Le Esposizioni del 1911. Roma, Torino, Firenze (Treves)

LE ESPOSIZIONI DEL 1911 1 ROMA. F k ccrATA DE°STRA E PÒSTERIORE DEL P A.DiGLIONE M ARCHIGIANO, Il .Padiglione · delle Marche all'Esposizione di ·Roma. I. Commemorare con tangibili segni preziosi le glori~ che, s:caturite dalla possanza dell' intelle tto e dalla vigoria del cuore, fecero eletto il fortu - nato paese: q.uesto, nella mente degli organizzatori, il concetto che ispirò ed animò la costruzione del grande, formidabile castello destinato a rappresentare nel consesso giubilare di Roma, la r egione marchigiana. . La compagine dell'edificio è stata immagina ta dall'architetto Cirilli, artista le cui fervide prove sono più che note ed ammira te da quanti seguono con amore le sorti del bello ; chè certo di lui ognuno ricorda la maes tosa cappella espiatoria di Monza e la tomba al R e Umberto nel Pantheon. Nel segnare la linea totale del padiglione egli si è valso di elementi disparati, ma fondendoli con sì equilibrato senso di armonia e con tanta vastezza di sintesi da far emergere l'opera ad un'un1ca mirabile espressione dell'attivita ·storica ed artistica del paese. Queste d' altra parte sono le ragioni per cui è avvenuto che, pur essendo il ~isulta to . ~i par:- ticolari architettonici preesistenti o trad_1zt0nali, il padiglione marchigiano ha potuto assumere un carattere tutto proprio e perfe ttamente orig inale. La parte che, starei per dire, costituisce il nucleo esteriore del castello e ne è nel tempo stesso come l'insegna vittqriosa, la parte insomma che, da lungi, per tutta la meravigliosa conca di Piazza d'Armi, qui vi richiama il visitatore, è rappresentata dall'altissima torre merlata, che s'erge sul ·fronte sinistro del castello stesso, e che, senza esserne una pedissequa imitazione, fu ispirata da quelle simili od aftìni di Borgo di Montefiore, di San Benedetto, di Gradara. · A questa torre forte ed elegante insieme; e decorata di -antichissimi stemmi rr\,arniorei, s'allaccia per "br'eve spazio di parete, la faccia ta .· bassa in cui fu tagliato il grande arco d' in. gi-esso, a sesto acuto, che segna nella distesa muraria ·un campo d'ombra opportunissimo nel , dare alla costruzione anche più stabile imponenza di chiaroscuro. Da · tal .porta, tracciàta sul · modello del ·Palazzo del Podestà a F,abriano, : ampia, ·improvvisa, s'apre la· visione dell'intimo 1 riechissimo cortiletto centrale. · Sull'angolo di destra s' eleva un corpo spe- ; eiale di fabbrica, coronato da una loggie tta sem, . plice, trafora to da bifore snelle e spirante, nel complesso, un senso di dolce composta eleganza · che contrasta, senza tuttavia inopportuni stridori es tetici, con la rude· severità delle archi.:. tetture che lo circondano. Parecchi particolari monumentali hanno concorso all'effettuazione .di questo speciale corpo di fabbrica e furono tolti cosi dal Palazzo Guidi di Fermo, come dalla Casa' Galeazzi di R ecanati. La torre saettante • verso il cielo e la .Joggietta, infine, si legano l'ima all'altra, sovra l'arcone d'entrata, per rriezzo di un coronamento bianco che sta immediatamente sotto il te tto e che è calcato su quello di Sant'Agostino nella medesima çittà di Fermo. :., SALA DEI P OETI. - TL BUSTO DI LEOPARDI (fot. Scavalli Vecc ia),

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