Le Esposizioni del 1911. Roma, Torino, Firenze (Treves)

Divagazioni Perchè ci si va. - Come la vedono le signore. - Cherchez la /emme. - li visitatore modello. - Si prega di non toccare. - I gi udizi del pubb lico. Mentre si passano, lavora1:1,do ma~ari ga~b~- tamente di gomito, i modes ti cancelli della c1ttafiera domandarsi co.sa venga a fare tutta la gent~ eh' è lì, prima e dopo di noi, a pigliar d'assalto i casotti dei bigliettari e far girare le ruote dei tourniquets, può sembrar s trano o per lo meno ozioso. Non lo sappiamo che c'è un'Espo - sizione da vedere? Eppure, succede qui come nelle o-randi serate della Scala o del Regio; dove, fra ta"'nto pubblico, se ne trova a1;1che di quello venuto a sentir l'opera. La maggioranza? Con7 cedo. Ma il parere della maggioranza - la storia politica ce lo insegna - non è sempre quello che conta. E le ragioni che attirano gli a_ltri fr~ i padiglioni della Mostra, senza un p~ns1_e~o d1 gallerie o di stands, per esser meno rntmt1ve e talvolta clandestine, son le più degne d' inter essare Ùn osservatore: una, cioè, di quelle brave . persone che_ no~ ~an . s ta1:e in. mezz? al prossimo senza 1mp1cciars1 de1 fatti altnn. Le belle dame, per esempio, o le bellissime pedine che arrivano in automobile o in vettura, e scarrozzano pei viali con aria trionfante, e quando si degnano di scende_re per. attraversare una sezione o sedere un mmuto m una delle · sale più frequentate, sfiorano appena coli' olim~ pico sguardo persone e , cose; queste seducen t~ v isitatrici che si lasciano alle spalle una scia d1 profumo e d'ammirazione, si può creder~ sul serio che sian qui per guardare, o non pmttosto per esse r guardil;te? C~e rensi°:o ~Ila roba messa in ve trina dagh espos1ton, anz1che a quella più o meno velatamente esp?s ta da loro medesime? Diceva un parlatore d1 gran nome che la _conferenza è la più infelice di tutte le orazioni, perchè si ammanisce a un uditorio in ma:3sima parte composto di sigi:iore ~l~gan~i. E non e' è ascoltatore più restio a1 (as~1m ·del! eloguenza. --.--: nè soggetto più refrattano m genere a1 lenocmu dell'arte - d'una donna con un beli' abito indosso. Cosa diventerà questo soggetto,-se oltre ai meriti della sarta abbia da far valere anche i proprii, se ad ogni passo , si senta carezzato, frugato, spogliato dagli occhi d'una folla? _ Certo le creature di lusso - della buona società 'o de.Il' altra - che s'incontrano - nella mezza luce delle gallerie come rivelazioni di bellezza e di buon gusto, vanno col passo leggero lungo le soffici corsie, ridend?, cian~iando con chi le accompagna, tendendo 1orecchio alla critica femminile o seguendo senza parere le occhiate degli ammiratori; ba~a1;1do1 con una mimica che non potrebb' essere più spontanea, a mostrare ai vicini il gomi to sfuggente tra il guanto e la manica, la caviglia s tretta nella calza a ragnatela, il collo libero nella fresca acconciatura di stagione. Ma di quanto s'allinea ai due lati del loro cammino, custodito nelle bacheche, attaccato alle pareti, congegnato in sonanti meccanismi o disposto in luminosi diorami, appena se ne accorgono, come lo vedessero tra le nebbie di un sogno. Gli stessi edifici che costeggiano per viali e vio ttole, schiudendo tra il verde la gaia fioritura dei loro parasoli, . interrogate così alla sprovvista, non saprebbero forse dirvi che faccia, anzi che facciata abbiano. Già le signore - anche quelle che non fanno profe~sione di mondanità, e ali' Esposizione ci vengono proprio per vederla - son sempre delle visitatrici molto svagate. Lo sforzo d' osservar seguitamente la miriade d'ogge_tti raccolti ne.Il' immenso emporio, è troppo grave per lo spirito muliebre, così fatto per saltar di palo in frasca, per sviarsi dietro tutto ciò che colpisca più vivamente !'.attenzione. E loro s' accontentano di vagabondare senza itinerario da una galleria all'altra, da un padiglione a un chiosco, senza mai saper troppo bene dove s iano e dove vadano, attirate qua e là da un luccichio, da una musica, dal fragore di una macchina in moto. Come farebbero leggendo un libro serio, saltano a piè pari tutto ciò ~he non sia .d' im1:1ediat~ comprensione, tutto ciò che non d1a agh .occhi un immediato piacere. Ma non per questo 11 loro viaggio è dei p iù spediti, perchè si arenano davanti a un banco di ninnoli, sopra una ve trina di gioielli o di ricami, sulla soglia di un boudoi·r, arredato a loro gusto, come un bastimento nelle secche. Le capitano senza volerlo in una di LE ESPOSIZIONI DEL r9rr sull'Esposizione di Torino. quelle deserte sezioni, dove i _mini~teri le opere pie le scuole espongono a edificazione del pub_- blico saggi diagrammi pn:~getti, ne. scappano ndendo come per paura d1 cascarvi addormentate al passaggio. Nella galleria del lavoro, tr~ il rombo dei motori e il battito condensato de1 t elai si fermano con ammirata curiosità davanti agli 'indecifrabili ordigni che senza posa fabbr~- cano il nastro, tessono il merle tto, tramano 11 damasco. Ma in mezzo agli altri meccanismi che agitano d'ogni intorno le metallich_e mem_bra, affrettano il passo con aria tra stordita e n01ata, come se tutti quegli apparati non servissero che ad intronare gli orecch~ col loro sga_rbat~ frastuono e a dare il capogiro col t rames tio _dei loro lucenti congegni. De.Il~ gigantesche _turb~ne! chiuse nella loro compagme come m1stenos1 s trumenti di guerra; dei colossali a\ternatori eh~ ruotano silenziosamente le immam matasse d1 rame, contemplano per un momento la m_olè poderosa, vibrante di quella che lo Zola chiamava " la précision dan s la force ,,. Ma_ s~ ne tengon~ a rispettosa distanza, come da v1v1 mastodonti che la possano ghermire; e guar~ano i ~ e_ccanici che sfiorano tranquillamente 1 vola_nt1 ciclo: pici le infaticabili bielle, proprio come 1 custod i di ~n serraglio che diano la pagnotta ali ' elefante. Per amore alla scienza si avventurano nella sala tenebrosa dove si mostrano le radioscopie, ,le bizzarre ampolle dei raggi catodici, . il_ con: duttore ad alta tensione che scocca scmtille d1 mezzo metro; si affollano nella vicina galleria dove son raccolte alla luce del giorno altre meraviglie dell'elettricità. E osser vano ogni co_s~, dal " campo girante ,, al_ telegraf<;> senza fih, senza uscire da un certo diffidente n serbo, come se dovessero far conoscenza~col fulmine in persona. L'ammirazione, però, quella viva immediata convinta che ferma su due piedi e trattiene in profonda contemplazione, la spendono in genere assai più praticamente: per t_utte le cose, app~- riscen ti e di prezzo, che le mteressano da vicino· per tutto ciò che servirebbe alla loro vanità,' ai loro agi, al foro capricci?, dall' a1;1 tomo: bile al diadema, dal tappeto pers iano al pizzo d1 Bruxelles. Per questo, forse, il non plus ultra dell'Esposizione esse lo trovano dalla prima all'ultima nel palazzo di Parigi, . che vorre):>bero aver t':l~ . quale - p~mpieri non COI?I?res\ - p_er darvi 1! t è alle amiche, per farv1s1 corteggiare dagli amici, per viverci in compagnia dei meravigliosi arazzi, dei ninnoli preziosi, degli impareggiabili Sèvres. Chi potesse ali' uscita legger nella testolina d' una visitatrice - quando si parla genericamente d'una s ignora, s'intende sempre la donnatipo: bella, giovine e frivola - quell o che il suo vagabondaggio traver.so la Mostra ci ha lasciato impresso, credo che ci trover ebbe, col cappello veduto alla signora X e il tenente ~'artiglieria incontrato al Pare, un bronzo del Giappone, il profumo di Pinaud che si vende nella sezione francese, quella collana d'acque marine " che mi starebbe così bene in decollete ,,. * E gli uomini? Oh, non e' è mica da penSélre che vengan tutti al Valentino col catalogo alla mano e tanto d'occhi aper ti per studiare i miracoli della scienza e i prodigi dell'industria. I gentiluomini, per esempio, che vi poi:tan_o <l: pas: seggio la loro raffinata eleganza; 1 giov111ott1 up to date, seduti ai tavoli dei caffè nelle pose più americane imm~ginabili, a trangu_gi~r wisky: soda, s i vergognerebbero altamente dt ncordars1 che e' è li a due passi un' esposizione da vede re; e quella d'andar in processione da uno stand all'altro, la troverebbero un' occupazione molto borghese. Loro son qui per pigliare il fresco, , per salutar le c_onoscenze dellé!- haute, rer tagliare i panni alla gente che passa. E più che altro per la stessa ragio1,1e che, domani _li r adi:- nerà attorno alla table d h6te d una stazione climatica o sulla terrazza d'un Casino: perchè l' ap - parizione prima di pranzo . tra gli edifizi della Mostra è diventata una cosa cht'c. Certi altri, meno aristocratici ma più utilitari, alla decantata "rassegna del progresso mondiale ,, ci vengono semplicemente in cerca di avventure. Son quelli stessi che, dal teatro alla chiesa, bazzicano con aria di mis tero tutti i luoghi pubblici dove si trovi una raccolta d'eterno femminino. E nella mutevole folla che s'agita intorno a loro, tra le svariate bellezze in cui s'imbattono, cercano con occhio esperto la vittima predestinata : l'incognita fa tta e ves tita a loro gusto, che per indizi più ò meno attendibili si mostri inclinata a incappar nelle loro reti. Quando l' hann·o scoperta, si me ttono alla conquista secondo le regole della s trategia dongiovannesca: la seguono, la sorpassano per avvolgerla d'un' occhiata incendiaria, l'aspettano al varco dove la ressa è più fitta per borbottar qualche sdruscito complimento. E sull' "amorosa traccia ,, viaggiano da un capo all'altro della Mostra, accontentandosi il più delle volte di questo innocuo _fl,irt peripatetico. Là invece il romanzo, per chiamarlo così , non si ferma al1' inizio, il secondo capitolo succede spesso di leggerlo negli avvisi economici dei giornali citt':~ini: " Signora cappello rosso seguita Espos1z10ne.... ,, E gli ammiratori delle commesse, dove li lasciamo? Tra giovani, vecchi e così così, sono un' intera legione e formano tra il pubblico una categoria a parte; la quale va, viene da palazzo a palazzo, da chiosco a chiosco, perlustrando minutamente ogni reparto, aggirandosi in mezzo ad ogni mostra, fermandosi ad ogni passo in contemplazione, come potrebbero · fare i visitatori più s tudiosi . Anche loro in realtà studiano, osservano, confrontano con aria esperta; ma non le strombazzate " conquis te de. li' ingegno umano ,,, l'esercito di belle ragazze disseminate un po' dappertutto, come viventi richiami, a vendere, a distribuir cataloghi, a lavorare sotto gli occhi della folla. I giovani che vi si dedicano per chiasso, in gruppetti di tre o quattro, si divertono a metter alla prova la dis involtura di quelle signorine, bersagliandole di madrigali, chiedendo loro i più strambi sch iarimenti , criticando forte la penna a serbatoio che offrono o il fazzoletto-ricordo che ricamano. Gli anziani, invece, passano la loro rassegna col più dignitoso riserbo. Gli uni e gli altri, però, s'assomigliano perfe ttamente in questo che, mentre a farvi da cicerone tra merci e macchine sarebbero fors e imbarazzati, vi posson dire con piena conos cenza di causa che nella gall eria svizzera, a mano destra dell'entrata, e' è quattro tessitrici fresche e sode da far onore al Cantone che le ha mandate; e che, tra le piccole cioccolatiere di Talmone, quella brunettina col nastro azzurro ride volentieri per mos trare i cl~nti. Perchè le conoscono ad una ad una ques te graziose abitatrici del!' Esposizione; e con esse imparano per forza a conoscer e l'articolo che smerciano o il lavoro al quale accudiscono. Anzi, non le disgiungono mai nella loro ammirazione dalla cornice in cui ri splendono, dal loro posto di fatica e d.i parata insieme ; come succede ai fanatici delle ballerine o delle attrici, che si esaltano a vederle al lume della ribalta, e se le incontrassero per via, simili nell'aspetto a tutte le altre donne, non s i volterebbero a guardarle. I loro studi finiscono per lo più a circoscriversi in un determinato genere, secondo i gusti. C'è chi si consacra alle operaie, che sorvegliano civettando le infallibili lavoratrici d'acciaio, p~rchè son più naturali e alla mano. Al tri preferisce le dignitose impiega te che siedono alla scrivania degli stands industriali con un~ cert' aria d'uomo d'affari. Le sigaraie della Regia, col loro costumino degno di Caramba, vantano una numero>ia coorte di fedeli; e un'altra ne contano le graziose parigine della sezione francese. La scelta è la .logica conseguenza del parao-one. Non è fatale che ques ta simpatia gene- ~ica presto o tardi si raccolga sopra un soggetto unico; che il sentimento omnibus, il sentimento circo lare trov i invece il suo esclusivo r ecapito? Allora, per poco che la s ignorina abbia - come dicono - voglia di scherzare, ne nascono certi idilli che, in mezzo a quel trambusto di macchine, a quel bazar di prodotti d'ogni sor ta, non mancano di gustosa modernità. Esposizione galeotta! * Si meriterebbe l'epiteto, s e non altro, per l'ospitalità che accorda nei suoi angoli discre ti alle coppie clandestine che vi si dànno appuntamento. Un braccio di galleria fuori mano, immerso in Stampato su carta delle CARTIERE BERNARDINO NOD.ARI in Lugo di Vicenza.

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