Le Esposizioni del 1911. Roma, Torino, Firenze (Treves)

Lt tSPOSIZIONI DEL r9rr R o MA. IL Co N G RE s so r E MM IN IL E (fo t . Aben iacar).' ' -< l • i CONGRESSI DI ROMA IL CONGRESSO DEGLI ITALIANI ALL'ESTERO. Inaugurato nella gloriosa sala capitolina degli Orazi e Curiazi, alla presenza dei Sovrani, delle alte cariche dello Stato e di una folla di congres-sis ti e di invitati, il secondo congresso degl' Italiani all'estero svoltosi_._a.Roma ,nella seconda ._decade di_giugno, assunse una importanza singolare, oltre che per le numerose importanti questioni trattatevi, per l' ades ione di tanti nostri connazionali residenti abitualmen te fuori d'Italia - primo fra tutti Guglielmo Marconi - adunatisi nella città eterna come a riconsacrare nel Cinquantenario il l_oro sen timento e la loro idealità di patria. · Il primo congresso degli Italiani all'estero, tenutosi pure a l<.oma nell'ottobre del 1908 sotto la presidenza del senatore De Martino, a ttualmente governatore della Somalia italiana, servì quasi d1 preparazione a l congresso chiusosi di questi giorm, in cui furono meglio concretate a!cÙQe proposte pi:ese/.'ltate . ne l precedente convegno. .· ' , E strano che l'Ital1a, di front e a l fenomeno _dell'emigraz ione che da vari anni va prendendo \proporzioni sempre più g randiose, si sia accorta solta nto da poco te·mpo dell'opportunità di s tudiare e disc\ltere pubblicamente, in solenni importanti assisi, i problemi che si attengono alla vita dei nostri connazionali ali' es tero . Sono un milione i nostri lavoratori che ogni anno partono e tornano dalla patria, solcando e risolcando l'oceano. Sono ormai circa se i milioni di italiani che vivono fuori d'I'talia,· in talune fra le nostre più popolose ci ttà: quasi sei- .centomila italiani a New York, quattrocentomila a Buenos Aires, più di centomila a Filadelfia, cinquantamila a San Francisco. Per ritrovare un cosi enorme movimento di uomini, bisogna risalire col pensiero alle grandi immigrazioni che si compirono dal terzo .a l nono secolo nell' occ idente di Europa. Che cosa abb iamo operato finora, cosa dobbiamo operare nell'avvenire perchè i lavoratori nostri che emigrano, perchè queste nuove forze s iano usate per la maggiore prosperità nazionale? Ques te due domande poneva a sè, poneva all' imponente uditorio raccol to nella grande aula del Campidoglio, l'on. Guido Fusinato, presidente dell'lstituto Coloniale ltaliano, nel suo splendido discorso inaug urale del congresso, così denso di pensiero e così vibrante di patriottismo. Finora fu fatto assai poco e in modo frammentario e inorganico a favore dei nostri emigrati, veri arte ti ci oscuri di una seconda Italia; molto resta quindi da fare per risolvere gli svariati problemi che inter essano l'esistenza d1 centri operosi_e fiorenti di italianità nel mondo e prima_ di tutto per_conservare e ,.rinvigorire nelle nostre collettività il sentimento della coscienza nazionale. ~ -~~ - - Certamente)_congressi, nei quali i fiori della retorica amano spesso intrecciars i leggiadramente con quelli profusi nelle ricche imbandigioni inaftìa te di champagne, non possono aver la pretesa di risolvere in modo sollecito e concreto tutte le questioni che vi vengono trattate. E neppure questo secondo congresso degli Italiani all'estero, il quale, come abbiamo detto, avrebbe dovuto contribuire al complemento e al coronamento di quello tenutosi tre anni fa, non ha risolto e non poteva del resto risolvere· tutte · le questioni durevolmente e definitivamente: ha addita to le soluzioni più prossime al senno e al patriottismo delle assemblee legis.lative e all'azione integrat rice del governo. ii Congresso, nelle diverse sezioni in cui era compos to, trattò degli accordi intèrnazionali per la tutela degli emigrati: "italiani, dell'assistenza degli operai italiani all 'es tero, dei rapporti degli italiani con la vita pubblica dei paesi di loro residenza e del grave e delicato problema della cittadinanza; discusse intorno ai mezzi migliori per aiutare, mediante istituzioni di credito, le imprese italiane e clell' opportunità di creare nelle nostre colonie istituti di credito speciali, in modo che l' incremento economico sempre crescente si diffonda in correnti cli ricchezze rinnovatrici all'estero. Una vivace discussione si svolse prima nelle Sezioni e poi nell'assemblea plenaria a proposito dell'ordinamento delle rappresentanze diplomatiche e consolari pe·r il migliore esercizio delle loro funzioni di tutela: il personale delle nostre rappresentanze fu giudicato numericamente insufficiente e non sempre adatto ai nuovissimi uftici impos ti dalle n_os tre numerose e vas te colonie. Uno dei critici più violenti dell'ordinamento consolare fu .... un giovane console, il quale, a congresso finito, si ebbe una solenne reprimenda dal ministro degli es teri onorevole Di San Giuliano. li quale, con molto amabili parole, porse il saluto ai congressis ti, nella cerimonia inaugurale, con molto cordiale espansività assistette ai convegni conviviali, con molto garbata signorilità accolse g li ospiti in un sontuoso ricevimento alla Consulta, ma fu tuttavia fa tto segno da taluni congressis ti ad aspre ram- ,,, '(_ pogne per la sua politica giudicata troppo quietista e remissiva. La nota bellicosa contro la politica dell'onorevole Di San Giuliano fu portata al congresso dal gruppo: dei giovani nazionalisti capeggiato da Giulio De Frenzi, il ,terribile arciere che ridusse il no stro minis tro degli es teri in condizioni peggiori del San Sebas tiano dopo il "mistero,, di Gabriele d'Annunzio. I nazionalisti non perdonano al march ese Di San Giuliano ,]a sua politica prudenziale specialmente nei riguardi della Tripolitania che essi giudicano un magnifico campo d'espansione o quanto meno di conquista morale. . Ma obbie ttano taluni che il giudizio dei nazionalisti deve essere acce ttato con qualche riserva, chè il loro osservatorio dal quale puntano i telescopi e le loro fortezze dalle qualL puntano i cannoni sono rappresentati dalle quattro pareti della "terza saletta,, di Aragno, sacra alle disquisizioni le tterario-tilosofico-sociali più che alla trattazione cli problemi di politica coloniale e di tattica militare. Come parecchi dei nostri nazional isti - fra i quali sonvi giovani di fervido ingegno e di saldo cuore - vorrebbero liberars i della zavorra cli qualche romanzo o di qualche commedia o libro di versi per guadagnarsi, senza diffidenze; la riputazione di gente pratica che può discutere con autorità di questioni che interessano la nos tra vita nazionale!. .. Mentre uno cli questi ardenti nazionalisti parlava nel congresso, inneggiando con parola alata all'idea di patria, sfiorando poi in rapida sintesi alcune questioni pur vive ed urgenti, sentii mormorare la solita frase: - Letterati della politica! - La frase era uscita da un gruppo cli · italiani ali' es tero. Badate: p er essere un italiano all' estero, specialmen te nei congressi, non occorre sempre esser e usciti dai confini della patria. Basta per taluni pagare la: tassa d'iscrizione alla sede del!' Istituto Coloniale Italiano, provvedersi delle tessere necessarie, inalberare un cilindro e indossare la redingote occultando così la consueta fisionomia e i connotati normali. Può diventare così un "italiano all'estero,, il ·più autentico romano de Roma, mai ,uscito in vita ·sua eia Porta del Popolo. · · Morale : Immunizzatevi contro le audaci intemperanze di cer ti naz ionalisti, ma diffidate anche dalla competenza di certi " italiani ali' es tero ,,. GrovANNI BrÀDENE.

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