Le Esposizioni del 1911. Roma, Torino, Firenze (Treves)

I ij r I 228 LE ESPOSIZIONI DEL 1911 Il Padiglione del Belgio Fi'ni·s coronat opus. Tutti i padiglion i dell'Esposizione cli Torino sono aperti. Dove il dì prima era ancora un pantano lasciato da un furioso acquazzone, già olezza una aiuola, sorgono cespugli e alberelli; dove il giorno innanzi faceva schermo una impalcatura, g ià riluce una cupola clorata o ramata; dove si muovevano macchine mostruose, sbuffando, r esp irando fooco , trascinando sull a ghiaia i loro enormi ru,lli, sorride cive ttuola, tra verdi fogliami, qualche bella s tatua cli donna, o splende, in tutta la vivacità gaia delle sue tinte, qualche magnifica pittura. Poco a poco si sono riempiti tutti gli spazi vuo ti; grandi last re vi sono appoggiate, agganciate, inchiodate, murate, da schiere di uomini polverosi affaccenclàti in opere tumultuose, in mezzo a una scenografia monumentale , tra fughe d' archi e cli loggiati e di steli cl i colonne. Frotte cli bandiere si levano e fluttuano nel cielo, i labari e gli arazzi si distendono lungo le torri cli travertino. E una vi ta speciale, che esalta lo spirito in un mondo insueto cli grandezze, sos titui sce la grigia v ita quotidiana, la ingentilis ce, la re nde viva, ricca, agile, ardente, intensa cli emozioni nuove. Torino è diventata inte rnazionale. Infatti ogni nazione, ba creduto opportuno intervenire, diremo così personalmente, inviando qui vere legioni di figli suoi. Dai Serbi, caratteris ti ci nei loro costumi, ariegg ianti un po' quelli dei nostri popoli cl' Abruzzo, alle piccole gentili Giapponesi dall 'andatura moll e e dalle occhiate voluttu ose, agli Inglesi dignitosi, semplici nell'abito, laconici nel dire, è tutta una folla varia, pittoresca, cosmopolita, che risponde alle domande nostre, e ci è guida cortese in tutti questi grandi Padiglioni, doviziosi cli eleganze e cli raffinatezze. L'Espos izione cli Torino avrà un mirabile, incontrastato successo. Già la s tampa estera, ne ha rilevata tutta l'importanza. Gli stranieri non sono facili lodatori delle iniziative itali ane. Pi eni cli entusiasmo pel nostro cielo e pei nos.tri monumenti s torici, sono in genere arcigni, diffidenti e spieçati per le nostre imprese odierne. · Il contrasto fra la bellezza delle opere cli tanti secoli cli splendida fioritura artistica e la povertà dell'oggi li rende quasi sempre dispettosi e ingius ti verso gli sforzi modern i. In più d'uno cli essi è radicata l'idea che l'Italia debba considerarsi un museo e rinunciare ad ogni a ttività nuova. Se gli itali ani mos trano cli imitare i loro precleces_sori, i vigili stranieri gridano alla co- . pia insipiente : se accennano a far cli loro capo e ad imprimere nella loro oper·a uno spirito nuovo cli modernità, ecco il critico cl'oltr'alpe gridare all' abbominio, rinfacciare loro l' oblio dell e grandi trad izioni . Grand e era quindi il pericolo ché l'Esposizione torinese fosse g iudicata con questi criteri, e peggio, dovesse sopportare il peso del disprezzo che la mercantile produzione italiana, la quale, da molti anni infes ta all'estero tutte le espos izioni grandi e piccine, ha addensato a torto su l'arte decorativa italiana e sulla potenzialità dei nostri artisti. Possiamo quindi rallegrarci dei risultati ottenuti. Poiché, in massima, la critica straniera ha reso pienamente giustizia allo scopo e ai risultati dell'Esposizione . Essa è veramente degna del grande avvenimento oncl 'ebbe orig ine, ed è una magnifica festa per gli occhi dei visita tori, dal r ecente Ponte Umberto I, al Ponte appositamente cos trutto, cl'oncl e si spiega a volo una teoria cli Vittorie: dal vecchio Ponte Isabella, su su fin oltre il Pilonetto. Una sessantina dì edifizi e saggi· pregevoli di tipiche a rchitetture s_tran iere : interni fastosi nei quali notiss imi costruttori cli mobili d'arte, squisiti creatori di eleganze - maschili e muliebri, e industriali che pos_sono definirsi poeti dell' arredamen to della casa, s i sono uniti , per compo rre degli ambient i, che hanno v irtù di affinare l' estetica dell a fo ll a. Fra i vari pad iglioni primeggia quello caratter istico del Belgio, del quale, è doveroso parlare alcun poco. L'edificio, èlalla architettura logica, ser ia, raccolta, denota una cura delicatissima d'ogni particolare. Gli architetti belgi hanno il merito non comune cli esser stati i primi che, arditamente, ruppero con le viete tradizioni che inceppavano il libero svolgimento dell'archite ttura. Essi non ebbero, come gli archite tti dell a scuola viennese, l'ambizione cli rivoluzionare lo schema organico dell'edificio: ma presero il tipo di casa privata comune nelle città belghe e cercarono cli trattarlo con più .profondo senso cl i logica e con severa eleganza cli fo rme. Lo schema cost ruttivo prediletto dai Belgi consiste nelle para~tine sottili che dividono le facciate in ve - trate ampie, nei bow windows che corrono dall'alto in basso, in forma cli torricell e sopportate da mensole, nonchè 11ella graziosa semplicità delle modanature e dei particolari decorativi. L'architet to belga si p reo ccupa anzitutto cli fornire al cliente una dimora che risponda al caratter e, ai gusti e alle abitucli11i clell'inclivicluo e, s tudiato l'organ ismo interno .de11a dimora sottomessa scrupolosamente alle es igenze della vita dell'inquilino, ne accusa ones tamente, all 'es terno, la struttura, e da questa si sforza di trarre il miglior partito decorativo. Nella soluzione cli questi problemi, i Belgi s i valsero dapprima, van tagg iosamen te, dell'unione della pietra col ferro. Invece cli nascondere il fe rro, lo misero audacemente in vista e gli domandarono non solo uua funzione statica, ma anche decorativa. E bisogna ammet te re ch'essi fecero uso cli questo me tallo, spesso con· sapienza e con s ingolare buon gus to. Nelle prime costruzioni belghe moderne, questa tendenza è visibili ss ima . Nell a Maison du Peuple (dell'architetto Victor I-Iorta), essa tocca l'apogeo. Le paraste, le mensole, le piattabancle e pers ino le file de i chiodi , sono s tudiate a scopo decorativo. Ma poi, la prevalenza del ferro, diminuì rapidamente . Un nuovo mate riale costruttivo ve nne alla luce, dotato cli qualità ben superiori . E fu il cemento armato . Come l'es terno del Padiglione è cli una dignità severa, cosi la decorazione e l'arredamento interno rivelano la ricerca della grazia nella semplicità. Poche fasci e ornano i muri : i tavoli e le sedie sono cli puro legno : nessuno sfoggio cli decorazione plastica o pittorica, arri cch isce i corridoi, i ves tiboli , le scale. E nondimeno, l'archi tet to t rova il modo cli imprimere un carattere d'arte in ogn i a ngolo e in ogni ogge tto, mediante il sempli ce galbo cli un dossale, la curva ondeggiante di una mensola, il becco di una cornice. Jn questi ultimi anni, la scuola Belga ha svolto un suo st ile più geome trico e au stero, abbandonando l'artifi.cio un po' eccessivo e la irrequietezza, cli cui i Van cli Velde; 1' Horta e l' Hobè, di edero altra volta saggi. Un carattere comune , vale a dire uno sti'le, sorge dall' esame dei divers i oggetti esposti nel Padiglione. E questo s tile è comune tanto al trattamento delle forme vege tali quanto a quelle de lle forme puramente ornamen ta li e lineari che formano in cer to modo il fondo della decorazione belga . Sembra ormai ben fisso e definitivo e l' epo_ca delle rice rche e degli assaggi chiusa. La decorazione belga ha un caratte r e prati co e razionale e lo si deve al fat to che essa è promossa dagli architetti, mentre in Italia ques ti sono, salvo ono rev_oli eccezioni, i più fieri nemici del rinnovamento. Il Padiglione belga è risultato un tale insieme armonico, squis ito, prezioso, che non si può neppur pensare cli clescrivere dopo una visione rapida. Bisognerebbe fermarvisi ore e ore, indugiare dinanzi a ogni scultura, a ogni mobil e, a ogn i minuzia, per g iunger e a ridire il fascino racchiuso in quella ricchezza cli interni che resp irano e diffondono tanta e così varia nobiltà. Ridicola pretesa da cervelli piccoli e gretti quella cli volersi r endere conto cli primo acchito di quanto a un complesso e delicato artista è cos tato tutto un lento e progressivo lavorio iùtimo ! Delle opere d'arte - parlo naturalmente cli quelle soltanto che mer itano davvero l'onore cli tale qualifica - si potrebbe dire, modificando lievemente una celebre frase di Victor I-Iugo, che sono esseri viventi: come tali, bisogna vi- . verci insieme per poterle in tendere e apprezzare al gius to loro valore. Vi sono persone che si rivelano appieno fin dalla prima volta che le incon triamo, ma non sono certo quelle che più meritano cl' interessarci, che posseggono una più spiccata individualità, e da cui sentiremo un giorno la parola che ci sorprenderà o ci esalterà. Lo stesso si dica cli un'opera d'arte n ella patria cli Rubèns, lo spirito ar ti stico fu ed è sempre intensissimo. L'arte cos tituisce qui, infatti, una specie cli mercanzia consentita e quotata dalla Borsa, e non è raro che si compia una transazione di olio, cli grano G di rame per a l' offerta cli un quadro. T alvolta, questo, passa per una ventina di mani, aiutando cosi la circolaz ione dei capitali; poi, in un giorno cli rialzo, dopo un relice colpo di borsa, un finanzi ere vi getta l'amo e l'erran te pittura va ad immobilizzarsi nel lusso pesante d'un salone dove gli amic i vengono in processione ad ammirarlo. Il gusto del colore, lato essenziale del carattere fi amm ingo si esalta fin o al fanatismo nella popqlazione belga. Non v' è ri cco borghese, non v'è grosso negoziante che, nella sua casa ammobigliata cli vecchi cofani scolpiti e cli ras trelli ere sovraccariche d'argenteria, non ri serbi un largo posto alla sua collezione cli pittura. Persino il piccolo commerciante , quell o che vende al de ttaglio e vive dietro un banco, inorgoglisce cli possedere tre o quattro quadri moderni. Un pittore belga mi assicurava che non è possibil e morir di farne, nel suo paese, per poco che si sappia sgorbiare con un pennello: vi ba sempre, a difetto cli clienti seri un rigattiere spilorcio che acquista della pittura. Qua e là, infatti, dalla sua cornice cariata, un placido ritratto sorride al sogno del passato, pendendo, tra gli abiti smessi, le gabbie senza uccelli, i samovars arrugginiti. Una specie cli culto circonda la possession e cli un quadro antico: non si ba per un reliquiario più fervore. E il caso cli un tesoro nelle mani d'un miserabile è assai frequente. Le tra smissioni ereditarie hanno fa tto discendere fino al popolo, tele cui è congiunta la gloria dell e più belle epoche d'arte. Non è raro il caso cli vecchie donne che nell a più assoluta indigenza, s i · cteciclono a vendere dei Quin ten Massys e degli Otto Venui s . V' ha, dunque, nel Belgio, una vita dell'arte, e l'arte vi è considerata come un agente cli ricchezza pubblica; vi si vendono tanto ' correntemente un paesaggio, un soggetto cli genere, una natura morta, quanto ciò che necessita per la sussis tenz a mate riale. Ed è questo amore, questa passione profonda per l'a rte, che la sezione Belga afferma, in conspetto del mondo intero, all'Esposizione internaz ionale di Torino. Le opere, gli oggetti, che adornano il lussuoso Padiglione non possono essere discussi. Poichè hanno superato lo speciale criterio cl' arte che guida in ogni tempo gli intelletti creatori, s tann o più in alto cli ogni forma transitoria di sensibilità: sono un'espress ione perfe tta cli menti forti, lucide e mature, in cui tutte le qualità che presiedono alla traduzione plastica del fantasma ideale, haqno raggiunto un pieno e armonioso equ ilibri o. Nel suo complesso, la Mostra è altam'é'.nte feconda non solo per il critico, ma anche per tutti gli artisti. Nel Padiglione Belga, è contenuta una pi .-:cola e interessante espos izione del Congo, la terra promessa della piccola-g rande Nazione. Da un'accolta cli tavole statistiche e di carte geogratiche, s i rileva tutta la grandezza di un lavoro che da anni e anni si svolge per tinace. In una bacheca, la Compagnia Mineraria espone saggi di cassiterite, cli blenda, cli cuivre, cli pepite d'oro. Qui si comprende veramente la nostalgia e tutta la possente poesia che emana dal terreno vergine di orma_europea, e che ha fatto suoi schiavi nobiliss imi gli esploratori e gli scopritori. Per bizzarro contrasto, una parete cli stucco, solamente, di vide le. armi barbare dai tappe ti e dagli abbigliamenti raffinatissimi dell'epoca nos tra. In disparte, semplice, austera, quas i sdegnosa, sta la piccola ins egna che sorregge le tavole statistiche. ll Congo Belga d' oggi è il medioevo europeo con le s ue ferocie e le sue nobiltà cavalleresche, le sue superstizioni, la sua sete cli àvven- . ture, la sua arte infantile, i suoi innumere voli conve nti e i suoi castelli merlati e infine la sua feudale costituzione politica. Condizione del resto del tutto s imile a quella che, sot to la nominale so_vranità - turca si verifica sull'altipiano yemenitico, nell'Arabia, abitata da popoli che sono i cugini germani cli quella pura s tirpe cli abissini denominata Amhara, le fattezze, il colore e il grado cli civiltà dei quali non banno il più lonta no punto cli contatto con quelle dei negri propriamente detti. · Giugno , r9 r r. Nrno D' URio.

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