LE ESPOSIZIONI DEL r9rr IL SINDACO DI LIVORNO, GLI ASSESSORI E IL LABARO BAVANTI ALLA TORRE DELLA . FORTEZZA VECCHIA. (Fot. Abcniacar~) siderio ardente di rendere onore alla terra madre con magnificenza di ornamenti e di linee. E fin dal vestibolo, con un lavoro al finissimo intaglio , un geniale artefice del legno, il Brunori, rievoca la porta della cappella dei Pazzi a Firenze; e dirimpet to la Cooperati va dei falegnami fiorentini, quasi a rinnovellare il ricordo delle antiche maestranze, scolpisce un'altra non meno pregevole porta; agli artisti del legno si aggiungono i nuovissimi artefici del ferro, il Ridi, il Biondi, lo Smorti, che nel cancell9 d' il'lgresso e sulle ornamentali cancellate della gran sala mostrano a quale alto grado di dignità sia oggi pervenuta la decoraz.ione in ferro battuto. Ma procediamo nella grandiosa ~ala ce1;trale, nel _salone d~l popolo, severo e maestoso, onde s'ornavano 1 palag1 comuna!t del M_ed10 Evo. Il cuore della Toscana ·ardente vi pulsa col suo eterno ritmo di nnnovantèsi bellezza, nel solenne fasto della potenza fiorentina; è come un tempio di paganità fiorentina, che accoglie ripro- · duzioni bellissime delle opere maggiori della scultura e della pittura regionali; e l'amore con cui vi lavorarono il Giust i, che ne pensò il cliseo-no, e il Chini, che ne inghirlandò delle sue ac~ese colorazioni le pareti con ricordi della scuola gozzoliana, e ne dorò fantasiosamente il soffitto e ne ricamò l'impian tito di mosaico, ci spiega la sovrana armonia che vi domina come negli antichi palazzi della Signoria toscana, Il salone municipale ha nel fondo una terrazza interna che forma al disotto un vestibolo a colonnato, con una porta scolpita dal!'Aloisi. Al lato oppos to, la tribuna d'onore è stata riserbata alla gloriosa R epubblica pisana, che a volta a volta fu dominatrice, o dominata sotto le zanne del fiorentino Marzocco. Della città oggi silenziosa che inventò l'architettura e la scultura e che, con Giunta Pisano, cercò d'inventare anche la pittura, della ghibellina città e dei suoi fasti parlano alle pareti per le famose catene del Cimitero, e il frammento decorativo in legno di una galera pisana, e i vess illi della Chiesa dei Cavalieri e il Tri·onfo della Morte fregiato dall'Orcagna. _opera netti. Ouesta tribuna è del I pittore Madell'arte toscana è nel cortile quattrocente;;co: ideato :·dal.~'Giusti ej:dal Chini; esso vi fa pensare ad un altro e famoso, quel di San Marco · in Firenze, ove convenivano, nel tepore dei primaverili meriggi, i più tempraJi ingegni della Città ciel Giglio, protetti dal favore di 1Lorenzo de' Medici, il Pericle fiorentino: ed erano Angelo Poliziano, Pico della Mirandola, Marsilio Ficino; ed erano Masaccio, che allora dipingeva le cappelle della chiesa del Carmine e Brunelleschi, che innalzava la cupola del bel San Giovanni, e Ghiberti che al Paradiso rubava i modelli per le sue divine porte ciel Battisterio, e Donatello e Luca della Robbia, che a gara facevano nell'arte della cre ta ; e in disparte il severo sdegnoso Savonarola. In questo cortile, che a due lati si apre per una duplice teoria di colonne, da una delle quali si discopre nell'azzurro del cielo romano il profilo della cupola supe rba di un altro sommo artefice fiorentino, la cupola michelangiolesca, è la più degna rivelazione archi tettonica di tutto il Padiglione. Nel centro è il pozzo di _Papa Piccolomini a Pienza; dietro è la scalea a giorno non molto dissimile da quella lucchese del palazzo Controni, con affreschi del Chini raffiguranti la vittoria di Castruccio Castracani su Lucca, com'è ricordata dai versi del Cavalcanti: Andando poi vedemmo in picco! cerchio Torreggiar Lucca a guisa di boschetto E donnea rsi co l Prato e col Serchio. Al sommo della scalea s'apre l'azzurra veranda su cu i dànno le sale di Siena e di Livorno.. Gli artisti Giunti e Cavagnini immaginarono la decorazione delle sale senesi dalle cui trifore si scopre la magica visione di San Pietro e dei Palazzi Vati-cani. Plinio Nomellini ornò la · saletta livornese, destinata ad accogliere modelli cli antiche navi e di una · moderni ssima, la Pzsa. Da un'altra veranda si es ce poi ali' aper to, s u • quella leggiadra loggia delle Grazie, ad Arezzo, che Gabriele d'Annunzio, vedendola cosi svelta e leggera si che sembra voler ascendere al cielo, chiamò aerea. A Carrara, candida di marmo, è riserbata la saletta ol tre la ioggia, cui due giovani e geniali artisti, il Vatteroni e il Luporini ornarono con figurazioni suggerite dalla·. vita dei lavoratori delle cave, completando cosi armonicamente l'opera dell'architetto Buonanno. Arezzo occupa h sala sotto la cupola della torre massiccia che sovrasta l'ampio edificio toscano. Cosi tutte le città di Toscana sono insieme congiunte, nella gloria dell'artefice niassimo, del Brunellesch i, a magnificar-e l'eternità dell'arte. Ma questo più che altro a noi sembra cosa degna di ammirazione: che l' edi ficio non si presenta .come un rimpi cciolimento di altri maggiori monumenti, ma piu_ttosto ~ cli per sè solo una espressione ·nobile e completa ed una sint~si armonica di arte toscana, con terrazze vetrate, con logge, con ampie· tettoie a grondaie sp iovent i, con chiostri e pozzi di monasteri, con sale d'.armi, con scalee monumentali, con aule di Comune, tutto in mirabile fantas ia dr linee e cli colere. Se un appunto dovessimo fare ai costru ttori, sarebbe a riguardo dei due angoli livornese e senese, i quali, colle loro colorazioni vivaci, quasi violente, e, quello livornese, con la durezza castellana dell'architettura, mal s'accordano a_lla snella ed elegante gaiezza della restante mole di sapore bI:-unelleschiano; per quanto, è gius to riconoscerlo, il lato senese, opera dell 'architetto Mariani, e il lato li rnrnese del palazzo, siano, presi a sè, ciascuno una squisita, pregevolissima riproduzione d'arte regionale.. · Tutta quest'opera di rievocazione originale e sapien:e ci par che rinnovi il miracolo del sontuoso palazzo del Rinascimento, onde ormai s'era pe rduta la nozione e la pompa, il palazzo per· cui gli artefici scolpivano le statue e dipingevano i quadri, e do ve ogni oggetto d'arte si ritrovava in un ambiente signorile di cose concordi. Era 'da aspettarsi che ciò fosse compiuto dalla terra di Toscana per una nuo va ed alta significazione di bellezza nella festa dell'Unità della Patria. MARIO CoRsr. (Da La T,·ibuna .) Dalla sala d1 Fiorenza si entra nella saletta di Grosseto, decorata arich' essa dal Chini ed ispirata ~ali ' arte sepolcrale etrusca. -~ .. ,, 't (J, ,' Ma il verÒ- · trionfo NEL CORTILE D'ONORE DEL PADIGLIONE TOSCANO. - 1 VALLETTI DELLE CONTRADE DI SIENA. (Fot. Molinari.)
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