Le Esposizioni del 1911. Roma, Torino, Firenze (Treves)

--- -- --- --- - - --- . ----- - --- ---- - -- - -- - - - - LE ESPOSIZ10NI DEL 1911 V E N E z I A A R o M A. L' :Arte Veneta all'Esposizione di Romao IL PADIGLIONE VENETO ALLA /V\OSTRA ETNOGRAFICA. Fra gli edifizi regionali, sorti per incanto in pochi mesi di febbrile lavoro e per una operosità geniale di pochi uomini, il Padiglione Veneto é forse quello che più riflette le caratteristiche linee dell'architettura paesana o, per lo meno, che meglio le specifica, per quella sua severa semplicità di stile rievocatore della venezianità più bella e più perfetta. E ben fece Venezia e il Veneto, cbe pure tanti esempi, e di ogni secolo, avea da cui attingere l'ispirazione per costrurre un edifizio degno e maestoso, a scegliere le forme ·della Loggz'a dz· Candz"a, insigne monumento dell'Oriente che fu veneziano, opera fra le più belle dello scultore Sanmicheli, oggi ridotto una misera rovina, mercé le provvide cure artistiche del governo della Mezzaluna. La parte dell'edificio rievocant~ la Loggz"a di Candz·a é invero la più riuscita. E qui trasfusa tutta la superba severità della rinascenza cui l'archi tettura veneta deve il suo periodo aureo. I maestosi finestroni, le vaste arcate, semplicissime nel loro contorno monocromo, le colonne poderose e liscie, i capitelli, l'ampia gradinata, ogni particolare e architettonico e decorativo mostrano la cura intelligente con cui l' ingegnere Max Ongaro compié l'opera sua. La loggia interna ed il grande scalone del cortile completano la parte principale del palazzo cui una oscura tinta discreta richiama la dei tempi secolar bruna carezza. Le ali e la Torre - che vuol ricordare quella famosa, se non bella, dell'Orologio, eretta a Venezia dal bergamasco Mauro Caducei, nel 1490 - formano con la Loggia una mole organica ed euritmica; intonandosi allo .stile Sanmicheliano. LIQUORE STREGA DITTA G. ALBE RTI - BENEVENTO Esposizione Internazionale - 1\lilnno 1906 Esposizione Universale - Bruxelles 1910 FUORI CONCORSO J"\EJ"\BRO DELLA GIURIA Le Sale veneziane. Venezia ha costrutto, per proprio conto, quattro sale speciali : la Sala delle Arti", la Stanza di" Sant'Orsola, la Sala della Nave e la Sala della Glori·a. Il concetto della Commissione ordinatrice della Sala delle Arti", a capo della quale furono l'Jesurum ed il Salvadori, fu di riprodurre un ricco salotto del 700 veneziano, ove si vollero raccolti i saggi migliori di quelle arti che diedero tipico carattere ad un'epoca nella quale ebbero vero predominio il buon gusto, la raffinatezza e lo sfrenato lusso. Ed ecco i dipinti preziosi di Alessandro e Pietro Longhi, di G. B. Tiepolo, del Canaletto, di Rosalba Carriera, di Marco Ricci, dello Zeiss; ecco le statuette di Antonio Gay e gli angeli del Marchiori. E intorno, intorno la ricca mobilia dorata, le riproduzioni tiepolesche del Bardella, i damaschi e le stoffe del Trapolin, del Bevilacqua e del Rubelli; i ferri battuti del Bellotto, i cuoi del De Tolda e del Norsa, i lavori in argento del Passoni, i mosaici del Gianese, i vetri finissimi del Toso-Barella a quelli dei Barovier, del Ferro, del Corsato e del Cori. Ed ecco infine i preziosi merletti dell'Jesurum_e della scuola di Burano. La Stanza dz' Sant'Orsola offre la visione del magnifico quadro di Vittore Carpaccio, conservato nelle RR. Gallerie di Venezia, detto appunto "11 sogno di Sant' Orsola,,. Augusto Sezanne, studiando la magistrale pittura del grande illustratore della vita veneziana della seconda metà del 400, e sagacemente interpretandola, stabilì la pianta e i prospetti della stanza; dedusse le forme e le misure del mobilio - bella opera del Dal Tedesco - i colori e le decorazioni; ricostruì l'ambiente , diffondendovi la eletta e mistica bellezza suggeritagli dal veneto artista glorioso. Con la Sala della Nave il Veneto ha voluto principalmente rievocare la sua gloriosa epopea marinara, · le glorie e i trionfi di quattordici secoli, la vita di una Regione che dal mare trasse la sua potenza economica e politica. " Desponsamus te, m;:ire .... ,, Sembra vada gridando una dogai voce misteriosa dall'alto della prora dorata della Buàntoro. " .... in signo perpe tuique domini! ,, -rispondono in coro le voci ero ich e di Angelo Erno, di Vittor Pisani, di Lazzaro Mocenigo, di Sebastiano Veniero e del Peloponnesiaco. Echeggiano, sembra, in questa sala azzurra, le anime di questi capitani antichi, di questi condottieri che furon grandi perché audaci, e il v1s1tatore, soffermandosi ad ammirarne la marmorea, muta effigie, deve sentir fremiti superbi e rammarichi senza fine. Quanti e quali tesori conquistati a prezzo di sangue, quale mondo, un giorno tutto nostro, oggi perduto! Ma in alto, sulla parete della Sala ov' é un gran trofeo d'armi e di bandiere, una scritta ammonisce : "Patria ai Veneti tutto l'Adriatico ,,, e più .in là, accanto ad un fanale di galera, un' altra voce tuona: "Non é mai tardi per andar più oltre! ,, e il manoscritto del Poeta, infine, protetto dall'ombra della Buàntoro é aperto ov' é il grido di comando: "Alle Navi! Alle Navi! ,,. La Sala della Nave fu ideata dall'on. conte Piero Foscari e dal pittore Vizzotto-Alberti - al quale si devono il bel pannello "Le espansioni commerciali e coloniali di Venezia ,, e quello "Venezia navale vittoriosa in guerra,, - e fu allestita dal!' ing. conte Colombini. La Sala della Glorz"a é quella destinata per i ricevimenti solenni e per i trattenimenti artistici. Essa tende a dar saggio delle energie decorative venete contemporanee in quanto, pure nella loro libertà, derivino dalle antiche tradizioni e tentino di continuarle. Lo sforzo é, se non in tutto, in parte, riuscito. Sul soffitto, tra due campi quadrati, un campo circolare accoglie la pittura di Ettore Tito: "L' Italia erede e custode dei tesori marini di Venezia ,,, opera d' intonazione, tizianesca, dai colori discreti e severi, dal di-

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