecco ora i l documento a nnunzi ato : PIANO ANALITICO DELLA MOSTRA D 1 ICONO · GRAFIA POPOLARE ITALIANA ORDINATA DA FRANCE SCO NOVATI E DA ACHILLE BERTARELLI. La Mostra d'Iconografia popolare Itali ana può essere definita come il primo t entativo d i effettuare un'ardita int rapresa , alla q ua le non s·era mai posto manE> da alcuno p ri ma d 'o ra : quell a di raccontare con il solo sussidio dell a stampa, cieli ' inci sione, la vita così interiore come esteriore del popolo ita lia no , quale s 'è svolta durante u n periodo cli t empo q uattro vo lte secola re: da l Quattrocento a l Settecento, integ rando per questa vi a quanto cc ne sanno dire - ed è assai poco - la sto ri a e la letteratura volga re. Le umi li silografie, uscite dai torchi etti a mano d ei fabbr icanti di II ma1estates II e di " cartesell ae ,,, di iminagini pi e e di carie da giuoco, a ttraverso i secoli hanno continuato a rimanere sempre uguali a sè stesse; e i l popolo tenacemente fede le a i s uoi amori antich i, le ha semp re pre ferit ~ oll e opere ins igni che i grandi maestri del bulino gettarono largamente sul mercato artistico ital iano . Cosi le sta mpe di artefici oscuri ci sanno dire ci ò che n iun ra me del Raimond i e del Man tegna sarebbe in grado di rivelarci; esse sono state appese per secoli cosi a lle nude pareti delle orficine ui'bane, come de ll e capanne campestri: e deg li operai e contadini ri specch iano l'umile esistenza, spesa in gagl iarde fatiche, le gioi e, i dolori, le virtù ed i vizi, le aspirazioni e gli scherzi; tutto insomma . Da lle . stampe che si acquistavano sul mercato apprendeva i l popo lo· q uel po' di s ci enza di cui g li i ll etterati erano capaci; imparava a saper e qualcosa della macchina mondi a le; a conoscere i pianeti e gli influssi loro; udiva dell e meraviglie dei pa"es i lontani, arsi dal so le o copert i di perpetui ghiacci, abitati da uomini strani, da anima l i favo - losi. Le stampe, oltrechè su l mondo e s ugli abitanti suoi, l'illuminavano pure sopra la vita sociale; egli ne rica1·ava lez ion i di bonaria filosofia; riconosceva che la rortuna era arbitra di tutte le uma ne vicende, ch e non valeva la pena d'invidiare le ricch ezze ai ricchi, g li onori ai potenti , giacchè le une passavano cume ombra, gl i altri di leguavano come neve; e la Morte pareggiava tutti; esempio formidabile d ' uguaglianza! E per gli Utmli clienti gli artisti ignoti foggiavano a nche le rappresentazioni d ell a vita plebea; e dopo aver raffigurato i vecchi paladini cava lcanti sui baj a rdi, o i principi cattol ici collegati contro il Tu r co, mettevan in vendita le serie delle " Arti che vanno per via,, , ritra endo le professioni più modeste, t u tto i l tu - multo delle strade e delle piazze, dove r is uonavano g li stril_li d ei me rci aiuoli ed i richi ami dei cerretani. Ma poi d alla spensierata raffigurazione della quotidiana esistenza l'ar te r ich iamava il pensiero delle moltitudini ad una piil alta e misteri osa conquista: la v ita futura. Essa porgeva agli addolorati, a i la ng ue nti le immagini conso la trici ; il R edentore, curvo sotto la croce, la Vergine or li eta or -dolent~ dell a s ua maternità g loriosa; la coorte dei Santi e delle Sante sempre in faccende per aiuta re i loro devoti . Ed a ll e fa nt as ie preoccupate dal probl ema dell'al di là, l'inge nuo bulino afferiva la riproduzione di scene di nanzi a lle quali sarebbesi sgomentato un Michelangelo; il mondo scosso da lle convulsi oni della catastrofe estrema; l' attesa giornata del Giudizio universale; le es ultanze del Parad iso, le paurose visioni cieli' Inferno. E quelle immagini vio le ntemente co lorite, eran più efficaci per la coscienza dei volghi d'ogni ammonizione, d'ogni castigo. Esse erano i l tramite onde l'invisibile s'affermava, or attraente or pauroso ; quas i una finestra aperta su ll 'ignoto. Ta li i documenti d ' un'arte ob\J liata e sconosciuta oggimai che gli ordinatori dell a MostÌ·a d'Iconografia popolare hanno voluto fa re un istante rivivere. Gli ordinatori della Mostra F. NovATI - A. BERTARELLI. LIQUORE STREGA DITTA G. ALBE RTI - BENEVENTO Esposizione Internazionale - Milano 1906 Esposizione Universale - Bmxelles 1910 FUORI CONCORSO JV\E/"\BRO DELLA GIURIA L.E: .ÈSPOSIZiONI D.E:L 19i1 ANTICO C O S TU ME OL A N DE SE (fot. Lancellotti), La Mostra di Dntonio Mancini an· EsposizionB di BBIIB Drti a-Roma. La qualità peculiare dell 'arte di Antonio Mancini . è la plast ica r iproduzione del vero. Guardate uno dei suoi quadri, qualunque ·esso s ia. Voi non vi trovere te, cer to, nulla d' a"ttraen te come tema; non una scena fam iliare in cui l'art is ta riveli do ti di sentimento; ·non un'allegoria in cui manifesti idee fi losofiche. Ma vi troverete subito la rappresentazione immediata della .veri tà, così come essa è, senza fronzoli · nè veli , della ver ità vera anche nei suoi aspetti meno seducenti. E ques ta verità, alla quale egli presta tutt e le risorse della sua smagliante tavolozza, dà ai quadri di lui un carattere ben definito per cui non possono confondersi con quelli di nessun alt ro pittore. Tale la ragione precipua del successo. Le sue figu re (egli si è dedicato esclusivamente al ritratto) spiccano sull a tela in tut ta l'armonia della linea e de l colore . Il volto, le mani, hanno la morbidezza, la flessibilità, l' intonazione della carne; le stoffe, nel loro aspe tto ruv ido o deli • cato, non si mascherano die tro ·alcuno art ificio; e se ·nel secondo piano . del quadro ci sono fiori o mobili, noi li troviamo res i con non minore s incerità. Questo di darci la .precisa sensazione del verò è, dirò, l'a ssillo di Antonio · Ma_ncin i_. Egli non si preoccupa di altro: ptirchè i toni e ' i rapporti siano giusti fino allo scrupolo, purchè il quadro compiuto dia quel risultato che deve dare, ricorre a .tu t ti i mezzi, anche ai più eterogenei: ed ecco i pezzettini di vetro appiccicati al posto dove il colore s i mostrava ribelle a dare un vo• luto riflesso, ec;co una fibbia incas trata sulla cinta cli una figura cli . donna, ecco la leggenda di ben altre e ben più -'gravi stravaganze pittoriche create intorno a questo artista. Certo tali mezzi non sono quelli a cui ricorrono di con-

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