Le Esposizioni del 1911. Roma, Torino, Firenze (Treves)

7 .. LE ESPOSIZIONI DEL 1911 -- -- --= --=--= -- =--=-=--- -__:_ ==,_- ---.~-:;:- - ..... -- '1 -;-_-:· -;---:::--= . __ , -- L E T ERME DI OCLEZ I ANE NEL 1575 (Reg ia P inacoteca d i Bo logna) . Rom.a. L'Esposizione Archeologica E L E T E R M E D I D I O C L E Z I A N O. Appena sorse l' idea di fare a Roma nel 1911 una grande Esposizione d'Archeologia, fu unanime consiglio che essa non potesse aver altra sede che le T erme di Diocleziano. Tutto pareva indicarla: la mirabile maestà del luogo, l'ampiezza solenne de)la sede, la severa poesia che aleggia in quell' immenso vetustissimo edificio così pieno di grandi memorie, la vicinanza infine del Museo Nazionale romano, ove"la Roma italiana va raccogliendo con tenacia~ e con fortuna i più insi gni monumenti archeologici che il suolo dell' Urbe e del Lazio, fecondissimo sempre, mette quasi quotidianamente in luce. Nè il momento poteva essere più favorevole. Corrado Ricci, Direttore Generale dell e Bell e Arti, ha potuto finalmente vincer e le gravi ssime difficoltà di ogni genere che si opponevano a che potesse aver attuazione un suo antico e geni ale proposito : quello: di liberar:e il grandioso monumento dalle sconce e meschme superfetazioni che gli si erano addossate, quello di far sparire le case, le casupole, le tettoie, i magazzini, le lavanderie ch e come~putridi vermi contaminavano il morto gigante. Liberate così .le Terme all' esterno, sgombrate dalle montagne di legname e di carbone, e dalle osterie e dalle stalle che ne deturpavano l' interno, il rnonumento~insigne riappare·_in _tutta la LE T ERME E GLI O RTI BELLAJ ANI NEL 1570 (da u n 'a n t ica stampa). sua stupefacente maestà: ond'è che può · dirsi senz' ombra di esagerazione che l'Esposizione Archeologica· del r9rr sarà altrettanto interes- . sante per il contenente come per il con:tenuto. Parliamo, in questo primo articolo, di quellQ. Il lusso che dopo la conquista di Corinto e dell'Asia fec e così rapidi progressi a Roma, modificò profondamente gli usi _déi cittadini; i quali non poterono più accontentarsi dei bagni pubblici della prima Repubblica, quei balnea che usavano ai tempi di Catone edile o di Fabio Massimo o dei Cornelii; piccoli, oscuri, dotati solo di acqua fredda o tutto al più tiepida, e in cui, come racconta Seneca, si sostava soltanto per pochi minuti. E si cominciò, a modo degli orientali, a costruire per i bagni vasti e sontuosi edifici; ma Terme propriamente dette non furono stabilite in Roma se non al tempo di Augusto, e precisamente da Agrippa, che edificò le prime - ed ebbero il nome di lui - ne' suoi giardini dietro il Pantheon, e le chiamò Thermce, quasi ·a significare che principale ufficio di esse era quello di fornire ai cittadini i bagni caldi (thermòs). Ma la magnificenza del grande amico di .Augusto volle che la ricchissima istituzione della qua:le egli dotava Roma non si restringesse solo ai bagni: egli volle unirvi sale, cortili e giardini per gli esercizi ginnastici, · modo che da allora le TermaJ dei Romani ebbero grande analogia colla Palestra dei Greci. Quantunque quelle prime Terme edificate da Augusto fossero magnifiche, avevano però un'estensione molto ristretta relativamente a quelle che furono ere t~e a Roma nei secoli successivi; e poichè Agnppa alla sua morte ne legò per testamento la .proprietà al popolo, questo cominciò a gustare talmente una tale specie di ritrovo, . che gli imperatori successivamente, per accattivarsene l'animo, ne andarono costruendo altre ed altre, ognuno superando il suo predecessore. Così che Ammiano, descrivendo Roma nel 356 di ·Cristo, quando cioè tutte le Terme costruite ·dagli imperatori erano ancora in perfetto stato, dice éhe i bagni pubblici della città erano così vasti da somigliare a_provincie: lavacra in modurn -provinciarum e:x:tructa. · · Dopo quelle di Agrippa furono costruite quelle di Nerone nel 65 di Cristo, nell' 8r quelle di Tito; e ne costruirono altre Domiziano e Traiano e Commodo e Settimio Severo. Venne . - ~ - - - --- ----~-- - - - - ,.

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