Le Esposizioni del 1911. Roma, Torino, Firenze (Treves)

I I I I I LE .ESPOSIZIONI DEL r9rr La Mostra delle Scuole per l'Agro Romano a Roma. Molti anni fa Aleardo Aleardi dedicò una delle sue poesie sonanti e declamatorie, piene di sentimento e di sentimentalismo, a quel "paese guasto,, che giace " fra le foci del Tevere e dell'Arno,,. La buona gente d'allora fu molto commossa, e pianse. Una poesia e alcune lacrime. Per moltissimi anni l' umanità, che è una strozzina sentimentale, non ha avuto altri fondi di beneficenza per le grandi sofferenze di popolo. E poi, che popolo .... Una torma strana e raccogliticcia, che scendeva in lunghe teorie dai monti lontani, dai v illaggi pietrosi dell'Appennino, poveri di terra e di pane e veniva a falciare nelle immense pianure della Maremma, dell'Agro Romano e delle paludi Pontine il grano per i s ignori , e la morte per sè. ' I supers t iti tornavano a casa, battendo i denti per la terzana. S e qualcuno, lungo la via, si volgeva a guardare la pianura si lenziosa, aveva l' illusione che le lunghe erbe si curvassao lentamente, sotto il passo insens ibile d'un esercito di fantasmi. Racconta la vecchia s toria che una volta uno straniero domandò ad un contadino: " Come si v ive laggiù?... ,, - " Signore, rispose questi, si muore. ,, Le boscaglie bas,se dei tombole# sono tanti piccoli cimiterL Qualche volta il morto rimaneva all'aria aper ta,· orrendo sotto il cielo squisitamente bello, "attestando come Abel e, l' infamia di Caino. La confraternita della Buona Morte nacque in Roma, per i poveri morti di campagna, allo scopo di far posto, nella casa dei morti, a queste vi ttirne dei vivi. La nuova Italia ba· molto s tudi ato su questa trag ica zona di barbarie e di desolazione che circonda Roma come il lutto dell a sua grandezza. Non è qui il caso di discutere l'opera dello Stato, che è stata molto, o poco utile, o inutile, secondo i tempi e gli uomini. La incoltura del lat ifondo è s ta ta combattuta, la febbre è in via d'esser vinta. Rimaneva qualcosa di più da_ fare, rimaneva da combattere l'oscurità delle amme. E allora ques ta piccola e buona borghesia brontolona delle grandi città, piena di miseri e e di sogni, cli . idealità e di appetiti, questa vecchia Roma che :si ostina, come quando era grande, a far la storia senza degnarsi di scriverla, ha avu to un gesto ·d'una bontà squisita e profonda. Con qualche sussidio del Ministero, con qualche oblazione di privati, con un enorme tesoro di buona volontà e di fede, s 'è creato una vera " Missione delle scuole ,,. Dapprincipio, quando il maestro scendeva dal biroccino o dalla bicicletta e si arrestava innanzi alle capanne rozze e fumose, i volti, che si affacciavano .dalla penombra .degli abituri, avevano una espressione di dura diffidenza. Che vole va, quel signore ?... I più vecchi, specialmente, sentiva no m sè una infinità di .sordi rancori atavici ridestarsi confusamente. Pareva che nell'aria s tessa, nella muta desolazione delle cose vi fo.3se uni ostilità repe llente e accigli ata. Pian piano, compresero. l contadini finirono con l'elevare con le proprie bracc ia la capanna-scuola, e con l' adornarla di fìori: ora, quando gi unge il ma es tro, gli corrono incon tro con fasci di gines tre odorose: i piccoli volti intenti e pensosi sentono una indistinta bened izione di cose scendere nelle anime oscure. Qualche volta bi sognava lottare con ostilità più intelligenti. Una volta un patrizio fece abbattere la scuola elevata dai contadini , p erchè i"l padrone era lui'. Questa bestia milionaria non fu sola : qualche volta, dove c'era una ·chiesa, il pre te faceva qùello che poteva per portar via i clienti alla scuola. Tuttavia le scuole prosperarono con irreducibile slancio. Nel 1908 erano 8, con 340 alunni, nel'. l'anno scolas ti co 1910-rr erano 25 con 988 alunni. Sotto la guida del professore Marcucc i, che è il direttore di queste scuole, e con la collabo razione di Giovann ini Cena, cieli' onorevole Celli, di molti altri valor.osj, .s i. è potuto giungere a l punto, non solo di liberare dall'analfabetismo un forte numero di cittad ini , che la legge dimenticava, cosa che le avviene spesso, ma di portarne, · quest'anno per la prima volta, 86 all'esame di proscioglimento. Veramente, occorreva che fra le fe s te del cinquantenario, si celebras·se anche questa non lieve vi ttoria, che è l'alba di molte altre più grandi. Quando fu scoperto il monumento di Vittorio Eman uele II, nel corteo degli scolari fu veduta, con grande meraviglia, una comitiva di nuovo genere . Un gruppo di contadini con le ves ti pittoresche del Lazio, procedeva, marcando il passo con le ciocie, i sandali anti chi, e portando, su due aste che le contadine tenevano inclinate come le croci d'una processione, un immenso stendardo di tela g ri g ia. Una maestrina elegante, che guidava le sue bimbe cittadin e, vestite di tela azzurra e calzate di scarpette fine, sentì veni rsi le lacrime agli occhi. Saluta te! ... esclamò. Cen to manine inguantate toccarono l'ala dei berrettini . bianchi, e la processione bizza;i.-ra sfi lò innanzi, c_ol sordo calpes tìo dell e sue ciocie. · Qualcuno disse: Che cosa curiosa !.. . Ma la voce gli tremava in gola. Queste scuole han no la loro Mostra, una pie. cola Mostra bizzarra che s 'inaugurò il r6 giugno. E sorta, come le scuole, per ini ziat iva e per volontà di pochi. La capanna centrale è opera di Duilio Cambelotti. Questo magnifico art ista è uno dei pochi ssimi che intendono le. forze originarie dell'arte_ornamentale. La macera, la doghetta e lo scopigho, tre elementi dell a costruzione campestre laziale, si sono associati in un' armonia spontanea e rud e so tto le sue mani, i tre bucrani veri, come quelli che biancheggiano al sole sull e terre morte, hanno creato, con · i g ioghi, le funi e gli aratri, un motivo ornamentale d'infinita sugges tione. Nell'in terno deila capanna sono alcuni quadri del Balla, vedute magnifiche e solenni cieli'Agro, e qualche scultura del Cambelotti, rilievi di mandri e equine e bovine, in cui la tecni ca rapida e s intetica fonde il moto fulmin eo dei cavall i e la pl acida andatura de i bovi in un'armonia di lince. Par d'intendere in essi una potenza uniforme e vas ta, quello s tra90 senso di unicità che fonde in una monodia le voci disperse della campagna deserta, e pare le moduli sulle curve dolci e s tanche dell 'o ri zzonte. Sono espos te anche due figure taurine che la naturale g iacitu ra stilizza spontaneamente in una magnifi~a attitudine di supporto, egregiamente decorattva. C'è una piccola Mostra libraria di tutto ciò che s i riferisce ali'Agro R omano, una breve Mostra etnografica, con gli attrezzi bizzarramente primitivi dei lavora tori, un tela io centenario, una capanna-scuola ed una scuola-baracca smontabile, l'ambulanza dello -spirito, la Croce Rossa cieli' intelligenza; Tuttociò, ripeto, è stato fatto da pochi. I contadini hanno edificato le capanne, gli artisti hanno dato l'c\pe ra loro e le d_ecorazioni e gli ada ttamenti sono s tati compiuti da un gruppo di giovani e volonterose s ignore e signorine, le più allieve del Balla o del Cambelotti, la s ignora e la s ignorina Sinigaglia, la signorina Antonielli, la s ignorina Annie Nathan, la signor ina Sctrnohte, le signore Balla, Cecconi e Cena. E un piccolo villaggio barbaro e strano, un a specie d'isola selvaggiamente pittoresca. Il culmine fosco della capan na oltrepassa il muro e sembra guardar con stupore la lunga via bianca su cui corrono squillando le ve tture elettriche. E le larghe insegne di tela grigia a le ttere rosso crepitano al vento, come le rozze vele d'una nave antichissima, evocata per forza di pensiero e di cuore nella modern ità a rdente e tumultuosa. LUIGI L ucATELLI . (Da l Secolo), Ecco il testo del disco rso inaugurale che S. E. Luig i Luzzatti pronunziò alla presenza dei Sovrani: Sfre! "Quei benemeri ti che hanno ideata la r edentrice ini zia tiva delle scuole n e ll'Agro Romano e la svo lgono ora con sapi ente bontà , v ivamente deside rano che i l loro nome non acquis ti il rumore d t lla fama, e s trana cosa a dirsi di così morbosa e clamorosa pubblicità non si sentirebbero interamente disinteressati se nza l a gioi a de l si lenzio e senza il s ilen zio della l ode ! " Maestri non ch iedenti a lcun compen s o, ch e si r ecavano a piedi a ce r car gli sco lari, affrontando i rigori del v e rno e le ce ld ure dell' estate ; moltitudini di inter e famigli e di coloni . intente a lle lezioni, senza diminui r e l' efficacia del l av oro, sottraendo al sonn o i l t empo occupato ne ll o s tudio; provvida solidari età della coltura con l'ignoranza , de lla ricch ezza con la mi seria, rappresentata da una sottile e co nco rd e schi e r a cli p ensatori e di ag ia ti, che amor osamente e tacitament e sorvegliano , insegn ano, a iuta no, fra avve rsari occulti o pa lesi, i quali confe riscono a s iffatta ini zi~tiva una speci e di aureo la .... tutti questi benr - n1eriti ano nimi si avvicina no da vvero a i santi, l ieti e inco nsapevoli de i sacrifici che compiono, dei fastidi che affrontano. "Pe rciò, Maestà, ess i Vi ospi ta n o i n qu es ta capanna s fa - v ill ante di modes tia, illurnin.1ta dal la luce de lla bont à . 11 E in ve ro i ~anti uscirono spess o dai tuguri de i po ver i, talvo lta da i palazzi d e i r e e dei po '.e nti, ma i dall e asse mblee politich e ! " Qu esti, o Sire , · sono i tipi dei promo tori de ll 'ope ra nos tra ch e io Vi h o e·ffi g iati , s ta n no dinanzi a Voi e , non os tante il d ivi eto cli additarli, l i scoprire te faci lment e p e r l'accordo fe lice de ll a r ega le intui zio ne co n la loro ~cmplicità. " 01to anni or sono fu ini ziati l a prima scu a la . Erano lezi oni s olta nto festi ve e meglio che lez ioni, conve rsazioni amorevo li di alcune s ignore con le madri e con le bambi ne de ll e famigli e nomadi de i cont adini, co lti vatori dc l1' ;\gro Romano. Ogg i la tenu e ven a è div enuta un fi um e be ne fico: sono venticinque le scw le con mi ll e alun n i, i qua li nell'anno s co r so, pe r la pr ma volta , 's i pr·e pa r a rono agli esami di prosciog limei .to . Qtt a ntase i di ess i, su n ova nta cinque , furono approvati. Cosi g: i e r ed i di tant e gene razioni di ignora nti, sitibondi di co ltura , s i p r ep a ra no a o lt r epassare i giovani figli de ll e famigli e felici . 11 E ciò ch e imparano, r ite ngo no, in cont rapposto ai ·r t"- s11/la l / 111 eccaui'ci' di tante scuol e, k qu i li in segnano· a dimenti are fa cilmente qua nto s i è appreso . 11 O r a no 11 v i pu ò esse r e s pe ttacol o pi ì1 1ri s te di 11 na mente , la quale s i s pegne ne ll 'atto che comin c iano a ba - lenare in e~sa i primi r aggi de l ve ro. S omi g lia a 1111 ci eco, a cui u na fe li ce operazi9n e ridoni pe r p ochi is ta n t i la lu ce p er chè poi un e te rn o v e lo g li s i ridistend a s ug li occh i; meglio sarebbe ch e n on avesse ma i sa lutato i gai co lori de ll a creazion e ! " Il bi lancio del sod a lizio crebbe col numero de ll e sc uol e e de lle lezioni : n el 1910-ù r egi s tra ventiquattro mila lire di spesa, a ll e quali p rov vedon o le sponta nee contri buzi oni de i priva ti, dello St a to, de l Comune e de lla Prov incia di Roma. · 11 Per venticinqu e scuole , co n l'ag·giunta, a poco a poc0 estesa , de ll e lezioni di cu cito, di un a pit, acc ur ata as siste nza sanitaria n ei luoghi più in fes t i dalla malaria, che si va sp egnendo per e ffe tto d e lle a udaci bonifiche, il ca - rico è r elativamente t enu e . "Qu , nta economia in qu este all eanze libe re dell a cu itura e de ll a b~ntà con l'i g nor anza! L' assenza de lla b u rocrazia e l'ope ra spo ntan ea de lla bene vo lenza um a na operano prodi g i a nch e pe r la mitezza de i mezzi finanziari . "E qu es ta carità fatt a a lle a n im e in segna i me todi 111ig l iori di ri spa rmiare. 11 Ora si pen sa r d aggiun ge r e a · la scuola un a mod esta biblioteca circo lante e pe r tal g ui sa le fami g li e dei contadini avra nno anch ' esse la compagni a e la ricch ezza del sapere condensato i n preziosi vo lumi . E p o iché il b ene gene ra il bene e h a a nch'esso dei rapid i -contagi, l' a nn o prossimo s i apr iranno sc uol e n e lla pa lude Pontina; da v enticinq .ue sa li ranno a trentacinque e gli alunni da mill e a mille trecento. E io p r ego i ;11i e i amici di studiare la opport uni tà di modes ti s pa cci di vi veri san i. " Ques te notizi e r a ll eg re r a nn o l' a nim a Vos tra poichè si ete il R e cli tutti g li o rdin i di ci tl acli ni, de i potenti come de i dere litti , segnatamente de i dere litt i in Voi s pe r anti, ed è omai ce rto che la g randezza di 11110 S tato si mi s ura in p rin cipal modo dall a altitud in e s;,a a trasformare le p lebi, oppres se dal la ignoranza e dalla mi seria, in cittadin a nze libe r e, fior en ti e fe li ci. ,, Il Diario delle Esposizioni e delle Feste. r.7 g iugno. - Roma. In Pi azza d'Armi i So vra ni in a ug urano i Padigli o ni de lla Mos tra Etn og r afica de ll e Marche , ci e li' Abruzzo e Moli se , de lla Sardegna e ci c li' Umbri a e Sabi na. r 8 ,, R o111 a. Nei g iardi ni de l Q11irinal e g ardm-parly in o nore de i membri ci e l Can g i esso deg l' Ita l iani all' es te ro . 19 " Firenze. Il Re, improvvi samente a rri vato eia Ro ma, v is ita nuo vamente la Mos tra ci e l Ri t ratt o . 20 ,, R ollla. Solenne ch i us ura d e l Con g r esso degl' Italiani a ll' estero, con elevalo d iscorso di Gu gli e lmo Marconi. Torino. Inaugurata la Mos tra Fotog rafica. LIQUORE STREGA DITTA G. ALBE ATI - BENEVENTO Esposizione Internazionale - Milano 1906 Esposizione Universale - Bruxelles 1910 FUORI CONCORSO l"\El"\BRO DELLA GIURIA •

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