Le Esposizioni del 1911. Roma, Torino, Firenze (Treves)

3o LE ESPOSIZIONI DEL 19II ==========,===:~ .·. PL,============== ~ CHE COSA GL'ITALIANI COMMEMORERANNO NEL 19n ~ ~ = ~ ~ ====== ~ . Non bisogn; , purtroppo, illud~rsi. Gl'italiani sono giustamente alteri della loro libera vita nazionale, unitaria; ma la storia del come questa unità fu voluta, propugnata, raggiunt;:i, non è c9sì popolare e divulgata come sarebbe davvero desiderabile. . T anto che, al Congresso della Società per la Storia d_el Risorgimento, tenuto in Fir enze nell'ottobre del 1909, il Comitato t9scano pose fra gli argomenti in discussione anche ques to: - " perchè la storia del nostro Risorgimento non è popolare?,, Io non scrivo qui per rispondere a tale ques tione; ma dalle molte domande che mi sono s tate rivolte in questi ultimi mesi intorno al " che cosa gl'italiani commemoreranno nel 19rr ,, sono costretto a dedurre che il quesito del Comitato toscano era tutt'altro che campato per aria; g iacchè molti dei miei amici ed assidui mi chiedono quali fatti accaddero nel 1861 che meritino nel 19rr una commemorazione cinquantenaria tanto solenne? ! È vero -- gli anni s torici veramente f attivi per l'unità italiana furono il 1859 ed il 1860, e ques ti li abbiamo concordemente commemorat i, da Torino a Napoli, da Magenta a Marsala, da Solferino e San Martino, a Maddaloni e a Capua. Ma non v'ha dubbi o che il 1861 fu anch' esso · un grande anno s tori co - poichè vide la riunione in Torino del primo Parlamento italiano - un Parlamento che raccolse insieme i rappresentati di tutta Italia, dal Piemonte alla Sicilia, dalla Toscana alle provincie Napoletane, dalla Liguria alle Romagne, dai ducati di Parma e Modena alle Marche, dalfa Lombardia all'Umbria fatto assolutamente nuovo nell a s tor ia. Il primo Parlamento italiano _Questo nuovo Parlamento Nazionale sorgeva da un Regno Unico riunente insieme so tto la monarchia cos tituzionale del re Vittorio Emanuele II, quasi 22 milioni di abi tan ti. Secondo la legge elettorale politica vigente in Piemonte ed estesa a tutta ltalia - la cui unità era s tata vo tata da 3,318,543 cittadi ni nei plebisciti - gli ele ttori politici erano, per tutto il nuovo Regno, 394,365. Fu un errore di uomini eminenti come Cavour Farini, Minghetti ed altri non avere allora voluto vincere tradizionali paurè, chiamando all'elettorato politico tutti color.-o che avevano partecipato ai plebisciti degli anni anteriori, o, per lo meno, allargando notevolmente il diritto ele ttorale, che allora era ristrettissimo. Le elezioni generali politiche furono decretate per il 27 gennaio 1861, sebbene la Camera non avesse ancora una anno di vita, essendo stata ele tta il 25 marzo 1860 (VII legislatura). Ma, nel marzo del 1860 chi poteva mai supporre che quello che era il Regno Italiano del!' Italia Superiore (Piémonte e Liguria, Toscana, Ducati e Romagne) sarebbe diventa to in meno di otto mesi tutto il R egno dell'I talia Unita, da Susa al Capo Passaro? Così, nel marzo 1860 erasi riunita qu_ella · Camera a cui Vittorio Emanuele La Camera aveva de tto nel suo discorso del '60 della Corona del 2 aprile 1860: " In t empo brev iss imo un'invasione respinta, libera la Lombardia per glori ose ges ta di esercit i, libera l ' Italia Centrale per 1neravigliosa v irH1 dei popoli, ed oggi qui racco lti intorno a ·me i rappresentanti del diritto e delle speranze della na;cione.... " .... Noi invitiamo a nobile gara t utte le sincere opinion i per conseguire il sommo fin e de,! benessere del p opolo e della grandezza della patria. La q uale non è pii1 l'Itali a dei Romani, nè quella del Medio Evo; non deve essere più il campo delle ai-nbiz ioni s traniere, w1a deve essere· bensì l'Italia degl' Italiani.,, Perchè fosse davvero l' Italia degl'ltaliani mancavano ancora all'ingrandito Regno, tutta l'Italia Meridionale, lo Stato Romano, dalla Cattolica al Mediterraneo, il Veneto, Per ciò la Camera, rispondendo il 14 aprile 1860 con apposito indirizzo al discorso della Corona, notava che " non tutte le speranze potevano ora essere esaudite, nè tutti i dolori ve- .nire alleviati,, - e dopo espresso il compiacimento per l' avvenuto ampliamento del Regno Sabaudo, accresciuto della Lombardia e dell'Italia Centrale, concludeva: " Questa vita novella, Sire, che, mercè vostra s'apre , a sì gran parte d' Italia; questo sì bello <.sempio di civili v irti.i; questa sì rara concordia degli animi, se fanno con• trasto colle commoz ioni ·e coi dolori resi più gravi 'd'altre provincie italiane, fanno pur fede della maturità dei· coniuni desti ni e d el valore . delle acqu istate libertà. Noi qu i raccolti p resso .a voi, quali membri d ' una . dispersa fain iglia che sj riconoscono e si abbracciano esultandç,, · p111- ·co/la gioia aw,areggiàta dal pietoso desiderio .degli assenti, no.i sentiamo t utto · il pregio di quella vostra · parola che annunzi a un:Italia nuova, l'Italia degl' Italiani . Ques ta paro~a ci sarà presente in ogni nostra deliberazion e~ sarà il ltlJne di o"gni nostro cons ig li o. 'Essa Va·rr·à a noi di s tllno'lo, agl·i altri, 1neno di noi fortunati , di conforto e di' augun.'o. u I Mille Mentre la Camera de i _Deputati così parlava in Torino il 14 aprile 1860 al Gran R e, in Sicilia ferveva, dal giorno 4, la rivoluzione accesa dall'apostolato di Mazzini, dalla tenac ia di Crispi, dall'abnegazione disperata di Francesco Riso e . compagni, dall'ardente iniziativa di R9salino Pilo e cli Corrado. . Susseguiva il 6 maggio la spedizione leggendaria dei Mille; susseguivano da Calatafimi a Milazzo, da R eggio al Volturno, le vittorie irrefrenabili di Garibaldi, aiutate dal disfacimento (per molta parte abilmente preparato da Cavour) delle resistenze borbon iche; la Sicilia e le provincie Napolitane di T erraferma annettevans i al Regno dell'Italia Superiore, al quale pure annettevansi le Marche e l'Umbria, libe rate dalla dominazione papale mercè il pronto spirito• insurrezionale delle popolazioni ed il sollecito accorrere delle truppe di Vittorio Emanuele; e in se tte mesi il Regno d'Italia, quale all'indomani della pace di Villafranca era follìa sperarlo, era un fatto compiuto!. .. Le elezioni del 1861 Ques to fatto però - uscito dagli avvenimenti rivoluzionari e militari con una rapidità che aveva sorpresa, stupefatta e paralizza ta la diplomazia europea - questo fa tto abbisognava della consacraz ione ufficiale, legale, proveniente dall a regolare, plenaria riunione di un Parlamen to veramente Nazionale; e per ciò la Camera fu sciolta il 3 gennaio 1861, i 394,365 elettori furono chiamati a votare per l'el ezione dei nuovi deputati il 27 gennaio e, in caso di ballottaggio il 3 febbraio 1861, e da ques te elezioni uscì la prima Camera veramente itahana, nel s ignifica to unitario naz ionale della parola. Non si creda che vi fosse un grande entusiasmo nel ristretto corpo elettorale: le masse ele ttorali, non chi amate al vo to, potevansi calcolare divise in due correnti - una, quell e delle città, entusias ta · per l'unità, l' altra, quella delle campagne, influenzata dai preti, os_tile o per lo meno diffidente. Quanto al corpo elettorale, dividevasi anch'esso in due parti - me tà, politicante, e me tà indifferente e astensionista. Fra i politicanti - eranvi i cavouriani, i garibaldini, cioè i moderati e i radicali, quelli che trovavano che tutto era s tato fatto magnificamente dal governo, e quelli che trovava1;10 che la rivoluzione_era stata ingannata, sfruttata, tradita. Così eranvi i mazziniani, che già facevano propaganda per l'astensione. E ques_to proposito dell'astensione era, specialmente negli s tati di nuova annessione, propugnato dai cattolici, . o meglio, clericali, e dai partigiani delle passate dominazioni, papal.e, granducale, ducale o borbonica, In conclusione, il corpo ele ttorale del nuovo · regno unifica to accorse alle urne in proporzione di poco più del 5o per cento, in generale; e i risultati furono, in prevalenza favorevoli alla politica c;avouriana. In fatto, dai collegi dell'It_alia Settentrionale venivano eletti in grandé maggioranza , deputati amici di Cavour; in Tosc.ana erano cav0uriani i quattrçi quinti degli eletti; così pure nel Napoletano ed in Sicilia, ed anche nell'Italia Centrale. La Sicilia aveva man- .dati alla Camera di Torino dei lafariniani; Napoli dei costituzionali; la Toscana dei moderati riformis ti; le Romagne dei cavouriani minghe ttiani ; la Lombardia dei cavouriani dell'antico partito albertista; il Piemonte dei cavouriani classici; cosicchè in una Camera, composta nel febbraio 1861 di 443 deputati, eletti a scrutinio uni1;10minale, Cavour aveva una maggioranza numerica rilevante. L' elenco degli eletti presenGli eletti del 1861 tava i nomi più belli della s toria patriottica d' Italia e del progresso intellettuale e scientifico; - Agudio, Albicini, Allievi, Emerico Amari, il conte Francesco Annoni, il marchese Giuseppe Arconati Visconti, Rodolfo Audinot, Giuseppe Avezzana, Angelo Bargoni, il conte Pietro Bastogi, Federico Bellazzi, il conte Pietro Beltrami, Agostino Bertani, Domenico Berti, Ludovico Berti, Carlo Berti Pichat, il matemati co Enrico Betti, Giuseppe Biancheri, Celes tino Bianchi, il conte Ores te Biancoli, Nino Bixio, Pier Carlo Boggio, il conte Carlo Boncompagni, Ruggero Bonghi, Francesco Borgatti, Nicolò Botta, il dottore Bottero, direttore della Gazzetta del Popolo, il generale Brignone, Francesco Brioschi, Angelo Brofferio, Emilio Broglio, Giovanni Cadolini (ancora vivente), il generale Raffaele Cadorna, Benedetto Cairoli, Salvatore Calvino, Gabriele Camozzi, Federico Campanella, direttore dell'Unità Italiana di Mazzini, Giuseppe Canestrini, il conte Girolamo Cantelli, Cesare Cantù, il ge nerale Carini, il penalis ta Francesco Carrara, il barone Domenico Carutti, Gian Battista Cass inis, Stefano Castagnola, il duca Sigismondo Cas tromediano, Alberto Cavalletto, Giuseppe Checchetelli, Desiderato Chiaves avvocato e •commediografo, il generale Cialdini, il medico Emilio Cipriani, Raffaele Conforti, il marchese Antonio Colocci, Filippo Cordova, Cesare Correnti, Tomaso Corsi, il generale Cosenz, Francesco Crispi , il generale Cucchiari, Giuseppe Dassi, Mariano D'Ayala, Francesco ·De Blasi is, Filippo De Boni, Agos tino Depre ti s, Francesco De Sanctis, il generale Maurizio De Sonnaz, Giuseppe De Vincenzi, il barone Vito D'Ondes R eggio, il marchese D1:agone tti, Vincenzo Errante, il le tterato Bruto Fabricatore, Nicola Fabrizi, Luigi Carlo Farini, il banchiere Carlo Fenzi, Nicolò Ferracciù, Francesco Fer~ rara, Giuseppe Ferrari, Saverio Friscia, Giuseppe Gadda, Antonio Gallenga, Giuseppe Garibaldi, Achille Gennarelli, il marchese Lorenzo Ginori, Giambattista Giorgini, il generale Govone, il conte Carlo Grill enzoni, il generale Griffini, Francesco Domenico Guerrazz i, il marchese An, selmo ed il ma rchese Carlo Guerrieri Gonzaga, Paolo Emilio Imbriani, il conte Stefano ]acini, Giuseppe La Farina, il generale Alfonso -La Marmora, il generale La Masa, Giovanni Lanza, don Ottavio Lanza dei principi di Trabia, Luigi La Porta, don Antonio La Terza, Giuseppe Lazzaro, Pier Silves tro Leopardi, Giuseppe Libertini, Mauro Macchi, Vincenzo Malenchini, Giuseppe Malmusi, il conte Terenzio Mamiani della Rovere, Pasquale Stanislao Mancini, Adriano Mari, Alberto Mario, Tullo Massarani, Giuseppe Massari, Carlo Francesco Mayr, Giacomo Medici, Luigi Amedeo Melegari, Filippo Mellana, Achille Menotti frat ello di Ciro, Luigi Mercantini, Fran- · cesco Mezzacapo, Luigi Miceli, Gian Battista Michelini, Marco Minghe tti, Giuseppe Montanelli, Mattia Montecchi, Antonio Mordini, l' avvocato Antonio Mosca, Giuseppe Natoli, Lorenzo Nelli, Giovanni Nicotera, il barone Nisco, il dottor Diomede Pantaleoni, Valentino Pasini, l'abate Carlo Passaglia, il conte Carlo Pepoli ed il marchese Gioachino, Francesco Paolo Perez, il conte di Persano, Ubaldino Peruzzi, Matteo Pescatore, Enrico P essina, il generale Petitti, Petruccelli della Gattina, Giuseppe Pica, il generale Pinelli, il professore Raffaele Piria, Michele Pironti, Giuseppe Pisanelli, Agostino Plutino, Carlo Poerio, Carlo Prinetti, Pugliese Giannone, Matteo Raeli, Luigi Rauco uno degl' iniziatori del traforo del Moncenisio, Antonio Ranieri l'amico di Leopardi, il conte Giovacchino Rasponi, Urbano Rattazzi, Oreste R egnoli, Francesco R es telli, Ignazio Ribotti, Bettino Ricasoli, il marchese Matteo ·Ricci, Giuseppe Robecchi, Liborio Romano, Aurelio Saffi, Aurelio Saliceti, Giuseppe Saracco, il dottor Saragoni, Luciano Scarabelli, . Antonio Scialoia, Quintino Sella, Luigi Settembrini, Paolo Silvani, Riccardo Sineo, il generale Sirtori, Bertrando e Silvio Spaventa, Giuseppe Speroni, il principe Vincenzo di Scalea, Vincenzo Sprovieri, il generale Stocco, Giorgio Tamaio, Sebastiano T ecchio, Carlo Tenca, il generale Torre, monsignor: Ugdulena, Lorenzo Valerio, Candido Augusto Vecchi, Saverio Vegezzi, Giu-: seppe Verdi, Emilio Visconti Venosta, Giuseppe Zanardelli, Antonio Zanolini, Luigi Zuppetta, etc. Si può dire davvero che quella era la Camera degli eletti I . Nè meno sèelta erà la Ca- - I senatori del '61 mera dei Senatori. Il primitivo Senato Subalpino, che, dal 48 al 1859, aveva noverati i nomi più belli degli an- ;._· -- ------- -~ .......___..___~-~--- ------~--~~ --~- -~- - . ) ' - ....

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