Le Esposizioni del 1911. Roma, Torino, Firenze (Treves)

294 LE ESPOSI Z IONI DE L r9rr PRESSO LA BOTTEGA DEL "~BIBLIOPOLA,,. ( lfot. Eccksia,) L A VrA DEGLI ARTIERI NEL BoRGO MEDIOEVALE. Dal Castello Medioevale al Palazzo della Stampa. Abbiamo vagato lungamente percorrendo questo· borgo medioevale, meravigliosa rievocazione cui Issogne e Fenis offrirono i motivi architet - tonici e decorativi, cui parecchi ann i di cos truzione donano, per una più fac ile e vi va illusione d'antichità, certe patine oscure su per i muri, certe muffe negli angoli ombrati, certi sgretolamenti incipienti qua e là. Abbiamo vagato con la .curiosità ansiosa di sorprendere qualcbe riflesso fittizio della vita di seicento o settecento anni fa, di penetrarne qualche spirito artifiziosamente rinnovato in questa teatrale ma suggestiva rappresentazione. I nostri passi frusciarono lievi sul ponte levatoio - : con ben altro suono ,certo echeggiavano, quando questo mondo fu vivo veramente, lo scalpitar dei cavalli di guerra, il passo forte degli uomini vesti ti d i piastra e maglia! - E ci soffermammo ad udire nella gran vasca di pietra cantare i quat tro steli di acqua cadenti dai beccucci ricurvi: ci fu caro illuderci che il borgo e il castello non fossero uno scenario rifatto, sì monumenti autentici tramandatici da un'epoca eroica; e ci fu caro, ill udendoci, ritrovar di quell'epoca m1a voce superstite, una voce rimasta sempre viva ed eguale poichè tutte le altre s ' erano taciute nei secoli. Ma no! Anche l'ill usione trasmutò, direi, si intensificò: penetrati sotto il portico basso, a sesto acuto, irtcorttro ci vertne, v ivo, urt giovinetto del tardo qua ttrocen to; ed uno s trepito strano, un martellare sordo ed ass iduo, accompagnato da un assiduo sciacquio, pall' interno d' una delle s tanze ch'e s'aprono so tto il por tico, ci diede l' impress ione di una macch ina in azione : non i fruscii rapidi e i crepitii metallici delle nostre macchine d'acciaio : qualche cosa di assolutamente diverso, un fervore d'opera nuovo per no i. Entrammo. Tre podero:;;i magli di legno, mossi da una rozza ruo ta di mulino su cui un get to d'acqua ricadeva gaiamente sonoro, pestavano e agi tavano en tro un'ampia tinozza certa broda densa, lat t iginosa. Nell a s tanza accanto un uomo, il cui ves ti to ce lo indicava - poichè in ques ti casi l'abi to deve fare il monaco - appartenente alla civiltà italica de l secolo XV, raccoglieva, ent ro un setaccio di finissima trama, da un'altra tinozza la s tessa broda: e questa, colando via l'acqua, lasciava depositato sul fondo del setaccio un sottile,· eguale strato di fi bre, sminuzzate e addensate insieme sino a formare un fog lio di umida pasta giall ic: eia. Questo foglio l'uomo, con abile presta mossa, depositava tra due feltri assorbenti . ·Altri fog li, già tolti di tra i fe ltri, erano distesi ad asciugare su funice ll e tirate a t tra.-erso la stanza e fuori at traverso il portico, all'ombr a. ·.r: ::::..: •' Usc immo dalla cartiera; e poco più innanzi un'al tra stanza at trasse la nostra curiosità rievocatrice, ci rivelò un altro lembo de lla visione quattrocentesca. Un basso, cupo soffi tto a casse ttoni: pareti bianche di calce, segnate qua e là di qualche leggenda in lat ino o in volgare: in un canto, presso un forne llo affocato un uomo raccoglieva da un crogiuolo entro una sorta di cucchiaio poche goccie di miscela fusa, e la colava entro uno stampo; donde poi traeva un fuscello di me tallo recante ad una estremità il rilievo d'una lettera dell'alfabeto . Altri uomini raccogl ievano quei caratteri , li ordinavano entro i molteplici scompar ti d i varie cassette. Altri, poi, di là li t raevano per comporli in fila, su di un regolo, secondo un tes to loro propos to ; quindi accostavano le var ie righe ch'erano venuti componendo, le legavano s trettamente, formando un re ttangolo corrispondente ad una pagina d i s tampa, facevano scorrere un rullo spalma to d'inchios t ro sulla superficie ove risaltavano i carat teri; qu indi per mezzo di un cigolante torchio di legno, che · sorgeva in mezzo alla stanza, a dominare le cose e le persone accolte come il segno più potente e più caratteristico dell'opera che ivi si compieva, com1:irimevano contro questa superficie di carat teri inchiostrati un foglio di car ta. Poco appresso, r isollevato il compressore de l to rchio. IROLINA az ione sicura .. . pe r fino in Tossi. Catarri bronchiali cronici ....,.____________T_o_s_.s_e_ a_s_in_i_n_a_· _do_p_·o_l_n__ f_l_u_e_n_z_a=-- · _e _P_o_l_m_o_n_i_~.e~ ~ - .-----

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