Le Esposizioni del 1911. Roma, Torino, Firenze (Treves)

I, I 214 LE ÉSPOSÌZIONI DEL r9iì l L p AD I GL I ON E p I E MONTE SE (riproduzione del Castello d'Issog1;_e). ESPOSIZIONE ETNOGRAFICA DI ROAA Il Padiglione Piemontese. Ho già detto èhe l'Esposizione Etnografica è composta principalmente di due parti: e cioè i Padiglioni regionali e i Gruppi caratteristici delle varie Regioni. Questi ultimi, che sono vere rappresentazioni di vita e ricostruzioni di ambienti popolari, son tutti naturalmente intonati ad un solo concetto: quello di riprodurre con la massima fedeltà i luoghi e le particolari condizioni della vita che li anima. I Padiglioni Regionali sono invece edifici rappresentativi e riassuntivi dell'arte di un Paese: è naturale perciò che vi sia stata la maggior varietà nei modi di svolgere e di interpretare questa rappresentazione. Ci furono perciò alcune Regioni che vollero compendiare in un edificio ' i tratti più caratter istici non di un solo monumento, ma delle maggiori opere architettoniche che sono nella Regione; altre diedero una libera riproduzione cli un particolare edificio, altre infine voll ero ricostruire ·un monumento significativo dell'arte loro, in tutti i suoi particolari architettonici e decorativi. li Piemonte seguì quest'ultimo indirizzo è riprodusse in Piazza d'Armi uno dei più caratteristici monumenti dell'arte sua più caratteristica: quello dei Castelli medioevali. . La scelta cadde su quel Castello d'Jssogne che la liberalità del pittore Avonclo clonò con tutto il mobilio al Governo italiano: e l'architetto 'D'Anclrade, che· co11 tanto amore da quarant'anni tutela la .conservazione dei monumenti d~l P~èmonte, e .il giovane avvocato Gì.useppe · Frola che lo coadiuvò efficacemente, sorretto dalle su.e . larghe e profonde conoscenze di storia dell'arte, meritano un singolare elogio per " la grande coscienza ,, che han posto nella ricostruzione dèl magnifico edificio. Poichè essi non si lasciarono sedurre da lenocinii di forma nè da particolari tendenze o preferenze: essi interpretarono direi q\lasi con austerità il loro mandato, e ci diedero un Castello d'Issogne che soddisferebbe, forse, persino il difficile e aristocratico ·spirito di René Cballant.... Singolare famiglia questa dei conti di Challant, che, spenta ormai da tre secoli, ha lasciato nella storia una così viva traccia di magnificenza e di tristezza! Visconti di Val d'Aosta, in nome dei principi cli Piemonte, esercitarono l'ufficio senza aggiungervi particolare importanza politica, ina con tutto il fasto che era loro conceduto dalla grande ricchezza della Casa: ebbero anche parentele e uffici altrove, in Lombardia, a Venezia e a Roma, com'è attestato da quel curioso e jnteressante documento grafico che è inscritto sulle pareti del gran çortile d'ingresso del Castello. · In questo cortile, in cui un albero di meloa grano in ferro battuto sorge in mezzo a una fontana, le pareti son tutte istoriate, e / sotto ognuno degli stemmi, v'è il nome di un perso- ·naggio della famiglia che si era particolarmente distinto in qualche impresa o carica onorifica: e i nomi e le imprese e le cariche di tutti que-_ sti conti e guerrieri e ambasciatori e cardinali della famiglia (v'è anche un Entufrecle che fu senatore di Roma e che porta nello stemma l'S. P. Q. R.) sono sinteticamente definiti dall'orgogliosa inscrizione Mz'roÙ' po~tr les enfants · de Challant. E v'è anche, al posto d'onore, .uno · di quegli enigmi, o rebus, che erano tanto nel gusto del medio evo: una croce con sottoposto il mondo e dalle due parti queste parole così disposte: tout est et le nest rien la probabile interpretazione del quale rebus è q_uesta (la croix) es t tout; et le (monde) n'èst nen. L'anno ìn cui il Castello, o più esattamente il Palazzo, fu eretto, non è noto; perchè l' inscrizione posta sopra la porta . d' ingress.o è diventata illeggibile nell'ultima sua parte.: essa dice così: · CE FUT FAIT LAN DE GRAS MCCCC...• e mancano le altre lettere; è certo però che la data deve riferirsi ali' ultimo decennio del secolo. Il porticato del cort ile è assai curiosamente affrescato con scene d'un realismo veramente meraviglioso: v'è il panett iere, il venditore di formaggi, · il venditore di frutta, il farmacista circondato dalle sue fiale con le varie acque medicinali che si usavano allora. Ma altre cose interessanti questo farmacista del quattrocento tiene esposte nella sua bottega; e cioè dej pezzi anatomici in cera, mani braccia gambe stomachi piedi: evidentemente erano questi degli ex .voto g ià preparati, perchè i fedeli a cui occorreva di comperarli per offrirli in chiesa al Santo protettore, li trovassero belli e pronti. La porta d'ingresso mette in una sale tta per la guardia, dalla quale si passa in quella che è comunemente chiamata la salle basse, la quale era evidentemente un salone di ricevimento, nel cui · fondo s'innalza uno di quegli alti e profondi camini, decorati da grandi alari, che sono l'indispensabile complemento delle nostre fantasie

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