LEESPOSIZIONI DEL 19iÌ ROMA. LA MOSTRA DI ETTORE TITO ALL' ESPOSIZIONE DI BELLE ARTI. BAGNANTI. L'ARATRO. (Fo t. Ab eniacar.) LA MOSTRA DI ETT-ORE_TITO.· Con sette quadri cli varie dimensioni e di sogge tto diverso, si presenta Ettore Tito, l' instancabile pittore veneziano, all'Esposizione di Roma. Essi .figurano nella Sala IX e portano per titolo: L ~a1°atro, Bagnanti, Rùratto dei miei' bambini·, R edenzione, Canalazzo, Nubi d'Alpe, e Altipiano d'A siago . . Ettore Tito abbraccia dunque ogni genere cli pittura·; lo tentano il mare e la montagna, il ritratto,. l'all egoria, e_in ogni tentativo egli appare maestro, sicuro di sè, senza esitazioni. Nel grande medaglio ne che corona la cupola del Padiglione Verieto - e che già fu ammirato in ques te pagine - egli dà magistrale saggio della grande pittura decorativa, in cui, co-rne in ogni altro, app Jre subito maes tro. Dal suo pennello e la sua retina non v'è mis tero ; egli sembi·a risqlvère tutto co n facilità meravigliosa; le sue tele sembrano dipinte _di get to, senza meditazio.ne, con quella furia creatrice che non dà tregua e che incalza. I suoi intimi invece assicurano ch'egli medita a lungo sopra i suoi quadri, che spesso fa e rifà, scontento dr sè stesso, autocritico acutissimo, artefi ce sconsolato, non mai contento di sè e dell'opera sua. Riproducerido -la Sala che r eca sulle pareti le sue tele, ci piace riprodurre un brano del r ecente volume di U. Ojetti, Ritratti d'Artìsti Italiani, ove del Tito è tracciato un profilo •gustosissimo: '' Ettore Tito è nato nel 1860 sul golfo di Napoli, a Castellammare di Stabia. Sua madre era veneziana, suo padre pugliese, capitano della marina mercantile. Nel suo sangue è molto sai marino. Egli ha per razza il diritto di desèriverci il mare. Infatti, appena se ne allontana - nel L ago d'Alleghe o nell'A lzaja _sul' B renta, nell'Eterna stori·a o nella Vùa dei' campi - diventa: triste e i suoi cieli si rannuvolano e il suo sole s i spegne; e anche quando il mare non è visibile, come nelle Rappezzatri'ct~ nelle Macchie di sole, nella Biancheri'a al sole; nella: Pagina . d'amore, nellà Vita, nei Bordi" di" laguna~ nel Sole di' prùnavera, si sente che · la scena è presso la riva, che è invasa dalla_luce riflessa della marina lì dietro, dalla brezza· che viene dal largo. "Lasciò Castellammare che aveva appena due anni, e andò a Milano. A otto anni venrie a Venezia. La franca serenità dell e sue tele è fors e un ricordo istintivo e indelebile del golfo napoletano che i suoi occhi contemplarono appena s'apersero. · · · · "Ma i primi anni di lavoro furono duri. Egli studiava all'Accademia di Venezia sotto Pompeo Mo1menti. Questi pur vecchio - era nato nel · 1819 ...., àveva avuto con lo Zona il gran merito di ridare ai quadri storici · una qllal:he larghezza d'aria e d'emozione, e aveva allora il merito anche maggiore d' essere s tato il maes tro_ di Giacomo Favretto il quale nel 1873 lo aveva ritra tto nella Lezi'one d'anatomi·a. 11 Col Favretto altri tre pittori allora narravano gli. aneddoti del popolino veneziano: Cecil Van Haanen un olandese ormai veneziano per diritto d'arte, Eugenio De .Blaas e Lùdwig Passini, · ttitti e tre comm~rcialmente ben più fortunat i del Favretto. "Dell'importanza .del Van Haanen nell a pittura veneziana contemporanea, della stia influenza sullo Zezzos, sUl Laurenti, sul Tito, nessuno ha · ancora scritto cli proposito. Pure le sue l nfi- . latr ici" di pede e la sua Sartoria sono -- dice P. G. Molmenti in un suo saggio sùlFavretto -:- " due gioielli ricchi cli finezza, di ricerche clelic-atissime, di colorito locale, nei quali la perfetta esecuzione risponde all'arguzia deU'osservazione ,,. Il viennese Passini è già più manierato di lui; ma la maniera, la grazietta liscia della cromolitografia, la pastorelleria dolce dolce di Eu:: genio d e Blaas non s·ono superate da nessuno, Per . vivere, fra i venti e i venticinque anni, anche Ettore Tito dovette fingere . di credere a questa Venezia impomatata e imbellettata che ancora nei negòzii di Londra . e .di Berlino, di New York o di Vienna si vende · come il · pane. . " Ma .· ciò che egli ricavava . da que_l]e fati che · · soltanto utili, egli lo spendeva. anche a viaggiare, a ved~re, a prepararsi le forze e i mezzi per escir dal limbo. Dei suoi quadri di quel periodo preparatorio, bastano la Vendi'tri"ce di" zoccoli' e la Modella a mostrare quanta g iustezza cl' osservaz ione, quanta fermezza di ·disegnò, quanta scienza.di composizione già fossero in lui. ci Non s' ha da essere pessimisti. Anche da quel suo tempo di rinuncie . egli .ha tratto molte ·qualit à, pr:ima di tutto quella signorilità: e quella piacevolezza :che ·tanti ottimi ·pittori contemporanei disdegnano come ùna concessione al gus to, anzi al· cattiYo . gusto del pubblico, mentre è spesso un segno del cattivo gusto loro anche in opere tecnicamente ammirevoli. " Mal nel 1887 finalmente E ttore Tito esponeva proprio a Venezia la Pescher~'a che oggi è a Roma, · alla Galleria naz ional e d'arte modérna, e che allora .elevò d1un tratto quel giovane ·di ventisett'anni fra i massimi pittori nostri.- , "L'anno s tesso a Venezia moriva Giacomo Favretto.,, " La Pescheri'a veccht"a raccoglie tutti i cara_tteri , qell'arte del Tito dentro una composizione salda come un'architet tura. · "Sul]a riva_ del Canal Grande_scino tese S0J?ra alti pah con corde -- grosse come gomene, tende palpitanti còme vele: quel lembo di -riva sembra così una zattera immensa pronta a scendere col vento propi zio · sull'acqua verde verso la laguna. Pescatori : e donne vi s'affollano a _contrattare, intorno al · pesce che luccica e s tilla sulle tavole del mercato, empie . le tinozze, le canestre, le ceste. ·E gli uo·mini son validi, -duri, senza sorriso, venditori sospettos i; e le donne, meno una comare in primo piano, son tutte giovani, · servette leste . a pesare, a contrattare, a scivolar via tra la folla in cerca d'un altro bànco e d'un merèato migliore. Una dai capellì rossi che andandosene si volta a lanciare un'ultima r-isposta, pare conservi so tto_ lo: scialletto •mò~ derno tutta l' insolenza leggiadra e civ.ett_uola delle Colombine e . delle Zelinde goldoniane. La , scena popolosa è chiusa tra due figure erette immobili di pescatori come tra due stipit i ; un palo e una corda, tagliandola in tre parti quasi eguali proprio in primo piano, le dànno una vaga apparenza di trittico, pur aumentando con un semplice e facile rp.ezzo la fuga prospettica delle parti più lontane. ,,
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