Le Esposizioni del 1911. Roma, Torino, Firenze (Treves)

L' ESPOSIZIONE ETNOGRAFICA A ROMA COMPLETATA. - I PADIGLIONI DI TOSCANA , CAMPANIA, PUGLIE E LIGURIA. - LA SALA Il' ORO DEL CASTELLO DI TORRECHIARA. (Nostra corrisj oudm oa .) Rom:i, 15 luglio. Ora veramente si può dire che la · grande Esposizione Regionale a Piazza d'Armi è completa . Ieri, venerdì , sono stati inaugurati, alla p resenza de l Re, gli ultimi quattro padiglioni mancanti - i l Toscano, il Ligu re, il Campano, i l Pugl iese , e, per giunt a, la sa la Rossa o sal,i d'oro nel padiglione Emi liano. Nel padiglione Toscano è stata interrotta que lla che potrebbesi chiamare ormai tradizione invalsa negli a ltri pacli gl ioni1 che hanno riprodotto, col legando li quasi sempre gen ialmente, parecchi tratti fra i migliori de lle architetture regionali . Qui invece la genialità di un uomo, colto, modesto e ricco di buon gusto, il prof. Ugo Giusti ha creato, con piena libertà, rifacendosi a l carattere insuperato del ri nascimento toscano, un'architettura che ha tutte le grazie e tutto il vigore delle arti anteriori , ma è al t empo stesso, sempre congiunta alle concezioni ed ai gusti nostr i . L'ingresso princ:pale guarda verso il fiume. Ha un bel soffitto robbiano su lo spirito della cappella Pazz i. Un arco elegante sosten uto da colonne dà accesso al vest ibolo, ne l q ua le si aprono t re porte di splendida fattu ra. In fondo si accede al sa lone fiorentino; a destra è la sa la di Grosseto, a sinistra quella di Arezzo. Sul lato più lungo, in prospetto del piazza le, è un magnifico cortile elevato e circondato da un loggiato a colonne, sempre di rinascimento toscano. In mezzo al cortile, messo a prato, si ammira un, riproduzione del pozzo di . Antonio Rossellino. Il loggiato è aperto su due lati. In una ter razza da un altro fianco è stato composto un pergolato con travature su colonne, simile a quello che si vede al pianterreno de l prospiciente padiglione lombardo; il loggiato, o portico, ricorre, ora visibile ed o , a racco lto fra gli avanco rpi, lungo tutto i l padigl ione . Le fine s tre poi, le sca lee, i portali esterni, le cornici, gli architravi, le moda natu re ripetono tutti q ualche miglior motivo del la classica architettura toscana liberame:ite imi t ato e sempre con la più gradevole armonia dell 'insieme. Ne l be ll issimo· padiglione toscano, - è soverchio dirlo - sono rappresentate, ç,ltre a Firenze e Pisa le città, capoluogo di provincia Livorno, Lucca, Siena, Arezzo e Grosseto. la capitale della Maremma è rappresentata specialmente dalla sa letta a destra, nella quale è rievocato. il- grande passa to etru sco . Nel mezzo è riprodotto in piccolo i l colossale ipogeo di Vetulonia scavato nel vivo. de l monte . Architetto ideatore della sa la è statÒ il Porciatti. La sala della Provincia di Arezzo ·apparisce a si nistra p er la pr ima . a ch i, ve nendo dal Viale laterale della Mos tra di Piazza d'Armi, si avvicina al -padiglione toscano. Una riproduzione de ll a elegan te loggetta di S~nta Maria dell e ·Grazie · presso A r ezzo, il noto gioiello architettonico di Benedetto da Maiano, ricorre !°ungo i due lati esterni della sa la, la qua le è a due ripiani. Lassi, sono ·abbondanza di luce e gaio movime.nto di lin ee architettoniche; che contrastano con la penombra e c~lla semplicità della parte sottostante che ne è come la base. Una cupola che si slancia alla rispettabi le altezz,i di ben ve, ti metri da l pavimento corona que ll a seconda sala. Tale singolare d isposizione de l doppio ambiente non poteva permettere un libero svo ' gimen to ne lla decorazione qual e sarebbe stato concesso da un so!J vano di furma · consueta. Il quesito è stato fe l icemente risoluto da quell 'imparegg iab ile artista decoratore che è Galileo Chini, il qual~, seguendo un concetto cli massima già idea to da uno dei membri del Comitato provincial e Aretino, l'ingegnere Umberto Tavanti, ha dipinto la cupo la con motivi d'arte etrusca, trasformandola in una aurea coppa rovescia ta di belli ss imo effetto. Nei quattro pannelli sono riprodotte le fi . gurazioni di quattro fra le pit, rare monete etrusche aretine, una civetta, un vaso con le sei palle rappresentanti sei once, un elefante ed un cani no pomero. ~otto questo cielo etru sco , in mezzo il Chini feliceme nte ha riprodotto la Celeste Chimera, bronzo a retino ne l Museo di F irenze, si svolgono sulle quatt ro pareti de ll a sala soprastante, a ltrettanti paesagr,i rapp resentanti simbolicamente le q uattro vallate }\retina, il Casentino, la Va l Tiberin a:, i l Va ldarno super iore e la Va l di Chiana. Tn mezzo a ci'ascuno dei paesaggi campeggia lo stemma del centro abitato principale delle singole vallate, opportunamente inquartato con quello di Arezzo che, così ripetesi ov unque · e s i 1rova affratellato con gli altri senza emergere da so lo in alcuna. Nella sa la inferiore ricorre un altro imbasamento dipinto a riquadri marmorei secondo il gusto degli artisti aret1n1 del Secolo XV e terminato da un piccolo fregio a fiori e frutti, copia fedele cli un motivo esistente negli affreschi di Pi ero della Francesca di Arezzo. Una serie di vasi corona q ues to imbasamen to e dalle loro bocche infiorate si svolgono tante cartelle recanti i nomi immortali degli uomini che nelle arti, nelle lettere, nelle scienze, onorarono la regione aretina. Nell'Anello del foro circolare che divide l'ambi ente inferiore dal superiore è il rnot.to di Tacito: " Ultcriora mi rari LE ESPOSIZIONI DEL 1911 - Praesentia segni,, a ricordare che non è so ltanto alle glorie passate che mira la p r ovincia di Arezzo, ma sibbene a nche all e presenti. Il gran salone .centrale, dedicato a " Fi orenza che sempre rinnovella ,,, sarà il centro di ammirazione del padig lione, la sala per concerti, conferenze, riunioni. È un salone magnifico, ispirato a quelli del 1500 in Palazzo Vecchio , e con un assai bel soffitto. Dalla parte dell'ingresso è una cantoria su colonne, con bas sodlievi che imitano quelli della sagrestia del Duomo e con trafori verrocchiani. Da un lato si ammira la elegantissima porta dei gigli di Benedetto da Maiano. Vi sono le statue di Giuliano e Lor~nzo dei Medici, di .Donatello e Michelangelo, Giuditta e San Giorgio del Donatello. Dalle pareti pendono tre grandi preziosi arazzi autentici. Compiono l'a r redo de l sa lone a lcuni colossali e belliss imi mobil i antich i, tavo li , sedili, dei cancelli in ferro bat tuto, il Dante, origina le del 1400, che costò li re _24 ooo e una p regevo lissima edizione della lèivina Commedia; Nell 'alto delle pareti alcuni affreschi di imitazione, rappresentano. i fiore ntini dell'antichità che vengono a fare on1aggio a Rotna. Il salone fiorentino è lungo 32 metri, largo .r5, alto 17. Nel fondo gira ad abside ed è dedicato _a _Pisa. Per Pi sa hanno lavorato lo scultore Gaetano Castrucci, il pittore Francesco Manetti. Due sale ha Livorno, una al pianterreno per·· Livorno antica, l'altra al piano sup.eriore per la moderna Livorno navale . La prima ripro:!uce i l corpo di guardia ne lla fortezza vecc h ia medicea , con vecchie armi , attrezzi mari nareschi stemmi e gonfalon i della città. Pende dal so ffit to il modello di una caravella. L'altra sala è guarnita di artiglierie moderne e di modelli di navi da guerra e piroscafi mercantili. Autore il professore Calza. Salendo a l primo piano si arriva alla sala di Lucca, per la quale hanno lavorato il prof. Campetti, direttore della Pinacoteca, l'architetto Bernardini, lo . scultore Petroni, il conte Cenami. Oltre al padig lione toscano, p ropriamente detto, vi è qui un Padiglione di Siena. La patria della Pia dc' Tolomei doveva er igere tale padigli one s_uo nel 1906 a Milano, per rappresentare tutte le bellezze della sua arte edi lizia ed ornamentale. Il progetto, dell'architetto senese Mari:in i, non potuto a ltuar allora, fu tenuto in serbo, ed ·a Roma esp licato, facendone una · sezione speciale del Padiglione toscano. li Pad iglione senese è, davvero, una meraviglia, completatrice del grande Padiglione toscano, nel quale veggonsi ariche, a rappresentare Massa Carrara, un bellissimo pavimento in marmo, e in , ltre due torsi _di marmo di Luni; un affresco, . allegoria dello scavo e del trasporto della pietra; una caratteristica della triplice finestra, ripi'oduzione · di altra esistente a Carrara, insieme dovuto all'architetto Bonanno TuÙ' insieme· cosa · degna di Toscana, dell'Italia, della Gran Madre Roma, a ll a q uale rivo lgonsi i , ·ers, di Chia ri Dàvanzati, ripe t uti sulle pareti della Sala di Firenze: Do1cc a ga ia terra fiorentina fontana di valore e di piaccnza fior de !'altre Fiorenza . Qualunque ha più . saver ti ticn Rdna formata fu e di Ro~na tua sem enza . . E da Dio·· solo data la dottrina d i. piacimento e di va lore o rna ta · in sana aire et in g ioia fornlata. Diletto d'ogni bene et abondosa gentile et amoro~a · imperatrice d'ogni cortes ia . Dopo i l Padiglione tos :ano fu inaugurato quell o del'a Campania, e non si può descriverlo meg li o che adoperando le parole pronunziate davanti al Re da l Sindaco di Napoli . " Questo Padiglione ha lo stile caratteristico settecentesco della Regione Meridionale, stile che a l\apoli, centro e cuore del Mezzògiorno d'Italia, assunse forma complessa e compiuta, rispondendo al i'organismo collettivo del popolo, nelle sue varie mani festazio ni di quel .secolo n el quale la letteratura, musica, arehitettura, pittura, impront aro,;si tutte· ad una nota di gaia eleganza .o di legg iadria sontuosa. " Le tre sale latera li sono dedi cate alle tre Regioni Cam pania, Lucania, Ca labria e la grande Sala çentra le tutte e t re le congiunge, dedicata come è alla . si ntesi del pensiero e dell'arte meridional e, tra il R inasc imento ed il Secolo decimo ottavo, riprod ucendo le figure di Torquato Tasso e Giovan Battista Marini di Po,'po ra· e Alessandro Scarlatti, di Fanzaga e Van vi telli, di Mattia- Preti e Solimene, di Me1;liano e Sanmartino, di Giovan Battista de l la Porla e Giovan Battista Vico, circondato dalle figurazioni simbn Iiche delle varie arti e de' la sçienza. " Una èommissione artistica presieduta da Giovanni T esorone, che di sì caldo amore ama l'arte, ideò l'opera che inauguriamo, ·1'àrc11ifetto · Curi-i fu pari a sè stesso nel tradurre ·èon l'ar~e sua il geniale concetto. GL°i architetti Guerra e Stampa progetta-rono - la parte •costruttiva ed il Guert·a ne diresse la esecuzione. "A Francesco Jerace si deve la parte ·1,lastica figt1rativa ornamenta le, a .Vetri a Volpe e De ~anctis la parte figurativa della decorazione pittorica coadiuvati da una schera eletta di giova11i artisti che nobi lm~nte segqono ia tradizione dell'arte n poletana. ,, Dopo una rapida visita al Padiglione della Campania il Re passò a l vicino Padiglione pugliese. Questo padiglione fu incominciato a C.)Struire soltanto nei giorni in cui in Piazza d'Armi già si inauguravaro i primi Padiglioni. Rappresenta la sintesi dei migliori monumen ti pugliesi ed è tutta una armonica composizione dei moti vi architettonici dei capilavori che rinettono con fedeltà, nella storia dell'arte, la storia civi le di P uglia dal dominio greco al normanno, da questo al glorioso regno degli Svev i, che de lle Pug lie fecero la regione p i t1 ricca, pitt potente, p i ù e.olla d'Ita lia. Nulla che ricordi la decadenza avvenuta nella prima metà della dominazione Angioiana pe r la infiltrazione degli · elementi francesL .Dell'arte della rinascenza, sui motivi veneti e medioevali della regione si ha un ricordo nel Padiglione· con la riproduzione dell'interno della volta del castello · di Conversano . · L'edificio copre un'area di circa 5o3 metri quadrati, l'al: tezza· della torre raggiunge i 18 metri, mentre quella del padiglione non supera i 13 . Il prospetto si presenta con portico a colonne e capitelli del Castello di Bari; al piano s uperiore il magn ifico esaforato della storica cattedrale di Bitonto;' sormontato da un ricchissimo fregio della Cattedrale di Bari, all'a la destra dell'osservatore la bella torre di Gioia del Colle. Il lato nord rappresenta la faccia bellissima di casa Ba lsamo di Brindisi; , al lato ove,t gli archi incrociati delle cattedrali di Molfetta e di Giovinazzo; a primo piano trna finéstra della Cattedrale di Conversano distrutta nell'incendio del 10 luglio. Nell'interno del padiglione . un cortile d~ adito ali~ sca- · lfoata del Castello di Gioia de l Colle, su esso affaccia una eleg.ante finestra del seminaFio di Trani . . Al_lato sud. uri sistema di archetti di Santa Maria di Siponto e mohn deco rativi ·del-la ,:attedral~ di Foggia; n ell'interno le porte di San Frances co di Trani, di San Giovanni di Brindisi, di San ·Francesco di Andria e di· Castel del Monte, Progettista ingegnoso del Padiglione è stato l' architetto A ngelo Pantaleo ispettore dei mon ument i àlla sopraintendenza di Bar i, coadiuvato da ll 'ingegnere Ettore Patruno. · La mostra è stata diretta dal prof. Gervasio, direttore del Museo di Bari, dal prof. Quagliati direttore del Muscci ·di Taranto, dall'architetto Panta ·eo, e da Giuseppe Bastina. T erminata la inaugurazione del Padiglione pugliese, il Re, sempre a piedi, si recò al Padiglione ligure. Quivi! fra autorità, deputati, rappresentanze, prese per tutti la parola il comm. Zunino. Del superbo edificio riproducente le magnificenze di Genova, di ques to padiglione, ha ben detto i l suo autore, l' architetto Borzani cosi: " Noi abbiamo elevato un ed ificio che serve ad un'idea di bellezza! Non è una casa per abitarla, non è una fortezza per espu0 gnarla , non è un t empio per pregarvi l'ido lo; essa serv': so lo ad un'idea di bellezza e di tale sia l'idolo dei nostn cuori ,, . Nel Padiglione l igure era espos ta al p .1bblieo l'opera Il Banco di San Giora-io compilata ed edita sotto gli auspici del Consorzio A~tonomo. Il volume riccamente illustrato; figurava nella sala di San Giorgio, che è una fedele riproduzione della Sala del Capitano del Popolo. Il libro è diviso in due parti: nella priina . l'avv . Marengo espone sulla scorta di documenti in gran parte inediti il congeg'no finanziario delle Compere di San Giorgio: nella seconda ·il prof. Pessagno illustra i particolari artistici del Pa lazzo , ed il prof. Manfrone dice della Marina e delle Colonie di San Giorgio. U lt ima inaugurazione del giorno 14 fu quella della Sa la d'Oro nel Castello di Torrechiara - tutto un canto d'oro e d i colore, un sogno di arte delicata e spontanea, degna dei meravigliosi pittori quattrocen teschi . La fece co-. struire il condottiero Pier Maria Rossi, in omaggio alla donna am.ata, Bianchina Pelle_grini Arluno. Gli uffresehi de lle mura rappresentano il primo incontro alla Corte di Milano avanti il 1450, poi la ferita di amore, l'o!Terta della spada, quella ultima della corona di lauro al prode condottiero vittorioso. Le figurine poetiche della vòlta mostrano la castellana Bianca in veste da pellegrina, mentre v,"!;ita gli immensi posse,si ed i castelli dell'amante. Intorno alla donna gentile scinti llano i so li simbolici e le fiamme d'oro di casa Rossi, mentre su lle mura si svolgono i mott i di " eterna fede ,, e cli " degno amore ,, e in basso le pareti splendono per le ricche mattonelle dorate e dipinte. L 'architetto marchese Cusani ebbe l' incar:co di riprodurre alla Esposizione di Roma, tutto quel poema di luce e di colore. Il Diario delle Esposizioni e delle Feste. 10 lu g lio. - R oma . Il Re .Yisita l'Esposizione a Valle Giu • lia, trattenendosi nei . padiglioni .serbo, francese ed ungherese. ,, To rino. A li' Esposizione nella sezione delle macchine inaugurata la galleria delle esperienze elettriche or• ganizzata e diretta ·dal prof. Riccardo Arnaud. 1 r ,, Veiiezia. Partenza dei mo'.oscafi della gara autonau - tica per Roma. 13 ,, Torino. Prima assemblea del Congresso degli impi egati ferroviari. - Da •Hacconigi la regina Elena si è recata coi principini a Torino a fare ,una rapida visita in automobile a ttraverso l'Esposizione, · 14 ,, R oma. Il Re -a Pia~z~ d'Armi ha inaugurati i nuovi · p·adi-glioni • dt'lla ' Toscana, d"ella. 1:iguria, della Campania, delle Puglie e la sala rossa o d'oro, del Pa, d.iglione emiliano.. 15 Torino, !i).augurato solennemente il Palazzo de lla Stampa e del Giornale. 16 ~ Arriva da Pà1:igi la m,ssione abissina. LIQUOR'E STREGA DITTA G. ALBE RTI - BENEVENTO Esposizione Internazionale - J\lilano 1906 Esposizione Universale - Bruxelles 1910 FUORI CONCORSO .l"\E.l"\BRO DELLA GIURIA

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