Le Esposizioni del 1911. Roma, Torino, Firenze (Treves)

LE ESPOSIZIONI DEL 1911 211 TORINO. IL P ADIGLIONE DEL BELGIO INAUGURATO DALLA PRINCIPESSA LAETITIA (fot, Fc•rnari). mando - " pronti per l'inno! ,, - hanno rivolti gli sguardi verso il maestro, che dall'alto cl.e! palchetto di comando, con una piccola bandiera doveva battere il ritmo. E un nuovo e.oro ha .intonato "l'Inno di Mameli! ... ,, Questa volta, qui a Roma, per la quale il glorioso poeta-martire ligure scrisse l'inspiratissimo inno - questa volta, qui a Roma il " Fratelli d'Italia - l'Italia s'è desta ,, ha suscitate in •Campidoglio nella Giunta bloc- . carda gravi e diverse preoccupazioni. L'assessore ad hoc ha sentito il bisogno di purgare l'inno degli accenni " al Signore ,, a Dio, perchè ciò non offendesse le puritane coscienze dei contrari i ad ogni insegnamento religioso. Poi c'è stato un altro guaio, per le strofe compromettenti contro " l'aquila bicipite ,,. Ed anche queste sono state soppresse dalla Giunta bloccarda, nè più nè meno che essa fosse il Santo Offizio, od una importante regia procura cli Stato cli oltre confine! ... Anche cosi mutilato, l'inno di Mameli è stato meravigliosamente cantato, e la sua chiusa final e ha . visto in pi edi allievi e pubblico, acclamanti l' Italia, agitando berretti, cappelli, fazzoletti, bandi ere. Poi tutta la gaia folla giovanile ha rotte le fil e, si è precipitata giù dalle scalee ed è accorsa a far siepe di ingenua gioia infantile dttorno all'automobile sul quale il Re e la Regina uscivano dallo Stadio dirigendosi a Roma. In fine una gustosa merenda - attesa con un appetito invidiabile - è s tata distribuita ai circa novemila fanciulli e fanciulle, che, sul far della sera, fra due ali cli popolo e di vetture ricolme cli cittadini festanti, sono ritornati a Roma, chiudendo la più bella - forse l'unica bella giornata di questo grande Stadio disgraziato. · Sì, davvero, disgraziato, perchè tutto ciò che era stato progettato di vario . e di fantastico da eseguirsi nello Stadio è fallito, e, quasi, quasi, si temeva che non vi riuscisse nemmeno la innocente inaugurazione ginnastica fatta dagli al- · lievi delle scuole. Lo Stadio doveva essere inaugurato con una , grande corrida de toros, per la quale erano già · arrivati a Roma i toreros, e banderi'/leros e gli espada e i tori. Ma cominciò una parte della stampa a scandalizzarsi, uomini politici come Luigi Luzzatti, protestarono contro il barbaro insegnamento che ne sarebbe venuto al popolo, e la corrida fu proibita. Fu allora progettata una grandiosa partita di boxe, alla quale avrebbero dovuto prendere parte i più fieri boxeur del mondo. Ma anche questo numero suscitò polemiche, proteste, e fu abbandonato di fronte al divieto prefettizio. Allora si pensò ad organizzare [nello Stadio l'arrivo degli ultimi superstiti vincitori ciel giro ciclistico d'Italia, ma tutta una sequela cli complicazioni e cli contrattempi dell'_ultin1;'ora mandarono a· monte anche questa cenmoma. In fine· si disse - facciamo un gran torneo: l'arrivo a Roma della Regina Cristina di Svezia ricevuta dal cardinale Barberini in gran pompa; mes colando al torneo il primo principe di Carignano ed una sua cavalcata, che ci sarebbero entrati· assai meno che Pilato nel credo. Per il -torneo erano stati ingaggiati cinquan_ta ufficiali delle varie armi a cavallo e venticinque giovani signori del mondo sportivo. Ma ecco delle critiche, nella Camera dei Deputati, al mi-nistro della guerra per la sua condiscendenza a lasciar partecipare gli ufficiali dell'esercito a speculazioni private, ed ecco il buon generale Spingardi proibire immediatamente ai cinquanta ufficiali di intervenire al torneo. Senza ufficiali come si fa?... Il Comitato pensò a mettere in scena una cinquantina di domestici di buone famiglie, montati su cavalli di butteri. E allora venne la crisi dei venticinque gentiluomini del miglior mondo refrattari a correre la giostra in concorrenza di cinquanta domestici di livrea. E così il torneo è stato rimandato a tempi più felici! ... Non ho ragione a dire che lo Stadio è disgraziato?... •Quasi, quasi ci sarebbe da credere che il povero coraggioso Frey, anelato a fracassarsi gambe, braccia e mandibola sui boschi di Ronciglione sia partito dallo Stadio in- .vece che dall'.areodromo dei vicini Parioli! ... . - . GIORIN0. L'Inaugurazione del Padiglione del Belgio A TORINO. A 11' Esposizione. Il Be lgio operoso, che ha dato, con la sua partecipazione ali' Esposizione di Torino, così bella prova d'amicizia all'Italia e così superba affermazione di forza, inaugurò ii giorno 8 giugno il- suo padi glione. Alla cerimonia assistevano molte dame dell'ari stocrazia, che avevano . accettato di buon grado l'invito del visconte Adriano Vilain Xllll, commissario Generale del governo belga, e figlio di un antico ministro di _quella nazione a Torino, dove ebbe larghe simpatie. Vi fu così tutta una fioritura di eleganze femminili, che accrebbero leggiadria alla festa. Col visconte, faceva g li onori dell'ospitalità l'ex-ministro Francotte, presidente del Co1nitato belga~ Fra gi'invitati, numerosissimi, erano il pre fetto, senatore Vittorelli, ed il sindaco senato re Rossi, con le · loro signore, il senatore Fr~·a, presidente del Comitato generale, i vice-presidenti della Commissione esecutiva, commendatore Bianchi e comm. Boyer, gli onorevoli Daneo e Compans, il comm. Bocca, presidente della Camera di commercio , il comm. Sacheri ed il comm. Sclopis,.l'as-essore Cauvin ed il nuovo console del Belgio a Tonno, caval iere Falco. Alle r5.3o, ac.:olta dalla Marcia reale, gi unse, accoin - pagnata dalia dama, contessa Balbo Bertone di Sambuy, e dal gentiluomo di Corte, conte Fossati-Reyneri, S. A. la principessa Lae titia, che indossava un magnifico abito di seta bianca c;on larghe guerni zion i sovrapposte di pizzo nero. La Principessa discese di carrozza alla soglia dei padiglione francese, che precede quello belga, e fu ricevuta dal comm. Bianchi e dal console di Francia comm. Pralon, i quali l'accompagnarono fino all'ingresso della Mostra del Belgio. L'augusta dama fu accolta dal visconte Vilain Xllll e dalla viscontessa, dal ministro plenipotenziario del Belgio, conte van den Steen de Jehay, dal comm. Francotte, dai console genera le Dossogne, dal vice-presidente del Comitato, Conon Legrand, dall'architetto del padiglione belga, Caluwaers, dalle Autorità cittadine e dai commissari ge• nerali delle varie nazioni partecipanti all'Esposizione. Sua Altezza, alla quale una signorina offrì un magnifico mazzo di fiori, fu accompagnata nel graziosissimo salone centrale, dove si compì la cerimonia ufficiale. L'ex ministro Francotte prese la parola per il primo, e, constatando ii successo della Mostra, che è come una nuova consacrazione dello sviluppo della nazione, dice che la partecipazione del Belgio a questa festa del lavoro è dovuta •sopratutto aHa simpatia che re Alberto ha sempre avuto per l'Jtalia. Inneggi a ·all'Al,,i,111 parens ed · al · Piemonte · ga- . glia'rdo; all'unio.ne del Belgio e dell'Italia, di due razze · ugualmente industriose, laboriose ed attive. Conchiude ri-

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