Le Esposizioni del 1911. Roma, Torino, Firenze (Treves)

3ro LE ESPOSIZIONI DEL 1911 segno fe rmo e preciso, dal!' inspirazione bella e g randi osa. Uno sfon do de lla Sala è formato da un palcoscenico, l'altro è tutto preso dal pann ello centrale del trittico di Vittorio Bressanin: " Venezia gloriosa per la s ua sapienza civile e politica, per l'amore alle ar ti e alla g uerra,,. La pittura del Bressanin può sembrare uno sforzo di colori un po' troppo arrischiato, ma l' autore qui, come altrove, si addimostra un gran maes tro del di segno, impeccabil e nell e grandi forme figurati ve. Tra le colonne s tanno i du e pannelli di Cesare Vianello il " Fondaco dei Turchi,, e il "Fondaco dei Tedeschi ,, e quelli di Carlo Donati l' " Arsenale,, e la "Marittima,,. Le Sale provinci ali. Sono sette e tentiam0 di scorrerle in fretta, ;on adunque con quella calma e diligenza con cui sono ve ramente degne di esse re vis itate. La Sala di Treviso figura un a Corte d'Amore di quello scorcio d el XIII secolo, l'epoca più spl endida e più significativa della "joyeuse Mar- • che del courtoi s Trevisan ,,. Il dott . Luigi Coletti, ideatore della sala e ordinatore assieme al pittore Antonio Carlini, è rius ci to a rievocare splendidamente uno di quegli aulici ambienti, superbi di decorazioni ed affreschi, ove ri s uonavano i lieti canti e i suoni di mand ole, nell e gaie adunanze di giovani uniti a celebrare il Maggio e a disce ttare d'amore. Sono le pareti ornate con gli stemmi de i Da Camino, de i Collalto, con affreschi tratti dal Roinan de Troye, con motivi tolti all e grandi sale del Palazzo del Popolo e alla Loggia dei Cavalieri . È qui espresso ve ramente quel movimento artistico ed intellettuale che avea recato nella Marca, coi trovatori, i bei modi di Pro ve nza, co i cantori di gesta le ei:- iche idealità dell' !sola d LFrancia. La Sala Padovana riproduce una stanza da s tudio d el 300, in cui fu l'apogeo della grandezza patavina, allorchè so tto il principato di Ubertino, di Jacopo Il e Francesco il Vecchio, le le ttere, le scienze e le arti ebbero la lor fioritura migliore, auspice Francesco Petrarca. Il prof. Andrea Moschetti, id eatore della Sala, si è maggiormente inspirato ad una miniatura tedesca del XV secolo tratta da un dipinto a fresco, attribuito al Guariento esistente nella Sala dei Giganti in Padova e rievocante il Poeta nella intimità severa del suo studio. I moti vi decorativi furon tratti clalJa Cappella Scrovegni, ricordo dell' i'mmortale geni0 di Giotto, e dalla rappresentazione delle Arti Liberali che Giusto de' Menabuoi frescò in Padova nella Cappella Cor tellieri agli Eremitani. Completa la stanza una riproduzione - non mi azzardo di dire se ben proporzionata e riuscita - ciel camino esistente nel Castello cli Monselice. La Sala Veronese del 400 ri evoca certamente l' epoca più gloriosa dell'arte scaligera. Il soffitto gotico ricorda la sagoma a carena di nave nelle chiese di San Fermo e San Zeno a Verona; il dossale di noce si ispira agli s talli della chiesetta di Sant' Elena. L quattro pannelli tripli svolgenti la leggenda di Giuìietta e Romeo - opera del g iovine pittore Gaetano Miolato - ri evocano lo s tile, il gusto squisito dell'arte del PisaneIlo. S A L A V E R O N E S E D E L p I S A N E L L O. S A L A T R E N T I N A,

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