Le Esposizioni del 1911. Roma, Torino, Firenze (Treves)

LEESPOSIZIONI DEL 19iÌ ROMA. LA MOSTRA DI ETTORE TITO ALL' ESPOSIZIONE DI BELLE ARTI. BAGNANTI. L'ARATRO. (Fo t. Ab eniacar.) LA MOSTRA DI ETT-ORE_TITO.· Con sette quadri cli varie dimensioni e di sogge tto diverso, si presenta Ettore Tito, l' instancabile pittore veneziano, all'Esposizione di Roma. Essi .figurano nella Sala IX e portano per titolo: L ~a1°atro, Bagnanti, Rùratto dei miei' bambini·, R edenzione, Canalazzo, Nubi d'Alpe, e Altipiano d'A siago . . Ettore Tito abbraccia dunque ogni genere cli pittura·; lo tentano il mare e la montagna, il ritratto,. l'all egoria, e_in ogni tentativo egli appare maestro, sicuro di sè, senza esitazioni. Nel grande medaglio ne che corona la cupola del Padiglione Verieto - e che già fu ammirato in ques te pagine - egli dà magistrale saggio della grande pittura decorativa, in cui, co-rne in ogni altro, app Jre subito maes tro. Dal suo pennello e la sua retina non v'è mis tero ; egli sembi·a risqlvère tutto co n facilità meravigliosa; le sue tele sembrano dipinte _di get to, senza meditazio.ne, con quella furia creatrice che non dà tregua e che incalza. I suoi intimi invece assicurano ch'egli medita a lungo sopra i suoi quadri, che spesso fa e rifà, scontento dr sè stesso, autocritico acutissimo, artefi ce sconsolato, non mai contento di sè e dell'opera sua. Riproducerido -la Sala che r eca sulle pareti le sue tele, ci piace riprodurre un brano del r ecente volume di U. Ojetti, Ritratti d'Artìsti Italiani, ove del Tito è tracciato un profilo •gustosissimo: '' Ettore Tito è nato nel 1860 sul golfo di Napoli, a Castellammare di Stabia. Sua madre era veneziana, suo padre pugliese, capitano della marina mercantile. Nel suo sangue è molto sai marino. Egli ha per razza il diritto di desèriverci il mare. Infatti, appena se ne allontana - nel L ago d'Alleghe o nell'A lzaja _sul' B renta, nell'Eterna stori·a o nella Vùa dei' campi - diventa: triste e i suoi cieli si rannuvolano e il suo sole s i spegne; e anche quando il mare non è visibile, come nelle Rappezzatri'ct~ nelle Macchie di sole, nella Biancheri'a al sole; nella: Pagina . d'amore, nellà Vita, nei Bordi" di" laguna~ nel Sole di' prùnavera, si sente che · la scena è presso la riva, che è invasa dalla_luce riflessa della marina lì dietro, dalla brezza· che viene dal largo. "Lasciò Castellammare che aveva appena due anni, e andò a Milano. A otto anni venrie a Venezia. La franca serenità dell e sue tele è fors e un ricordo istintivo e indelebile del golfo napoletano che i suoi occhi contemplarono appena s'apersero. · · · · "Ma i primi anni di lavoro furono duri. Egli studiava all'Accademia di Venezia sotto Pompeo Mo1menti. Questi pur vecchio - era nato nel · 1819 ...., àveva avuto con lo Zona il gran merito di ridare ai quadri storici · una qllal:he larghezza d'aria e d'emozione, e aveva allora il merito anche maggiore d' essere s tato il maes tro_ di Giacomo Favretto il quale nel 1873 lo aveva ritra tto nella Lezi'one d'anatomi·a. 11 Col Favretto altri tre pittori allora narravano gli. aneddoti del popolino veneziano: Cecil Van Haanen un olandese ormai veneziano per diritto d'arte, Eugenio De .Blaas e Lùdwig Passini, · ttitti e tre comm~rcialmente ben più fortunat i del Favretto. "Dell'importanza .del Van Haanen nell a pittura veneziana contemporanea, della stia influenza sullo Zezzos, sUl Laurenti, sul Tito, nessuno ha · ancora scritto cli proposito. Pure le sue l nfi- . latr ici" di pede e la sua Sartoria sono -- dice P. G. Molmenti in un suo saggio sùlFavretto -:- " due gioielli ricchi cli finezza, di ricerche clelic-atissime, di colorito locale, nei quali la perfetta esecuzione risponde all'arguzia deU'osservazione ,,. Il viennese Passini è già più manierato di lui; ma la maniera, la grazietta liscia della cromolitografia, la pastorelleria dolce dolce di Eu:: genio d e Blaas non s·ono superate da nessuno, Per . vivere, fra i venti e i venticinque anni, anche Ettore Tito dovette fingere . di credere a questa Venezia impomatata e imbellettata che ancora nei negòzii di Londra . e .di Berlino, di New York o di Vienna si vende · come il · pane. . " Ma .· ciò che egli ricavava . da que_l]e fati che · · soltanto utili, egli lo spendeva. anche a viaggiare, a ved~re, a prepararsi le forze e i mezzi per escir dal limbo. Dei suoi quadri di quel periodo preparatorio, bastano la Vendi'tri"ce di" zoccoli' e la Modella a mostrare quanta g iustezza cl' osservaz ione, quanta fermezza di ·disegnò, quanta scienza.di composizione già fossero in lui. ci Non s' ha da essere pessimisti. Anche da quel suo tempo di rinuncie . egli .ha tratto molte ·qualit à, pr:ima di tutto quella signorilità: e quella piacevolezza :che ·tanti ottimi ·pittori contemporanei disdegnano come ùna concessione al gus to, anzi al· cattiYo . gusto del pubblico, mentre è spesso un segno del cattivo gusto loro anche in opere tecnicamente ammirevoli. " Mal nel 1887 finalmente E ttore Tito esponeva proprio a Venezia la Pescher~'a che oggi è a Roma, · alla Galleria naz ional e d'arte modérna, e che allora .elevò d1un tratto quel giovane ·di ventisett'anni fra i massimi pittori nostri.- , "L'anno s tesso a Venezia moriva Giacomo Favretto.,, " La Pescheri'a veccht"a raccoglie tutti i cara_tteri , qell'arte del Tito dentro una composizione salda come un'architet tura. · "Sul]a riva_ del Canal Grande_scino tese S0J?ra alti pah con corde -- grosse come gomene, tende palpitanti còme vele: quel lembo di -riva sembra così una zattera immensa pronta a scendere col vento propi zio · sull'acqua verde verso la laguna. Pescatori : e donne vi s'affollano a _contrattare, intorno al · pesce che luccica e s tilla sulle tavole del mercato, empie . le tinozze, le canestre, le ceste. ·E gli uo·mini son validi, -duri, senza sorriso, venditori sospettos i; e le donne, meno una comare in primo piano, son tutte giovani, · servette leste . a pesare, a contrattare, a scivolar via tra la folla in cerca d'un altro bànco e d'un merèato migliore. Una dai capellì rossi che andandosene si volta a lanciare un'ultima r-isposta, pare conservi so tto_ lo: scialletto •mò~ derno tutta l' insolenza leggiadra e civ.ett_uola delle Colombine e . delle Zelinde goldoniane. La , scena popolosa è chiusa tra due figure erette immobili di pescatori come tra due stipit i ; un palo e una corda, tagliandola in tre parti quasi eguali proprio in primo piano, le dànno una vaga apparenza di trittico, pur aumentando con un semplice e facile rp.ezzo la fuga prospettica delle parti più lontane. ,,

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